Massimo Moratti: regole da rispettare, però c'erano bimbi al freddo
di Elisabetta Soglio
«È pazzesco. Ci dovremmo vergognare tutti». Massimo Moratti, patron dell'Inter, ha seguito la vicenda dei rifugiati politici sgomberati dalla palazzina che avevano occupato in via Lecco. Con la moglie Milly, consigliere comunale e candidata alle primarie del centrosinistra, si è tenuto aggiornato su «come va a finire questa storia inaccettabile nel 2000». E azzarda «un paio di riflessioni».
La prima, presidente?
«Non esiste che si lascino delle persone al freddo, soprattutto quando ci sono di mezzo dei bambini.
Non esiste in generale e non esiste a Milano, con la tradizione di solidarietà che abbiamo alle spalle».
E la legalità, le regole da far rispettare?
«Le regole vanno fatte rispettare. Ma non si può venire colti impreparati di fronte alle situazioni di emergenza. Intendo dire che una città deve essere pronta a dare una risposta in tempi veloci quando esplodono casi del genere, al di là del problema politico e di regole».
La seconda riflessione?
«La questione non è solo di Milano, ma va affrontata a livello più alto: sempre più persone lasciano i loro paesi perché cercano da noi una aspettativa di vita migliore. Bisogna governare il fenomeno entrando in una logica di accoglienza».
Ha in mente qualche modello che si potrebbe seguire?
«Tante città hanno scelto strade diverse. A me viene in mente New York, dove ti senti accolto perché tutti sono accolti».
New York? Anche lì ci sono conflitti sociali molto forti.
«Ma in questo momento la ricchezza di New York è la partecipazione di teste diverse alla gestione collettiva. C'è spazio per tutti, lo senti girando per strada: e questo è fantastico».
Torniamo al caso di via Lecco. I rifugiati hanno soltanto ragioni?
«La loro storia è particolare e va rispettata. Certo, mi auguro che accettino di trasferirsi nei container messi a disposizione dal Comune, perché comunque sono una risposta e sono il segno del fatto che la città si è occupata di loro».
Le istituzioni come si sono comportate in questa vicenda?
«Le istituzioni tutte non possono sfuggire al problema della domanda di accoglienza. E finora non hanno ancora studiato una risposta efficace».
Qualcuno ha criticato la decisione del presidente Penati di aprire ai rifugiati Palazzo Isimbardi, una sede istituzionale. Come la vede?
«In questa vicenda ci può essere stato di tutto, compresa la propaganda politica. Ma io dico che è meglio una sede istituzionale, che trascorrere una notte al freddo. Certo, è un palliativo, non la soluzione..».
Secondo lei, Milano non ha più, come si dice, il coeur in man?
«Il cuore in mano non basta per risolvere certi problemi. Di cuore tutti i milanesi avrebbero voluto risolvere anche questo pasticcio, ma ci vogliono la politica, le strategie, le decisioni».
La responsabilità è delle istituzioni, insomma?
«Delle istituzioni, ma si riflette su tutta la città. Ciascuno può fare la propria parte, entrando in questa logica di accoglienza».
Qualcuno dirà: i rifugiati se li porti Moratti a casa sua...
«Ma neppure questa sarebbe una soluzione reale e definitiva. Certo, quando dico che ciascuno deve fare la propria parte intendo anche Moratti: ma non credo basti aprire le porte di casa per una notte».
E l'idea di un assessorato all'immigrazione?
«Potrebbe essere utile. Almeno ci sarebbero un po' di persone che si concentrano sul problema. E alla fine qualche idea arriverebbe per forza. Ma intanto, per favore, non buttiamo la gente in strada...».
Strano personaggio il Massimo.. Davvero!
(da interista di odio e amore)
Aiuta Emergency ha sempre una parola di conforto e di benevolenza x i più sfortunati. POI STA A BRACCIETTO CON TRONCHETTO PROVERA!
Va a capire!
Mi piace che cmq, si sia espresso.
RIPETO. Il SILENZIO di Ferrante, e della Letizia Moratti m'ha un po' schifato
:(