Il fesso preventivo
di Marco Travaglio
Nel celebre romanzo di Montanelli e nell'omonimo film di Rossellini, un piccolo truffatore detenuto a San Vittore si finge generale, il generale Della Rovere, e s'immedesima a tal punto nella parte da riscattarsi con una morte eroica sotto le fucilate dei nazisti. In fondo è quel che ipotizzavano Lamarck e Darwin per il regno animale: alla lunga «la funzione crea l'organo». Fa eccezione Roberto Castelli. Dal 2001 questo ingegnere del suono sposato da un druido è inopinatamente ministro della Giustizia. Nessuno pretendeva che in cinque anni imparasse una materia a lui del tutto sconosciuta. Ma al suo posto uno normale, per quanto duro di comprendonio, avrebbe imparato, orecchiato o annusato qualcosa, si sarebbe barcamenato con l'aiuto del Bignami e di qualcuno del ramo, come fanno gli studenti somari ma furbi, per arrivare a fine mandato senza fare troppi danni. Nel governo di Calderoli, Landolfi, Buttiglione e Nullardi, dove non sfigurerebbe nemmeno Forrest Gump, c'è speranza per tutti. Ma non per i somari fessi, e per giunta volonterosi. Che sono, come diceva Flaiano, la categoria più pericolosa. Perché il somaro furbo sa di non sapere e s'ingegna per rimediare. Il somaro pigro non s'ingegna ma nemmeno s'impegna, e fa poco danno. Il somaro fesso e volonteroso crede di sapere e tenta pure di imporre agli altri la propria ignoranza, credendola sapienza. Una jattura.
L'altro giorno il cosiddetto Guardasigilli annunciava giulivo alle Camere penali che «la giustizia va meglio»: poteva raccontarlo ai macellai, ai ciabattini, ai violinisti, invece è andato a dirlo proprio agli avvocati, che sanno bene come va la giustizia: infatti l'hanno accolto a pernacchie. Non contento, l'eventuale ministro vuole sabotare l'estradizione dei 12 spioni della Cia che sequestrarono un imam a Milano e lo fecero torturare in Egitto, in quanto il pm Spataro ha votato alle primarie dell'Unione, dunque è «un magistrato militante», ergo è affetto «antiamericanismo». Non lo sfiora l'idea che votare è un dovere, non un crimine; che, se chi vota a sinistra è militante, lo è anche chi vota a destra; e che, se Spataro votando a sinistra è antiamericano, votando a destra sarebbe filoamericano e dunque altrettanto prevenuto in un processo a carico di americani. Concetti troppo complessi per un cervello sottovuotospinto.
Ma ogni giorno ha il suo Castelli. Eccolo dunque all'assalto del gip di Brescia Roberto Spanò che ha scagionato dall'accusa di terrorismo due algerini arrestati a Napoli dal Ros. Spanò è lo stesso che aveva incriminato per terrorismo alcuni marocchini assolti dallo stesso reato dalla collega milanese Clementina Forleo ed era stato per questo molto elogiato dal governo e dal partito di Castelli, mentre la Forleo veniva iscritta d'ufficio ad Al Qaeda. Ora il sedicente ministro attacca pure Spanò e qualunque giudice non condanni su due piedi qualunque islamico gli capiti a tiro. Nel caso Forleo, aveva teorizzato un codice penale parallelo per immigrati: essi vanno giudicati non in base alla legge, ma al «comune sentire del popolo» (italiano o padano non si sa). Nel caso Napoli, si supera: «La magistratura è troppo garantista sulle minacce terroristiche: non s'accontenta delle intenzioni, vuole i fatti compiuti». Nasce così, dalla bocca del noto giureconsulto celtico, un nuovo modello di giudice. Chiamato ad «accertare la verità» non più sui reati già commessi, ma prim'ancora che accadano. Dopo la guerra preventiva, arriva il giudice preventivo. Quello che non ha bisogno di «fatti compiuti»: lui fa il processo alle intenzioni. Rastrella le periferie, magari scortato da guardie padane, e appena nota un marocchino con l'occhio vispo e le mani in tasca -tratti tipici dell'attentatore- lo spedisce all'ergastolo perché ha la faccia da Al Qaeda.
Se valesse per tutti, non vorremmo essere nei panni di Previti. Già Montanelli l'avrebbe arrestato solo per la faccia che porta. Ma contro di lui, a parte la faccia e le intenzioni, ci sono i fatti compiuti: il conto svizzero comunicante con quelli di alcuni giudici, le condanne in primo e secondo grado. Eppure lui resta un innocente perseguitato e siede comodamente a Montecitorio insieme a Castelli. Per ingabbiare un magrebino, invece, basta l'intenzione. E' la carcerazione preventiva al quadrato: non solo ti sbattono dentro prima del processo, ma addirittura prima del delitto.
Uhm... questa volta Travaglio è stato meno giustizialista del solito... olegna glielo concederà...
Vero. Forse si tratta di un omonimo.
E' curioso, però, questo modo di ragionare fatto di due pesi e due misure (Previti che x Montanelli -ovvero l'idea di se' che ha Travaglio- dovrebbe stare in galera solo per la faccia che ha).
Comunque sono d'accordo che la magistratura ha agito correttamente e secondo la legge (Forleo) senza trasformare il proprio compito in guerra al fondamentalismo. Così come non deve fare guerra alla corruzione o alla mafia, ma giudicare le persone secondo il codice.
"...appena nota un marocchino con l'occhio vispo e le mani in tasca -tratti tipici dell'attentatore- lo spedisce all'ergastolo perché ha la faccia da Al Qaeda.
Se valesse per tutti, non vorremmo essere nei panni di Previti..."
analizza bene queste frasi, cerca di capire il concetto, non è difficile... i 2 pesi e le 2 misure stanno solo nella tua testa.
Poi spiegaci anche quando mai la magistratura abbia combattuto corruzione e mafia violando il codice penale...
Mi accontento se qualcuno di voi accetta il concetto che la magistratura non deve lottare nulla, bensì applicare puntualmente il codice.
Due chiacchere su Caselli, che dite, le vogliamo fare?
Oppure su Borrelli che vorrebbe abolire il processo di appello...
sono curioso del tuto parere in merito, Davide..
Mi accontento se qualcuno di voi accetta il concetto che la magistratura non deve lottare nulla, bensì applicare puntualmente il codice.
Due chiacchere su Caselli, che dite, le vogliamo fare?
Oppure su Borrelli che vorrebbe abolire il processo di appello...
sono curioso del tuto parere in merito, Davide..
il concetto di una magistratura che lotta contro la corruzione l'hanno inventato gli imputati di Tangentopoli.
la magistratura che combatte la mafia se l'è inventata Totò Riina.
e tu, da ottimo liberale, a loro dai ascolto.
Che parere vuoi olegna? Borrelli vuole abolire il processo d'appello? è un'opinione come un'altra. A me stanno bene i 3 gradi di giudizio. E' una prassi, nessuno vieta che la giustizia possa essere amministrata ugualmente bene (o ugualmente male) con 2 soli.
Pendo dalla tua tastiera per quanto riguarda Caselli, bramo di imparare da un individuo tanto acuto da parlare di "due pesi e due misure" in riferimento ad una frase che comincia con "se valesse per tutti"... davvero notevole...
ho gia' l'alloro e il rosmarino.
per previti poi mi serve un limone per la bocca e una carota per l'altro orifizio
basta pugnette da salotto: si pranza in cucina!
a tavola!
PS: non e' vero che si giudica l'imputato dalla faccia: occorre guardare il bianco degli occhi e l'odore che emana. Se e' fresco: sushi, senno' brasato o arrosto con spezie.
"Lottare nulla"? Proprio un bel concetto. Sì, infatti la magistratura non deve "lottare" i crimini, al massimo ci deve convivere.
deve giudicarli, i crimini.
poi bisogna mettersi d'accordo sul concetto di "combattere".
provvedimenti straordinari come l'istituzione del pool antimafia o del 41-bis ad alcuni possono sembrare misure necessarie, ad olegna eccessi di stampo giustizialistico.
Tonii, Previti non lo puoi mangiare, è velenoso.
Sull'antimafia e la sua retorica rileggetevi Sciascia.
olegna ..." la magistratura non deve lottare nulla, bensì applicare puntualmente il codice".
il problema è che la magistratura deve lottare per riuscire ad applicarlo il codice , e deve lottare per difendersi da accuse infamanti quando riesce ad applicarlo .
la sentenza:
All’esito della critica disamina delle emergenze processuali e di tutto il complesso probatorio acquisito al dibattimento deve dunque concludersi che la prova della responsabilita’ penale dell’imputato, con specifico riferimento alle varie condotte criminose che gli sono state contestate, e’ risultata insufficiente, contraddittoria ed in alcuni casi anche del tutto mancante, imponendo pertanto una pronuncia assolutoria ai sensi dell’art.530 comma 2 c.p.p..
La regola di giudizio di cui al comma 2 dell'art.530 c.p.p. prevede invero l'obbligo del giudice di pronunciare sentenza di assoluzione anche quando manca, e' insufficiente e/o contraddittoria la prova della responsabilita' dell’imputato.
1) In merito ai rapporti con i cugini Antonino ed Ignazio Salvo l’esame degli elementi di prova raccolti ha evidenziato che:
1. i cugini Salvo, profondamente inseriti in Cosa Nostra, furono più volte interpellati da persone associate all’illecito sodalizio per cercare di ottenere una favorevole soluzione di vicende processuali, manifestarono a diversi "uomini d’onore" i loro stretti rapporti con l’on. Lima, e, nei colloqui con una pluralità di esponenti mafiosi, evidenziarono i loro rapporti con il sen. Andreotti;
2. i cugini Salvo, sul piano politico, offrirono un sostegno aperto ed efficace (seppure non esclusivo) a diversi esponenti della corrente andreottiana, sulla base dello stretto rapporto di collaborazione e di amicizia personale che essi avevano instaurato da lungo tempo con l’on. Lima;
3. tra il sen. Andreotti ed i cugini Salvo si svilupparono anche diretti rapporti personali comprovati dai seguenti fatti:
o il sen. Andreotti inviò un regalo (un vassoio d’argento) in occasione delle nozze della figlia primogenita di Antonino Salvo, Angela Salvo;
o nel corso di un incontro conviviale svoltosi presso l’Hotel Zagarella il 7 giugno 1979, il sen. Andreotti ebbe ripetutamente occasione di parlare con Antonino Salvo con modalità tali da ingenerare in due testimoni oculari il convincimento che essi già si conoscessero;
o il sen. Andreotti manifestò il proprio interessamento - attraverso una telefonata compiuta da un soggetto appartenente alla sua segreteria - per le condizioni di salute di Giuseppe Cambria (persona strettamente legata ai Salvo e loro socio nella SATRIS S.p.A.) nel periodo (5-8 settembre 1983) in cui quest’ultimo si trovava ricoverato a seguito di una crisi cardiaca presso l’Ospedale Civico di Palermo;
o in una agendina sequestrata ad Ignazio Salvo in data 12 novembre 1984 era annotato il numero telefonico del sen. Andreotti;
1. il sen. Andreotti per i propri spostamenti in Sicilia utilizzò in più occasioni, ed anche per periodi di diversi giorni, un’autovettura blindata intestata alla SATRIS S.p.A., concessa in prestito all’on. Lima da Antonino Salvo.
L’asserzione dell’imputato di non avere intrattenuto alcun rapporto con i cugini Salvo è risultata inequivocabilmente contraddetta dalle risultanze probatorie sopra riassunte.
Gli elementi di convincimento raccolti non sono tuttavia tali da dimostrare che l’imputato abbia manifestato ai cugini Salvo una permanente disponibilità ad attivarsi per il conseguimento degli obiettivi propri dell’associazione mafiosa, o comunque abbia effettivamente compiuto, su loro richiesta, specifici interventi idonei a rafforzare l’illecito sodalizio.
La circostanza che i Salvo abbiano evidenziato i loro rapporti con il sen. Andreotti nei colloqui con diversi esponenti mafiosi, giungendo anche a parlarne in termini amichevoli ed a specificare che l’interlocutore avrebbe potuto rivolgersi a loro qualora avesse avuto bisogno del sen. Andreotti, non è sufficiente a provare che l’imputato abbia espresso la propria adesione al sodalizio criminoso mettendosi a disposizione di esso, ovvero abbia prestato un contributo causalmente orientato ad agevolare l’associazione.
Né può pervenirsi a diverse conclusioni sulla base delle dichiarazioni de relato di alcuni collaboratori di giustizia, secondo cui il Badalamenti ed il Bontate avevano avuto rapporti con il sen. Andreotti tramite i Salvo, il Riina aveva acquisito la disponibilità di tutte le amicizie dei cugini Salvo, tra cui quella con il sen. Andreotti (Sinacori), ed Antonino Salvo poteva rivolgersi al predetto uomo politico il quale gli aveva manifestato la propria concreta disponibilità in alcune occasioni (Di Carlo).
Asserzioni cosi’ generiche non hanno consentito di individuare precisi comportamenti penalmente rilevanti.
Esse avrebbero potuto assumere una significativa valenza probatoria solo se a simili espressioni aventi carattere riassuntivo si fosse accompagnata la indicazione (che nel caso di specie manca) di determinati interventi favorevoli a "Cosa Nostra", realizzati dall’imputato.
Nell’assenza di ulteriori specificazioni, gli elementi addotti non assumono una consistenza tale da potersi affermare che il sen. Andreotti abbia effettivamente instaurato una stabile collaborazione con l’illecito sodalizio per la realizzazione del programma criminoso.
olegna, nel tuo autismo da controcorrente ti sei accorto che stai difendendo previti e il peggior ministro della giustizia della storia repubblicana?
(e forse dell'italia unitaria stessa, anzi, che dico, probabilmente anche il peggiore di molti granducati e co.)
Possibile. Quello che non capisci è che a me non frega nulla di Previti, Andreotti etc. A me interessano le regole; il funzionamento della giustizia; il potere dello stato e quello dell'individuo etc. Quando difendevo (anni fa) quel gentiluomo di Toni Negri non difendevo certo lui, ma, al solito, il sistema delle regole.
Capisci questo, Berja, e fai un passettino avanti oltre il Tonii-cromagnon
c'e' chi ha la religione dei dogmi e chi quella delle regole.
salmoneggiami 'sta minchia.
olegna puoi specificare a quale dei processi si riferisce quanto hai scritto ?
"il funzionamento della giustizia"
ahahahahah
questo semmai e' diritto, non giustizia.
la giustizia manco sapete dove stia di casa.
e dopo aver implorato una carega dal berlusconi ora fate la fila per avere un seggio colla sinistra. la vostra "giustizia" si chiama "soldi".
Sentenza Andreotti-Pecorelli (Perugia)
questo semmai e' diritto, non giustizia.
la giustizia manco sapete dove stia di casa.
La giustizia è nella mente di Tonii (oppure: nell'animo di Dio?)
Noi ci accontentiamo del diritto.
Ossessione per le regole? Forse. ma lo stato moderno è fatto di regole; e prima o poi ci passiamo in mezzo tutti. Meglio che siano fatte bene. Preferite, che so, la Colombia?
"Che parere vuoi olegna? Borrelli vuole abolire il processo d'appello? è un'opinione come un'altra. A me stanno bene i 3 gradi di giudizio. E' una prassi, nessuno vieta che la giustizia possa essere amministrata ugualmente bene (o ugualmente male) con 2 soli".
Ottimo Davide: Hitler voleva sterminare la razza ebraica. Ma che ci vuoi fare? Si trattava di un opinione come un'altra...
Il rispetto per la Vita (e per la procedura penale...) è una prassi, e nulla vieta che senza Ebrei (o garanzie) il mondo divenga un posto migliore...
ah! infatti mi sembrava .e' un vero peccato che tu non abbia letto quella dell'altro processo ,informati dovresti riuscire a trovarla , dopotutto con la prescrizione non si sconta la pena ,ma la sentenza rimane .
io la giustizia lo so dove sta di casa , perchè a casa mia ci sta di sicuro .
bubbidolo nella pausa pranzo diventi polemico ,vai al ristorante ,svagati ,magna ...
quali garanzie? quelle valide per andreotti, previti e iannuzzi ma non per i cittadini immigrati chiusi nei CPT?
ma andate affanculo!
Evviva Antonella: allora uno di questi giorni invitaci per un tè, così tra un sorso di earl grey e un biscottino danese al burro potrai mostrarci l'epifania della giustizia nel tuo sgabuzzino...o la tieni relegata sul terrazzo affinchè il freddo la conservi meglio?
"Noi ci accontentiamo del diritto"
clamoroso! dopo anni e anni che andate cianciando di "giustizia giusta" adesso girate le carte. basta giustizia: appelliamoci al diritto....
nessuna novita' d'altro canto: avete inventato la campagna per finanziare l'africa ai tempi del crassi perche' si spartisse i nostri soldi con i dittatori del corno d'africa (agli africani non e' arrivato nulla), avete blaterato di liberismo per poi fare il diavolo a 4 perche' lo stato vi finanziasse la radio. avete parlato di pacifismo per poi appoggiare la destra cattolica croata colle mani sporche di sangue.
il bianco e' nero e il nero e' bianco, a casa vostra, purche' porti soldi... speriamo che vi ci strozziate col denaro che adorate tanto (soprattutto quello non guadagnato ma estorto)
io la giustizia lo so dove sta di casa , perchè a casa mia ci sta di sicuro
abiti in una casa circondariale?
da Repubblica:
E' netta la bocciatura della Cassazione sulla sentenza d'appello che aveva condannato Giulio Andreotti a 24 anni di reclusione per l'omicidio Pecorelli. Già in aula il procuratore generale della Suprema corte aveva definito questa decisione un caso di "infedeltà del testo al processo". I supremi giudici di Palazzaccio lo ricordano e in qualche modo vanno oltre. La sentenza che condannava Giulio Andreotti come mandante dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli era solo un teorema. Un teorema che alla luce del diritto italiano non stava in piedi. Mancava totalmente di prove, si arrampicava sulle parole, non forniva alcun riscontro alle dichiarazioni dei pentiti e addirittura "lasciava all'immaginazione del lettore la facoltà di scegliere l'ipotesi preferibile" in relazione allo svolgersi dei fatti.
E' questo che si legge nelle motivazioni della sentenza, che rappresentano una ferma condanna dell'operato dei giudici di Perugia. La Cassazione ribaltando la sentenza ha dichiarato, in via definitiva, la totale estraneità di Andreotti rispetto al delitto "per non aver commesso il fatto". Ma le motivazioni della sentenza demoliscono, passo dopo passo, tutto l'impianto accusatorio messo in piedi dai magistrati perugini e danno ragione alle tesi della difesa. Non solo. Per i giudici della Cassazione il caso sul delitto Pecorelli doveva chiudersi già in primo grado con l'assoluzione di Andreotti.
"Sul punto della qualificazione di Andreotti come complice morale dell'omicidio Pecorelli", la Cassazione stabilisce che la motivazione d'appello manca del tutto o che sia almeno "meramente apparente" per la genericità delle espressioni utilizzate in sentenza.
Per la Cassazione, è scritto, rimane "tuttora non spiegato né tantomeno dimostrato", in base alle norme di diritto del nostro ordinamento, di carattere sia processuale che sostanziale, "se Andreotti abbia, direttamente o indirettamente, istigato o determinato taluno all'esecuzione del delitto". Mancano dunque le prove e sono state avanzate solo ipotesi.
I giudici d'appello, spiega la Cassazione, avrebbero dovuto invece motivare la prova dell'esistenza "di una reale partecipazione del complice morale nella fase ideativa o preparatoria del crimine e precisare sotto quale forma essa si fosse manifestata". Cosa che, a giudizio dei giudici di Piazza Cavour, manca del tutto.
E ancora. Sul concorso morale contestato a Giulio Andreotti nell'omicidio Pecorelli, scrivono i giudici della Cassazione "la sentenza, in assenza di serie convergenti prove a sostegno dell'una o dell'altra costruzione della vicenda lascia infatti all'immaginazione del lettore la facoltà di scegliere l'ipotesi preferibile" riguardo al concreto svolgersi "delle dinamiche fattuali del mandato omicidiario".
Poi i giudici passano ad analizzare "l'indicazione di un possibile 'interesse' dell'imputato all'uccisione della vittima". Un interesse che però, sottolineano i giudici nelle motivazioni, "in assenza di seri e consistenti" elementi di fatto "non può costituire" da solo un riscontro. Né tantomeno possono essere usate in tal senso le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.
Ottimo Davide: Hitler voleva sterminare la razza ebraica. Ma che ci vuoi fare? Si trattava di un opinione come un'altra...
Il rispetto per la Vita (e per la procedura penale...) è una prassi, e nulla vieta che senza Ebrei (o garanzie) il mondo divenga un posto migliore...
Bubbolo, non è necessario che tu non perda mai l'occasione di dimostrare che sei un coglione... lo sappiamo già
Bella Davide...:)
il processo Pecorelli? hahaahahah ma che c'entra...
scusa olegna, è arrivata anche a casa tua la notizia che Andreotti era sotto processo anche a Palermo, per collusione mafiosa? ed è proprio di quel processo che si parlava (non qui, ma nell'altro thread, veramente...)
x i bubbi e i marchi fast : se vi applicate con calma potete farcela anche voi , non è difficile anche se manca il labiale :olegna ha detto che noi la giustizia non sappiamo manco dove sta di casa ed io ho risposto quanto sopra come a dire parla per te .E' più chiaro così ? altre domande ?
no , ma al limite l'earl con un pò di rum ti fa passare l'acidità postprandiale (e anche quella preprandiale)
Ahhh, che bello si parla dunque di giustizia... è
sempre piacevole quando, l'età è ancora verde
discettare del genere "Fantasy.
Perché in Italia di fantascienza si parla con
un "guardasigilli" di cotanta classe adamantina.
Bubbi e Olegna, sapete o no che il nostro, ahimè,
beneamato premier è a piede libero solo perché
l'immagine del fotofinish era sfuocato vero ?
Ha salvato le chiappe solo perché il pelo del culo
(trapiantato anche quello) per cui lo teneva la
magistratura, si è strappato.
E ora le leggi salvachiappe "ad personam" non
non si contano più neanche con la calcolatrice.
Castelli, ragazzi, ma come si fa ? Ma veramente
intendete discutere sulle capacità e sul rigore
morale di questa greffaglia quando abbiamo un
potenziale organico da "braccio della morte" in
un settore del parlamento...
Le cose si sanno eccome.
Sono io purtroppo, non ce la faccio proprio più,
fisicamente.
Ho cose più importanti da fare che commentare le
imprese e l'operato degli illuminati ministri
che ci amministrano col loro fare sbarazzino:
devo assolutamente grattarmi i coglioni con cura;
è un impegno preciso il mio, cribbio.
Nel momento in cui mi è apparso palese che questo
pozzo di vergogna non possiede più un fondo,
preferisco aspettare tempi migliori, anche se non
smetto di sorprendermi ogni volta che vedo le
uscite a pera(frutto) di questo governo che
sarebbe molto più dignitoso e avrebbe un suo
perché se fosse composto da personaggi del
Muppet's Show.
indovina indovinello, di che si tratta?
La manifestazione di amichevole disponibilità verso i mafiosi è stata consapevole e autentica e non meramente fittizia». Conseguenza: «La manifestazione di amichevole disponibilità verso i mafiosi, proveniente da una personalità politica così eminente e così influente, non ha potuto, di per sé, non implicare la consapevole adduzione alla associazione di un rilevante contributo rafforzativo».
ps poi leggete la sentenza, da me incollata, di assoluzione a Perugia..paragonate le due e indovinate
Bubbi, con te il problema non è manco che cosa voti il 9 aprile. Tu sei uno che riesce a scrivere cose ignobili e ributtanti in un post sulla Shoah (di tipo 20 giorni fa) e oggi a fare, fingendo è di aver cambiato posizione, quello che l'orrore per te è una nocciolina, il tuo unico problema è se sgranocchiarla adesso o dopocena; Castelli, Andreotti, Montanelli, la giustizia, il giornalismo sono i temi e tu? Hitler.
Complimenti
Carolina
Allora Carolina, andiamo con ordine: soggetto, verbo, complemento.
Ammetto la mia ignoranza, ma paleocrittografia non l'ho mai studiata.
Quindi, citare cosa avrei detto di ignobile sulla Shoah; specificare dove sta il mio interesse per le noccioline o gli altri semi oleosi in genere; Castelli, Andreotti e Montanelli sono persone, non temi; "e tu? Hitler." è sbagliato: "Io Bubbidolo".
In "ultimis": è ancora da vedersi se si voterà il 9 Aprile...
Sull'antimafia e la sua retorica rileggetevi Sciascia.
Postato da olegna Venerdì 25 Novembre 2005 alle 11:24
Lo abbiamo letto e riletto. Peccato che su quella retorica qualcuno ci ha lasciato la pelle. Era meglio se fossero andati a farsi un bagno al mare invece di cercare di contrastare la delinquenza. Ragazzi, ci sono tre o quattro regioni del Sud che sono completamente nelle mani della malavita e noi stiamo a giudicare chi fa antimafia, vuoi per convinzione o per retorica. Accettiamo allora quello che diceva Lunardi " con la mafia bisogna convivere". Mandiamo a farsi fottere i codici, la magistratura, le forze di polizia e quant'altro. Stiamo a discutere di delinquenza organizzata e sembra che stiamo parlando di questioni marginali. Altro che cazzi, in quelle regioni, ed io le conosco bene, ci vorrebbe molta, ma molta più antimafia e meno mafia. Ed è pacifico che questa classe politica convenga tenere i toni bassi, ma noi non dobbiamo cadere nel loro gioco. Ancora a sparlare di Caselli e Borrelli, quando abbiamo avuto ministro delle Giustizia Previti, che in qualsiasi stato civile sarebbe in galera solo per la faccia che ha. E spero che qualche stronzo ammalato di protagonismo culturale non mi citi Lombroso. E' un paradosso e lo so.
Bubbi, sono oltre 100 commenti in quel post. Rileggiti tu i tuoi, te lo consiglio, e fatti pure l'analisi grammaticale dei tuoi scritti se vuoi.
Carolina
Da incorniciare. Travaglio è un GRANDE. Alberto non cancellare mai la "raccolta" dei suoi articoli su questo Blog!!
Strano comunque, torno a leggere onemoreblog e, dopo tante e tante battaglie "anti-Olegna", me lo trovo invece su posizioni che condivido QUASI al 100%(Olegna, mi dispiace, meglio tenere una certa distanza .... comunque, se ti può far piacere, in passato, molto in passato, ho votato varie volte per i radicali).
Personalmente, e sottolineo il personalmente, posso anche essere d'accordo che la sentenza contro Andreotti non rappresenta il top della "giustizia". E' una mia opinione.
Penso Olegna ha ragione. Non è compito dei giudici fare giustizia secondo criteri politico-ideologici, secondo le opinioni prevalenti; invece essi devono applicare il codice e raccogliere prove oggettive (non sospetti).
Questo, con tutti i suoi limiti (e possiamo elencarne migliaia) è lo "stato di diritto". Può non funzionare a dovere ma, penso, il fatto che si è (o si dovrebbe) essere giudicati in base a leggi e a prove indiscutibili è (o dovrebbe essere) una garanzia per tutti.
Meglio qualche criminale in libertà che tutti in galera in compagnia di tanti innocenti.
Dissento sicuramente con Tonii quando invoca la Piazza o non so bene che cosa. Penso che il "giustizionalismo", i cosidetti "Tribunali del Popolo" e, in genere, l'assenza di stato di diritto son state e sono le peggior cose delle rivoluzioni di ogni tipo, borghesi, comuniste o komeiniste che siano.
Giudicare le persone in base agli umori della piazza o dei comitati rivoluzionari ha portato a compiere orribili ingiustizie e delitti.
Certi regimi spacciano tutto ciò per "Giustizia" ma sicuramente non lo è.
Certo, lo Stato di Diritto non riuscirà sempre a esprimerla ma almeno cerca di avvicinarcisi.
Il vero problema è esattamente il contario, cioè che il Diritto non riesca a prevalere, soffocato da altri interessi, da poteri forti che cercano di manipolare o ostacolare i giudici (come ha sempre fatto questo Governo), dal fatto che i ricchi Andreotti, Previti, Berluska, ecc. possono permettersi i migliori avvocati e un povero ladruncolo no, ecc. ecc.
Visto poi che il sottoscritto, per lavoro, nei tribunali ci bazzica, non parliamo della confusione (se volete manipolare o far sparire atti processuali di importanti processi penali, nulla di più facile), scarsità di mezzi, arretratezza, farraginosità delle procedure, ecc. ecc.
Ci mancava solo uno stupidotto come Castelli al Ministero e questo Governo che, invece di affrontare i VERI problemi della Giustizia, insegue assuredità dietro assurdità. Bravo ancora a Travaglio!!
Non parliamo poi dell'are
Il fatto che il processo Andreotti sia basato su teoremi e non su prove è pura leggenda. Contro di lui, poi, hanno testimoniato ben 39 pentiti e diversi testimoni oculari, semplici cittadini che con la mafia non avevano nulla a che fare. Non dimentichiamo che Andreotti ha mentito un'infinità di volte al Tribunale (in Italia è consentito, negli Usa si finisce in carcere per oltraggio alla Corte).
E’ vero, non è compito dei giudici fare giustizia secondo criteri politico-ideologici: devono applicare il codice e raccogliere prove oggettive.
Questa considerazione lapalissiana assume però un carattere grottesco se riferita alla situazione italiana degli ultimi anni, in cui le leggi e i codici che i magistrati dovrebbero e vorrebbero applicare con prove alla mano vengono riscritti a beneficio degli imputati “intoccabili” con gravi ricadute sullo svolgimento e sull’esito dei processi e il contenuto delle sentenze viene distorto, negato, o addirittura ribaltato dall’azione mistificatrice della propaganda di regime, pronta ad avvalorare la tesi del “complotto politico”, evitando accuratamente, al tempo stesso, di informare il cittadino sui fatti che riguardano l’imputato e sulle prove a suo carico.
Come Gennarino, aspetto tempi migliori.