«Ospiti dell'Unione, ignorate le domande di Vespa»
Furio Colombo: prima invitavo a disertare, ma si può andare e parlar d'altro
di Fabrizio Roncone
Furio Colombo, i Ds sono «irritati» con Bruno Vespa per come, lunedì scorso, è stata gestita la registrazione della puntata di «Porta a Porta», in cui Piero Fassino e Gianfranco Fini erano ospiti in studio.
«In effetti, non è stato un normale programma televisivo: ma un vero e proprio agguato politico e mediatico. Non escludo che il monito del Presidente Carlo Azeglio Ciampi possa essere stato influenzato proprio dalla visione di quella puntata di "Porta a porta"».
Lei è molto duro.
«No, racconto fatti. Perché non solo buona parte del dibattito è stato dedicato da Vespa al caso Unipol, ma anche perché ritengo gravissimo che quell'importante lancio dell'Ansa, contenente decisive dichiarazioni dei legali di Consorte e Sacchetti, sia stato letto con un'ora di ritardo, e solo dietro la sollecitazione dello staff del segretario».
La redazione del programma sostiene che, «tentare di nascondere una notizia del genere, prima di essere un atto disonesto, sarebbe stato stupido, visto che al momento della messa in onda di "Porta a Porta", la notizia sarebbe stata già trasmessa dai telegiornali».
«Dai tigì? Ma quali? Ma li vediamo o no, i tigì della Rai che vanno in onda? Così pieni di calunnie, di falsità. E, a volte, davvero grotteschi. Penso al Tg1 delle 13.30 di oggi, o meglio di ieri, per coloro che leggeranno questa intervista. L'hanno aperto con un servizio su Berlusconi che, dopo essere intervenuto nella trasmissione "Ballarò", nemmeno dodici ore dopo era casualmente passato a "Uno Mattina", per farsi il suo solito show di propaganda personale... una roba, quella di finire come prima notizia di un notiziario, che Bush se la sogna se partecipa a un programma di intrattenimento negli Stati Uniti».
Vespa, comunque, la notizia che riguardava i Ds l'ha letta.
«Dopo un'ora. Alla fine. In fretta. E si tratta di un ritardo calcolato. Ha una redazione efficientissima, è escluso che non abbiano visto una notizia
«PORTA A PORTA» Berlusconi da Vespa
così importante. D'altra parte, basta aver assistito a qualche altra puntata di "Porta a Porta", per accorgersene».
Di cosa?
«Di come, appunto, le notizie vengano lette con un tempismo perfetto. Se, naturalmente, le notizie servono ad un ospite protetto da Vespa... E poi i "din don"...».
Il campanello che introduce gli ospiti in studio?
«Esatto. Vespa lo fa suonare da maestro. Per togliere la parola, per far perdere il filo del discorso a chi vuole lui. Con Fassino è stato micidiale».
Vespa, però, invita tutti. Anche quelli del centrosinistra. D'Alema, Veltroni, Bertinotti...
«Fa come Totò Cuffaro, bacia tutti. Per poi dire che non sapeva bene chi ha baciato. La verità è un'altra».
Può dircela, direttore?
«Vespa è il capo dell'ufficio stampa di Berlusconi, il suo miglior portavoce, il vero responsabile delle sue comunicazioni ».
Questa è una provocazione...
«No, una constatazione. Vespa è un bravissimo giornalista, esperto e spregiudicato: perché deve ostinarsi a non ammettere un incarico che appare evidente a tutti?».
Proprio a tutti, no.
«Perché è abile. Più abile di Bondi, di Cicchitto, e certamente più autorevole di Bonaiuti. Da chi Berlusconi andò a firmare il suo tragicamente celebre "contratto con gli italiani"?».
Da Vespa.
«Appunto. E comunque, sia chiaro: Vespa va lodato, perché il suo lavoro non lo fa bene, ma benissimo. L'unico problema è che poi tu ci vai, fai come Fassino, accetti l'invito e ti ritrovi sotto un fuoco incrociato che nemmeno in Vietnam».
Lei perciò cosa consiglia ai leader dell'Unione?
«Prima dicevo: non andate. Ora ho cambiato idea. Consiglio di andarci e di non badare a Vespa».
Vespa è il conduttore...
«Bene. Ti dà la parola? Ti fa una domanda? E tu gli parli di quello che ritieni più importante».
Questo, Colombo, è un consiglio per non essere più invitati...
«Ma no. Continuerà ad invitarci, Vespa. È costretto. Non può fare una trasmissione con i monologhi di Schifani. La gente cambierebbe canale».
Vespa è sempre stato il non-giornalismo, il lecchinaggio celato. Almeno Santoro è più sfacciato. Vespa invece è subdolo.
La storia del campanello.. suona sempre per interrompere gli indesiderati.