«Born to Run»: noi trent’anni fa
di Alberto Crespi
Qui non si parla di un disco, sia pure importante, che compie 30 anni. Qui si parla di come un disco possa cambiare la vita delle persone. Del suo autore, Bruce Springsteen, e di molte persone che ascoltarono quel disco nel lontano 1975.
Qui non si parla di come era la musica, nel 1975. Qui si parla di come era il mondo, nel 1975. Certo, la musica spiega alcune cose. Nel 1975 mancano due anni al 1977. Uno dei due fenomeni musicali di quell’anno, il punk, è ancora inimmaginabile. L’altro, la disco, lancia invece i primi vagiti: nelle classifiche impazzano Barry White, Gloria Gaynor e Kung-Fu Fighting di Carl Douglas. In Italia le cose vanno anche peggio: tra i singoli più venduti dell’anno ci sono Piange il telefono di Modugno, Buonasera dottore di Claudia Mori, Sabato pomeriggio di Baglioni e Ninna nanna dei Pooh, gli unici titoli decenti tra i top 100 dell’anno sono Rimmel di De Gregori e quella meravigliosa filastrocca per bambini (e non solo) che è Ci vuole un fiore di Endrigo. In America, c’è vita: al cinema escono Nashville di Altman e Barry Lyndon di Kubrick, Nixon è stato da poco cacciato dalla Casa Bianca e Ford casca ogni volta che scende da un aereo. L’Olanda ha rivoluzionato il pallone imponendo i capelli lunghi, il calcio totale e le fidanzate in ritiro. Per la prima volta dal ‘69 Eddy Merckx non vince né il Giro né il Tour. Insomma, il ‘75 è un anno in cui si capisce che qualcosa sta per succedere, ma non si capisce ancora che cosa. La seconda metà degli anni ‘70 regalerà molte tragedie, molto sangue, ma anche - nell’arte, e nella musica in generale - molta vitalità, molta irruenza, prima che gli anni ‘80 giungano ad anestetizzare un po’ tutto.
Nel mezzo del ‘75 due riviste americane non specializzate, Time e Newsweek, dedicano in contemporanea la copertina a un cantante rock di 26 anni appena al terzo disco. È Bruce Springsteen, e il disco è Born to Run, che ora la Sony ripubblica in un magnifico cofanetto che comprende anche due dvd. La sostanza musicale del disco basterebbe a farne un monumento: 8 canzoni una più bella dell’altra, e soprattutto una dichiarazione di rinascita del rock più robusto e sanguigno, che stava languendo sotto i colpi della disco e del progressive (quella musica pop, soprattutto inglese, che per essere suonata richiedeva almeno tre diplomi al conservatorio: Genesis, King Crimson, EL & P, Van der Graaf... roba buona, ma molto «colta», ai limiti dell’elitario). Born to Run riporta il rock dove è nato: nella strada. Niente virtuosismi, solo elettricità sensuale e ballate strappacuore, con una formazione ricca (chitarre, sax, doppia tastiera come il Dylan di Blonde on Blonde) ma del tutto aliena da ogni diavoleria elettronica.
Ad amplificare il fenomeno, basterebbe aggiungere alla sostanza musicale la dimensione mediatica. Born to Run esplose nelle classifiche e sulla stampa come un tornado. Nella sua prima tournée europea, Bruce sconvolse l’algida Inghilterra: uno dei due dvd inclusi nel cofanetto riproduce il concerto di quell’anno all’Odeon di Hammersmith, a Londra, lanciato dall’ufficio promozione con il famoso manifesto «Is London ready for Bruce Springsteen?», Londra è pronta per Springsteen? Nel bellissimo documentario Wings for Wheels (l’altro dvd), Bruce stesso racconta che passò la notte prima del concerto a strappare i manifesti dai muri: trovava lo slogan di pessimo gusto, e soprattutto aveva capito che gli avrebbe inimicato la stampa, il pubblico, la Regina e le Britannie tutte. Lui e i ragazzi della E Street Band salirono sul palco con il cuore in gola. In prima fila c’erano decine di fotografi e giornalisti con l’aria di dire: su, fateci vedere cosa sapete fare, e ricordatevi che noi abbiamo inventato i Beatles! Bruce e i suoi seppero trasformare l’ansia in adrenalina: il concerto fu immenso, e da quel giorno Springsteen cominciò a conquistarsi quello status di star planetaria che ha raggiunto l’apice con Born in the Usa .
Fin qui, la musica, e l’impatto della musica sui media, sulla vita e l’opera di Springsteen. Altro, dicevamo, fu l’impatto esistenziale sul pubblico, su tutti coloro che avevano vent’anni in quegli anni. Su entrambi i lati dell’Atlantico, incontrammo per la prima volta un rocker che parlava di noi, così come Elvis e Chuck Berry, e poi Dylan e Neil Young e Lou Reed avevano fatto con i nostri fratelli appena più grandi. Le otto canzoni di Born to Run raccontavano la vita di quel tempo. Con il suo romanticismo (gli amanti maledetti di Thunder Road), il suo vitalismo notturno (Born to Run, il brano, e 10th Avenue Freeze-Out), ma anche con la sua carica di violenza e di tragedia (Jungleland e Backstreets sono ballate sul disagio giovanile che anticipano di cinque anni I guerrieri della notte, Meeting Across the River è l’incontro drammatico con uno spacciatore). Per molti adolescenti del ‘75, la musica era solo una cosa bella da ascoltare. All’improvviso, Born to Run ci ricordò che era una cosa importante da vivere, illuminando a ritroso tutta una linea culturale americana che incontrava subito Dylan per risalire a Woody Guthrie, a Robert Johnson, a Elvis Presley, a Chuck Berry. E di riflesso a Bukowski, a Chandler, a Faulkner, a Steinbeck, al cinema di Ford, ai volti in bianco e nero di Robert Mitchum e di Jimmy Cagney. Basterebbe ricordare che Thunder Road era anche il titolo di un film con Mitchum sui contrabbandieri di alcool ai tempi del proibizionismo, e che Bruce ad esso si era ispirato. Vi pare sufficiente sovrapporre le facce di Springsteen e di Mitchum, e scoprire che combaciano, per stabilire che Born to Run non è «solo» musica?
E' un grande anniversario per me.
La voce di Springsteen, in tutte le canzoni, ma specialmente quelle su Born to Run mi hanno tirato fuori dalla merda un sacco di volte. Grazie Bruce ma grazie Al che mi hai regalato "the River". I ain't a beauty but I'm alright.
Ricordo che in quinta ginnasio portai alla prof di Italiano un ardito parallelo tra "Guido, i' vorrei che tu lapo ed io" di Dante e il testo di "Born to run" come esmpio di poesia sulla tematica della fuga, evasione dalla realtà. La prof trasalì, ma poi ci vide del buono. Mi diede 8. Mai più ripreso. Era springsteeniana anche lei, seppi dopo: in un'antologia di Italiano scritta qualche anno fa mise quella canzone nei testi di letteratura americana del 900. Solo, forse, all'epoca non conosceva ancora quella canzone. Era l'anno di Tunnel of love, uno dei dischi meno capiti di Springsteen. Tre anni prima c'era stato quel pazzesco concerto che cambiò la vita a me, che avevo nemmeno 13 anni, di San Siro nell'85. Era appena finita la scuola, non ero tanto bravo, mi sentivo confuso, e preadolescente, la mia babysitter, fan di Vasco Rossi fino al midollo, mi fece ascoltare Born in the USA, la sera, dicendomi che era roba buona, mentre i mei erano al cinema e mio fratello dormiva. E' stato quasi come vedere un film porno di nascosto. Quella musica mi fece un effetto che poi non mi ha più fatto nessun altra musica: oragasmo alle orecchie. Pelle d'oca all'istante. La babysitter mi disse: tra due settimane c'è il concerto allo stadio, ci vieni? Ci andai, i mei non provarono neanche a dissuadermi: capivano dal mio sguardo che era arrivato il mio Lou Reed. Già, ognuno c'ha il suo. Ognuno che sia sano di mente. Il concerto durò qualcosa come 3 ore mezza. Niente fu più come prima. Nel giro dell'estate comprai tutto il comprabile su quell'uomo. Contagiato da una follia autistica. Finii poi nel delirio dei bootleg: ho tutt'ora in vinile tutto. Compreso il mitico "Live in the promised land". Beh, tornando al parallelo con Dante, a pensarci oggi, c'avevo davvero ragione. "Born to run", la canzone, ma tutto l'album: si pensi anche a pezzi come "meeting across the river" o "Night" sono tra le pagine più belle, a mio parete, sulla "fuga" mai scritte nella letteratura mondiale. Se mi dite che esagero, vi dico di ascoltarle in cuffia, con il testo sotto mano, oggi. Dopo aver abbandonato Springsteen, essermi dato al punk, alla new wave, alla coltre fuligginosa e depressa di personaggi del calibro di Ian Curtis, e al suono melanconico e depravato dei Bad Seeds, tutt'ora se mi rimetto ad ascoltare quel disco mi viene di nuovo quel sorriso sulle labbra e quella pelle d'oca come fossero venti anni fa. Nel '75 ero ancora all'asilo. Ma ero un predesitnato, evidentemente, di quelle tre parole: "tramps like us".
Eh sì, Born to run è come il latte materno. Più ne si è bevuto, più anticorpi ci si è sviluppati.
Bravo ragazzone, tanto cuore. Musicalmente piuttosto modesto (3 accordi). Non paragonabile a Lou Reed.
solito, prevedibile commento. che noia.
Comunque, perchè tu lo sappia, ho sempre preferito il prog (Genesis, King Crimson, Van der Graaf) oltre ai soliti grandi classici (Zeppelin, Pink, Stones) etc.
non avevo dubbi.
dimenticavo l'immenso Zappa
Ammetterai che l'ultimo di Bruce è orrendo..
No, non lo ammetto.
:-D
non avevo dubbi
vale a dire?
che se ti piace Zappa o i Genesis, o il progressive, non può piacerti anche Springsteen. E siccome avevi detto che il ragazzo sa fare solo 3 accordi, ho dedotto che ti piaceva quel tipo di musica. se no, non l'avresti detto. Chissà cosa pensi degli U2 che di accordi ne fanno 2: re, la. la, re.
Eppure "Bad" (2 accordi per quasi 8 minuti) è una delle più belle canzoni mai scritte.
io non sopporto il progressive e di Springsteen apprezzo solo "Streets of Philadelphia"
tiè :P
avete rotto i coglioni tutti quanti
fire inna babylon!
Infatti gli u2 sono strazianti e monocordi (almeno i metallica fanno le scale veloci).
Berja canta ancora stato e padrone/fate attenzione?
Fire dem a bun down Rome!
babylon's burning!
and olegna too.
roba reggae..bah, sono rimasto a Marley
comunque viva babilonia!
(bruciassero i suoi nemici)
no, io canto
Zog nit keyn mol az du geyst dem letstn veg,
Khotsh himeln blayene farshtein bloye teg.
Kumen vet nokh undzer oysgebenkte sho -
S'vet a poyk ton undzer trot - mir zaynen do!
Insurrezione del ghetto di Varsavia.
errore.
diva olegna, torna alla locanda delle fate col gigante gentile a fare un balletto di bronzo.
Boh mi pareva yddish
Comunque: quando dico prog non arrvivo fino al balletto di bronzo, Gentle Giant s', indubbiamente.
Anche Caravan (land of grey and pink) e addirittura ELP e YES. Ma Hammill e VDGG sopra tutto. Bene i primi quattro dei Genesis.
insisto che mi pare canto ebraico sulla rivolta del ghetto
Sà: "Well, I've got this guitar, and I learned how to make it talk"
che proprio parli la sua chitarra, bah, mi pare opinione ardita; fa un paio di giri non troppo complicati. Altre chiatarre hanno parlato (Clapton? Hendrix? Gilmore? Beck?)
Siamo buoni: diciamo che borbotta
In effetti non è da tutti capire la musicalità della Esquire del Boss.
beh, l'argomento "se non apprezzi, è perchè non capisci" è un po' debole... ma se proprio vogliamo usarlo, non mi pare questo un caso molto appropriato: Springsteen può piacere o non piacere, ma la sua musica è davvero alla portata di tutti
Se per "musica" intendi "tecnica chitarristica", forse.
no, intendo anche musica. voglio dire, è un rock classico il suo, nulla di sconvolgente, anche per l'orecchio meno allenato.
I testi, sì, quelli non sono per tutti.
Il solo di Because the night su Piece de Resistance è uno dei concentrati di feelin della storia dell'umasnità. Il Boss fa parlare la chitarra. Anche in Candy's room. Eccetera.
Yes. Non è solo questione di velocità (mi riferisco a Olegna che tira fuori Hendrix), la chitarra parla a seconda di quel che ci butti dentro.
Davide, contesto fermamente l'equazione "rock classico" (che pure qualcuno l'avrà inventato, poi..;-)..)="nulla di sconvolgente"!
heheheh capisco cosa intendi oppi, ci sono canzoni "classicissime", con melodie anche elementari, eppure capolavori assoluti.
il "nulla di sconvolgente" non aveva nessuna accezione negativa, non saprei come spiegarmi meglio... oh, insomma dai che si è capito quel che volevo dire ;)
The boss canta delle ballatone rock-country-blues abbastanza coinvolgenti (dal vivo; su disco dopo un paio si dorme) ma musicalmente molto semplici. Non c'è niente di male, ma insomma, neanche di nuovo.
Non parlo di velocità chitarristica, ma di gente che davvero la chitarra la fa parlare. Aggiungo all'elenco Zappa, che oltre ad essere un mostro di tecnica è dotato di quell'ironia che a molti manca.
Alberto, non pensavo conservassi ancora Piece de Resistance. Io ho venduto tutti i bootleg, tranne la decina realmente valida. Tra cui Piece...
Conservo tutti i vinili, quindi anche questo, del cui acquisto devo anche ringraziarti :-)
dovere...
"Piece de resistence" è il più bel bootleg di Springsteen, avete ragione.
L'assolo in Because di night? e perché l'intro di "proove it all night" nei tuor di darkness?
Mi fa spisciare Davide, il professorino del Rocky Horror, quando dice "Springsteen può piacere o non piacere, ma la sua musica è davvero alla portata di tutti". Ha capito l'essenza di springsteen senza capirla. Immagino che al momento si starà facendo le pippe con Muse, o i Coldplay. Certo, quelli sono alla portata di pochi, vero?
Olegna mi dice che i MEtallica fanno le scale veloci? Ma che cazzo vuol dire? La musica non è un'orgia barocca onanistica. la musica deve essere smplice, diretta, e emozionante. Springsteen non vi emoziona? bene, niente di male. Ma non dite cagate sui motivi per cui non vi emoziona. Se non dovrebbero valere anche per i Beatles (sarà mica stata musica "difficile", vero davide?
Alberto, mi sa che prima o poi dovremo incontrarci per uno scambio di bootleg: io ho tutto in vinile. Anche "All those years", comprato dal mitico Alvaro. Per chi lo conosce. Cioè temo in pochi.
mmmh, mi viene in mente ora quello splendido bootleg, il concerto di capodanno del 1980: "The night they draw old the eighties down" (temo per il "draw", ma è qualcosa del genere: sono al lavoro non posso controllare a casa tra i vinili).
E Santa Claus is coming to town?
E perché "Candy's room" su Darkness?
E il testo di "It's hard to be a saint in the city"?
achab mi sa che di pippaiolo qui ci sei soprattutto tu.
Beh, è ovvio. Autismo. Eterorivolto però.
Immagino che al momento si starà facendo le pippe con Muse, o i Coldplay
ci hai provato, ma immagini male Achab. Ancora ti rode la correzione sul Rocky Horror? Ma quanto sei infantile??
I motivi per cui Springsteen non mi emoziona valgono quanto i motivi che ti hanno spinto ad accostare la cagata pazzesca di "Born to Run" a Dante.
I Beatles facevano musica alla portata di tutti, ma a mio parere sono 10 volte meglio di Springsteen, se la cosa non ti turba troppo.
Ma del resto sto parlando col tizio che non riesce a considerare i Massive Attack innovativi perchè ha già visto i Kyuss e Mark Lanegan... questo accostamento lo devo ancora capire... hai le idee un po' confuse ragazzo, ma non ne devi fare una colpa agli altri...
Eh già, caro davide. "La cagata pazzesca bron to run". Potevi dirlo subito, non ti pare?
I Massive Attack preferisco lasciarli a MTV e ai tuoi gusti, caro prevedibilissimo davide. Son sicuro che ti piacciono molto. Come son sicuro che ti piacciono anche altri gruppi (preferisco non elencarli, onde non tediare l'uditorio). Su Mark Lanegan e i Kyuss non potevi capire niente. E in effetti non hai capito.
Quando hai tempo, e hai messo "bolw up" o "rumore" sul comodino, magari fatti un giro qui:
http://www.sydbarret.net
I massive attack innovativi... mi viene ancora da ridere.
mancava un "t" (so quanto ami correggere i refusi)
http://www.sydbarrett.net
Chi conosce chi? All Those Years o quel furbacchione di Alvaro?
The Night They Drove Old Eighties Down. Grande concerto.
Alvaro. Mitico, unico, irripetibile. Quanti soldi gli ho lasciato. Tu?
achab scrisse: "La musica non è un'orgia barocca onanistica. la musica deve essere smplice, diretta, e emozionante".
Sottoscrivo in tutto e per tutto e rincaro quotando una affermazione fatta da Bret Easton Ellis (autore di American Psyco) in una conferenza stampa qualche tempo fa a Milano:
"No, non è possbile!! Come possono piacerti i Genesis? Quando scrivevo AP la cosa che mi ha fatto più soffrire non è stato scrivere le scene di sangue o di torture, bensì ascoltare per un mese i Genesis e Phil Collins: ho dovuto assumere dei tranquillanti e delle droghe solo in quei casi”....
Long live The Boss!!
Infatti, mi riferivo proprio ai Genesis e al prog. A volte trasformato in Metal, ma sempre prog. Tendenza poi ripresa negli anni novanta da molti gruppi italiani. Una noia mortale.
Olegna mi dice che i MEtallica fanno le scale veloci? Ma che cazzo vuol dire? La musica non è un'orgia barocca onanistica. la musica deve essere smplice, diretta, e emozionante.
Che ne dici della Carrà?
Scherzi a parte: definire orgia barocco-onanistica (l'idea però mi attira) quelunque pezzo di musica un po' più complicata del giro di do di "the house of the rising sun" mi pare una visione un po'..arretrata? Come ogni arte anche la musica richiede testa e conoscenza; se no rimaniamo sempre al ballo del qua-qua (immediatissimo). Ascoltati "pawn Hearts" dei VDGG o "the piper at the gates..." dei Pink. Poi ne riparliamo.
(Non ti dico Zappa che è più contorto..)
continuate a rompere i coglioni...
"La mort n'éblouit pas les yeux des partisans"
vedi, credi che la grandezza dei Pink Floyd risieda nella "complicatezza". E io non sono d'accordo: i pink floyd non sono "difficili". Sono solo psichici. Piscotici.
E' un clamoroso errore quello ri fare l'equazione musica bella uguale musica complicata o difficile. Che conduce appunto all'onanismo prog. Cioè gente che probabilmente voleva suonare musica classica, ma non essendo all'altezza, ha ripiegato sul rock. Personalmente penso che il pezzo ideale debba essere di due accordi, massimo tre. La bravra sta lì: nel sapere emozionare nello spazio di 2, 3 accordi. Secondo te questo è "facile"? O è più facile fare pezzi "difficili" con 50 scale "veloci"? In questo ultimo caso, basta la tecnica. Nel primo no. Ci vuole il genio.
Esempio: I sex pistols furono genio.
I genesis no. Solo molto bravi a suonare.
Saltando di palo in frasca potrei direa nche che Gli Sckiantos sono genio, Elio e le storie tese bravi. E via discorrendo.
I Massive Attack preferisco lasciarli a MTV e ai tuoi gusti, caro prevedibilissimo davide. Son sicuro che ti piacciono molto. Come son sicuro che ti piacciono anche altri gruppi (preferisco non elencarli, onde non tediare l'uditorio). Su Mark Lanegan e i Kyuss non potevi capire niente. E in effetti non hai capito
achab continui a fare buchi nell'acqua. non ne hai azzeccata una, riprova sarai più fortunato, si dice.
sui kyuss probabilmente non hai capito tu, se mi accosti un gruppo stoner al trip-hop e all'elettronica.
mi linki syd barrett? a che pro? stai facendo una caciara tanta solo perchè qualcuno ha osato criticare un discreto cantastorie, e ora ti butti sulla psichedelia e sul lisergico? ma piantala va, facci il piacere...
(ah, prevedibilissimo achab dei miei maroni, se MTV fosse nata 10 anni prima, Springsteen l'avrebbe fatta da padrone, e tu ci avresti passato le giornate davanti. Io, da parte mia, per fortuna, ho altre fonti)
Achab, Alvaro non mi era particolarmente simpatico, lo avrai notato. Ciò non toglie che aveva un bell'assortimento, e comunque tante cose gustose per noi pazzi. Direi che qualcun'altro sta ancora contando i miei soldi... Tu hai la prima stampa di All Those Years (il più bel bootleg di tutti i tempi e di tutti gli artisti).
Comunque mi sembra che, come solito, qui si è presa la piega di Milan-Inter o Juve-Toro. Ci sono solo due generi musicali: ciò che piace e ciò che non piace. I Genesis mi fanno cadere le palle, mentre adoro Peter Gabriel solista.
Genesis mi fanno cadere le palle, mentre adoro Peter Gabriel solista.
Esattamente il contrario
Chiedo scusa, mi è scivolato il mouse.
Riprendo: I Genesis mi fanno cadere le palle, mentre adoro Peter Gabriel solista. Questo non toglie che siano dei bravi musicisti, ma per il resto nessun brivido mi corre lungo la schiena, solo una gran noia. Sono definitivamente per Springsteen, e per tutti gli americani che sanno scrivere storie (Simon, Murphy, Browne, Hyatt, Petty, ops, Dylan, ecc. ecc.), e con quanti accordi sappiano scrivere la musica, non me ne può fottere di meno. Uno dei più grandi, John Fogerty, non mi pare abbia scritto partiture oltre il mi maggiore. A me va bene così.
genesis-springsteeen invece che milan-inter
urgh!
Di nuovo il mouse!!
Olegna: leggi sopra a quale genere ti riferisci, poi sono un po' affari tuoi.
su John Fogerty concordo (ma riferito diciamoai primi quattro dischi dei ccr; da solo stucca).
Mai provato a sentire the "cinema Show" o la sinistra "music box"?
Petty, poi, è veramente un poveraccio (quando l'ho visto a Roma cercava di cantare con la voce diDylan).
Grandi dischi (di varia complessità) Doors (primo) Surrealistic Pillow (jefferson) per stare negli usa;
Pawn Hearts e still life VDGG, Abbey road degli scarafoni, Aftermath stones, uno-due-tre-quattro degli Zeppelin, Selling england e nursery crime dei Genesis, piper, meedle, wall dei Pink, vari dei Jetrho etc.
mah, direi che nel frattempo hanno inventato gli orologi digitali e le calcolatrici tascabili, giusto in quegli anni. Non è che ti vesti ancora con la camicia bianca sciancrata e il maglioncino bordeaux a V attillato?
E' proprio vero che certe persone ti mancano quando non ci sono più, vero Joe Strummer?
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