Concordo sulla bici come mezzo d'aggregazione. Domenica sera, dopo ciclopolis, 1decina d xsone in bici (tra cui la presente e il Rotafì) siamo andati a mangiarci 1pizza tutti insieme appassionatamente. E' stato bellissimo nn solo lì al ristorante, ma anke raggiungerlo il ristorante. Tutti insieme, pedalando e pedalando.
Peccato ke ora son a casa influenzata. Troppo delicata forse x il freddo milanese. Ma ne è valsa la pena. E nn demordo.
Coraggio Giorgia, niente di grave, ti fai gli anticorpi! Meglio raffreddati che inscatolati!
"Tutti insieme, pedalando e pedalando":abbiamo fatto circa 300 metri :-)
Che poi e' l'aria fetente di Milano che abbassa le difese immunitarie, non e' mica il freddo; e poi in citta' non fa mai veramente freddo, e cmq a pedalare ci si scalda, e si smuove un po' il metabolismo.
mah, oggi dopo quasi un mese ho preso la bici per arrivare in ufficio e ho sentito le gambe pesanti. Per il freddo, nessun problema, nemmeno sull'alzaia del naviglio Pavese.
Boh, io ho più freddo in metropolitana.
Interessante sopratutto il discorso sull'auto come disgregatore sociale. E' vero: in autostrada, in mezzo al traffico cittadino, ogni altro automobilista è percepito da chi sta in auto come un avversario, un ostacolo, a volte un impedito, altre qualcuno che si finsice addirittura per picchiare per un sorpasso azzardato. Comunque sempre un avversario. Mai un amico. quando magari fuori dall'auto si è amici. In bici tutto ciò non succede: ogni volta che vedo una bici in città con su qualcuno di improbabile, un broker in giacca e cravatta con la ventiquattrore, una sciura con i sacchetti dell'Esselunga e 8 bambini, un'anziana con un cane, un medico con la valigetta, un dirigente d'azienda (tutta gente che sta meravigliosamente ed esponenzialmente aumentando) mi viene voglia di affiancarmi e dirgli qualcosa. Spesso lo faccio.
Pero' c'e' da dire che le donne, soprattutto in giovane eta', vanno in giro spesso e volentieri discinte; un uso regolare della bicicletta potrebbe favorire la tutela dell'ordine morale (in inverno, poi d'estate spettacolo).
Achab ha ragione, e penso che chiunque viaggi "no oil" vada rispettato; mi sia concesso pero' dire che la strada dei proclami criptici ed autoreferenziali e del "no-gears no-freewheel no-brakes" ad ogni costo non vanno in questa direzione.
Bellino parla bene, e chiaro, quando dice le cose che leggo oggi su Ciclistica, mi piace molto meno quando estremizza degli aspetti che in fin dei conti sono tecnicismi, e non inficiano la sostanza della bicicletta in quanto tale.
uuh!!! Sagge parole!!! Qualcuno lo spiega alle persone soprattutto giovani che è demenziale fare le gare di velocità lungo la Paolo Sarpi di notte??? E' demenziale ovunque, ma ricordo che la via Messina è uno dei pochi punti dove si sa che transitano i camion!!!
Carolina
se poi penso che kikka, che è alta ventisei metri, girava su una mtb col sellino rasoterra (mi sa che non lo alzava da quando aveva dodici anni), mi vengono le madonne.
onore al merito per il non demordere, speriamo che tu insista. magari la proxima volta ce ne andiamo tutti allo stalingrado così qualche metro in più si fa.
a_r, l'estremizzazione è importante per alzare il livello medio (e la sella di kikka). poi ragiona su questa cosa: se c'è gente che riesce ad andare in giro senza i freni e divertendosi pure, a MAGGIOR RAGIONE è falso che la bici in città sia uno strumento difficile da usare. è uno dei motivi che mi ha spinto a fare 'ste bici strane.
Allo Stalingrado!? Cazzo, quante pinte, quante sbronze c'ho preso allo Stalingrado.
Andiamo, io ci sto.
Non vorrei trasferire qui questioni piu' propriamente "ciclistiche" o di mailing list, ma la mia critica era rivolta, e non solo al buon Paolo, ad una certa agressivita' sfottente (almeno io cosi' la percepisco) nei confronti dei ciclisti "normali"; tra l'altro mi sembra che il tutto, visto dall'esterno, stia prendendo una piega abbastanza schizofrenica: da un lato una scuola che in sostanza privilegia l'estetica e l'uso esclusivamente urbano, ossia la bici per piccoli spostamenti o come giocattolo, e principalmente la usa come strumento di identificazione ed aggregazione (in maniera analoga allo skateboard o ai Rollerblade), dall'altro una idealizzazione in chiave agonistica del mondo dei messenger (sempre meno) e della pista (sempre di piu') con una certa tendenza a dimenticare la decrescita a favore della prestazione pura; entrambi i mondi, benche' per molti aspetti antitetici, sembrano coesistere escludendo pero' tutto quello che esiste nel mezzo, per cui si tira il culo ad uno perche' ha il portaborraccia, un'altro dice che quando piove basta andare piano con l'ombrello in una mano e le discese pare che esistano solo nel mondo delle fiabe.
Io d'estate mi faccio 20+20 Km per andare a cena dai miei piu' volte la settimana, dopo il lavoro, e gradisco non arrivare disidratato, abito in una zona buia e non disdegno (orrore!) la dinamo, essendo mediamente di fretta mi permetto di frenare in discesa per non dover andare a passo d'uomo contropedalando, benedico i parafanghi e l'abbigliamento impermeabile quando devo andare in ufficio e piove, che se dovessi andare con una mano sola cercando di non schizzarmi, tra rotonde e sottopassi, farei prima ad andare a piedi.
L'atteggiamento carbonaro ed elitario funziona fino ad un certo punto, se viene percepito da fuori come "ne devi fare di strada per diventare come noi..." allontana le persone invece di coinvolgerle.
Ciclistica.it e' praticamente in disuso, e in un certo senso e' anche segno di un'approccio alla bici che e' cambiato.
Questa non e' l'impressione di uno che usa la bicletta la usa solo la domenica e fuori citta', ma di uno che gira con diversi gradi sotto lo zero anche di notte, che le bici se le mette insieme in casa e che ha una fissa quasi pronta in box,
è vero, c'è una certa schizofrenia.
é dovuta principalmente all'intrinseca follia che anima il gruppo cui fa riferimento a_r, la chaingang, e di questo se ne parlava proprio l'altra sera tra un brancamenta e l'altro alla pizzeria. non è autocelebrazione o compiacimento quando parliamo di questo, nè sete di esclusività, nessuno (forse qualcuno nel suo intimo, non certo io e credo la massima parte dei fixati) intende alzare il nasino e credersi più fico dei ciclisti "normali".
chaingang è un'assurdo precipitare di eventi e persone intorno ad un luogo virtuale e insieme reale -a tratti reale, visto che siamo distanti-, che si è manifestato improvvisamente e io direi necessariamente a partire dalla massa critica e dalle sue successive emanazioni.
l'unico aspetto elitario della cosa è che ahimè non siamo ancora quelle folle oceaniche da stadio che io sognerei, ma bensì qualche decina di gatti.
però ha il suo senso anche questo, se lo si guarda con occhi non velati da qualche sentimento negativo. la presenza in questo nostro fetidissimo paese di un gruppuscolo di mattacchioni visionari, ubriaconi (io), con una seria tendenza al doping (tutti esclusi due), feticisti (circa la metà) e immersi fino al collo nel grasso al litio (l'80%) è un segnale di vitalità.
se ne parla, se ne vocifera, si sussurra nelle altre mailing list intorno al fuoco di un pc: e questo non fa altro che alzare l'attenzione sulla ciambella, non sul buco.
menthos dice sempre cazzeggiando: il lato oscuro della bici. appunto cazzeggia, ma è una buona definizione perchè ci riporta a quell'atmosfera giocosa della carboneria innocua e pervasiva, alle lotte tra jedi buoni e jedi cattivi con le spade di luce e insomma dà un po' più di calore e bellezza ad un mondo altrimenti piuttosto asfittico (quello ciclistico intendo).
ma ti pare che seriamente si pensa al lato oscuro della bici? maddài...
che poi si vada in giro con borracce e parafanghi e dinamo, perlamadò, sacrosanto che ci si scelga l'equipaggiamento. io in cicloff riparo tutto ciò che c'è da riparare (anche se a volte atterrerei a colpi di 32 spaccata chi compra le bc al supermercato e poi viene a piangere da noi).
se però un po' il mondo della bc è cambiato, e secondo me in meglio, è anche dovuto ad un briciolo di assurdità che si è concretizzato anche grazie ai ciclopazzi. o no?
Andrea_Riot: su dai, non pigliartela troppo.
e' giusto che ci siano i fissati tanto quanto i grazziellari. no?
a me il fomento per la fissa fa solo piacere, anche se poi giro sempre con tutti gli strafanti che posso, comprese le luci rosse ai freni posteriori.
e non escludo che un giorno potrei mettermi pure la lucina blu alla arlidevinson sotto il carter. ;-)
la terra e' grande per tutti i dannati del pedale.
Concordo AR..Quest'atteggiamento elitario è la cosa + sbagliata ke c possa essere. L'ho xcepita poco, anzi pokissimo nelle situazioni in cui mi sono trovata ma ho osservato ke possa essere 1riskio. E poco importa se a dirlo 6 tu ke usi la bici tanto e assiduamente, po3bbe dirlo anke 1sciura ke usa la bici solo qnd porta il suo chiwawa d razza a prender aria nel cestino ammobiliato dell'ultimo modello della Bianchi. L'elitarismo strafottente è sempre qsa d negativo. E l'aria irrespirabile (ke respira pure il chiwawa della sciura) e il traffico fuori misura son cose ke vanno combattute (a parer mio) col dialogo, le spiegazioni e con le 2ruote. Fixe e nn fixe, freni e nn freni, parafanghi e nn parafanghi, cestini, portaborracce e x ki vuole pure portachiwawa se è cmq su d 1 BICI.
ancora malata cmq..
Gio: 200 metri ok..ma poi son dovuta tornar a casa!
bacini a tutti
andrea_riot: secondo me stai prendendo le cose un po' troppo seriamente e senza considerare la visione d'insieme del problema. com'e' emerso chiaramente da ciclopolis, nelle nostre citta' c'e' una ricca varieta' di modi di vivere il ciclismo urbano. questo e' molto importante, perche' offre al non-iniziato numerosi modi - anche molti diversi tra di loro - di avvicinarsi all'uso della bici in citta', e questo e' molto favorevole all'aumento della massa critica di ciclisti.
come in ogni cultura, ovviamente, anche in quella del ciclismo - urbano e non - ci sono le nicchie e le tribu', con le loro idiosincrasie, i loro riti e le loro passioni. questo rientra nell'ordine naturale delle cose, ed e' una ricchezza: crea lo spitito di gruppo, il senso di appartenenza, il collegamento empatico. queste tribu' sono settarie? certo. mettono fortemente a disagio chi non si ritrova nel loro modo d'essere? poco ma sicuro. questo e' un problema? non penso proprio.
Mah, invece io trovo che l'aria carbonara e da fight club di chaingang abbia contribuito molto a renderla un oggetto desiderabile e fascinoso anche qui in Italia, come già detto. Quindi è un ottimo contributo.
E' creatività quella della ruota fissa, ed è creatività positiva. Un po' di snobismo è inevitabile, ma alla lunga, alcuni li ho conosciuti, sono i primi a darti l'anima e a farsi in quattro per tirarti dentro. Sono riusci a rotafissare alberto, con me non ancora (non sono ancora del tutto persuaso che la fissa sia la filosofia migliore per l'urbe, e al momento resto single speed). Questo è un contributo importante. Io vado in bici a Milano tutti i giorni da quanto avevo 12 anni, perché è più veloce, più economico, più divertente, più bello, perché alle ragazze che piacevano a me quelli che uscivano in macchina e poi sceleravano per il parcheggio son sempre sembrati un po' degli sfigati e via dicendo. Ci sono andato al liceo, all'università, al servizio civile, al lavoro, ci sono uscito sempre la sera, ci ho vissuto insomma. Non ne farei mai a meno. Eppure se non avessi conosciuto tramite ciclistica tutto questo mondo sotterraneo che pare davvero la carboneria, non avrei fatto il salto: non avrei capito che la bici è proprio figa.
non tutti i bushi avrebbero mai potuto maneggiare la Tsumugari. ma tutti, ammirandone la perfezione, volevano intimamente elevarsi ad essa.;-)
non ho visto elitarismo che allontana, passione contagiosa e affascinante, piuttosto.
dimenticavo...a quando "ciclocosmos"?
Non in città (dove vado in moto) ma fuori a me l'automobile piace. Mi piace viaggiare in auto, che ci posso fare? I cicilisti, con quei loro pantaloncini aderentini e la maglietta con la pubblicità delle cucine, sono di una tristezza senza fine..
ecco uno che (al solito) ha capito tutto....
e ruini che ne pensa?
:-)
probabilmente che aiuta a disgregare la famiglia
ruini ce l'ha specialmente con le mountain bike, perchè hanno molti "rapporti"
ok è vecchia, va bè ;-)
e cosa ne pensano Calderoli e C. ?
semplicemente allucinante
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=53922,1,1
«Bisogna poi tener conto delle sedi ciclabili, ovvero i parchi - continua il presidente di turbolento -: bisognerebbe lavorare su queste zone piuttosto che riempirsi di inutili chiacchiere come fa il centrosinistra»
Se la citta' in cui viviamo e lavoriamo va a puttane chissenefrega, tanto ci sono i parchi;
Se l'aria in Lombardia e' irrespirabile, chissenefrega, tanto poi andiamo tutti in vacanza in un bel villaggio su di un isola, e sapessi come si diverte il piccolo Bernardo al baby club, a ballare la canzoncina del coccodrillo!
ahahaaha Andrea_Riot nn mi toccare la canzoncina del coccodrillo ke è stupenda! ;o)
a me sembrano pigolii di una parte in disfatta.
i ciclisti urbani sono finalmente passati all'azione, uscendo dalla fase "zio tom", come genialmente l'ha definita invel
Andrea_Riot secondo me hai ragione !!
certo nessuno ne sta facendo un dramma (non mi sentivo emarginato a 16 anni quando ero l'unico con la bici tra gente in motorino, pensate qto me ne possa fregare ora di esser preso in giro perche' monto il portapacchi sulla bootleg)
w la bici ;-))
dalla Padania:
Non si dice, per esempio, che nel capoluogo lombardo si contano 58 chilometri di piste ciclabili, 50 dei quali sono collegati tra loro.
Questa mi manca. Qualche padano mi tira fuori una cartina?
Vediamo: da casa mia all'ufficio avrei potuto trovare
- pista semiciclabile su Gioia - San Marco, che da anni si blocca al Corsera e poi si perde per arrivare in Garibaldi (qualcuno l'ha mai trovata utilizzabile?). Io ovviamente salto, rimango sulla carreggiata stradale di Gioia, entro in Garibaldi-Moscova e trovo il tratto dell'Arena.
- nulla su Cadorna-Carducci.
- pista ciclabile su Olona, sperando nessuno ci parcheggi sopra.
- più nulla sul pezzo Papiniano - Genova - Casale - ponte sul naviglio da passare con la bici in spalla - Segantini - Alzaia Pavese
- dopo la Cascina Venina, un pezzo che in teoria dovrebbe essere parte della pista ciclabile provinciale, che sta però tornando ad essere discarica (oggi purtroppo non ho fotografato il divano lì in mezzo) e da quando han tolto le sbarre è diventata pista motorabile
- nel comune di Rozzano, da Milanofiori alla torre Telecom, nulla.
Avrei potuto andare su Missaglia, dove ci sono due piste ciclabili sui due lati - anche se in quella lato est ci vanno solo pedoni - che sono di un paio di chilometri e finiscono nel nulla prima di Gratosoglio.
Ammazza, ho già trovato io gli otto chilometri non collegati! Quanto sono fortunato!