La tragedia delle foibe e i crimini fascisti
La «memoria dimezzata» nel racconto dello storico Angelo Del Boca
di TOMMASO DI FRANCESCO
A Trieste, in molte altre città italiane e a Palazzo Chigi la scorsa settimana è stata celebrata la «giornata del ricordo» sulla tragedia delle foibe e dell'esodo degli italiani dall'Istria. C'è bisogno di una memoria condivisa, c'è bisogno reale di una pacificazione. La celebrazione al contrario è stata fatto in aperto scontro con la verità, dimezzando la memoria storica. Perfino il presidente della repubblica Ciampi ha dimenticato di ricordare nel suo intervento il ruolo determinante della violenza fascista in quelle terre. Cancellare la verità e, peggio, costruire una unità nazionalista e patria contro la «barbarie slava». Berlusconi e la destra post-fascista hanno fatto di peggio. Hanno celebrato con un vero e proprio comizio, inscrivendo le foibe dentro la campagna elettorale contro tutta la sinistra, dichiarando «basta buchi neri, pagine strappate, omissioni». Così si è costruita una grande omissione che è quella delle responsabilità prima del nazifascismo, un «buco nero» che riguarda la cultura della sinistra che vuole governare e che, di fronte a questo attacco - in tv lo spot del governo diceva: «Pulizia etnica comunista» - non ha reagito. Mentre Forza Italia apre le sue liste alle peggiori formazioni e figure del neofascismo. Così approfondire, parlare di foibe, esodo e storia coloniale del fascismo sul confine, vuol dire rendere più attuale la consapevolezza che quelle atrocità non si debbano ripetere. Enzo Collotti sulle pagine de il manifesto ha scritto: «Ecco che cosa significa parlare delle foibe: chiamare in causa il complesso di situazioni cumulatesi nell'arco di un ventennio con l'esasperazione di violenza e di lacerazioni politiche, militari, sociali concentratesi in particolare nella fase più acuta della Seconda guerra mondiale». Su questi temi, in aperta ricerca di un racconto che salvaguardi il rispetto di tutte le vittime ma anche l'oggettività degli accadimenti, abbiamo posto alcune domande allo storico Angelo Del Boca.
Come giudica la celebrazione istituzionale avvenuta in queste settimane del cosiddetto «giorno del ricordo»?
Questo «giorno del ricordo», così come viene celebrato da un paio di anni, è una sorta di triste compromesso che non ha alcun fondamento storico. E ci stupisce che politici della statura di Fassino e di Violante abbiano aderito all'iniziativa di Alleanza Nazionale quando essi sanno benissimo che il presidente del consiglio Berlusconi considera questa ricorrenza come il giorno della «pulizia etnica comunista», dimenticando che le foibe e l'esodo dei giuliano-dalmati costituiscono una diretta eredità del ventennio fascista e dell'occupazione italiana dei Balcani durante la Seconda guerra mondiale.
Ne viene fuori una memoria dimezzata, nella quale la violenza fascista in quelle terre è cancellata. Qual è il contesto storico che produce la tragedia delle foibe?
Non c'è alcun dubbio. Ne esce una memoria dimezzata. Con il risultato non di colmare una lacuna storica, con una legittima revisione, ma di rendere ancora più confusa, inestricabile, la storia della nostra presenza sul confine orientale. Non si può capire l'estrema, condannabile, violenza del regime di Tito, che ha generato le foibe e l'esodo di centinaia di migliaia di italiani, se non si ripercorre la storia del Novecento. Quando l'Italia, vincitrice nella Prima guerra mondiale, ingloba nel proprio territorio 327 mila sloveni e 152 mila croati, anziché scegliere la strada del rispetto per le minoranze, suggerito da Wilson, sceglie invece quella dell'assimilazione forzata e brutale. E' con l'incendio, il 13 luglio 1920, del Darodni Dom, la sede delle principali organizzazioni slave di Trieste, che ha inizio la grande campagna di snazionalizzazione della Venezia Giulia.
Se si leggono i rapporti dei prefetti e dei gerarchi fascisti, questa campagna viene descritta con differenti locuzioni: «assimilazione», «italianizzazione», «nazionalizzazione», «bonifica etnica», «epurazione etnica». Ma il significato è lo stesso: annientamento di un popolo. Come hanno scritto i quattordici storici italiani e sloveni della Commissione mista, in quel loro documento purtroppo dimenticato, «il fascismo cercò di realizzare nella Venezia Giulia un vero e proprio programma di distruzione integrale dell'identità nazionale slovena e croata». Programma che l'Italia fascista cercò di completare nel 1941, quando incorporò nel proprio territorio la parte meridionale della Slovenia. Adesso non erano più le squadracce di Francesco Giunta a usare violenze sulle minoranze slave, ma l'esercito italiano, il quale, in base alla famigerata circolare 3C, emessa il 1° marzo 1942 dal generale Roatta, potevano impiegare ogni mezzo per piegare la resistenza degli sloveni. I risultati di questa condotta sono tristemente noti: 13 mila uccisi, fra partigiani e civili; 26 mila deportati in campi di concentramento; 83 condanne a morte, 434 ergastoli, 2695 pene detentive per un totale di 25.459 anni.
Tutto questo può bastare per scatenare odi e desiderio di vendetta? Basta per spiegare le foibe, anche se nelle foibe sono finiti degli innocenti e non il generale Roatta?
Come giudica il fatto che si parli delle foibe contro gli italiani e invece per i crimini fascisti e nazisti commessi in Jugoslavia i processi e la verità sono stati respinti ripetutamente dai governi italiani del dopoguerra?
Non uno solo dei generali italiani che hanno operato nei Balcani, tra il 1941 e il 1943, ha pagato per i suoi crimini. Così come nessun generale o gerarca fascista ha pagato per le stragi, le deportazioni, l'uso dei gas in Etiopia e in Libia. Alcuni di costoro, anzi, hanno avuto incarichi ed onori dagli stessi governi della Repubblica, nata dalla Resistenza. Chi sperava, come l'imperatore Hailè Selassiè, in una «Norimberga italiana», è rimasto deluso. Avendo assunto la deprecabile decisione di non consegnare a paesi stranieri criminali di guerra (soltanto Belgrado ne aveva richiesti 750), Roma rinunciava anche, salvo per una dozzina di personaggi, a chiedere alla Germania la consegna dei nazisti che si erano macchiati in Italia, tra il 1943 e il 1945, di un numero infinito di stragi (non meno di 10 mila uccisi fra i civili).
Lo storico Filippo Focardi ha chiesto dalle pagine della rivista «Contemporanea» - che sul tema ha dedicato un dossier nel numero 2 del 2005 - al presidente Ciampi di andare a visitare Arbe. E' giusto insistere?
Nel suo articolo, ricordando come il presidente della Repubblica Ciampi avesse fatto visita alle foibe di Basovizza, Filippo Focardi lo invitava, per poter realizzare «una memoria intera», a visitare anche l'isola di Arbe, sede del principale campo di concentramento italiano per civili jugoslavi. Il tasso di mortalità ad Arbe era del 19 per cento, ossia da campo di sterminio. Secondo fonti slovene, infatti, le vittime furono tra le 3 e le 4 mila. E' un vero peccato che la prossima scadenza del mandato impedisca al capo dello Stato di raccogliere l'invito di Focardi. «Sarebbe un gesto simbolico importante - scriveva lo storico - paragonabile alla visita compiuta tre anni fa dal presidente tedesco Johannes Rau a Marzabotto. Ciampi apprezzò molto quella visita».
Nella cerimonia a Palazzo Chigi sia Berlusconi che Fini hanno inserito la questione delle foibe dentro la campagna elettorale, mentre aprono le liste a Fiamma tricolore e a Forza Nuova.
Non mi stupisce il fatto che Berlusconi e Fini abbiano inserito la questione delle foibe nella loro campagna elettorale, tesi come sono a denunciare, in forma ossessiva, il pericolo comunista, di ieri e di oggi. Ciò che mi stupisce, invece, è che Fini accetti che le liste della Casa delle libertà siano aperte a formazioni di estrema destra, come il Msi-Fiamma Tricolore di Pino Rauti e il Nuovo Msi-Destra Nazionale di Gaetano Saya. Se questa operazione va in porto, perdono di credibilità la svolta di Fiuggi, i viaggi propiziatori in Israele, il giudizio sostanzialmente negativo sul fascismo. Tutto per un pugno di voti?
sognavamo che guevara e c'è bordon?
Carolina
Grande articolo.
Comunque era il Narodni dom, non Darodni dom.
che palleeee!
come si puo' pensare che un evento come quello, ad un paio di mesi dalle elezioni, non sia stato messo in piedi per scopi elettorali...
comunque per me, la verita' (storica) puo' anche essere svelata a pezzi, purche' siano svelati tutti i pezzi
sì, che palle, Dedalus, ma ti rendi conto che sono passi indietro brutali di questo Paese imposti da una classe politica (o sottosegmento di essa) di un'inadeguatezza e di uno scarso profilo democratico come minimo mai visti prima??? "Che palle" quando ti ritrovi con fumettone del Papa e moschetto non lo dici più!
Quanto a 'sta gente, andasse prima a visitarsi il museo di Caporetto poco distante da lì dove ce n'è di ogni, altro che "italiani brava gente". Poi per me si può pure parlare delle foibe, ma sicuramente non a 'sto modo e oltretutto esiste una scaletta delle priorità, mi pare!
Carolina
Al contrario dell'insabbiatore dedalus io credo che si debba iniziare ad analizzare bene il conportamento degli italiani colonizzatori. Altre nazioni hannoa vuto il coraggio di fare i conti con il proprio passato, perchè non ne dobbiamo essere in grado?
Spero di riuscire ad essere chiaro, se no la storia continua all'infinito.
Io non sono uno di quelli che pensano che i fascisti erano come i partigiani; al contrario, ritengo che fortunatamente il regime fascista è stata abbattuto (anche con l'aiuto della resistenza; oltre che degli alleati, che hanno fatto il grosso) e oggi viviamo in un paese democratico.
Dopodichè ci sono state, da più parti, atrocità di vario genere (la gran parte ad opera dei nazisti con l'aiuto dei repubblichini). Tra queste anche quella delle foibe, utilizzata sicuramente da alcuni per motivi politici, ma non diversamente da quanto è stato fatto dagli altri, con altri avvenimenti, sempre per motivi politici.
Infastidisce, francamente, una certa arietta seccata che turba alcuni nel caso delle foibe. Arietta seccata che, probabilmente, avranno avuto anche i loro avversari quando si parlva di Marzabotto o, che so, di Salvo d'Acquisto.
Dopodichè (e concludo) sono ormai cose piuttosto vecchie, sulle quali -ormai- ci si avvicina a dare più un giudizio storico; salvo alcuni che (in questo caso da entrambe le parti) sembrano ancora vivere di questo.
Pazienza.
Quindi: che palle!
Dedalus, ho vissuto in Friuli Venezia Giulia. Ci sono molte cose da chiarire, non faccio l'aria seccata perché se ne parla, ma perché se ne parla a quel modo, politico - farneticante e non storicamente autorevole per dirne una, localistico e senza respiro europeo per dirne un'altra, e in un momento in cui a mio avviso le priorità sono ben altre. Dopodiché la chiudo anch'io.
Carolina
Una chiosa storica. Ricordare cosa è successo tra il 1918 e il 1942 non giustifica le foibe, ma aiuta a comprenderle (non nel senso di "poveri titini", ma in quello di "ecco le cause prime"). Non mi sembra revisionismo.
Mah, a Gorizia veramente l'episodio attinente alle foibe che ricordano tutti con maggior emozione (parlo di gente con il suo vissuto, poi da lì a scrivere la storia ci vuole qualche altro passo, comunque cose di cui tenere conto se non altro umanamente e poi da cercare di comprendere) è di ben dopo, nel periodo d'interregno, dopo la seconda guerra mondiale, in cui non si sapeva di chi sarebbe stata la città. Pare che oltre 600 persone fossero state prelevate di notte dai titoisti senza alcuna apparente motivazione etnica, ma in quanto intellettuali che avrebbero opporsi politicamente a un eventuale passaggio sotto sovranità jugoslava. Una sorta di colpo di mano "preventivo" dei titoisti, sembrerebbe. Ora, ribadisco che ci vorrebbe accuratezza storica, in ogni caso questo sembrerebbe suggerire che c'è qualcosa effettivamente di errato nell'approccio del ns. mondo politico - o parte di esso - alla questione.
Carolina
La maggiorparte delle 600 persone di Gorizia (addirittura il nome della città è sloveno) aveva combattuto con i nazisti e/o collaborato alla pulizia etnica ai danni degli Sloveni oppure ancora si erano "imboscati" nel '43-45 unicamente in vista dei preparativi alla resistenza contro gli odiati jugoslavi (mentre avevano convissuto, senza battere ciglio peraltro, con il terrore nazifascista. Quando si parla del relativismo.... Altri ancora erano rimasti vittime di vendete private, ergo le loro morti non si possono addebitare agli Jugoslavi e garibaldini.
Alcuni infine erano, purtroppo, del tutto innocenti.
al riguardo si consiglia il valido e documentato "foibe" di pupo e spezzali, milano, bruno mondadori 2005.
magari lo dovrebbe leggere anche ciampi, magari.
e dei morti genericamente "slavi" in italia non se ne parla mai abbastanza, lo sapete che su 30 o 32 fucilati dallo stato italiano (fascista) a forte bravetta mi pare di ricordare che almeno 28 fossero irredentisti slavi?
oppure ancora si erano "imboscati" nel '43-45 unicamente in vista dei preparativi alla resistenza contro gli odiati jugoslavi
eccome ti sbagliavi!
Gratta gratta i veri pensieri di certa gente escono fuori..
Visto, Carolina?
Questo Dart è una specie di Saya della gauche, alla ricerca di imoboscati a fare a pezzettini..
:-) più che altro sono stupita, avendo usato molte limitative e una montagna di condizionali oltre a ciò che ho detto miei interventi precedenti di questo 3D, di essere stata presa per "relativista". Mah, forse quelli che parlano in modo più perentorio sono degli "assolutisti", allora! :-) Di questi tempi non mi stupirei! Ottimi consigli librari comunque, e a certi politici rinnovo tutti i possibili inviti sia a documentarsi, sia a visitare un po' di altri posti.
Carolina
Vi e' strumentalizzazione politica nelle foibe o da' fastidio una verita' che viene a galla?
Vivendo attualmente nel capoluogo giuliano posso dire che nessuno, nessun triestino che ho conosciuto, ex-antifascisti compresi fanno il discorso retorico del "si', ma la pulizia etnica slava?" (ricorda molto il vostro celebre "si' ma i gulag?"). Non tanto per il fatto che la pulizia etnica slava e' stata piu' volte ridimensionata da numerosi storici, quanto per il fatto che nelle foibe non finirono solo fascisti. Anzi, la maggior parte degli infoibati avevano la colpa di essere italiani.
Infine, piu' che a leggere libri invito di persona chiunque a parlare con qualcuno dei 50.000 profughi che lasciarono le loro terre per non farvi piu' ritorno ne' ricevere un misero indennizzo. Con tutti coloro che salirono sul Toscana per partire da Trieste all'Australia, con tutti quelli che crebbero nei campi profughi in giro per l'Italia.
Per farla breve, direi che e' una tragedia piuttosto grande e da rispettare, taciuta a lungo e ora bollata col cattivo gusto del "ci sono altre priorita'". Questa gente non merita di essere ricordata dopo anni di silenzi e ingiustizie? E lo dico non tanto come discorso politico quanto perche' essendo ormai un triestino d'adozione lo ritengo giusto.
Certo che i profughi istriani meritano di essere ricordati, ma non in questo modo miope e fazioso in cui fra le altre cose tutti sembrano dimenticarsi del "particolare" che furono i nazifascisti a dichiarare una guerra d'aggressione alla Yugoslavia.
Quanto è accaduto in Istria dal 1918 fino al 1945 è frutto dell'assurdità dei nazionalismi di ogni genere e grado, e sarebbe stato molto più sensato cercare un accordo con croati e sloveni così da commemorare assieme le atrocità subite da entrambe le fazioni in lotta.
La memoria deve essere condivisa, altrimenti è solo propaganda.
Devoluto, l'articolo non parla molto delle seconde foibe (quelle post-'45) ma delle prime. Queste sono sistematicamente occultate in Italia, così come le seconde lo saranno in Slovenia e Croazia. Se si parla di entrambe io sono felice.
Disertore, un nick che e' tutto un programma!
Le foibe, prime o seconde sono state una tragedia occultata e basta, si parli di entrambe senza problemi per me. D'altronde e' da destra che e' partita sempre l'autocritica, a mio avviso spesso eccessiva. Non ho mai sentito un rosso ammettere gli errori del peggior regime della storia (numeri di morti, miseria e aree geografiche colpite dicono tutto).
Inutile parlare di provocazione Fascista, quando allora l'Europa era una bomba pronta a scoppiare... si porti rispetto ai martiri delle foibe e ai profughi Giuliani una volta per tutte dopo un silenzio ingiusto durato piu' di 60 anni.
lo sai quale e' il problema italico?
e' che si usano gli infoibati per motivi etnico-economici-politici per creare pezze d'appoggio revansciste tipo quelle della germania di hitler per tedeschi dei sudeti.
un po' come ora certi "storici" tedeschi "revisionisti" (in realta' nazionalisti e frustrati) parlano di "olocausto tedesco" riguardo a cio' che avvenne alle popolazioni di lingua e cultura tedesche nell'est europa dopo il 1945.
ora non credi che sloveni, croati e russi, polacchi, boemi, slovacchi fossero un pochino incazzati dopo 5 anni di massacri, campi di concentramento, lavoro forzato, schiavitu', eccidi, e maltrattamenti varii?
Il fatto che ciascuno tiri l'acqua della storia al suo mulino non tocca l'entità ed il valore delle atrocità commesse. Le motivazioni, poi, affondano le radici negli eventi che le hanno precedute, ma nel caso dei nazi-fascisti e dei regimi comunisti (Tito incluso) sono spesso operazioni pianificate freddamente e a tavolino.
Verissimo che i nazisti (e gli italiani di supporto) hanno fatto carne di porco durante la guerra in jugoslavia; altrettanto vero che le foibe (e certe eliminazioni successive) erano pulizie etniche pianificate per il controllo del territorio. Di brava gente, in quegli anni, ne circolava assai poca.
io mi accontento conoscendo quei posti che Italico non frequenti il Sofronio Pocarini "per la diffusione della lingua italiana in Itaglia", poi peccato che si dimentichino di come lo parlano Er Pecora e Kalderoli. Per il resto, si parli di tutto, si partecipi al genetliaco annuale di Cecco Beppe a Villach (ogni tanto farebbe bene pensare a quanto il mondo vada a rotoli più che altro dall'assassinio di Cecco Nando, ma insomma tutto non si può avere nella vita), si faccia amicizia con degli esuli giuliano dalmati... basta che l'odore sia ragionevole.
Carolina
Vorrei sapere cosa si intende per ".....si faccia amicizia con degli esuli basta che l'odore sia ragionevole", ringrazio anticipatamente.