Ospedale Grassi di Ostia. Una struttura vecchia, con evidenti segni di fatiscenza. Comunque insufficiente per una realtà che da maggio a ottobre deve servire una utenza di 1 milione di persone. Il Pronto soccorso è una terra di nessuno. Qui di notte il posto della Polizia di Stato è chiuso, la vigilanza è affidata ad una polizia privata che alloggia in un casotto all’ingresso del nosocomio a circa duecento metri. L’ingresso e l’atrio del pronto soccorso sono i luoghi più ambiti. Qui può succedere di tutto. E qui la notte del 27 ottobre è stato portato un uomo di 40 anni, un polacco senza una dimora fissa. Era ubriaco e una ambulanza lo aveva raccolto per strada. Le telecamere all’ingresso del pronto soccorso lo filmano che vomita, defeca, si sporca, urla. Sta male. Nel filmato sequestrato dai carabinieri del Nas e già visto dal pm della procura della repubblica di Roma, Tiziana Cugini, lo si vede tremare dal freddo. In preda a convulsioni. Lo visitano, lo guardano e lo classificano "codice bianco", il meno grave nella scala delle emergenze. All’interno del pronto soccorso l’uomo continua a vomitare e a rotolarsi nelle sue deiezioni. Qualcuno tra i presenti - medici, infermieri, inservienti - si infastidisce e spinge la barella all’esterno. Fuori, al freddo, dove l’uomo continuerà a star male per diciassette ore, senza che nessuno "lo prenda in carico", come recita l’algida burocrazia ospedaliera. Solo le telecamere all’esterno del pronto soccorso si accorgono di lui. Filmano la sua agonia e l’indifferenza di quegli uomini in camice verde inquadrati fugacemente mentre escono per fumare una sigaretta. L’uomo peggiora, ha rantoli, lo portano all’interno, cercano di rianimarlo. Ma è tutto inutile: quelle diciassette ore passate al freddo e senza cure adeguate sono state fatali. L’uomo muore.
la storia è incredibile e terribile, ma devo fare un appunto al giornalista, quell'ospedale non è proprio per niente fatisciente,forse chi ha scritto si sbaglia con l'altro ospedale di Ostia, cittadina che conosco molto bene essendoci nata.
mettere il carico su una notizia così angosciante non ha senso, ha senso invece dire sempre le cose come stanno, e avrebbe senso prendere provvedimenti severi verso i responsabili.
vorrei raccontare una storia: mia nonna si sveglia una mattina ma non è più cosciente, sta male. La portiamo all'ospedale e al pronto soccorso mi dicono semplicemente che "non riesce a svegliarsi" e mi mandano a casa. Mia nonna muore lo stesso giorno perchè in realtà ha avuto un ictus e i medici del pronto soccorso non mi hanno dato neanche il foglio di uscita dall'ospedale, scrivendoci poi loro "rifiuta di ritirare il referto". Bravi, si sono parati il culo e la colpa è pure mia. Adesso, quando passo nei pressi dell'ospedale spero tanto di vedere quel medico in camice verde...queste cose succedono eccome e l'unica cosa da fare è armarsi di coltello tra i denti quando si deve entrare in qualche ospedale italiano e semmai un buon avvocato al fianco.
negli ospedali pubblici si segue l'andazzo generale dell'italia , quindi se vuoi ottenere qualcosa o si segue il consiglio di emox e si va con l'avvocato o si minaccia di chiamare i carabinieri , e allora , mugugnando e ventilando ritorsioni , vieni preso in considerazione .
il tutto ha un ben preciso scopo , del quale i sanitari pubblici ,troppo spesso solo attenti a conservarsi il posto sicuro ,non si rendono conto : fare in modo che lo sfascio del pubblico porti tutti nelle cliniche private ; non si rendono conto i suddetti che saranno i primi a rimetterci ,che chiedano agli insegnanti delle scuole private come stanno così cominciano a farsene un' idea e ci pensano due volte prima di trattare la gente come cani.