Vi confesso che a tratti mi assale una gran paura che la maggioranza dei milanesi, nonostante l'insoddisfazione e il profondo malessere che avvelenano tutti i giorni la vita nella metropoli, siano tentati dall'esprimere un voto timido e moderato, quasi come se i gravissimi danni arrecati alla cittadinanza nel corso degli anni abbiano tragicamente intaccato pure la voglia di cambiare e spento il desiderio di imprimere una chiara e seria svolta.
Molti concittadini pare che abbiano pure smesso di sognare...
Per favore, smentitemi e ditemi che si tratta solamente di mie assurde paranoie!...
Posso dire? secondo me nel votare Dario Fo non c'è assolutamente niente di non-moderato. E' il voto più ovvio, scontato e autoreferenziale che ci sia. Con tanto di ciliegina sulla torta di Olibiero Toscani e jannacci. E' un voto allo specchio. Non fatevi fregare.
Non ci fossero le primarie la butterei sul ridire.
Forse Alberto bisognerebbe avvisare te che non solo nessuno pensa ad inciuci ma, semmai, si punta a vincere per cambiare.
Ricordo che spendevi ben altre parole su Ferrante quando non c'erano le primarie vicine ma i tramvieri accolti in Prefettura.
Aggiungo infine che Fo ci attacca un giorno e pure quello dopo. Il che ci amareggia assai e mi delude. Non avevo capito che gli avversari fossimo noi.
Ammetto un errore la butterei sul "ridere" e non sul "ridire".
Majorino, non trovo niente di riprovevole nel fatto che Fo vi consideri gli avversari. Le primarie sono una competizione, alla Moratti si penserà dopo, ma credo logico che oggi gli avversari di Fo siano i partiti.
Pier: vero, io l'ho preso sul serio, quindi ci trovo da ridire. Quanto a Ferrante (così come per Veronesi), sei tu che sbagli registro, personalizzando le critiche (come fanno in molti, compreso l'amico Achab qui sopra). Ferrante è stato un buon prefetto, come Veronesi è un grande medico, in più sono due ottime persone. Ma questo non c'entra con il contingentee non fa né dell'uno né dell'altro un buon candidato.
Auguro alla mia città un ottimo risultato degli outsider, soprattutto Davide Corritore e Dario Fo perché credo nella necessità di un profondo ricambio nella classe dirigente, ivi compresa quella politica, necessità abbondantemente dimostrate da queste uscite di Mirabelli, che di questi tempi ci tocca leggere con agghiacciante frequenza sui giornali.
Ferrante ha dichiarato ad Adnkronos: "Mi fanno piacere le parole di Dario Fo. Se vincessi le elezioni avrei comunque bisogno di altre spine nel fianco che mi aiutino a realizzare il mio programma"
Ferrante dimostra più buon senso di Mirabelli, ma questo non deve stupire.
Ma no, alberto, non c'è nulla di personale: quello che ho scritto lo penso. Votare Dario Fo è autoreferenziale.
Anche perché dire certe cose è un conto (Atm gratis, milano come londra, ecc.), farle è un altro.
A me sembra che Dario Fo abbia fatto preso tutti gli slogan di sinistra più battuti e li abbia rispolverati sotto la parola "Programma". E' troppo facile, ero capace anch'io e probabilmente anche Ferrante.
Accompagno la lettura con arcaici riti scaramantici [vero Carolina? :)) ]... fate finta che vi guardi da un paese con tradizioni democratiche + forti di quelle italiane (a scelta: Mali, Barbados, Mongolia) e vedo la solita sinistra (?) milanese che non si riconosce. Se vincesse mai madame Letizia, saremmo pronti a darne la colpa ai Ferrante, ai Fo... ma per vincere noi ci vorrebbe l'umiltà di imparare dalla destra, che si accoltellano tranquillamente e quando c'è bisogno sanno fare gioco di squadra. Non si potrebbe firmare un armistizio? Per il 32 gennaio, so che questa data andrebbe bene a tutti.
Signore, signori, io voglio vincere, anche puntando sul cavallo sbagliato. Se qualche candidato (alle primarie, mica alle elezioni!) vuol litigare, mi basta non imitarlo. Perché è molto semplice scaricarsi la coscienza e tacere sul proprio programma, con le polemiche "l'ha detto... (Fo, Ferrante, Mirabelli, Alberto Sordi)". Me ne sbatto di cosa dicono! Sono perlomeno uguali a me, valgono 1 voto solo. E, con rispetto parlando, se devo dire come la penso io, è meglio non tirare in ballo gli altri santi... è + facile dimostrare di essere convinti di cosa si pensa, + di cghe cosa ne pensano gli altri.
Ferrante "participio imminente"?
Carolina
Ahimé, deduco infine di non essere poi così paranoico!
Ad ogni modo, chiarisco che le mie vergognose e deprimenti e censurabilmente squallide sensazioni erano ben più turpi e tragiche: vittoria finale di Mestizia Moratti...
Va bene, noi dell'Unione siamo in campagna elettorale. Il canddato Dario Fo, come il candidato Bruno Ferrante, sta facendo campagna elettorale. Vinca il migliore. E quando il migliore avrà vinto, insieme speriamo di battere la Moratti.
Però la campagna elettorale del candidato Dario Fo è interessante. Si è recato al Liceo Parini e si è chiuso a colloquio con il preside per difendere dal provvedimento di sospensione un gruppo minoritario di studenti che ha causato danni per più di ventiduemila euro. Uno dei quali, chissà come si chiama, l'anno scorso ha pure allegramente allagato il suddetto Liceo. E adesso, fuori dalla scuola, distribuisce, con gli amici (scusate, non ce la faccio a chiamarli compagni) dei volantini in cui chiede il licenziamento dei docenti. Lui, che (quando va gli va male) si trova in tasca in un anno quello che (quando gli va bene) il docente guadagna in tre anni.
Dario Fo ritiene che questo bel tomo in età puberale vada difeso. Non so voi, ma ho la sensazione di aver già deciso chi voterò alle primarie. Vinca il migliore.
io ammetto di avere più che altro dubbi. in realtà questa campagna per le primarie non è stata così brutta come temevo, almeno perché ho valutato positivamente, finora, un qualcosa in tutti i candidati.
Ferrante: mi fa solo piacere che quelli del "vivi sarpi" altrimenti detto vivi eins zwei si siano sentiti da lui poco calcolati e reputati dei razzisti. chissà come mai eh? :-) sono 20 anni che io lo penso. non sarà molto, ma è un punto che valuto a suo merito unitamente al fatto che non è "lumbard" e che non ha dato eccessivamente addosso agli altri dell'Unione.
Fo è un simbolo. Tutti qui ne hanno cappellata qualcuna, ma mi piacerebbe ogni tanto pensare a una campagna Premio Nobel vs. Ministra, per la mia città. Oltretutto Fo è stato presente in diverse situazioni di sicuro interesse per la cittadinanza. Però ha dato addosso alla sinistra più volte (quest'ultima, invece, Nissim, non la sapevo, e ci penserò).
A Davide Corritore la palma dell'umiltà, di avere lavorato in un contesto anche difficile e di essere anche lui un generoso. Ottima persona davvero e progetti che tengo in considerazione.
Millyna l'ho conosciuta meglio. A 'sto giro non mi ha fatta sentire deficiente con la storia del car sharing e del car pooling che sinceramente non ho mai capita né considerata un programma. Non ho voglia di arzigogolarmi la mente sulla sincerità ambientalista dei petrolieri, ma una sua sincerità e buona volontà personale secondo me ce l'ha e gliene va dato atto anche se di lei so che non avrà la mia preferenza politica.
Dopodiché boh... c'è ancora qualche giorno per pensarci.
Carolina
Ecco, nissim ha sintetizzato alla perfezione l'ipocrisia fastidiosa che mina, dal mio punto di vista, alla base la credibilità di Dario Fo. Sottoscrivo in pieno. Per quanto sia assolutamente d'accordo che un preside non può denunciare degli studenti per quei motivi.
Poi basta con sto luogo comune per cui Fo è un simbolo. Per me non lo è. Non è il mio simbolo di cultura per me. Ne ho mille altri. Se devo votarlo perché è un simbolo, già mi scappa la voglia. Ha vinto il Nobel. E allora? vuol dire che per proprietà transitiva allora è eletto dall'alto dei cieli della sinsitra come uomo ideale per Milano? Dice cose di sinistra? Ma ragazzi, chiunque di noi è capace. Ma sa farle?
Mi parla di "architettura a stella", di "vie diagonali", ma, fatemi capire, cosa vuole fare radere al suolo la cerchia dei navigli per costruire un Bulevard? Quando mi dice Atm gratis, come intende realizzare questa cosa? poi quando i dipendenti protesterranno per l'aumento del contratto e bloccheranno la città come 2 anni fa (perché lui ha reso gratis l'atm), comprese le persone che perderanno un giorno di lavoro retributio, perché verrano, non da milano centro, ma da Bresso, da Cormano, da Brugherio per lavorare a Milano, cosa ci dirà? Dai, ma come fate a non capire che non ha nessuna affidabilità. Che è l'emblema del profeta radical chic, presuntuoso, irascibilie e in realtà molto poco disposto a mettersi in discussione?
E poi, con tutto il rispetto, ma chissenefrega di sto Ken Liningston. Cosa c'entra Londra con Milano? nulla. Nulla in dimensioni, nulla in toponomastica, nulla nella gestione dei mezzi di trasporto. Credete davvero che quel modello sia trasportabile qui? Crederlo vuol dire essere fuorvianti. Milano impari da capitali europee alla sua portata. Impari da Berlino, per esempio.
E' inutile riempirsi la bocca di cose e frasi appariscenti, quando nel concreto non sai nemmeno tu come mettere in atto quello che hai in mente.
Meglio, mille volte meglio Ferrante. Ogni giorno che passa me ne convinco di più.
E non saran certo quattro luoghi comuni sul Parini di Milano (liceo in cui ho studiato e colmo di figli dell'alta borghesia di sinistra milanese, certo non bisognosi di grandi aiuti) a farmi cambiare idea. Anzi.
Continuare a parlare di persone è una fesseria. Parliamo di programmi. Ho sentito tutit candidtai. Il programma più realistico e credibile è Dario Fo. Chi nega questa affermazione o non sa o dice balle. Il programma che dario ha distribuito al PalaMazda è quello che ci saremmo aspettati da tutti i candidati, ma che solo Fo ha dato. Questo è già sufficiente per dargli fiduci, indipendentemente da età e nobel.
penso che l'approccio di achab al problema della scelta del candidato del centro sinistra sia pregiudizialmente scorretto; ritengo che tale maniera rappresenti una declinazione di quel senso di grigiore, di diffidenza, di depressione, di mancanza di fiducia nelle potenzialità di cambiare, di voltare pagina, di rappresentare una netta rottura, di imprimere uno scossone..., che si va sovente a trincerare dietro valutazioni alla maniera "politically correct", tecnicistiche, (pseudo)pragmatiche, (pseudo)razionaliste, funzionaliste,..., tutte cose che mi pare di rilevare piuttosto diffusamente a Milano, e ciò mi preoccupa.
Ecco, io non capisco come mai si abbia così paura del cambiamento! E ripeto che, a parer mio, la vittoria di Fo alle primarie non farebbe altro che BENE all'intera coalizione di centro sinistra.
Fo sarebbe un formidabile volano per l'espressione delle migliori forze ed energie interne ed esterne rispetto ai partiti. Inoltre penso che i validissimi candidati Corritore e M.Moratti verrebbero automaticamente cooptati nella coalizione e nel (SPERIAMO!) futuro assetto amministrativo milanese.
E tengo a precisare che, per quanto mi riguarda, Dario Fo non rappresenta affatto un mito, un simbolo, un modello.
Sono solo profondamente convinto che oggi sia la figura che possa meglio imprimere e concentrare le volontà di cambiamento.
Ragazzi, io ci rinuncio. Votate Fo, e compiacetevi tutti all'happy hour al bar rattazzo con Oliviero Toscani. Ve lo meritate.
Secondo tutti i sondaggi possibili e immaginabili, circolati in queste settimane, ad oggi Dario Fo verrebbe, purtroppo, stracciato da Letizia Moratti. Il quadro sarebbe ben diverso con Ferrante candidato con il quale il centrosinistra potrebbe vincere alle elezioni, quelle vere.
Una situazione simile, tanto per essere chiari, non si presentava in occasione delle regionali pugliesi quando Vendola (per cui nel mio piccolo ho sempre fatto esplicitamente il tifo) e Boccia si presentavano alla possibile contesa con Fitto sostanzialmente da condizioni di partenza molto simili.
Dunque ci troveremmo nel caso di vittoria di Dario di fronte ad una campagna elettorale (da condurre insieme) difficilissima.
Detto che credo Ferrante un Sindaco migliore di Fo per via di progetti e proposte presentate e per come è stata condotta l'esperienza da Prefetto e che è per questo principale motivo che lo sostengo con convinzione vi chiedo : perchè chi dice di votare Fo non si interroga sullo scenario successivo alle primarie?
Albertini, proprio oggi, fa il tifo apertamente per Dario. Non vi dice davvero niente la cosa ?
A Carolina, che probabilmente vive sulla luna, vorrei ricordare che all'incontro per Sarpi, con l'associazione di quartiere, c'erano 300 cittadini interessati a sapere cosa proponeva un candidato sindaco e non dei nazisti come dice lei, che chiedevano cose molto concrete e condivisibili:
tipo fare un piano del commercio e impedire il commercio all'ingrosso e l'arrembaggio dei veicoli commerciali (con emissioni di PM10 alle stelle), non la pulizia etnica dei cinesi.
Queste cose la Giunta Albertini non le ha fatte e ha consentito che il quertiere diventasse uno dei poli dell'ingrosso più grande del nord italia.
Forse lei e quattro altri frikkettoni e radical-sinistrotti trovano pittoresco lo shifo in cui si vive in paolo sarpi
peccato che non sia così:
mi spiace che Ferrante non sia ancora stato troppo esplicito nell'impegnarsi in quello che l'Unione dovrebbe fare da subito se va al governo: ripristinare la legalità e bloccare il commercio all'ingrosso.
Sono altrettanto certo che il suo amico Fo e i suoi sostenitori non faranno mai nulla di simile: per cui spero vivamente che perdano alle primarie per non arrecare ulteriori danni alla città
Pier: Io mi interrogo, eccome. Posto che il mio voto andrà a Davide Corritore - che non vincerà - e che tutto voglio tranne essere governato da berlusconidi per altri 5 anni, posso farlo da politicamente laico.
Non credo nei sondaggi, o meglio, non credo che i numeri di oggi saranno validi domani. Ho troppa fiducia nell'immaginario e nella possibilità che ogni uomo possaa essere colpito da uno sbocco di fantasia e generosità intellettuale. Lo capivano i grandi politici di un tempo: Berliguer primo tra tutti, ma anche Almirante, Fanfani, Malagodi, Togliatti e perfino Craxi, quando i sondaggi non c’erano o erano un’approssimazione. Invece voi, politici locali di oggi, avete perso ogni relazione con l’immaginario collettivo e vi limitate a fare i conti con numeri incerti. Dopo i flop degli ultimi 15 anni - Dalla Chiesa, Fumagalli, Antoniazzi, di cui portate tutta la responsabilità - ancora non avete capito che senza intelligenza emotiva non si va da nessuna parte e vi stizzite se qualcuno si permette di suggerire alternative alle vostre alchimie di potere. E permettete che i burocrati di partito - di scarso livello intellettuale e culturale - stigmatizzino l’impegno di un genio ottuagenario come Dario Fo, forse un po’ rallentato dagli anni, ma entusiasta come un ragazzino al primo amore e circondato da una selva di persone di valore assoluto.
Tramate, fate conti, trattate, spartite, discutete, litigate, vi fate le scarpe l’un l’altro. E intanto là fuori il mondo è cambiato senza che voi ve ne siate accorti, in una città spaccata tra intelligenze vive ed encefalogrammi appiattiti dallo studio di Quattroruote.
Quel che è più grave, è che invece di dire grazie, snobbate e criticate chi prova a offrire del suo, ammettendo implicitamente la paura di veder scombinare carte e poltroncine. Così può capitare che vedendo da lontano Davide Corritore - una persona che comunque si sta spendendo per la causa comune - i vostri beceri burocrati defilino Fassino e Ferrante perché non corrano il rischio di dovergli stringere la mano (è successo poche ore fa in via Vignoli, una cafonata che dà il voltastomaco).
Sinceramente, lo dico soprattutto per i tuoi pregevoli exploit letterari che rivelano una viva sensibilità nascosta sotto il sarcasmo da politicante, non perdo la speranza che tutto questo tu lo capisca, che l’ipotesi di fare campagna elettorale per Dario non sia così inquietante come dichiari. Non perdo la speranza proprio perché non lascio che il mio immaginario sia offuscato dallo smog berlusconiano e dal crollo di fiducia nei referenti politici che ho delegato da sempre a rappresentarmi. Non la perdo, nonostante tutto. Almeno spero.
Ma il punto è proprio questo: Dario fo non smuove di nulla il mio immaginario. Le cose che dice mi sanno di già sentito, di ovvio, di banale. Non è solo una questione di pragmatismo e di razionalità. Io mi emoziono quando c'è da emozionarmi: ecco Fo non mi fa quest'effetto. Nemmeno Ferrante. E' ovvio. Ma gli credo di più. Non so nemmeno io come argomentare: è a mia volta una scelta emotiva (questo per smetirti). Ci vedo più verità. In Fo sento il sussulto di qualcosa di scontato che non muove le corde del mio cuore. Anzi mi innervosice. Ci sento il peso di un certo modo di esser di sinistra molto presuntuoso e poco vicino alla gente. Io sono il primo a dire che la cultura oggi è da mettere al primo posto nelle cose da difendere, come ben sai, eppure Fo non mi convince. Non gli credo. E' una questione emotiva, come la tua. Non lo vedo il sogno. Vedo il sogno magari di chi oggi ha sessantanni, nessuno si senta offeso, è di sinistra e non si mette più in discussione oppure di tanti giovani che guardano indietro con ammirazione alla cultura dei loro genitori che han fatto il 68.
Ecco io pur avendo tutti questi requisiti, in Fo non mi riconosco. Ci sento un sottofondo stantio e un tantino arrogante (dici che Ferrante snobba Fo, per me è più vero il contrario: lo considera un poveretto, dall'alto del suo scranno di uomo simbolo della cultura). Vedi, Fo non gli credevo nemmeno quando andava con franca Rame al Leoncavallo. Lo sentivo distante. Pur essendo lì fisicamente. Non ti so spigare. Su una cosa sono d'accordo: ad oggi a Milano non c'è una figura in grado di emozionarmi, di farmi fare il salto. E vedo più possibilità di andare lontanto in un candidato venuto dal nulla o quasi (nel senso che in realtà viene da anni di esperienza) che in un candidato che dice tutte cose di sinistra, corrette, belle, per cui tutti se lo coccolano e i salotti radica se lo contendono. Mi dà più fiducia il primo perché ha tutto da guadagnarsi, compreso il mio consenso. Il secondo è già arrivato invece. Ma è un discorso troppo lungo e emotivo, appunto, intriso di esperienze personali. Ognuno ha le sue.
E' parecchio tempo che sto seguendo con interesse il vostro dibattito, anche se vivo a Roma e quindi non sono direttamente coinvolta. Mi permetto di intervenire per fare una riflessione: quando ho letto il post di Majorino ho pensato le stesse cose che ha poi detto Alberto. Non si può e non si deve fare cosi' affidamento nei sondaggi, bisogna avvicinarsi di piu', specie in una elezione locale, ai sentimenti e alla vita della gente. Porto l'esempio del Lazio: se vi ricordate, Storace era dato vincente dai sondaggi fino all'ultimo minuto, trovare un candidato presidente per il centrosinistra è stato difficilissimo perché nessuno dei politici "di professione" (mi viene in mente la Melandri, ma ce ne sono stati altri) ha avuto il coraggio di accettare la sfida.
Eppure alla fine Marrazzo ha vinto contro ogni pronostico, perché? Secondo me perché ha saputo fare campagna girando tra la gente, nei mercati, cercando l'appoggio dei lavoratori e del sindacato, con una dose di umiltà che a dire il vero non mi sembrava avesse quando conduceva trasmissioni televisive.
Non so quale candidato uscirà dalle vostre primarie, ma credo che chiunque sarà può farcela seguendo la stessa strategia.
GRANDIOSE PRIMARIE MILANESI, che permettono tali stimolanti dibattiti!!!
Grande Alberto! formidabile sintesi il tuo ultimo intervento, che sottoscrivo appieno.
E un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti e a tutte le voci (Achab in primo luogo): tutto questo riflettere, esprimere, esporsi, scrivere, confrontarsi, interrogarsi, ... è davvero sommamente arricchente!
...e per il futuro:
PRIMARIE anche per i Consigli di Zona!!!
Ero in via Vignoli per sentire Fassino e confermo quello che dice Alberto. Ho visto la scena, credo che il tizio che ha spintonato via Fassino e Ferrante (che erano totalmente inconsapevoli di quello che stava accadendo) fosse proprio il burocrate di cui parla Alberto nel suo bellissimo post.
Alberto, hai scritto una cosa bellissima, avrei voluto scriverla io. Grazie.
Achab, mi sembra che ti ostini a non capire quello che scrive Alberto. La sua riflessione non è "sulla persona" ma "sulle persone". Vuole semplicemente dire che lui riconiosce in Dario Fo un seme del cambiamento che tutte le persone per bene si aspettano a Milano. L'emozione non è per fo (o non lo è necessariamente), ma per l'opportunità di ribaltare uno chema di potere che da anni sottomette la città (e non mi riferisco solo alla destra, ma anche alla sinistra che per incapacità ci ha sottomessi alla destra).
Savino. Ho mai pronunciato la parola "nazisti"? OK, ho usato il nomignolo eins zwei, che lei però sta leggendo in un modo diverso da come faccio io. Il Quartiere Sarpi non è il centro né del mondo né della città. E' un quartiere di essa, dove abito dal 1986, che subisce lo stesso degrado degli altri, a causa di cose che sono, per esempio, la mancanza di un regolamento comunale (per cui non c'è una ratio in base alla quale punire chi fa il commercio all'ingrosso qui, proprio come non c'è una ratio che impedisca di parlare male dei cinesi di giorno e di vendergli gli immobili di notte, e tante altre cose). Ora, sarà da 20 anni che nessuna Amministrazione mette d'accordo il Consiglio o emana comunque una qualche norma - ignoro la procedura di legge - a proposito del regolamento comunale.
Onestamente, poi, parlavo di alcune lamentele sentite, che non sento di condividere.
Uno dei motivi per cui non mi sento di condividerle (la pulizia etnica c'entra poco) è che:
- preferisco chi si spacca il culo 24 ore al giorno con i veicoli commerciali a chi dà dell'animale ai cinesi, cosa che gente di questo quartiere fa se solo se ne trova davanti uno dall'aria poco "assertiva";
- trovo che, lavorativamente o meno, ci sia un motivo per cui ci sono tante persone di una comunità nello stesso quartiere, e che il motivo sia che questa di andare dove forse si trova lavoro e sostegno sociale è un'opzione che avrei davanti anch'io se emigrassi a migliaia di km di distanza. Magari invece deciderei di andare il più lontano possibile dai miei connazionali, ma se preferissi quell'opzione sarebbero fattacci miei indipendenti da ogni considerazione politica, razziale o altra;
- sicuramente si potrebbero trovare accordi su alcuni temi, tipo la destinazione d'uso (anche io mi incazzo se invece del panettiere trovo solo pelletterie, a poco a poco; poi vado a prendere il pane al supermercato e danneggio un piccolo commerciante italiano o cinese che sia); ma dopo anni che a momenti certe persone, non necessariamente legate al vivi sarpi, ma anche non necessariamente contrarie ai leghisti, al nano e via dicendo, hanno usato argomenti come clave gli argomenti dell'igiene, della pulizia e del fatto di insegnare ai cinesi anche a scopare a momenti, penso che sia più difficile che facile da ottenere o ri-ottenere.
Tutto qui, non se la prenda a male, fra l'altro sono pure sentiti dire, ed è difficile chi fosse più sulla Luna fra le persone che mi hanno raccontato di essersi sentite prese per razziste e la sottoscritta. E' veramente difficile anche per me.
Non sono fricchettona, ma starei mille volte meglio con i fricchettoni che con gente che se uno con gli stranieri (molti poi cittadini italiani) ci fa del volontariato lo accusa di riempire la zona di "froci e di marocchini" (???); di italiani che fanno affari di tutti i tipi con o anche sulle spalle dei cinesi; con i vigili che al 50% multano solo i cinesi e al 50% solo gli italiani. E tante altre robe del genere che vedo e in qualche misura vivo personalmente da anni e anni - compresi gli arrivi alla spicciolata di italiani di origine cinese alle 22 ai seggi con il telefonino in mano e al grido "voglio votale dell'utli".
Il mio voto in ogni caso vale 1.
Carolina