Una sentenza Annunziata
di Marco Travaglio
Nel giorno dell'ex salvapreviti ora salvaberlusconi, nel giorno in cui un ministro della Repubblica propone la castrazione chimica, Lucia Annunziata decide di occuparsi di giustizia su «la Stampa» dell’altro ieri. Ma per denunciare le collusioni del centrosinistra e della magistratura col terrorismo islamico. Lo spunto è la sentenza della Corte d'appello di Milano che ha riassolto i tre magrebini arrestati nel 2003 per terrorismo e già assolti in gennaio dal gup Forleo. Due sono stati condannati solo per ricettazione di documenti falsi e associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina. Il terzo, Mohamed Daki condannato dalla Forleo per ricettazione,è stato assolto da tutto. Dunque fino a prova contraria il terzetto non fa parte di alcun'organizzazione terroristica. Daki non ha fatto nulla d'illecito (anche se, come lui stesso ammette, nel 2003 ospitò per qualche notte un somalo sconosciuto, ora imputato di terrorismo, e nel '97 prestò la sua casella postale a un fondamentalista ora indagato per terrorismo). Gli altri due erano i falsari di un gruppo che reclutava integralisti da mandare in Iraq a combattere contro un esercito di occupazione straniero che, fino alla risoluzione Onu del 30 giugno 2004, era illegittimo.
L'Annunziata si affanna da tempo a convincere la sinistra che deve imitare la destra. E coglie al volo l'occasione. Anzitutto fa sapere di non gradire la «sentenza contraddittoria» di Milano: evidentemente, in esclusiva mondiale, ne conosce già la motivazione prim'ancora che venga depositata. Poi spiega che «la contraddizione passa tutta dentro la sinistra italiana». Già, perché «la legge sull'associazione mafiosa è stata ispirata e voluta dalla sinistra: si chiama infatti Pio La Torre». E, aggiunge la nota giurista, «in Italia il terrorismo internazionale non ha una giurisdizione speciale e per questi reati vige la stessa disciplina che vige per i reati di alta criminalità fra cui appunto la mafia». Solo che la sinistra che inventò il reato di mafia è doppiopesista sul terrorismo: «applaude l'assoluzione di Daki, ma derubrica il terrorismo internazionale a una minaccia inferiore a quella della mafia». Tant'è che la legge sulla mafia ha portato alla sbarra per mafia «personaggi in apparenza lontanissimi dalla mafia come Mannino, Musotti, Dell'Utri» e «Andreotti, pur non avendo mai ospitato in casa sua un mafioso». Se il «terrorista Daki» - sostiene la giureconsulta di Sarno- fosse stato un picciotto siciliano, «sarebbe stato condannato per associazione mafiosa». Invece, essendo marocchino, è stato assolto dal terrorismo pur avendo prestato «aiutini» a terroristi islamici. Una tesi certamente interessante, e pure appassionante, se non fosse basata su una serie di svarioni davvero grandiosi. Il «terrorista Daki» non è un terrorista: è stato assolto. Quelli a cui ha fornito «aiutini» non sono terroristi: uno è sotto processo, l'altro solo indagato. Non è vero che in Italia non esista il reato di terrorismo internazionale: è stato introdotto nel Codice dopo l'11 settembre con l'articolo 270 bis (dal quale, appunto, Daki & C. sono stati assolti due volte). Non è vero che l'associazione mafiosa sia stata «ispirata e voluta dalla sinistra»: la legge Rognoni-La Torre fu approvata dopo i delitti La Torre e Dalla Chiesa dal pentapartito di cui Rognoni era ministro dell'Interno. Non è vero che Mannino, Musetto (non Musotti), Dell'Utri e Andreotti fossero «lontanissimi dalla mafia». Reati a parte, Mannino partecipava come testimone a matrimoni di mafiosi. Musotto era proprietario di una casa a Natale di Pollina in cui erano ospitati latitanti fra cui Bagarella, tant'è che il fratello, comproprietario dell'immobile, è stato condannato. Dell'Utri ha ammesso di aver frequentato mezza dozzina di mafiosi. Andreotti, in base alla sentenza definitiva, incontrò vari boss fra cui il capo della mafia Stefano Bontate. Comunque non basta incontrare od ospitare mafiosi per essere condannati per mafia, tant'è che Berlusconi, che ospitò il boss Mangano nella villa di Arcore scambiandolo per uno stalliere, non è stato nemmeno processato. Il reato di mafia scatta quando si dimostra uno scambio di favori con Cosa Nostra. Ma, anche se fosse stato siciliano, Daki sarebbe stato assolto: perché non è un picciotto e perché qui non c'è nemmeno la mafia. La cellula terroristica non esisteva. E la sinistra ha fatto benissimo a non attaccare i giudici, come invece fecero con Clementina Forleo i vari Pisanu, Castelli, Gasparri, Calderoli, Fini,Cicchitto & C. A meno che non si pensi che il centrosinistra, se non parla come il centrodestra, fa parte di Al Qaeda.
Come ho già detto se non abbiamo il testo della sentenza è difficile giudicare.
In ogni caso non è sbagliato quello che sostiene l'Annunziata, vale a dire che nei confronti della mafia -per fare un esempio- si è fatto largo uso (Csaelli in testa) dei reati di tipo "associativo" per finire col capolavoro della "partecipazione esterna ad iniziative di stampo mafioso".
Ora qui quello che bisogna definire, in un senso o nell'altro, è se si vuole una giustizia basata sui reati fattuali oppure, come è accaduto per mafia e vecchio terrorismo occidentale, si preferisce fare ricorso ai reati di tipo associativo ed ai teoremi.
Ovviamente, qualunque strada si scelga (ed io ovviamente sono per la prima) deve essere applicata a tutti nello stesso modo.
L'odiosità morale di certi raeati ad agli occhi di una parte (il terrorismo islamico per la destra, la mafia per la sinistra) non giustificano un trattamento differenziato; perchè lo stato, inqueste materie, non prova sentimenti ne avversità particolari.
dedalus, salutami tanto il minotauro e gia' che ci sei queste cazzate raccontale a lui.
Il problema è facilmente risolto: mentre la Mafia esiste, da decenni, è viva e vegeta e colpisce direttamente al cuore dello stato (ultimo l' omicidio Fortugno), il Terrorismo-islamico-internazionale, Al Qaeda(questa parola araba significa Database, usato dalla CIA per indicare il suo archivio di mujaidin, assoldati per combattere contro la russia in Afganistan) e Bin laden (fino al 1998 sul libro paga CIA) ancora non sono del tutto circoscrivibili, anzi sembrano del tutto privi di logica, sia nei loro attentati, sia nelle loro cellule sparse nel mondo, sia nel loro intento che caso strano corrisponde sempre alle necessità strategiche e politiche del momento di USA-GB-Israele. Mi sembra strano che un paese come l' Italia, dove il terrorismo (quello vero, quello dei brigatisti neri e rossi, dei servizi segreti deviati) ha sparso tanto sangue, spenda tanto denaro per esercitazioni antiterrorismo improbabili, perchè normalmente il terrorismo attacca nel modo piu' subdolo ed inaspettato, mentre non si è mai pensato a fare delle esercitazioni antimafia, cioè coinvolgere per esempio la gente ed i mezzi tecnologici a disposizione dello stato per sconfiggere il racket.
Insomma la favola di Al Qaeda e del terrorismo internazionale ormai è chiara e svelata, assumiamoci le nostre responsabilità, sconfiggiamo la paura che questi ricchi oligarchi del mondo vogliono imporci con sacrifici umani (come quello dell' 11/9 o il massacro di Londra) per ottenere la nostra sottomissione e la restrizione dei nostri diritti, riprendiamoci la libertà, la serenità, la pace e soprattutto l' informazione libera.
Jello, sono pienamente d'accordo con te.
Sono sicura che ti sarebbe piaciuto questo programma trasmesso dalla bbc all'inizio di quest'anno. Dovrebbero farlo vedere anche in italia.
http://news.bbc.co.uk/1/hi/programmes/3755686.stm