Buffo Al, selezioniamo spesso lo steso film per il week-end. Convengo che un film in inglese coi sottotitoli è un'occasione troppo ghiotta. L'Eliseo è un cine intelligente. Inoltre il sottotitolo fa la differenza. Le settimane al Ducale, Mexico, Anteo senza sottotitoli sono deserte. Quando l'ho fatto notare al Mexico mi hanno letteralmente mandato a fare in culo. L'ho fatto notare alla programmazione Sky di Cine Universal mi hanno risposto "non siamo una scuola!". Però adesso Universal fa molti film sottotitolati. Tornando a Boroken Flowers devo dire che l'ho molto apprezzato. Jarmush lavora la vicenda con grande discrezione quasi indifferenza. Con pochi dialoghi e altrettanti silenzi, la trasformazione, ovvero la venuta a galla dell'anima del protagonista avvengono con un lento soffio, come uno spiffero impercettibile. Il protagonista è un Don Juan inaridito (forse dal suo lavoro precedente di guru dei computer?), insensibile a vicende femminili . Egli è quasi neutro nei confronti del suo vicino etiope una specie di ombra vitale con cinque figli e una vita modesta ma piena. Poi lentamente questo percorso /pellegrinaggio alla ricerca di un ipotetico figlio, di un passato che forse ha tradito, di donne che non ha capito. Lentamente emerge un uomo che riesce a versare lacrime per una amica persa, che ha voglia di essere padre, un ex Don Juan , guarito. Tutto con un soffio pieno di grazia. E' certo una piccola storia, ma io adoro questo cinema d'introspezione che riesce a fare spettacolo con poco, ma un poco condivisibile da molti. Infine: ma che sorriso aveva Sharon Stone!?
Io ho visto questo film: un uomo senza qualità di una provincia americana qualsiasai, abulico, annoiato, depresso, svogliato, triste, poco locuace, quasi asociale sta guardando il film "don giovanni" (quest'ultimo altro personaggio abulico, volubile, annoiato, pur non avendo problemi a fare svariate conquiste, che per altro non sono nient'altro che la conferma della sua volubilità e indifferenza alla vita).
Già qui c'è un bell'accostamento da parte del regista.
L'uomo, ex conquistatore, è stato scaricato dall'ultima sua fiamma. Pare non potergliene fregare di meno. Il vincino di casa, che potremmo chiamare l'Occidente, intendendo la brama di darsi da fare nella vita, di tenersi impegnati, di entusiasmarsi, di cercare sensi e valori, vuole convincere il nostro protagonista a uscire da questa apatia che l'ha colpito. Non accetta, ossessivamente, che qualcuno possa non aver voglia di darsi da fare. e alla fine lo convince. Il nostro uomo non è convinto: pare quasi dire al suo amico "se proprio ci tieni, allora provo a darmi da fare". E allora parte alla ricerca di un passato che non si può lasciare non indagato. Di un senso alla propria esistenza che non si può, secondo il vicino di casa, fare a meno di dare. Risultato? Beh, andate a vedere il film.
A me è piaciuto.
alberto, sei sempre una garanzia :-).
A me ovviamente il film era piaciuto parecchio.
Ah, da quando parli in prima persona plurale come d'alema?
Dellam il fatto è ke Alberto mica va al cinema da solo..va con la Cri!X questo probabilmente ha usato il plurale.
Circa i film in lingua originale, ho scoperto una funzione che non conoscevo su alcuni canali Sky. Canali tipo Autore, Universal.
Su quest'ultimo l'altra sera ho rivisto molto volentiri Clockwork Orange in lingua con sottotitoli. Finalmente qualcosa funziona anche in tv.
Giorgia: e Cristina pensa del film la stessa cosa? sarebbe un evento :-).
Ora non vorrei approfondire il tema per rispetto a chi il film non l'ha visto, ma dopo averci rimuginato un po' un senso al finale l'ho trovato.
E mi è sembrato un bel senso.
Molto più sensato rispetto ad altri film dal finale dichiarato e definito.
Ovviamente a me il film è piaciuto. Mi ha colpito anche la somiglianza della trama con "Non bussare alla mia porta" di Wenders, visto solo poco tempo fa. E sono d'accordo con Achille, il senso del finale è chiaro - per chi ha occhi per vederlo.
Che brutto film, non mi è piaciuto per niente.