Un'immagine vale piu' di mille parole:
http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/sport/dakarpericoli/afp73805471301140639_big.jpg
E se volete rabbrividire:
http://blog.repubblica.it/rblog/comments/VBorgomeo?anchor=20060113015623#formComm
Il cosiddetto BlogMotori di Repubblica si e' inchiodato in pochi minuti; se riuscite ad accedere date un occhio ai primi 10 commenti, e' un buon modo per perdere la fiducia nel genere umano.
E' ripartito "MotoriBlog", e siccome sono masochista ma anche sadico, leggetevi questa:
"Chi accusa l'organizzazione della corsa, troverà forse interessante l'articolo sugli oltre 200 morti di ieri per il pellegrinaggio a La Mecca, dove non ci sono corse, sfide, soldi, sponsor, est, ovest e quant'altro, ma solo l'incapacità di gestire un'evento pacifico e fondamentale per gli islamici e che ogni anno fa molte più vittime che la Dakar in oltre 20 anni."
Chi scive è un grande appassionato di sport motoristici... E leggendo il blog suggerito mi chiedo: cos'è rimasto del mito della Dakar? Niente. Solo una corsa fine a se stessa. L'idea che l'ha fatta nascere era di un'avventura in corsa. Ora resta solo il freddo risultato di una classifica che dopo 5gg dalla conclusione nessuno più ricorderà. Come nessuno ricorderà gli occhi sgranati di un ragazzino di 12 anni (uguali a quelli di tutti i ragazzini del mondo)a guardare i bolidi che passano. Gli africani in tutto questo sono solo "parte del paesaggio". Amo le corse, ma questa è una "corsa che non c'è".
Ding dong buongiorno, sono il moralismo, mi hanno detto che avrei trovato compagnia, eccomi qua. Lo sapevo che ci saresti arrivato Alberto, dopo aver letto la notizia ho contato i secondi che avrebbero separato l'ansa dal tuo blog. Che dire, io il mio commento l'ho già fatto sul blog di repubblica, ne condenso le fasi salienti. E' una gara affascinante, dura, estrema, insidiosa e rischiosa. Rischiosa per chi corre e per chi partecipa. Ma la partecipazione non è obbligatoria, è su base volontaria. E gli incidenti capitano anche ai rally della bergamasca. Però lì non muoiono poveri bambini di colore ma impiegati sovrappeso della bassa bresciana che stanno troppo vicino alla strada. E quello, si sa, non fa notizia perchè non offre la possibilità di criticare l'occidente, le auto, i motori, i consumi ecc.ecc. Persino papa Woytila non aveva perso l'occasione di sprecare il suo fiato su questa avvincente gara, con stigmatizzazioni becero-cattoliche. Io ho visto una volta la partenza e nonostante i 38 di febbre è stata una delle esperienze più esaltanti della mia vita. Castello sforzesco, di notte, la sera dell'antivigilia. I mezzi hanno acceso i motori tutti insieme, nell'aria un urlo lacerante, un esplosione di potenza brutale, il castello vibrava sulle note dei V8 mangia-benzina con scarichi liberi che gorgogliavano leggiadri, io ero davvero ammutolito e senza parole con gli occhi pieni di gioia. Immagino cosa possa essere tutto questo nel deserto del tenerè. Togliere la dakar vuol dire cercare di eliminare una leggenda che è entrata ormai nel cuore di migliaia di appassionati.
Willy, io semplicemente manderei te, i dakaristi ed i rallysti in genere a spalare sabbia nel deserto.
E tornate quando avete finito!!!
Charlie, perchè offendi la tua intelligenza con queste risposte piccate e stizzite. Io ho detto come la penso senza mandare nessuno a fare alcunchè. Non c'è sport a motore che non incontri il mio favore da quando ho 3 anni. E allora, a te cosa te ne frega, scusa?
Io sono affascinato dai Raid, come amavo l'Enduro prima che arrivassero le buffonate tipo Supercross a dirottare le risorse, non mi dispiacciono i rally, ma questo non c'entra con il fatto che non si debba tirar sotto la gente; il ragioniere decide di mettersi all'esterno delle curve e sono un cicinino cazzi suoi, il ragazzino africano e' abituato al traffico dei cammelli e soprattutto e' a casa sua, e mi pare giusto passare il piu' lontano possibile dai villaggi.
Che poi fra GPS e roba varia il mito del BMW GS nel deserto con le taniche sul portapacchi ha lasciato il posto ad una specie di Formula 1 della sabbia; e cmq, brutta o bella, pro o contro i motori, gara mitica o manifestazione fossile, la gente non si investe, questo e' l'aspetto principale.
I bambini non si tirano sotto, e basta.
mi pare che i morti siano con oggi 59 non 51, penso che possa bastare per dire 'basta'.
...forse non è che li investono apposta, sai! La differenza tra il ragioniere e il bambino africano, scusami ma mi sembra creata artatamente.
Non so se hai mai visto un rally ma quando l'auto esce di strada spesso si capotta, rotola, finisce nei campi, insomma è un tantino difficile prevederne la traiettoria...
Cristo, ma i rally non passano in mezzo ai paesi e fra i pastori, sono praticamente in circuito, e cmq qualunque cazzo di comportamento possa danneggiare la gente, che si faccia apposta o no, e da assassini; lo so anch'io che non e' che si mettono a fare la caccia al negretto, ma che e' stato un incidente, ma se il tuo vicino entra in macchina a cannone nel cortile in cui giocano i tuoi figli e te ne stira uno e' innocente perche' era su di una sacra automobile?
la grande Civiltà occidentale porta sempre benessere ai "boveri negri".
Quando va bene tramite queste corse del piffero, o il turismo (con i locali che ci fanno da servi per due dollari o che servono a soddisfare certe voglie... ), o le multinazionali della schiavitù.
Quando va male, portiamo direttamente le guerre, così le civiltà inferiori vengono redente sulla via del Capitalismo democratico.
va bene, allora diciamo che è una gara che può essere migliorata, cambiando leggermente i tracciati del percosro in alcuni punti, con più attenzione nei confronti dei possibili rischi cui la popolazione può andare incontro, ma non prendiamolo come mero pretesto per aprire il solito polverone di circostanza.
Willy, le corse si devono fare nei circuiti, così tutti quelli che partecipano, piloti, meccanici, pubblico sono consenzienti.
Tutto qui, senza stizza.
Chi ha detto che i rally si corrono praticamente in circuito non sa di cosa parla.
Qualche anno fa ad Alessandria (non d'Egitto, in Piemonte) si correva un rally cittadino. Una Delta si ribaltò uccidendo due bambini di 9 e 11 il cui padre (ferito)li aveva portati a vedere la corsa posizionandosi in una zona vietata e appositamente transennata con del nastro a fettuccia biancorosso con tanto di cartelli.
L'incoscienza è sempre alla base di queste tragedie. Un pò come il tifoso che cade dal 2° anello di S.Siro perchè guarda la partita attaccato ad una balaustra invece che seduto al suo posto.
Mille Miglia, Targa Florio, Carrera Panamericana...tutte le principali gare su strada sono state abolite a causa di tragedie causate dall'incoscienza del pubblico.
Chiunque abbia visto un rally sa che è pieno di deficienti che si posizionano sul ciglio della strada all'esterno di una curva. Che è un pò come fare una rulette russa. Anche nel guardare una corsa bisogna usare buon senso. Che magari un dodicenne non ha ma i bambini andrebbero anche guardati e accuditi, anche se è ovvio che ciò in Africa è un pò più difficile che in Piemonte
I rally si corrono su percorsi relativamente brevi e facilmente controllabili, e' questo che intendevo, la Dakar copre distanze enormi e con distacchi fra la testa e la coda che rendono impossibile l'applicazione di vere misure di sicurezza, altro che fettuccia biancorosso.
Il deserto non e' una pista, ed e' casa d'altri; perdonate la brutalita', ma con il morto ancora caldo mi pare veramente di cattivo gusto dire che se l'e' cercata, o che dovevano custodirlo, o parlare di quanto e' figo il rombo dei motori; la vita di un bambino merita rispetto, e fermarsi un momento a riflettere non mi sembra sia ipocrisia, ma buon senso.
Stimo troppo rota per defilarmi.
Sono coinvolto nella corsa perchè mio figlio è là come meccanico dell'assistenza.
Questa esperienza gli porterà conoscenze e quindi lavoro..per lui sarà un'esperienza assolutamente positiva.
Vorrei distinguere le vittime.
Chi corre sa che rischia,se gli succede qualcosa la colpa è sua.Stop.
Chi assiste soprattutto dove non c'è il minimo traffico non sa cosa rischia.Quindi la colpa è degli organizzatori.Inutile affiggere fumetti in cui si raccomanda usando immagini a non attraversare la pista,si devono tutelare gli spettatori come si stanno tutelando i concorrenti e tutto lo sciame del seguito.
Con quello che costa iscrivere un meccanico in Africa si può fare moltissimo.Immaginatevi cosa si potrebbe fare coi costi sopportati dalle case costruttrici.
E sono costi assolutamente vergognosi.
Capisco l'avvesione di rota che condivido totalmente. Non capisco chi vuole eliminare i rally quando ci sono altre misure per renderli sicuri. Mio figlio ne ricaverà lavoro e sta lavorando anche ora...certo non giustifica la morte del bimbo.
Sono dispiaciuto veramente.
Un po' del mio orgoglio e della mia soddisfazione per il figlio,un bel po',se ne è andata.
intanto oggi ne hanno ucciso un altro
Un bambino di 12 anni ha perso la
vita per incidente stradale occorso ad un camion dell'assistenza al
chilometro 200 della quattordicesima tappa della Dakar, disputata tra
Tambacounda e la capitale senegalese. Sul sito ufficiale della
competizione gli organizzatori hanno reso noto di essere stati
informati del tragico evento dalla polizia senegalese di Kaffrine.
L'incidente, a quanto si apprende, si e' verificato in tarda mattinata
sulla statale RN1. Al momento sono in corso gli accertamenti da parte
della gendarmeria locale. Il bambino morto oggi e' la terza vittima di
questa edizione della Dakar.
Ho saputo...
Ti sbagli rota...i morti fino ad oggi sono solo due.
I bimbi.
E così pure sono molto meno le vittime totali se sottraiamo piloti ed organizzatori deceduti.
Se dovesse succedere qualcosa a mio figlio sono sicuro che per consolarmi penserò che faceva quello che amava e che la colpa è solo sua.
E' dura lo so.
So che non apprezzi nè capisci questi eccessi ed io sono come te,anzi,conosco le cifre in euro,ed è peggio credimi.
Il fatto che abbiano caricato sul camion due pallets di quaderni e materiale scolastico non li scusa dall'aver speso un monte di soldi.
E' un'elemosina.
Un mettersi il cuore in pace.
Mio figlio è stato in Africa parecchie volte nel deserto con altri scoppiati come lui.E credo abbia apprezzato l'Africa non i motori come invece sta facendo ora.
Sono anche sicuro,conoscendolo,che se tornasse da solo nel deserto ritroverebbe il suo vero amore ..qualcosa di molto più umano e sereno.
Torna fra due giorni gli chiederò...
Ciao rota
Un secondo bimbo? Che vuoi che sia Rotafì. L'importante è la "leggenda della corsa" il "brivido del rombo dei motori con gli scarichi liberi" ed altre amenità.
esatto charlie...tu mi capisci ;-)
Charlie io intendevo dire che ci sono anche persone che legano la loro vita lavorativa ad una manifestazione così.Anche loro,sicuramente,non accettano le morti e se la Dakar finirà saranno capaci di trovarsi altre motivazioni.
Comunque sono persone che campano col loro lavoro.
Quindi non guardiamo solo la facciata di questa corsa.
I camion dell'assistenza non fanno lo stesso percorso dei mezzi in gara,ma si spostano su strade segnate e frequentate.Anche loro hanno i limiti di velocità,ma non c'è classifica nè vincitore,devono solo arrivare alla fine della tappa prima dei concorrenti.
Partono alcune ore prima per questo.
Non voglio scusarli,anche se come leggerai non demonizzo per il fatto che c'è mio figlio dentro tutto questo. Si può dire che i camion dell'assistenza hanno a bordo persone che lavorano più dei piloti.Finiscono più tardi,spesso di notte e partono prima quindi stanchi più di molti altri.E non è una scusante,ma una constatazione che va contro l'organizzazione.
La corsa lascia dietro di sè qualcosa di positivo come le fondazioni e come il richiamo turistico e quindi economico.Turismo di cui beneficia quasi esclusivamente la città di Dakar.
Se non ci fossero i morti sarebbe quasi una favola.
Ma ci sono e,figlio o no,sono contrario a questa gara se non vengono prese altre misure precauzionali che sarebbero comunque esperimenti e non eliminerebbero del tutto gli incidenti mortali per la popolazione.
Ciao
Non dicevo a te, old.
Quanto al sorridente amico, sappia che ho molta fiducia nel contrappasso in vita. ;-)))))))
vogliono l'avventura?
diamogliela!
una bella corsa nel deserto senza supporto tecnico, niente tir al seguito, niente gps, niente elicotteri che vanno a salvare il solito figlio della tathcer che si perde. una tanica di benza e una di acqua. e tanti auguri.
magari anche senza bussola e senza mappa. giusto per rendere piu' "sportiva" la cosa.
ci perdiamo quei quattro manigoldi malati: tutto di guadagnato. o magari incoraggiamo i tuareg a prenderli prigionieri e tenerseli come schiavi sessuali.
Ma allora se soffriamo di una grave patologia non è colpa nostra. Se di malattia si tratta bisogna comprendere le motivazioni e semmai cercare una cura ma mi sa che non esiste. Consiglio anzi a tutti l'acquisto della splendida opera sulla storia della Dakar in edicola ogni sabato, c'è anche un modellino di macchinina o di moto in regalo!Trattasi di cura omeopatica....
sulle macchinine "omeopatiche" va bene.
non e' giocando a soldatini che si diventa guerrafondai, ergo...
ok, visto che abbiamo trovato un accordo?!? :-)