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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
Padania pentita
«Dopo la solidarietà di questi giorni, ho chiesto alla Lega di
lasciarmi tranquillo. Un fatto come questo cambia
tutto. Pensi che sia giusto difendere la tua casa e la tua
famiglia, poi, una notte, l'incubo diventa realtà e quello che resta
è un corpo sotto una coperta. Mi sembra di vedere me stesso in tante dichiarazioni e se fosse successo ad un altro avrei detto
anch'io , "adesso questi stranieri impareranno a stare a casa loro".
Ma oggi non la penso più come prima. E' facile parlare,
ma quando sai che a terra è rimasto un morto ammazzato da te, ti
rendi conto che non sei più quello di prima». Ha parlato così, al cronista di Adnkronos, Michelangelo Rizzi, l'imprenditore quarantenne
che la notte tra il 26 e il 27 gennaio
ha sparato uccidendo un giovane
albanese che stava entrando in casa sua, probabilmente per rubare qualcosa.
Resta il dolore di dover constatare a cosa devono arrivare certi uomini - ammazzare un loro simile a sangue freddo - prima di vedere la follia di chi
teorizza la violenza come bene pubblico.