Non è lo scenario peggiore: sarà un nemico gestibile
di Gadi Taub
Malgrado l'allarme iniziale, la vittoria di Hamas potrebbe non costituire lo scenario peggiore. Se dimostrasse di non essere all'altezza del compito o rifiutasse di assumere responsabilità, se l'Anp restasse divisa tra Hamas e Fatah, la situazione precipiterebbe in un nuovo piccolo Libano, il caso peggiore. L'Anp ha finora lasciato che fiorissero organizzazioni militari antagoniste e la disperazione era colpa del governo, la speranza la bandiera dell'opposizione.
Se Hamas assumerà il potere, sulle sue spalle ricadrebbe una buona volta anche la responsabilità della disperazione.
Certo l'opzione resta negativa: Hamas è razzista, antisemita, fondamentalista. Il suo obiettivo dichiarato è distruggere Israele e, magari, l'«Occidente». Ma come responsabile delle condizioni di vita dei palestinesi da inafferrabile gruppo terroristico potrà trasformarsi in nemico gestibile. È più facile trattare con l'Iran che con Al Qaeda. Non perché Hamas rivedrà le sue ambizioni. Ma perché dovrebbe rispondere al popolo per le forniture elettriche, il lavoro, le scorte di cibo. E un embargo produrrebbe risultati. Per Israele, Hamas al potere potrebbe non lasciare spazio a un accordo di pace nell'immediato futuro, ma favorirebbe una pragmatica coordinazione in caso di ulteriori ritiri unilaterali. I principali candidati a premier d'Israele, Olmert e Peretz, hanno assicurato che si adopereranno per un accordo di pace ma che, se fallissero, sceglierebbero la strada del ritiro unilaterale. Sembra che ormai possiamo sbarazzarci del «se».
L'esito delle urne è chiarissimo: Hamas ha la maggioranza e governerà.
Non condivio affatto le preoccupazioni di USA e Europa, non si può invocare sempre la democrazia e una volta che questa viene utilizzata, essere preoccupati. Delle due, l'una.
E condivido il punto di vista di Gadi Taub, la nuova responsabilità politica dovrà responsabilizzare Hamas, altrimenti risulteranno inattendibili e inaffidabili. Vediamoli all'opera prima di criticare sempre a priori.
mi trovo d'accordo con haramlik sui motivi del voto: islam come mezzo per un'identita' forse ai loro occhi irraggiungibile, ma *necessaria*. ha catalizzato le incertezze (non di voto, ma di vita). la corruzione di al fatah ha avuto anche la sua pesante parte sull'esito del voto.
Aleph, mi chiedo se i vertici di hamas vedranno la vittoria come responsabilita' e quindi agiranno con "saggezza"(come mi sembri auspicare), o mischieranno integralismo e politica (cosa che da noi accade sotto altre forme e con impatti di gran lunga piu' leggeri e che cerchiamo di combattere in ogni modo)? non mi riferisco solo alle conseguenze con Israele che possono essere estremamente negative o simili a quelle descritte nell'articolo (*dialogo* in passato ha spesso rappresentato il cammino verso una pace insopportabile per i palestinesi, quindi forse l'unilateralismo sara' la strada che dovranno percorrere). mi riferisco anche a quelle sociali, che colpiranno la vita quotidiana di ogni palestinese. forse la corruzione diminuira' e gli investimenti saranno diretti verso programmi sociali, come gia' hanno dichiarato, ma e' altrettanto probabile che la legge islamica possa essere adottata.
"Vediamoli all'opera prima di giudicare sempre a priori" ?????????
Spero tu stia scherzando.
Giudicare a priori che?
Hamas l'abbiamo già vista all'opera: è specializzata in autobus...Non c'è nulla che deve mostrare.
sharon compie un gesto storico, contro la sua stessa natura umana e politica, nella direzione della pace e questi che fanno? Votano Hamas!
Un popolo che vota in maggioranza un gruppo di terroristi dichiarati e manifesti, è terrorista egli stesso. La maggioranza del popolo palestinese non vuole la pace ma soltanto la distruzione dello stato di Israele come scritto in cima allo "statuto" di Hamas.
Stavolta non ci sono scuse, attenuanti, americani, Sharon, case distrutte, eccetera. Ora si sa che i terroristi non sono una sparuta minoranza di fanatici, ma sono sostenuti dalla maggioranza della popolazione, e questo voto lo ha pesantemente manifestato/ribadito.
E a chi pensa che Hamas possa "ammorbidirsi" poichè al potere, ricordo che anche i liberali all'indomani della Marcia su Roma pensavano che "Il fascismo poteva essere condotto nella legalità governando".
Mentre in tutto il mondo si celebra il giorno della memoria, in palestina una gruppo politico dichiaratamente antisemita che propugna come dogma il "Protocollo dei Savi di Sion", stravince le elezioni. Meditate gente meditate
Claudio1 6 milioni di vittima della Shoah sono opera nostra, quell'orrore e il massacro dei nostri fratelli è stato concepito, messo in atto e consentito all'interno delle nostre società. Secondo quale logica dopo aver faticosamente sollevato una consapevolezza e una condanna di quanto è successo, il peso della colpa viene scaricato su popoli che non c'entrano nulla? Ti sembra onorevole?
Detto questo. Ti chiederei di leggere che esito hanno avuto i trattati di Oslo e in cosa consiste materialmente lo spazio in cui vivono quasi quattro milioni di persone.
Per esempio consiglio questo articolo per averne un sunto:
http://weekly.ahram.org.eg/2005/771/op2.htm
Dopo e solo dopo, potremo confrontarci su quali ragioni abbiano portato i palestinesi a non confermare la fiducia in chi si era fatto garante dei benefici che sarebbero venuti da Oslo. Cioè l'OLP.
E contestualmente potremo anche cercare di capire quali fattori non abbiano consentito la piena realizzazione di questi benefici basilari, come da impegni sottoscritti: vale a dire l'assegnazione ai palestinesi del 22% del territorio storico della palestina, al fine di formare una loro entità statale indipendente.
E' ovvio che i palestinesi non c'entrano nulla con la Shoa e nessuno gliene vuole attribuire colpe, tuttavia Hamas usa nella sua propaganda diverse argomentazioni antisemite e non semplicemente anti-israeliane o anti-sioniste, andando sovente a riprendere alcuni tra i peggiori luoghi comuni dell'antisemitismo, compresi taluni di origine nazista.
In molti libri di storia (finanziati sovente dai fondi UE) in uso nelle scuole palestinesi non si accenna minimamaente alla Shoa.
Accusare gli Israeliani per il loro operato politico e militare non è antisemitismo, propagandare i protocolli di Sion e negare la Shoa lo è, e della specie più deteriore.
Possiamo confrontarci all'infinito sulle ragioni isarealiane e su quelle palestinesi, i palestinesi ne hanno sicuramente molte e tante sofferenze hanno patito. Sta di fatto che Hamas è e resta un movimento antisemita e come tale va giudicato.
Non basta la tesi della corruzione di Arafat ed eredi a giustificare la vittoria di Hamas, c'è una ben precisa ideologia dietro molti di quei voti.
insomma, la variante postmoderna del "Sì, ma i gulag!?".
Carolina