Il razzista permaloso
di Moni Ovadia
I principali quotidiani nazionali, alcuni giorni orsono, hanno riferito la protesta del senatore leghista Roberto Calderoli contro un’esternazione estemporanea della nostra amata First Lady espressa a Napoli nel corso di una visita della coppia presidenziale nella città partenopea. Pare che la signora Franca Ciampi abbia elogiato l'umanità e la creatività delle genti del sud attribuendo ai nostri concittadini meridionali talenti maggiori in questi aspetti del carattere rispetto agli italiani del nord. Questa innocente e benevola manifestazione di affetto, ha suscitato i risentimenti dell'autorevole esponente della Lega Roberto Calderoli che ha giudicato razziste le parole della signora Ciampi. Pur ritenendo decisamente esagerata la reazione dell' onorevole Calderoli, vorrei tuttavia con l'occasione, dare il benvenuto alla Lega nel fronte di coloro che si battono contro la piaga della discriminazione razziale, persuaso come sono che il senatore parli a nome di tutta l'eletta schiera dei politici del Carroccio e del colto e sensibile elettorato che in quella formazione politica si riconosce. Alcuni lettori dell'Unità forse lo ignorano, ma molti cittadini del nord del mondo, hanno sofferto, soffrono e soffriranno, per le brutalità della sottocultura razzista. A tale proposito vorrei dedicare un aneddoto personale a questi lettori ignari, al senatore Calderoli e a tutti i nordisti discriminati del mondo.
Anni fa ebbi la fortuna di intrecciare un flirt con una giovane signora danese dai grandi ed incantevoli occhi azzurri. Una volta, nel corso di una conversazione, le raccontai della mia passione per le lingue che studio da autodidatta e le manifestai l’intenzione di studiare un giorno una lingua nordica aggiungendo che avevo pensato allo svedese per via della mia passione per Ingmar Bergman e per August Strindberg. La mia amica danese a quel punto mi guardò con un misto di malinconia e di risentimento e mi disse: «Ma bravo! La lingua di quei razzisti». Io restai allibito, e balbettai: «Ma... stai scherzando... non dirai sul serio» - al che la mia fiamma danese replicò - «Beh! Vedi un po’ tu, loro a noi ci trattano da terroni». Ora, non credo che la mia biondissima “fidanzata” danese volesse esprimere un giudizio definitivo e tetragono sul civilissimo popolo svedese, quanto riferire di uno stato d’animo personale desunto da qualche saltuaria e tuttavia molto sgradevole esperienza personale. Quello narrato è solo un piccolo episodio ma mostra che ad ogni latitudine si può essere considerati terroni, come insegna il relativismo einsteiniano. Solo i Lapponi hanno il diritto di dirsi assolutamente nordici, relativamente beninteso al nostro pianeta Terra. Dal canto nostro ci auguriamo che il senatore Calderoli ora che ha provato nelle fibre della sua anima e della sua dignità di discriminato i morsi della crudeltà razzista, si adoperi per inasprire le pene contro le manifestazioni offensive e i pregiudizi espressi all'indirizzo di qualsiasi gruppo umano. Per essere credibile, l'esponente leghista dovrebbe sollecitare una severa autocritica all'interno del suo partito a cominciare dal leader carismatico Umberto Bossi che, invece di chiamare baluba i lavoratori emigranti africani, potrebbe invece definirli i nostri fratelli a nord del Polo Sud. Così gli unici terroni rimarrebbero i pinguini che per reggere le aggressioni del razzismo hanno eccellenti attributi di specie come racconta un acclamato film di recente distribuzione.
io credo che il senatore calderoli dovrebbe tornare a fare il dentista...che forse è meglio per tutti noi: altro che dare buon esempio. ;a quali morsi crudeli ha sofferto? il razzismo è ignoranza e l'ignoranza non si cura solo con il risentimento,il senso di colpa o le belle parole decisamente esagerate rivolte alla nostra "first lady".Aggiungo poi che il ministro Umberto Bossi salute permettendo se ne vada un po laggiù da quei "balubà" prima di parlare bisogna conoscere le realtà che ci circondano e che sono il nostro mondo.