La piovra
di Furio Colombo
Mi aiutano, per cominciare questo articolo, tre frasi tratte dalle tante e-mail ricevute nelle ultime ore. Non indico nomi dei mittenti (benché siano disponibili se necessario), e questo vi dice lo stato d’animo con cui scrivo questo articolo. Se il presidente del Consiglio di questo Paese, dicono le lettere di tanti cittadini, può impunemente attaccare con sprezzo e violenza un gruppo di magistrati, indicandone ufficio e funzione e ripetendo più volte la sua accusa (penalmente gravissima), è naturale che molti sentano improvvisamente di vivere in una realtà pericolosamente deformata. Chi non vuole cedere il potere sta alzando il tono della minaccia e poiché ha in mano molto potere pubblico e privato, è naturale sentire aria di pericolo. Questo forse spiega perché così tanti, nella professione giornalistica cui spetterebbe fare da chiarificatori e da arbitri, si defilano.
Ecco le frasi. La prima: «Ho paura che vinca Berlusconi perché se vince Berlusconi dovrò vivere nella paura. Se questo politico-proprietario non trova argini o limiti ora che sta per uscire di scena, che cosa accadrebbe se rientrasse in scena nel pieno del suo potere?».
La seconda frase: «Perdonateci, forse esageriamo. Ma il silenzio mediatico nel quale vivono i cittadini, senza sapere o capire come può il capo del governo attaccare in quel modo i giudici, il Capo dello Stato e persino i giornalisti stranieri, dopo avere messo a tacere gran parte di quelli italiani, trasforma le performance di Berlusconi in un incubo».
E la terza frase: «Non ci è riuscito De Lorenzo. Non ci è riuscito Borghese o Gladio o la P2. Succederà che ci riesce Berlusconi?».
Nel corso delle ore trascorse da Berlusconi a “Porta a Porta”, e che hanno originato un fiume inarrestabile e inarrestato di dichiarazioni, molti hanno notato tre passaggi che non si erano mai ascoltati insieme, in quelle costruzioni accurate e calcolate che vengono fatte apparire momenti irruenti di un comunicatore estroso. Se si collegano i passaggi, sparsi tra la sera e la notte del 31 gennaio, nel silenzio quasi completo dello studio di “Porta a Porta”, occorre concludere che si tratta, invece, di un comunicatore efficace, la cui unica condizione è di non essere mai interrotto. Quella notte il primo ministro italiano - che ormai viene seguito con dettagliata attenzione anche dalla stampa internazionale, dopo l’improvvisa impennata di guerra totale a qualunque forma di opposizione o critica, compresi dunque i corrispondenti esteri in Italia - ha fatto sapere, (e ripetuto più volte) che esiste una sorta di piovra rossa (lui ha detto, come in apertura di un nuovo thriller, «un pentagono rosso») che è composta da un ferreo collegamento fra Cooperative, Pci-Pds-Ds, giunte rosse, toghe rosse, finanza rossa.
Ha dichiarato di essere il più grande perseguitato del mondo, perseguitato dai giudici rossi e dal governo rosso. E ha specificamente accusato i giudici di Milano di insabbiare deliberatamente le accuse e le indagini che coinvolgono le cooperative rosse.
Ha sbagliato giudici (l’inchiesta è a Roma) ma non l’obiettivo di fare guerra in modo esemplare. Come quando ha chiuso la bocca a Enzo Biagi. Il suo messaggio è ancora più pesante, ma è sempre lo stesso: io posso. Poi - come in un film sul malaffare - ha dichiarato il suo peso in danaro: «Valgo - ha detto precisando con cura - dieci miliardi di euro».
All’inizio e alla fine della lunga e incontrastata manifestazione elettorale, ha usato un classico argomento golpista. Senza pudore, senza alcun imbarazzo, l’uomo da 10 miliardi di euro (che vuol dire un potere infinito di comprare e vendere, una volta installato al centro del potere politico) ha narrato a rovescio la favola del lupo e dell’agnello. L’uomo che possiede tutto sta in basso e accusa Fassino e le cooperative rosse, e anche il giudice in pensione D’Ambrosio che osa candidarsi, di inquinargli l’acqua, lui che ha comprato o controlla l’intera sorgente di tutto ciò che è notizia.
Perché ho detto «argomento golpista»? Perché apparire il debole che non ne può più e chiama gli altri cittadini alla rivolta è stato tipicamente, classicamente, l’argomento degli appelli populisti alle armi in Germania come in Argentina, nel fascismo italiano come in quello spagnolo. Ci sono due differenze. Qui tutto è mediatico e tutto avviene sullo schermo. Sullo schermo bisogna mentire e sullo schermo minacciare.
Berlusconi lo fa assecondato da complicità e silenzio, e proprio per questo sta attento a piazzare una informazione quasi subliminare: «Attenzione. Io valgo 10 miliardi di euro. Non vi sognerete di pensare che ci si sbarazza facilmente di uno come me?». L’intimidazione funziona.
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Tutto ciò avviene dopo una attenta, minuziosa opera composta di due manovre: una è l’occupazione e la sottomissione dei media, cominciata nel momento in cui si è provveduto a licenziare pubblicamente e clamorosamente (con il sistema del dileggio, tipico della rivoluzione culturale cinese) alcuni tra i più importanti personaggi del giornalismo italiano, cominciando da Enzo Biagi.
L’altra mossa è l’accreditamento ossessivo e costante della Tv come il luogo della politica. Utilizzando in pieno e senza scrupoli la sua posizione di proprietario delle reti private e controllore delle reti pubbliche, gli è riuscito di imporre anche agli avversari una tv rigorosamente controllata (e in particolare uno spazio di quella tv rigorosamente controllata) come il luogo in cui avviene tutto il confronto politico e in cui si compiono tutti gli atti politici che contano, a cominciare da quel gesto truffa che è stato il «contratto con gli italiani», una serie di vantate e, in gran parte, irrealistiche promesse elettorali divenute «contratto» a causa del luogo, del modo e del notariato televisivo con cui sono state accreditate per gli elettori ridotti a “audience”.
Berlusconi dunque dispone di un potere illegale (da presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non solo controlla pesantemente la Tv di Stato, ma autorizza formalmente Silvio Berlusconi a utilizzare le frequenze pubbliche necessarie alle sue televisioni private) e ha deciso di usarlo tutto, con modalità che sono anch’esse illegali (invasione di tutti gli spazi, gli studi, i programmi, i tempi, in pieno periodo elettorale) imponendo alla audience, ma anche agli avversari e anche alle Istituzioni, di prestare attenzione non al suo governo o alla sua maggioranza o a un eventuale programma politico (che risulta del tutto inesistente) o a un rapporto sulle presunte realizzazioni di governo. Ma esclusivamente su se stesso, le sue doti, qualità, straordinaria capacità in tutti i campi. Per farlo è stato necessario offendere il presidente della Repubblica. Ciampi infatti si è accorto della deformazione grave nell’uso elettorale dei media e lo ha denunciato. Berlusconi lo ha definito «liberticida» (attraverso la definizione da lui data alla legge sulla par condicio invocata dal Capo dello Stato) e ha continuato la sua cavalcata solitaria fondata sul disprezzo di ogni regola, di ogni avversario e anche della massima istituzione della Repubblica. Per farlo ha dovuto insultare il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a cui ha attribuito, nel suo ossessivo monologo, la caduta del suo primo governo, come se Scalfaro avesse ordito un golpe.
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Una volta messo il Paese nella condizione di non poter ignorare una simile tecnica, prima di assoggettamento e poi di occupazione totale (se non altro per il fatto che il presidente del Consiglio è in grado di decidere ogni giorno e ogni ora qual è l’argomento che deve essere imposto all’attenzione degli italiani attraverso i telegiornali truccati), Berlusconi ha completato il piano con la mossa estrema. È una mossa disperata, se volete (perché certo è stata decisa mentre il premier era di fronte a pessime previsioni elettorali) ma imposta da una posizione di forza saldamente controllata.
La mossa è di scatenare, lui capo del governo, una campagna di opposizione. La sua è la chiamata alla rivolta contro «il potere rosso che soffoca la libertà a poco a poco fino a quando non vi accorgete più di essere stati privati della libertà» (testuale, “Porta a Porta”, 31 gennaio, nel silenzio, forse stupito, dello studio).
L’originalità dell’affermazione non sta nell’accusa di pericolo rosso in caso di vittoria della opposizione. La nuova strategia è diversa. L’accusa è che il dominio rosso è in atto adesso e sta strangolando adesso il Paese. È lo stesso Paese nel quale, «sotto la dominazione comunista che ormai dura da cinquant’anni», lui «dal niente» è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo. Ma lui chiama alla rivolta qui e adesso.
Ripeto e cito l’Ansa che cita Berlusconi da Vespa: «C’è un pentagono rosso composto da Pci-Pds-Ds, giunte rosse, magistratura rossa, finanza rossa e cooperative rosse. Ebbene su questo sistema le procure hanno insabbiato tutto, mentre nel 1994 noi siamo stati tagliati fuori dalla magistratura rossa di Milano con un golpe giudiziario».
Dunque «le polemiche assurde con il capo dello Stato sono servite a coprire Unipol». Come dire: anche Ciampi è complice. Aggiunge il proprietario dell’intero sistema dell’informazione italiana mentre entra ed esce da tutti gli studi televisivi che ha deciso di occupare: «Di tutto questo in Italia è proibito parlare. Ma io sono temerario perché mi sono schierato contro questo sistema».
È a questo punto che Berlusconi piazza il suo valore personale e imprenditoriale, benevolmente indicandolo in 10 miliardi di euro (Bloomberg, in un servizio tra divertito e indignato a firma Steve Sherer lo stesso giorno lo piazza più in alto, a quota 12 miliardi di euro). Poi, stando seduto sopra la tv di Stato che controlla, nel luogo appositamente costruito per definire il superpotere mediatico di dettare ogni agenda e definire ogni mossa, a partire dalle sue decisioni e dalle sue strategie, Berlusconi definisce se stesso l’agnello che sta a valle, ed è costretto a bere l’acqua inquinata del lupo comunista.
Come parlando in una Praga occupata dai carri armati sovietici, afferma (cito sempre l’Ansa dopo “Porta a Porta” del 31 gennaio): «È una cosa aberrante pensare di mettere in mano a chi ha fallito tutto nella sua professione il nostro destino, di pensare che della gente che ha fatto soltanto politica e dalla parte sbagliata, perché ha scelto l’ideologia comunista (e sappiamo a cosa ha portato) possa prendere in mano il destino mio, delle mie aziende e degli italiani». Notare la sequenza: gli italiani vengono per ultimi.
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I golpe possono non riuscire, ma la mossa - lo ripeto - è golpista. Primo, occupare le televisioni. Secondo, sollevare la ribellione contro un intollerabile stato di cose, che nessun altro avrebbe il coraggio di denunciare. Terzo, mostrarci tutti i suoi avversari come una banda corrotta, stracarica di potere, da cui bisogna avere il coraggio di liberare il Paese. Quarto, usare l’arbitrio del potere mediatico per falsificare la storia, sovrapponendo un lontano passato che non ha mai riguardato l’Italia, e facendolo apparire il presente che bisogna combattere. Quinto, apparire fuori e contro il palazzo, descritto come già occupato dai comunisti. In tal modo Berlusconi dice, con la potenza di un immenso megafono, e stando al centro del potere, che bisogna smantellare il potere perché è nelle mani dei comunisti.
Basterebbe la satira a raccontare una simile storia, se la satira fosse permessa, e se il decorso regolare e civile della campagna elettorale non fosse stato buttato all’aria dalle mosse della strategia di opposizione totale del premier (contro Ciampi, contro Prodi, contro i comunisti e il loro «immenso soffocante potere»). Tutto ciò è reso possibile dalla totale occupazione delle televisioni e dal vasto silenzio dei giornali che sembrano non vedere, salvo eccezioni sporadiche, l’insieme del pericolo. Sono giorni che l’amico più stretto dell’imputato-condannato Dell’Utri e dell’imputato-condannato Previti, il leader della coalizione di governo che ha il suo pilastro in Sicilia nella persona di Totò Cuffaro, inquisito per sospetti rapporti di mafia, definisce «marcia la magistratura italiana».
Nella televisione sequestrata e nei media spaventati, quel che resta della par condicio aprirà (ma non subito, forse fra dieci giorni) alcune finestre mediatiche. Da quelle finestre l’opposizione potrà finalmente impegnarsi nello sforzo immenso di far tornare i cittadini stravolti alla realtà e verità dei fatti: ricchezza e potere e corruzione di Berlusconi premier. Lo farà con le parole chiare e dure di Fassino e di Prodi quando si sono trovati davanti alla sequenza stravolta della «par condicio» approvata dalla apposita commissione parlamentare. In quella sequenza è previsto che Berlusconi chiuda, da solo, la campagna elettorale, un fatto che non avviene, non è mai avvenuto e non può avvenire in nessuna democrazia. «L’Italia ha il più basso livello di libertà di stampa nell’Unione Europea», scrive Steve Sherer nel servizio giornalistico Bloomberg del 30 gennaio che si intitola «Berlusconi Media Blitz».
«Che politico è, mi chiedo, uno che non sente il dovere democratico di rispondere alle domande dei giornalisti, tranne quelli compiacenti?» dice David Lane, corrispondente da Roma dell’Economist.
«Lo speciale accesso di Berlusconi a Tv e radio italiane sarebbe considerato oltraggioso in ogni altro Paese europeo», dice Peter Popham, corrispondente da Roma dell’Independent.
«Non mi stupisce questo attacco, dopo quello che Berlusconi dice costantemente della stampa italiana», dice Christian Spillman, corrispondente da Roma della France Press.
«Preferisco non dire come definiamo in Germania chi parla così dal mattino alla sera», dice Heinz Joachim Fischer, corrispondente da Roma del Frankfurter Allgemeine Zeitung.
Prendiamo atto di non essere soli. Tuttavia, in un momento come questo, avremmo voluto ascoltare la voce di tanti colleghi italiani. Non a sostegno di una parte. Ma in uno scatto di rivolta a difesa dei colleghi della stampa estera che hanno dovuto difendersi da soli. E a sostegno, unito e immediato, del presidente della Repubblica che sta chiedendo civile, uguale accesso ai mezzi di comunicazione di massa. Per il momento, va notato con tristezza, non è accaduto. Per il momento l’Ordine dei Giornalisti ti chiama a rendere conto se sei accusato di dire male di Bruno Vespa.
E tutto ciò accade mentre Berlusconi non ha ancora vinto. Qualcuno vorrà provare a immaginare il dopo?
Siamo certi, non accadrà. Ma la paura continua ad attanagliare molti italiani e la prudenza continua a bloccare l’Italia giornalistica. Leggeremo una parte di ciò che è accaduto nella vita italiana di questi anni soltanto nelle corrispondenze di alcuni giornalisti di altri Paesi. Quando proviamo a farlo noi c’è sempre un collega niente affatto di destra, niente affatto schierato, che è pronto a definirti «girotondino, radicale, furioso», solo per avere detto, esattamente e testardamente, le parole dei colleghi di altri Paesi dove i governi, di destra o di sinistra, sono normali. Intanto Berlusconi indisturbato batte manate sul tavolo dello studio di Rula Jebreal, a La7, e grida: «Per Dio, non lo vedete il pericolo?».
Noi lo vediamo.
Quindi sarebbe in atto un golpe perchè lo dice Furio Colombo? Ma per favore...
Manco sai leggere. Furio Colombo ne prende atto. Qualunque cretino se ne accorge. A meno che non sia oltre la soglia di cretineria ragionevole. O che sia coinvolto col golpista.
Oh beh...veramente mi pareva di aver letto "Quello che Berlusconi sta mettendo in atto in questi giorni è un vero e proprio golpe, mediatico ma non troppo. A chi non ci crede, suggeriamo la lettura del fondo di Furio Colombo pubblicato ieri su l'Unità"...ma tant'è, mi sottoporrò ad una "severa autocritica"...
fotone non si tira mai indietro quando si tratta di leccare per benino il padrone e difendere i potenti.
si vede che o e' un povero demente turlupinato dalla propaganda o e' uno che ci guadagna. cioe' un collaborazionista.
Dai Fotone, vai a corregegre i pariolini che non sanno scrivere "gott mit uns"....
Parere in libertà: se continuate a giudicare gli avversari (stavo per scrivere i "nemici") con questi schemi mentali preconfezionati ("pariolini", "dementi", "Gott mit uns", ecc. ecc.), non arriverete a capo di nulla...
semplicemente: chi appoggia QUESTO governo non e' un nostro simile. punto.
In questi giorni, non so voi, ma mi sono accorto di provare malessere davanti alla televisione.
Malessere fisico. Non è più una questione di opinione di credo politico, di cosa si pensi o meno di Berlusconi. E' qualcosa di divers. E' propio il senso di una prepotenza elevata all'ennesima potenza che si diffonde e colpisce duramente. Penso che questo modelle, inteso come modo di fare, sia qualcosa di aberrante. fa star male sentire la facilità con cui Berlusconi si permette di calunniare (si pensi alla frase sul turismo sessuale dei giudici gettata in pasto ai media come niente fosse), mistificare, inventare, urlare, insultare. E' un pungo nello stomaco al libero pensiero, alla razionalità, al concetto che ho, spero abbiamo in tanti, di "ragione" e "ragionare". E' un calpestare con violenza e odio i miei valori, quelli della ricerca di profondità e di fuga dalla superficialità, in ogni ragionamento. Mi sento aggredito in prima persona. Non riesco a sopportare questa cosa. Fin'ora ho cambiato canale, ma l'operazione, visto il dilagare folle e senza freno di questi ultimi giorni, diventa sempre più difficile. Se dovesse mai vincere le elezioni in questo modo, imponendo un modello di pensiero vuoto, gretto, prepotente e violento come questo, perderò, sono serio, sarebbe davvero il sigillo definitivo a un paese nel quale non mi riconosco più. Quando iniziai a votare, c'erano Forlani, Andreotti, eppure c'erano ancora nei vari campi, nella cultura, nel pensiero, in televisione, in economia persone a loro modo competenti. ecco oggi è come se tutto ciò che è competente che è di qualità venisse scansato d'un colpo da una spallata arrogante, violenta e retriva. Come la Lamborghini gialla in via Montenapoleone, o le auto parcheggiate sui marciapiedi che ti costringono a scendere da uno spazio che dovrebbe essere sempre sacrosantamente tuo. Che ci stiamo a fare in un paese così?
appoggio totalmente achab, sono le stesse sensazioni che sto provando anch'io. altri 2 mesi così e andrò in esaurimento, non vedo l'ora che si voti e non voglio nemmeno pensare che possa rivincere...
Be' Achab, è chiaro che ci stiamo a fare: a fare media, a camminare sui marciapiede, a pedalare sulle strade, a convincere almeno tre persone ciascuno a non votare Silvio e due a non votare Letizia. E poi a stare appresso a Prodi e Ferrante - soprattutto ai loro sgherri - per verificare che non si berlusconizzino pure loro.
Se vince ancora, io smetto di votare; faro' di tutto per non pagare le tasse, perdero' quel poco di rispetto che ho per i miei connazionali; e appena possibile emigrero' in un paese civile.
E non e' uno scherzo.
fino ad aprile è chiaro che ci stiamo a fare. Ma se ad aprile dovesse andare male, a quel punto si pone la domanda.
e la soluzione è quella di Andrea_Riot
alberto, la situazione è secondo me completamente fuori controllo. Non è normale quello che sta facendo Berlusconi. Eppure lo può fare. Arrivare a questo ossimoro è qualcosa che mi spaventa. E' come se avessi la sensazione che nessuno è in grado di ripristinare la normalità e di farla rispettare. E' un modo di fare, non è solo un credo politico: è violenza. Dal mio punto di vista è violenza. Mistificata dai media.
Io domando: come è possibile che lui dica ciò che gli pare sui Ds, su Uipol e poi nessun giornalista possa verificare in fretta se ciò che dice è vero o falso e mostrarlo ai telespettatori. Molte delle cose che ha detto si sono dimostrare completamente infondate (si pensi al caso di Reggio Calabria: tutti assolti e anche risarciti) eppure nessun tg, nessun programma divulga chiaramente la notizia con tanto di prove. Il tg3, si è difeso dall'accusa di non aver ripsettato la par condicio, dimostrando nei fatti di aver fatto più servizi in cui parlava Berlusconi (il triplo) ripsetto a quelli in cui parlava Prodi. Questo per rispondere alle accuse, false, di Berlsuconi. Perché il tg3 non fa altrettanto sul caso di Reggio Calabira o su le milla latre palle mediatiche di questi giorni? Non è possibile che passi questo modo di sparare menzogne perché tanto nessuno dimostra che lo sono, o se lo dimostra, la gente, la massa, non lo sa perché non legge i giornali. I giornalisti dovrebbero dove è possibile mostrare al paese che quelle di Berlusconi sono palle per intortarli. E invece niente. Solo polemiche. E il suo modo di fare politica passa. E insatura un pericoloso precedente. Spingendo chiunque a sentirsi giustificato ad attaccare l'avversario con qualsiasi metodo, compresa la menzogna, l'importante è che la gente ci creda.
Crediateci o meno, sto subordinando la decisione di comprare casa al risultato del 9 aprile prossimo venturo.
achab, il problema sta a monte. lui lo può fare perchè le TV le possiede o le controlla. e da un certo punto di vista, è la giusta punizione per chi, considerandolo spacciato e sulla via del tramonto, se non addirittura illudendosi che la giustizia avrebbe fatto il suo corso, gli ha risparmiato una legge sul conflitto di interessi degna di un paese democratico e liberale quale il nostro pretenderebbe di essere.
... giusta punizione, ovviamente, per modo di dire, visto che chi ne paga le conseguenze siamo noi, più che coloro che quella legge avrebbero dovuto farla.
volevo dire ad achab davide andrea e gli altri amici che l'angoscia e' comprensibile la disperazione no. non sentitevi soli. e tonii stavolta vai a votare, cazzo
non capisco il ragionamento di chi dice" se vince il berlusca me ne vado all'estero". a parte che non e' che gli altri paesi stanno messo tanto meglio, ma cosi' non si risolvono i problemi...
sara' che sto vivo in Irlanda e non mi devo sciusciare certe cose ;)
"ma cosi' non si risolvono i problemi..."
mano alle armi?
grazie al cazzo Saoirse, tu il problema l'hai già risolto ;)
Cominciamo ad andare a votare TUTTI, turandoci tutti i fori di cui siamo stati dotati.
Il conduttore del confronto Berlusconi-Prodi sarà Vespa.
(volevo aggiungere turiamoceli tra di noi ma non mi sembra un bellissimo slogan)
@achab: quindi, se Prodi leggesse cio' che hai scritto sopra, sarebbe ancora piu' facile sbugiardarli, recintarli nella loro grottesca e violenta propaganda, per contrasto.
...E io mi domando: perchè un moderatore? Perché non un confronto a tempo in cui sia vietato interrompere l'altro e in cui i due candidati si limitano (a tempo ripeto, rigorosamente lo stesso per ciascuno) a rispondere alle domande di una platea eterogenea di giornalisti? E' chiedere tanto? Abbiamo sempre bisogno dello spettacolo, del teatrino, del conduttore, delle battute? Non possiamo, è vietato, vivere di sostanza, di programmi, di qualità e non fuffa?
achab, tu giochi pesante. mi sembra che per adesso, l'ufficio legale della rai abbia solo detto che vespa (che non e' dipendente) puo' fare il 'conduttore' come dici tu in barba alle disposizioni vigenti (che vorrebbero un giornalista rai). sembra solo l'ennesima prepotenza o tentativo di prevaricazione, un po' di fiducia nel futuro.
ihihih... ma proprio ali baba tirano fuori... ahahahahahah... da non credersi :-)
Carolina
Carolina, hai sbagliato thread; cmq riguardo ai ladroni hai perfettamente ragione, peccato che siano molti piu' di 40.
Non gioco pesante: ho riportato una notizia. Vespa è stato proposto. Non dovrebbe essere nemmeno proposto. Ripeto: non ci dovrebbe essere conduttore, ma: parità di tempi su ogni domanda (se superi, ti spengono il microfono), divieto assoluto di interrompere, e domande fatte a turno da giornalsiti che rappresentino equamente tutti gli orgnai di informazione principali, in un luogo asettico e senza la clac (né per l'uno né per l'altro). Mi sembra una richiesta normale, in un momento di follia e psicosi collettiva. ma in Italia non si può: è più probabile avere le veline tra i due che ballano e i ragazzi del grande fratello a fare le domande.
L'alternativa per Prodi è di non presentarsi, e di mandare al suo posto uno psichiatra.
ah beh... i thread dei ladroni si sprecherebbero in realtà... comunque direi che c'è una cospicua bibliografia economica in proposito (p. es. Paul Samuelson, "Economia", scritto con William Nordhaus, pubblicato da Mc Graw Hill, cap. 9, pagina 181).
Carolina
(ciao achab, scusa se mi sono spiegato male. volevo dire che siccome siamo tutti coi nervi tesi, dare una notizia come quella che hai dato nel modo in cui l'hai data provoca l'urlo della sala. come quando entra il mostro schifoso nel film dell'orrore, volevo parlare del gioco psicologico insomma. per il resto d'accordo con te, ma psicologi in gamba, boh? e spero che il tuo--e mio--sentimento sia recepito dai vertici dell'unione che rifiutino questa palese trappola.)
Tornando al discorso del cambiare paese.. NO cavoli NO. Nn è giusto. La resa NO. Lo si smaskera, lo si inkioda e lo si manda a casa.(ed è già tanto x' c po3bbe esser anke la galera invece c accontentiamo d rimandarlo a casa).
Non capisco. Da assiduo frequentatore di edicole, siti "kontrokorrente", televisioni lokali e nazionali, proprio non comprendo.
Certo, l'affermazione di Tonni Antropologo Militante, "semplicemente: chi appoggia QUESTO governo non e' un nostro simile. punto", contribuisce a gettare qualche spiraglio di luce nella mia mente ottenebrata di "non simile" (E Norimberga è sempre dietro l'angolo, a quanto vedo...).
Nei supermercati del media (virtuali e cartacei) ch'io sono uso frequentare continuo a vedere (nè con disappunto, nè con piacere) Il Manifesto (che vanta tra i propri azionisti lo scarparo Della Valle...Ah! L'eterogenesi dei compagni...), Liberazione, Repubblica, Micromega (che, stando alle parole del suo patinato direttore Flores D'Arcais è la rivista del "settore" più venduta al Mondo), l'Unità, L'Ateo (rivista dello UAAR), The Economist, Die Spiegel, Le Monde, Figarò, Indymedia, OMB, Haramlik, Kelebkler, Playboy, Il Riformista, L'Avanti (che ogni tanto concede generosamente qualche spazio pure al sottoscritto), l'Espresso, Il Venerdì, Il Secolo XIX, il Corriere Mercantile...
Capisco che, forse, sono un privilegiato rispetto a Furio Colombo, il quale evidentemente è solito frequentare edicole e portali telematici gestiti esclusivamente dagli sgherri del nuovo Minculpop. Me ne spiaccio, ma è un problema suo.
Possibile che siano tutti servi del Padrone?
Capisco Ferrara, servo e apostata, Feltri, servo indisciplinato, Belpietro, servo e antipatico, Giannino, servo e colpevole di essere Intellettuale (con la "I" maiuscola), ma...anche tutti gli altri?
Padellaro uomo di Berlusconi? Paolo Flores servo del Padrone? D'Eramo, quando non impegnato a smorzar candele in sagrestia con piglio santimonioso, butler di Arcore?
Natalia Aspesi cameriera a ore di Palazzo Chigi?
Ezio Mauro, Eugenio Scalfari e Ilvo Diamanti novello trio Reno che balla e canta per compiacere il premier?
Umberto Eco addetto a portare i "grembiuli" azzurri e non solo alla lavanderia Focault?
E Magdi Allam? Servo ed extracomunitario?
Se applicassero a lui la Bossi-Fini sareste contenti?
E Paolo Mieli? Servo e "inferiore" per questioni antropologiche quali quelle menzionate dal Mentecatto Divoratore di Mantecato Militante?
Certo io comprendo il vostro disdoro e le vostre preoccupazioni: da quando il Premier è ricomparso sugli schermi televisivi con piglio da Stormtrooper Forza Italia ha ripreso un 3% netto (stando ai sondaggi promossi dalle testate antigovernative), passando dal 17,5 a quasi il 21%.
Evidentemente non è proprio intellettualmente onesto ed auspicabile che il leader di una coalizione politica faccia il gioco degli avversari evitando, in campagna elettorale, di recar turbativa alle anime belle per le quali "giocare secondo le regole" vuol dire far vincere gli avversari: tutto va bene, collusi, servi, criptomafiosi, nekulturnj, gretti e sempliciotti, ma imbecilli forse no.
Noi si giocherebbe per vincere...e voi?
perchè non vai a rispondere alla domanda che ti abbiamo fatto nell'altro post?
Quale?
coloriamo di rosso...
non rileggi che effetto fanno le tue trollate ,o forse più verosimilmente le trollate dei "ghost writer riuniti" , bubbidolo & co.
saro' limitato, ma bubbidolo che gioca con gli altri bambini non riesco proprio ad immaginarlo, lo vedo piuttosto intento a torturare i genitori: pippo ha i colori a spirito! lollo ha il panino con la nutella! ciacci ha la paghetta piu' alta della mia!
Ahahahahaha!! Un punto per te Beppe.
Non perch'io mi riconosca in quanto hai scritto, ma il quadretto era sinceramente esilarante.
Che ce voi fa, sono un sempliciotto che ride per i film di Vanzina o degli ZAZ...
Bubbolo serve con impegno il suo padrone. D'altra parte fa bene, tutti quelli come lui alla fine sono stati ricompensati. Il regime berlusconiano ha bisogno di Unità, Barbacetto, manifesto, Eco e Colombo come schermo per la propria occupazione strisciante del Paese. E ha bisogno di bubboli che confondano le idee alle persone con fiumi di parole senza senso. Solo due mesi, poi li si mandan via.
Delle due l'una: se c'è stata l'occupazione strisciante del paese, come farete tra due mesi a mandarli via!?
Patibolo,
la liberta' cartacea e', spesso, quella di non essere letta.
come sai, invece, il rifiuto della caja tonta che il tuo capo ha occupato (personalmente e non), e' qualcosa di poco comune. quindi, di che liberta' parli? liberta' recintata? alibi?
avete anche un brutto vizio. etimologicamente, imbecille ed onesto non hanno nulla a che vedere.
Mai letto una frase piu' fascista di quella di fotone: leggiamola cosi':"cazzo vi sbattete, che tanto con le buone o le cattive vinciamo noi".
Spero ti stia sbagliando.
Un cordiale fanculo.
Caro Andrea Reperto-Riot, hai letto male, ma tant'è!
Antonella il Bubbi nn c si fila..
E noi ke ancora gli diamo mezza speranza..
Bubbi io aspetto ancora il link nell'altro post sulla ragazza d Genova..
La speranza è l'ultima a morire..
Ah! Ecco quale era la domanda.
La notizia è stata modestamente trafilettata dal Secolo XIX di un mesetto fa, ma non avendo io accesso all'archivio (bisogna essere abbonati) non posso fornirvi alcun link. Spiacente.
se qualcuno di voi lo fosse, vada sul sito del secolo XIX, sezione archivio.