achab, non mi farei troppe illusioni sulla disponibilita' dei cittadini italiani - e in particolare quelli di milano, dove entrambi abitiamo - ad accettare di buon grado dei vincoli alla loro circolazione in auto: penso che la maggior parte degli automobilisti andranno trascinati urlanti per i capelli come bambini un po' zucconi nelle nuove metropoli libere dalla palla al piede dell'auto privata :-)
a parte il fatto che non se ne puo' piu' di sondaggi e decisioni prese in base a sondaggi (c'e' ancora qualcuno capace di prendere decisioni in base all'analisi attenta e perspicace di quello *che effettivamente viene fatto*? e' chiedere troppo?), penso che almeno a milano la buona notizia e' il numero di ciclisti da parecchi anni in costante crescita (*). girando parecchio pure a piedi e con i mezzi ho notato che anche in questi frangenti c'e' stato un'aumento del popolo non motorizzato, ma e' solo una sensazione non verificata.
e a proposito del road pricing ci sono gia' dei dati sui benefici del provvedimento. per quello che riguarda londra(**) - usa il sistema dal 2003 - risultati molto positivi ma non certo eclatanti: ottimo utile di 50 milioni di sterline/anno ma diminuzione solo del 17% del traffico nella zona centrale (parecchi quattrini reinvestiti nei mezzi pubblici, tres cool). semmai un esempio cautelativo di come per avere dei risultati davvero notevoli riguardo allo sradicamento dell'auto dal tessuto urbano bisogna inserire il road pricing in una strategia ben piu' ampia e articolata di gestione del traffico. cercasi apsirante sindaco sufficientemente coraggioso a portare avanti un simile progetto.
cronoman
(") dati censimento ciclisti di ciclobby; purtroppo l'associazione non mette online i dati del censimento, ma si possono richiedere direttamente all'associazione: http://www.associazioni.milano.it/ciclobby (ho partecipato per 2 anni a questi censimenti e ho trovato la metodologia adottata da ciclobby molto seria e articolata).
(**) pdf report 2005 universita' di cambridge su road pricing londra: www.economic-policy.org/pdfs/Newbery_onFraserSantos.pdf (1Mb)
Non so come la pensate, ma la legge antitraffico potrebbe essere vissuta come la legge antifumo. Tutti strepitano prima, poi quando scatta si accorgono che alla fine conviene a tutti e la smettono di rompere i coglioni. Gli itagliani in realtà non sanno guardare oltre la punta del proprio naso.
Esattamente, alberto. A Londra è successo così.
Certe cose, non c'è niente da fare, vanno un po' imposte. Il resto sono palliativi.
ho litigato di rcente con un negoziante (di bici) che mi diceva che la bici in città è un intralcio.
E che Milano è una città che funziona così da sempre e così deve continuare a funzionare: lui, senza il suo furgone (presumibilmente non catalitico) non potrebbe mai raggiungere il posto di lavoro. Perché, gli chiedo? deve portare delle bici? No, mi risponde. E allora perché? Perché vengo da fuori Milano e se lascio la macchina a Famagosta, piuttosto che a Cascina Gobba, e prendo i mezzi, con il traffico che c'è, ci metto due ore. Con il traffico che c'è!? ma la metropolitana non è nel traffico...
Il traffico è insomma dato per scontato e la totale irrazionalità della cosa porta al seguente ragionamento masochistico, ripetutamente constatabile tra i commercianti: c'è troppo traffico, quindi prendo la macchina. I mezzi non arrivano, perché c'è traffico. Se mi imponi di non usare più l'auto, il traffico, non diminuisce. Perché Milano è da sempre così e sempre sarà così. Insomma il traffico c'è di default. E non si tocca. E' bello così.
Intanto la gente non è più capace di fare i più elementari passaggi logici con la propria testa. Il traffico intasa anche quelli. Oltre ai polmoni, e alle strade.
Ergo: urg il pedaggio.