Le storie di una città viste dalla cabina di guida di un tram...
di Fabrizio La Vista
deposito Porta Maggiore
Cara Unità, dalla cabina di guida del mio tram ho un punto d'osservazione privilegiato per vedere la città e le persone che la vivono. Tanti passeggeri, tante facce, tante impressioni. Dove andrà quella signora dall'aria corrucciata? E quel signore canuto dai modi gentili che salendo in vettura mi dice «buongiorno»? C'è chi ascolta musica con le cuffiette, tanto forte che a volte ne indovino il motivo, e chi legge il giornale, e spesso lo «dimentica» sul pavimento del tram. C'è chi vorrebbe salire in bicicletta e lì a dirgli che non si può, che è sano ed ecologico pedalare ma sul tram non si trasporta una bici, se faccio una frenata d'emergenza potrebbe farsi male qualcuno. E tutti quegli extracomunitari che la mattina di domenica alle 4:30 già affollano piazza di Porta Maggiore con i loro pacchi per vendere quella paccottiglia universale al mercato di Porta Portese. Ne vedo e ne sento tante di storie: dalla signora sola che ti vorrebbe raccontare la sua vita, alla studentessa che deve dare l'esame ed è in ritardo, la sveglia non gli ha suonato! Roma è una grande città, e la sua gente è piena d'umanità, e allora da semplice tranviere penso a quanto sarebbe bello se ci fosse più cordialità verso gli autisti, e sarebbe bello se la si smettesse di pensare, come tanti fanno, che tutti i problemi del trasporto pubblico sono da imputare agli autisti.