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Alberto Biraghi
Piccoli crimini coniugali
Dall'amato
Eric-Emmanuel Schmitt (autore del sublime
Hotel dei Due Mondi) la storia di
Gilles e Lisa, coppia unita da 15 anni, sull'orlo di una crisi di nervi. Uniti solo da una grande attrazione fisica, i due rimettono in discussione il matrimonio e forse anche la vita dopo un incidente domestico (che incidente in realtà non è) in seguito al quale Gilles ha una perdita di memoria. Lisa tenta di aiutarlo a ricostruirla. Il lavoro si sviluppa - nelle parole del regista, Sergio Fantoni - «lungo un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei». In effetti i due personaggi sono opposti (e forae per questo - anche se con difficoltà - si attraggono). Lui è razionalista, controllato, condizionato dai limiti culturali e generazionali (
«ti amo, ma da quando sono entrato in questa casa non faccio che pensare a come andarmene») e incapace di farsi appagare (
«mi eccitavo con te, ma mi guardavo sfacciatamente in giro in cerca di altre donne»). Lei passionale, irrazionale, invasiva, innamorata dell'amore travolgente, ma incapace di accettare l'idea che possa finire.
Interpretato da Andrea Jonasson (immaginiamo che Charlotte Ramplig, interprete Lisa oltralpe, sia un po' più nella parte, in compenso Charlotte non è stata l'ultima amante di Strehler) e dall'elegante Massimo Venturiello, perfettamente calato nel personaggio, a cui cuce addosso un perfetto mix di compassata ironia. Sempre più opprimente il Piccolo.Grassi, che obbliga a mantenere posizioni fetali sui seggiolini striminziti e raziona l'ossigeno, mettendo in serio pericolo la capacità dello spettatore di restare vigile. Anche noi abbiamo cercato di resistere, ma dobbiamo ammettere di aver sentito la testa crollare abbandonata in più d'una circostanza.
19.01.06 00:55 - sezione
teatro