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Alberto Biraghi
Un'ora e mezza di ritardo
Una serata come le altre, una coppia come tante, bella benestante di mezza età, che si avvicina alla pensione. E' ora di uscire per la cena che sancisce la vendita delle quote della società, ma Giuliana (Stefania Sandrelli) nicchia. Tira tardi, si capisce che non ha voglia di uscire. Da qui, dalla trattativa tra lei e Vittorio (Luciano Virgilio), il marito, prende spunto la commedia. Dopo 18 anni di matrimonio i due coniugi finalmente si lasciano andare, si dicono cose mai dette, superano blocchi e tabù mai superati prima. Il testo brillante e garbato è messo in scena con eleganza da Piero Maccarinelli, specialista di commedia contemporanea. Bravissimo Virgilio, che sa dare verve al suo personaggio senza mai scadere nella macchietta.
Meno brava - ma sempre affascinante - Stefania Sandrelli, che torna dopo tanti anni sul palcoscenico. Ovviamente è sempre un piacere vederla (soprattutto per i ricordi dei sogni erotici giovanmili che sa far riaffiorare), anche se la sua interpretazione neppure sfiora quella del collega di palcoscenico. "Giuliana" è più monocorde, stereotipata. Le sue rare mattane sono poco credivili. Immaginiamo cosa sarebbe questo lavoro con una Lina Sastri o anche una Margherita Buy, attrici capaci di condire il testo con il loro irresistibile carisma. Ma è il solito perlo nell'uovo, perché Un'ora e mezzo di ritardo resta comunque
un lavoro piacevole e di eccellente livello.
07.02.06 00:36 - sezione
teatro