Addio Felice Andreasi, poeta del nonsense
di Alberto Crespi
Forse nulla «racconta» Felice Andreasi, il grande attore piemontese scomparso la notte scorsa all’età di 77 anni, meglio di questo aneddoto che ci ha regalato Guido Chiesa, il regista torinese che lo volle come protagonista del Caso Martello: «Io ero un giovane regista esordiente e Andreasi era una leggenda della mia infanzia: Il poeta e il contadino, le trasmissioni tv con Cochi e Renato, la mitica imitazione di Gustavo Thoeni… Lo andai a trovare con tutti i timori reverenziali del caso, raggiungendolo nella sede Rai di Torino, dove stava lavorando a un programma radiofonico. Devi sapere che la Rai di Torino è un posto inquietante. Una volta entrato, devi percorrere un lungo tunnel sotterraneo che passa sotto via Verdi e ti porta nel palazzo di fronte rispetto all’ingresso, dove ci sono gli studi. Percorro queste catacombe e arrivo nello studio, dove incontro Felice. Gli dico subito: che strano, questo ingresso, questo tunnel… e lui: eh, e devi sapere che nel dopoguerra il tunnel era pieno di delinquenti, di prostitute, era un luogo oscuro e pericoloso… al che io gli chiedo: ma davvero? E lui mi mette una mano sulla testa e mi fa: com’è ingenuo, com’è giovane… Avrei voluto sprofondare, ma fu comunque l’inizio di una bella amicizia. Felice recitò nel Caso Martello, e fu bravissimo”. Ecco, Felice Andreasi non era un «semplice» attore, era un inventore di mondi, che creava, un po’ alla Salgari, senza muoversi da casa sua. Nella sua affabulazione sabauda, un banale tunnel della Rai poteva davvero diventare un fascinoso luogo di perdizione, come la Giungla Nera di Tremal-Naik. Noi, che abbiamo più o meno la stessa età di Chiesa (appena un po’ di più, a esser sinceri), abbiamo avuto l’onore della sua stima, che ci procurò un invito a cena, tanti anni fa, all’osteria del Moro di Roma, presso la fontana di Trevi. In quel luogo felliniano (il Moro era l’interprete di Trimalcione nel Satyricon), Felice fu davvero trimalcionesco nell’intrattenerci a cena, evocando Fellini e altre divinità in meravigliosi racconti forse veri, forse falsi ma comunque bellissimi. Anche per noi, come per Guido, Andreasi era il poeta scalcagnato che irrompeva nella trasmissione tv di Cochi e Renato declamando «Salve, Piemònte», con una «o» tanto aperta che ci sarebbe passata tutta la Tav, senza bisogno di scavi. Oggi è difficile descrivere al pubblico della tv post-berlusconiana cosa fu, nel 1972, Il poeta e il contadino: era una trasmissione in cui Cochi e Renato deliravano a ruota libera, inventandosi spassose storie ambientate in una Val Trompia lunare e surreale (il tormentone «Siamo su a milletrè», pronunciato da Renato Pozzetto con una “e” aperta quasi quanto le “o” di Andreasi, divenne proverbiale per un’intera generazione: la nostra, quella di chi oggi oscilla tra i 40 e i 50). In quel contesto, Andreasi faceva il poeta piemontese colto, e ogni tanto irrompeva, assieme a Enzo Jannacci e ad altri geni di passaggio. Fu l’esito televisivo più clamoroso di un mondo – quello del cabaret milanese anni ’60 – che ci ha regalato alcuni dei momenti più buffi dello spettacolo nazionale. Infatti, molto del talento di Andreasi si è rivelato in palcoscenico, nei monologhi, negli sketch (raccolti in un volume intitolato D’amore (diverso) si muore), e in spettacoli come Aspettando Godot realizzato assieme a Jannacci, Gaber e Paolo Rossi. Il suo senso della caratterizzazione era micidiale. Dice bene Chiesa: «Se fosse esploso oggi, al tempo di Zelig e di Mai dire gol, li avrebbe stracciati tutti. Il suo gusto del nonsense, il suo talento nell’iterazione lo avrebbe messo a livello di Albanese, di Bisio, di Aldo Giovanni e Giacomo». E il cinema? Andreasi lo amava, ma con una riserva: il dover venire a Roma, o in altre città simili, per girarlo. Lui che si era ritirato a Cortazzone, un borgo dell’Astigiano, dove viveva lontano da ogni tecnologia, dedicandosi all’arte (era un bravissimo pittore) e soprattutto alla concretezza della pittura (si fabbricava i colori da solo, usando la terra, le foglie, i materiali che aveva intorno). Comunque, oltre al Caso Martello, ha interpretato belle parti in Storia di ragazzi e di ragazze di Pupi Avati, in Pane e tulipani di Silvio Soldini (per il quale vinse il Nastro d’Argento), in Un’anima divisa in due sempre di Soldini, in Ora e per sempre di Vincenzo Verdecchi, in Due amici di Spiro Scimone e, tanti anni prima, nel Sospetto di Citto Maselli. Tutta gente che oggi sicuramente lo piange, come noi.
A me Felice Andreasi mancherà davvero, l'ho sempre considerato uno dei più geniali.
Avendo avuto la fortuna di vederlo ne il Poeta e il Contadino tanti e tanti anni fa il rimpianto è davvero grande. Per Andreasi come attore e per una televisione che non tornerà più.
E' passata in secondo piano, neanche tutti i Tg della Rai hanno dato la notizia. Hanno preferito mostrare il Natale dei Vip.
Non so se lavorava ancora, ma forse meritava qualcosa in più.
Davvero un grande. Memorabile la sua performance al Poeta e Contadino, quella dove racconta della riunione di parenti, con la zia che si incendia e si liquefa sotto al comò.
Ricordo molto de suoi sketch, mi dispiace per i più giovani che non hanno potuto apprezzare un artista semplicemente fantastico.
Sono un grande appassionato di Cochi e Renato, Enzo Jannacchi, Andreasi e di quel Cabaret fine anni '60 germogliato al mitico Derby di Milano.
Ho avuto il privilegio e l'onore di conoscere Felice qualche anno fa nel Monferrato, a Rocchetta Tanaro dove si teneva una festa di paese. Quel giorno Andreasi mi ha raccontato alcuni divertentissimi retroscena della sua partecipazione a "Il Poeta e il Contadino". Sembra che Beppe Recchia, regista della trasmissione, lo avesse convinto ad interrompere un balletto di Liana Orfei, entrando in scena e declamando: "Sarò il tuo leone sotto il solleone, sarai la mia pantera, nell'ombre della sera, ed ecco il tuo ghepardo.. aspettami se tardo, e infine ippopotàmo per dirti che ti amo".
Felice ricordò di averle quasi buscate dal ballerino.
Andreasi si è esibito sul palco con uno dei suoi monologhi più celebri (..per la fine dell'anno.. mia moglie.. l'ho bruciata! Viva!..)
E' stata una giornata indimenticabile che ricorderò per sempre.
Peccato che non si riesca a reperire materiale video di quel periodo dagli archivi RAI e peccato soprattutto che le nuove generazioni difficilmente potranno mai apprezzare le sue grandi doti.
Ho 38 anni, un'età che per gli ammiratori di Felice forse è un po' sotto la media, eppure lo ricordo bene, sin dai tempi de "Il poeta e il contadino" (posso cantarvi a memoria "una canzone intelligente", anche se all'epoca avevo 5 anni; che posso farci se ho una memoria da elefante?).
Spesso mi sono ispirato a lui per i miei scherzi (l'imitazione di Gustavo Thoeni, tanto per fare un esempio - e pochissimi sapevano a chi mi riferivo).
Ha dato un grande contributo, non solo al cabaret e al cinema, ma soprattutto alla comicità italiana. Quella intelligente.
È stato un precursore, un ispiratore e, come molti giustamente hanno detto, ha avuto l'unica "sfortuna" di essere troppo avanti per i suoi tempi.
Scrivo per rendere omaggio a questo nobiluomo (nobile d'animo e, a quanto pare, discendente da un'antica famiglia nobile mantovana), della cui morte ho saputo solo oggi.
Ciao, Felice.
p.
Felice Andreasi era per me un amico. Lo conobbi dieci anni fa, abitava nello stesso paese dove è nata mia madre, Cortazzone d'Asti. Lo avevo ammirato nei film demenziali degli anni'70-80 da Sturmtruppen a Il sommergibile più pazzo del mondo. Ma Felice sapeva essere anche un grande attore drammatico, come poi successivamente si accorsero Pupi Avati e Guido Chiesa.Abbiamo collaborato anche insieme, gli feci un video-ritratto nel 1998, che ancora oggi piace molto.
Ora sto scrivendo una biografia sulla sua vita e sull'opera completa (dalla pittura al teatro, dalla radio al cinema).
Se qualcuno possiede materiale o notizie su Andreasi gli sarei grato se mi informasse al sito bigatera@inwind.it
FELICE e' MORTO il giorno di NATALE di 2 anni fa'!Il vuoto e' grande ,come la sua incommensurabile abilita'e proverbiale qualita'!Ho avuto la fortuna di gustarlo al CABARET in serate memorabili a BOLOGNA,anche l'ultima!dove i suoi monologhi erano sempre di una sconcertante attualita' e di grande raffinata intensa esalirita'!TROVO kriminale che non possa esistere delle registrazioni,anche da poter commercializzare del suo V.I.P. cabaret! Prego che BIGATERA@INWIND.IT riesca nel suo ENCOMIABILE intento di realizzare documwenti che rivelino e rilevino ed evidinzino il suo super-speciale CABARET(della stessa grandezza dei GOBBI di Vittorio Caprioli e Franca Valeri r Bonucci e poidell'ancora incommensurabile ed attuale faentino di Bologna che vive e lavora a ROMA??ENZO ROBUTTI e poi??WALTER VALDI e I GUFI con Gianni Magni e soci e FO-Gaber e Jannacci e FRANCO NEBBIA,tutti colossi che dovrebbero avere HALL of FAME VIP CABARET)Adesso vivo in SIAM,a PHUKET in TAILANDIA e quando incontro dei torinesi??la prima cosa che chiedo e se conoscevano Felice Andreasi??e trovato il riscontro!e' una festosa manifestazione di intense piacevolezze!Io spero e mi auguro che GLI errori e le occasioni ed opportunita' che abbiamo perso per colpa di irresponsabili del settore,che ci hanno fatto perdere o non avere le documentazioni di queste arti e doti perse ed irripetibili!! adesso non venga perseguito e perso ulteriormente con le icone rimaste esempio???da subito per ENZO ROBUTTI e MARIA MONTI in Monticelli la vera prima donna di Gaber,la primate delle canzoni della mala dei navigli e della mitica benzina e cerini sino al recento CANTO a me stessa-2 ore dassola sul palco) Credo che l'arte del cabaret sia la piu' ardua e nobile e difficile e che CHI riesce a praticarla con successo e raffinatezza sia un colosso ed una vera unica ICONA dello spettacolo piu' bello e difficile del mondo sotto tutte le bandiere e lingue e cieli assieme all'arte del MIMO alla Marcel Marceau e Jacque Tati e Coluche! Come dimenticare ETTORE PETROLINI del salone margherita via 2 due macelli Roma?? e tutti i miti del teatro Ambra Jovinelli??Resto confortato che oggi il contemporaneo Per continuare la incommensurabilita' di Franca Valeri abbiamo delle enormi e gigantesche Lella Costa e tante altre come sconsolata e la Vasini e i fratelli Guzzanti che con l'immenso Acsanio Celestini e BIVONA e Maurizio Crozza proseguono i Marco paolini e Paolo Rossi e Roberto Benigni e Grillo e daniele Luttazzi anche con Lelio!?LUTTAZZI! Ecco se io potessi e fossi nella potenzialita' di sostituire quegli indegni della RAI TV e soci??IO inventerei uno show che colleghi il cabaret da Petrolini e Giustino Durano ai Capriolie valeri e Bonucci dei GOBBI ai GUFI per riesaltare gli anziani e storici di OGGI come Beruschi e Maria MONTI-Monticelli e ENZO ROBUTTI a Lelio Luttazzi sino agli attuali mostri contemporanei dei Zelig ed ex DERBY sino al PUFF de' ROMAed al salone margherita(con gli storici e gia' super evidenziati di LIONELLO e Pippo Franco) per arrivare ai recenti ASCANIO CELESTINI e CROZZAe MARCORE' filtrando naturalMENTE le LITTIZZETTO e quello della Dandini il Vergassola!!Dato che non tutti sono purtroppo di SERIe A,coem FELICE ANDREASI e ENZO ROBUTTIe Maria MONTI Monticelli!