Fatto.
Ho fatto anch'io. Nella speranza che non sia:
- un attacco all'Unione tipo quello stronzo di Capezzone in piazza oggi con 4 lesbiche. Della serie che non si rende conto di quanto questo faccia gioco alle famose "tv controllate dai comunisti" che alquanto stranamente mostrano il nano 7 gg su 7 24 ore su 24 e poi, a parte che non è vero che l'Unione non li caga, a parte che Titti de Simone è un dirigente di Prc, a parte tutto... vai a chiedere i PACS a Buttiglione "no culattoni in Europa", a Piercasinando genero Caltagirone e agli altri "civilmente superiori" (stronzo Capezzone e stronzi questi!!!).
- un altro attacca cadreghe;
- un'ennesima divisione - su cui comunque vale la pena ricordare che l'UDC ha definito Calderoli ministro fin solo a ieri "un troglodita" alla faccia della presunta minore litigiosità del "centrodestra".
Carolina
Trovo significativo il commento dei segretari di Margherita e DS pubblicato oggi da l'Unità:
Il principale casus belli nella coalizione è la Lista per il Partito Democratico, embrione del partito omonimo, che sta prendendo forma in Lombardia con la raccolta di firme online promossa da Gitti, Filippo Andreatta, Gad Lerner e Sarfatti. Su quest’ultimo, coordinatore dell’Unione, si concentrano i fulmini dei partiti fino alla minaccia di sfiduciarlo: "Ritroviamo la spina dorsale o lasceremo spazio a personaggi in cerca di posti e visibilità" attacca il segretario Dl Bonfanti, mentre per il suo omologo DS Pizzetti "Sarfatti non è animato da spirito unitario, crea divisioni".
A me pare che a questo punto sia chiaro che la lista di sarfatti - la cui serietà è garantita da nomi al di sopra di ogni sospetto di collusione politica come gad lerner e Lella Costa - rompe le palle ai partiti. E se rompe le palle ai partiti con la benedizione di persone serie, vuole dire che è cosa buona e giusta. Firmiamo.
Voi,e la vostra sinistra istituzionale moderata, avete veramente superato ogni limite da tempo. non se ne può più di questi giochetti da amministazione condominiale - questa non è politica - la gente si è stufata di queste mosse e mossette da avanspettacolo e non ci capisce più niente - come voi del del resto che non capite più niente di cosa sia la politica. ma non vi rendete conto (anche se pure siete cascati in un tranello mediatico ovvio, dove la sinistra ha pagato triplo dazio) delle figuracce da cioccolatai caciaroni che avete già apppena fatto con la quatione fazio e tutto quello che nè seguito, unipol in testa?
riusciste invece a lasciare da parte piccoli interessi pidocchiosi, differenze da festa delle debuttanti, e vi concentraste (e se lo avetse fatto da tempo) sopra ogni cosa su un grande progetto di sviluppo sostenibile e di trasformazione radicale della produzione e dell'energia, della finanza e delle tasse connesse, della cultura dei bisogni e dei consumi.
Invece di mandare tutto quallo che c'era a sinistra alla malora e fare continui pasticci e pasticcetti sempre più fantasiosi e inconsistenti, in questa corsa indegna e inconcludente verso il centro.
Non vincerete domani senza vincere niente, ma dopodomani riuscendo davvero a cambiare la nostra vita.
Ma riprendetevi, siete drogati da elezioni, siete messi così fuori che mi sembra di vedervi in un'ammucchiata patetica tra cani e porci, masturbazioni personali, masochisti di gruppo, sodomiti involontari, furbacchioni leopardati, e gli immancabili ragiunat milenasi che per paura di fare una fine non gradita dicono "uè, speta un mument, urganisemes!"
dei paglaicci involontari contro un pagliaccio vero... e pensate di batterlo? e se pure vinceste non vi batteremo le mani, vi lanceremmo volentieri degli ortaggi...
già sento i commenti di alcuni che mi danno del vetero, dell'ideologo fumoso, e quant'altro.
Ma non avete capito niente, non mi sembra questa la sede per esporre progetti compelssi e iimportanti. rispondo solo alla vostre beghe da 4 soldi, col vostro stile, solo togliendoli quello spesso velo di non di serietà, ma di seriosità di facciata. tutto qui.
E buon divertimento, ci vediamo al prossimo girotondo.
L'idea di fare "liste per l'Ulivo" è radicalmente SBAGLIATA e DANNOSA.
Ma nasce da un errore più grande: la presunzione di alcuni cittadini di essere più intelligenti, più bravi, più onesti degli altri. Non si capisce che il pensiero comune, elaborato con il contributo di tutti, sarà sempre più saggio dell'idea personale, anche della più brillante. E sarà anche più onesto, cioè più depurato da intetressi e punti di vista personali.
Così questi cittadini non capiscono la necessità di partecipare alla attività dei partiti esistenti, o magari di fondarne dei nuovi; infatti i partiti sono associazioni ove ciascuno conta per un voto (mi correggo: dovrebbe contare) e Gad Lerner e Lella Costa contano come il ferroviere, la casalinga o il metameccanico. Ora, a chi si ritiene di sinistra dovrebbe essere ovvio che non c'è nessuna ragione perché Lerner e la Costa, peraltro brave e stimabilissime persone, abbiano alcuna speciale competenza (o meno che meno speciale diritto) a dire come si dovrebbe governare, più di quanta ne avrebbe il mio vicino di pianerottolo.
Per chi non accetta questo, l'idea di mettersi in gioco democraticamente nel partito, di cercare il consenso dei compagni nella trafila delle discussioni, di convincere con le proprie idee, non piace, risulta inutile e sgradevole, direi quadsi incomprensibile: si rifiuta non questo o quel partito, questo o quel comportamento contigente delle burocrazie, ma l'idea stessa di associazione democratica rappresentativa e strutturata. Attenzione, non sono così ingenuo da non sapere che nei partiti c'è molto da cambiare: ma occorre lavorarci dentro anche per questo.
Al contrario,invece di lavorare perché i partiti tornino ad essere più autenticamente democratici, si inventano comitati e associazioni ove i più militanti e i più noti si impongono nei fatti, mentre la casalinga timida e tranquilla proprio non c'è.
Intanto la politica diventa sempre più televisiva e di immagine, fatta di emozioni e di notorietà, invece che di studio severo e di serietà.
In questo i politici a tempo pieno hanno avuto una grande responsabilità : hanno perduto la fiducia nel valore superiore del pensiero del soggetto collettivo e non hanno saputo difenderlo. Nessuno di loro ha avuto il coraggio di salire sul palco di piazza Navona e di chiedere a muso duro a Moretti: ma come ti permetti? ma chi ti ha dato il mandato di giudicare cosa sia o non sia giusto per il paese? noi abbiamo alle spalle un mandato democratico e abbiamo agito al meglio delle nostre capacità per svolgerlo; possiamo aver sbagliato, siamo prontissimi a dimetterci e a sottoporci di nuovo al vaglio dei compagni, ma tu non sei nessuno: via di qui!
Allora, un qualunque Fo si può inventare la sua lista ( e benissimo ha fatto Rocchi a rispondergli male). Un qualunque Sarfatti, (personaggio senza storia politica, lui sì veramente creato dalle dirigenze di partito come una mediocre trovata per uscire da un' impasse) può pensare di sapere "come fare a battere la Moratti",ecc (mi vengono in mente altri esempi, ma mi fermo qui....).
[Intanto, abbiamo consegnato almeno due regioni a piccoli uomini che si credono investiti da mandato divino: non so come funzioni Illy in Friuli, ma il governo di Soru in Sardegna non mi entusiasma davvero].
Voglio essere chiaro a costo di ripetermi: non è l'idea della lista civica che non mi convince; come espediente tecnico per prendere più voti incerti fra destra e sinistra può addirittura essere giusta (ma allora dovrebbe essere piena di moderati, quasi "terzista"), è l'idea di farla "contro la politica dei partiti".
Su questa strada non favoriremo di certo la partecipazione democratica di tutti i cittadini (intendo quelli che non frequenano Gad Lerner...).
Paolo, mi limito a commentare genericamente il tuo scritto, che proprio non posso digerire, anche se ci ritrovo la tua passione che ho imparato - nel dissenso - a rispettare.
Avrei molte altre cose da dire, ma - come puoi immaginare - hanno a che fare con l'argomento di cui abbiamo discusso al telefono e quindi in gran parte non le dico (sciacquare i panni sporchi in pubblico non è cosa sensata se non è indispensabile) a costo di perdere alcuni argomenti forti. Ma va bene così.
1 - Sulla base della mia esperienza diretta, affermo che non è possibile lavorare dentro i partiti per cambiarli. Non è consentito. Nei partiti si è ammessi solo accettandone le regole, i meccanismi di compiacenza, di autosostentamento e autotutela, le omertà, le connivenze, le piaggerie, le ipocrisie. Altrimenti si è fuori, indipendentemente dal valore aggiunto che si vorrebbe portare. Nei partiti non si è se stessi, ma pedine legato a questo o a quello, che fanno carriera in cambio di favori e compiacenze.
2 - Nanni Moretti a piazza Navona ha gridato una cosa sacrosanta e ha avviato la stagione del ritorno alla partecipazione e il conseguente processo di rinnovamento della politica italiana. Nascono lì il grande successo de l'Unità di Furio Colombo, il ridimensionamento di tanti inamovibili santoni della politica (confronta la saccenza del D'Alema di allora con la sua cautela di oggi). Nasce lì il successo dell'unico politico di rango di cui disponga il centrosinistra oggi, Romano Prodi. I perdenti che pontificavano dai palchetti, professionisti solo del consevare i propri privilegi, sono stati costretti a confrontarsi col dissenso. La loro dittatura strisciante si è inceppata. Nel frattempo la Rete è cresciuta e si è popolata di tanti mini-Moretti - come il sottoscritto - che fanno eco a quel grido, ripetendolo ai dalemini locali per tenerli sulla corda, ricordando loro che sono al servizio dei cittadini, non viceversa. Altro che "muso duro". Se la sono fatta sotto, caro Paolo, e la puzza si è sentita in tutto il Paese.
3 - Faccio presente che il "qualunque Fo" è un uomo stimato in tutto il mondo, un premio Nobel che ha sostenuto la sinistra istituzionale per anni e ha deciso di impegnarsi sommerso dallo schifo (che comprendo e condivido) per l'inadeguatezza dei maggiorenti milanesi. Proprio loro, i cervelloni che hanno reagito a 15 anni di sconfitte candidando a sindaco un barone socio di Ligresti e Micheli. Oggi siamo qui a confrontarci con un'altro colpo di genio dei professionisti dello sgabello, che hanno replicato la fesseria di un candidato sbagliato (con tutto il rispetto per l'uomo Brunetto, che stimo) e pure ci litigano sopra quasi quotidianamente. Quanto alla risposta piccata di Rocchi a Fo, ha un unico motore: la paura di perdere sgabelli.
4 - Lerner e Costa non avranno esperienza, ma sono eccellenze culturali e morali della società civile. La loro partecipazione ha un grande valore come garanzia della serietà del progetto politico. Credo che snobbare loro per affidarsi a martinelli e mirabelli sia puro autolesionismo.
Insomma Paolo, la "stagione dell'antipolitica" (per usare un becero luogo comune di D'Alema, il politico tanto misantropo da essersi fatto Italianieuropei, il partito senza elettori) è tutt'altro che finita. Anzi, non è neanche cominciata. Le nuove tecnologie, la Rete, stanno mettendo la comunicazione nelle mani delle persone vive e vere, sottraendola a rutelli e mastelli. Oggi OMB è pronto per 10mila lettori al giorno, come e più di OMB ci sono infiniti luoghi che fanno informazione e raccolgono energie e sensibilità diverse ma armoniche.
Il processo è lento, ma inesorabile. I partiti, così come li conosciamo ora, saranno lavati via, con le loro categorie anacronistiche "destra" e "sinistra".
Serve tempo e buona volontà. Ma per fortuna è un processo è inevitabile.
Aggiungo una cosa a quello che dice Alberto. La sciagurata legge elettorale di Berlusconi toglie al ciuttadino il piccolo potere di scelta che gli restava, perché cancella le preferenze. La composizione del parlamento italiano è nelle mani di venti persone che ci stanno piazzando a loro assoluta discrezione un esercito di loro portaborse. Una lista civica rimette, anche se in piccolissima parte, la scelta di qualche rappresentante nelle mani dei cittadini.
A Paolo Zinna: "lavorare perché i partiti tornino a essere democratici" è una pia illusuione. Pe far carriera in un partito e arrivare a contare qualcosa servono anni di impegno costante, fegato di ghisa e pelo sullo stomaco da bufalo. Credo che la vicenda della sezione Milano centro dei DS dedicata ad Aldo Aniasi (che rispetto) sia significativa. La corrente di pensiero ha letteralmente schiacciato l'opposizione interna, imponendo una scelta discutibile (e infatti è stata molto discussa), convincendo alcuni dei dissenzienti e zittendo gli irriducibili a colpi di maggioranza. Per "rendere più democratici i partiti" c'è un'unica strada. Distruggerli e ricrearli. E neanche dalle loro ceneri, perché nascerebbero già inquinati.
Due sole righe di risposta: lo so bene chi è Fo, qual è il suo valore, ecc. Ciò lo abilita a dire, in modo inarrivabile, cose "professionali" sull'arte, la cultura, la rappresentazione della società. Non garantisce affatto che i suoi giudizi "politici", nemmeno in materia di arte, cultura, ecc, valgano niente di più di quelli di Cipputi e della signora Brambilla (idem per Lerner, Costa, ecc).
Anzi, ti dirò, se devo scegliere, io mi fido di più del giudizio di Cipputi....
Aggiungo una cosa: i partiti a cui la legge elettorale mette in mano il potere, sono associazioni private che vivono e agiscono sulla base di regolamenti interni privi di reali vincoli e che vengono bellamente disattesi. Prendete per esempio le deroghe sui mandatio multipli, che vengono utilizzate per creare spazi per nuovi parlamentari a svantaggio di quelli più scomodi, ma che non impediscono a "leader" immortali di trascorrere nel palazzo innumerevoli legislature senza che a nessuno venga in mente di protestare.
Un politico qualunque non dovrebbe permettersi di definire "qualunque" una persona come Dario Fo.
Per Bice: scusa, ma era proprio voluto; la spiegazione sta nel post "Due sole righe di risposta".
(Comunque, non sono un politico, ma un consulente industriale).
Paolo, da quando leggo OMB mi diverto a confrontare quyello che "spara" il gestore con le notizie dei giornali. E' incredibile come alla fine ci azzecchi quasi sempre. Il caso Veronesi che Alberto cita è stato esemplare: prima tutti a dare contro al dissenso, poi all'improvviso patatrack, Veronesi sparisce e tutti giù a dar la colpa a quelli come Alberto, anzichè ammettere una scelta sbagliata. In particolare trovo divertentissime le citazioni di Mirabelli, uno che non ne dice una giusta neanche all'Anno Santo. Anzi, visti gli eventi, approfitto di proporre la sostituzione del premio Calderoli con una coppa Mirabelli alla fragola (con lui il rosso è diventato rosa) da assegnare al chiunque dica le banalità tipiche di questo campione del centrosinistra lombardo. Che ne dite?
La casalinga tranquilla non si metterà mai alla ribalta sulla scena politica proprio perchè tranquilla. Magari però scegliendo Lella Costa sente correre nella schiena un brivido di speranza in più.
E: cosa ha in più un segretario anno '72 di un uomo di oltre 80 anni come fo?
PS
Bravo Alberto
a paolo zinna vorrei dire che se la signora brambilla e cipputi strepitano non se li fila nessuno. se strepita dario fo qualcosa sui giornali esce e qualcosa si muove. il sistema di rappresentanza ha senso per questo. il problema nasce se i rappresentanti rappresentano solo se stessi, come accade oggi in italia.
Per un paese più libero.
sono d'accordo!
dopodichè???!!!
si aspetta e spera?
siamo in linea con voi
se potete fate girare questo sito
www.adottaundeficiente.com
è un tentativo di catturare qualche voto degli indecisi.
grazie
m
Ho già firmato sul sito dell'Associazione per il Partito Democratico alla quale mi sono pure iscritto. Volevo solo comunicarvi che ci sono difficoltà (non so se solo mie) ad aprire la pagina di sottoscrizione partendo dal vostro blog; quindi controllate di modo che tutti riescano ad accedere al link di adesione e sottoscrizione. Saluti.
Massimiliano Falcucci
Mi riservo di iscrivermi non appena mi sarò trasferito in Lombardia. :~(
a me silvio sta' simpatico
Il processo è inarrestabile. Le persone per bene si coalizzano, al di là delle differenze politiche, per il ricambio che deve necessariamente avvenire, pena la trasformazione irreversibile della democrazia in oligarchia dei burocrati.
Spero possa essere utile un mio intervento sui commenti che appaiono nel blog in relazione alla nostra proposta/appello. Non rispondo ad ognuno, ma cerco di tener conto dell’insieme delle risposte, in particolare di quelle più contrarie all’idea di una Lista Civica Democratica per il Senato in Lombardia. Lo faccio nella veste di uno dei fondatori della nuova Associazione per il Partito Democratico e, come è inevitabile alla mia età (ho 65 anni), tenendo conto della mia esperienza di vita per quanto riguarda il mio rapporto con la politica vissuto sempre in questa città, in questa regione, e perciò in questo Paese.
Per certo non sono un politico di professione, per di più non sono mai stato iscritto ad un partito, anche se sono stato candidato da tutti i partiti alla Presidenza della Regione alle ultime regionali.
Da poco più di un anno ho perciò con la politica un rapporto assai stretto, quotidiano, perché questa è la scelta che ho fatto e per la quale mi ero impegnato, al momento di accettazione della candidatura. Impegno al quale, per quanto mi riguarda, non intendo venir meno.
Nei commenti alla nostra proposta mi sembra ci sia una netta divisione tra chi pensa che il miglioramento della politica possa avvenire solo dall’esterno dei partiti e chi pensa che possa avvenire solo stando al loro interno. Mi sembra che questa contrapposizione oggi non porti da nessuna parte. Ciò che danneggia egualmente tutti è la contrapposizione. Chi pensa che sia ancora possibile lavorare dall’interno lo faccia, ma lo faccia sul serio. Idem per chi pensa di contribuire al rinnovamento della politica dall’esterno. Di una cosa si dovrebbe tutti prendere atto: come dicono egualmente Amartya Sen e Joseph Stiglitz i due grandi problemi del mondo sono il riscaldamento della terra e l’avanzamento della democrazia, problemi strettamente connessi tra loro poiché senza consenso è impossibile attuare nuovi modelli di sviluppo. I problemi della democrazia sono certamente quelli della funzionalità delle istituzioni e della rappresentanza. A me sembra che riconoscere che il sistema dei partiti così come oggi è nel mondo non risolve quei problemi e ne è anzi, in parte, la causa, non ha nulla a che fare con ipotesi irrealistiche e visionarie del superamento del sistema dei partiti stesso. Questa è la visione interessata dell’antipolitica berlusconiana: partiti, sindacati, associazioni, movimenti sono comunque ancora le basi della democrazia. Viviamo una fase di transizione sia a livello istituzionale che a quello dei partiti: ogni partito, in un modo o nell’altro, sta comunque cercando di rivedere sé stesso, di riadattarsi ai grandi processi di trasformazione degli ultimi decenni. Pigliamo comunque in positivo questa tendenza, pur sapendo che la fase di transizione non sarà così corta, e che è meritorio qualsiasi sforzo che tenda ad accelerarla.. D’altra parte ritengo che nessuno possa negare che l’articolazione della composizione sociale è così complessa, proprio per il manifestarsi di nuove esigenze, nuovi diritti, nuovi bisogni, che esiste una molteplicità di PERSONE, coscienti e mature, che vuole contribuire al rinnovamento della politica senza riconoscersi in nessuno dei partiti attuali, ma non per questo essendo contro di essi, come lo spirito delle primarie ampiamente testimonia. Alle primarie partecipa un numero di persone calcolato in 12 volte quello dei militanti dei partiti: un potenziale anche di mobilitazione enorme. Questo mi sembra sia il salto da piazza Navona ad oggi. Non desautoramento pericoloso (anche se motivato) dall’esterno, ma desiderio di riconoscimento e legittimazione per un’azione di collaborazione, “a fianco”.
Per questo abbiamo proposto qui, in questa regione, la possibilità per il vasto mondo esterno ai partiti. di potersi riconoscere e, perché no, di far sentire il proprio peso. Si vogliono assolutamente contare al Senato DS e Margherita per definire i loro rapporti futuri, perchè fermarsi a queste logiche autoreferenziali? Sono convinto che una Lista Civica Democratica fatta di persone competenti, radicate nel territorio, di indubbia eticità e moralità per la storia delle loro vite personali, non militanti di partito, potrebbe convincere anche molti elettori del centrodestra, tra quelli delusi e più coscienti. Ciò tanto più in questo momento in cui l’emergere drammatico dell’inadeguatezza e della gravità della proposta leghista, ampiamente utilizzata da Berlusconi in una logica cinica e senza scrupoli, in Lombardia e nel Nord del paese apre ora, più che mai, enormi spazi perché il centrosinistra possa parlare agli elettori che hanno consentito l’esperienza politica dell’alleanza stretta tra leghismo e berlusconismo e convincerli ad orientare in modo diverso e alternativo il loro voto. Partendo da una diversa logica di risoluzione dei loro problemi quotidiani e sulla base di ben diversi valori.
Per questi aspetti la logica politica della Lombardia e delle grandi regioni del Nord è diversa dal resto del Paese: è qui che ha trovato alimento e forza il centrodestra! E’ qui che è indispensabile ogni sforzo per porre fine alla esperienza politica che ci fa correre enormi rischi, malgrado le grandi potenzialità insite nel nostro paese.
Spero che Paolo Zinna possa accettare che anche chi non è un professionista della politica, possa formulare proposte politiche. Sono assolutamente convinto che nella fase di transizione cui ho prima accennato possa avere ruolo anche chi non ha “storia politica”, ma ha sempre avuto con la politica, nella collocazione che la vita gli ha dato nel suo impegno e nei suoi rapporti con la società, un rapporto con essa.. D’altra parte questa è oggi una questione di fondo. Se solo i partiti sono autorizzati, attraverso la selezione che per certo avviene (nel mio giudizio comunque positivamente) al loro interno, alla definizione delle classi dirigenti, allora questa legge elettorale è perfetta: ripartizione proporzionale, cioè tutti i partiti, proprio tutti, così come ora sono, sono comunque garantiti della loro esistenza, e totale, proprio totale, delega ad essi nella scelta dei rappresentanti. E’ a tutti chiaro che è scomparso qualsiasi rapporto tra il cittadino elettore e i futuri eletti? Non più scelta di persone nel collegio elettorale, ma scelta di simboli di partito, senza più neppure il voto di preferenza e supina accettazione, senza riserve, delle liste elettorali da essi preparate, nei nomi e nelle graduatorie. Personalmente ritengo questa visione conservatrice e assai poco utile al rinnovamento della politica. E’ certo la visione di alcuni dirigenti di partito: chiunque si occupi di politica non appartenendo ai partiti lo fa per l’interesse personale di essere eletto o per creare un nuovo partito, chiunque esso sia va colpito ed emarginato; l’appartenenza ad un partito è la conditio sine qua non per l’attività politica, sono i partiti che decidono la cooptazione di chi sta all’esterno. Se no sei un intellettuale da strapazzo o un girotondino velleitario ed io – pensa convintamene il buon Bonfanti - Segretario Regionale della Margherita -, ho tutto il diritto e l’autorità di dirlo, a chiunque, chiunque egli sia. Capisco, ma mi sembra una visione di altri tempi. Evidentemente non è la mia. Forse un giorno potrà pure essere che la politica la possano fare professionisti specializzati ad hoc, di grande visibilità mediatica e di straordinaria storia politica; quando ci saranno partiti rinnovati e grandi scuole di formazione politica capaci di fornire visione e competenze. Oggi non è proprio così. Credo che per questo Michele Salvati parli della necessità degli “enzimi” o dei “catalizzatori” per evitare “fusioni fredde”. Gli enzimi e i catalizzatori stanno dappertutto, dentro e fuori dei partiti, certamente non tutti la pensano come Bonfanti: credo che sia importante saperli riconoscere e valorizzarli, indipendentemente dalla loro visibilità mediatica.
Personalmente non sono d’accordo con Alberto: la stagione dell’antipolitica deve finire e presupporre che i “partiti vadano lavati via” non aiuta in questa direzione, ricrea contrapposizione, anche se credo di capirlo sino in fondo nella sua sensazione che “nei partiti non si è sé stessi”. Ma per molti è esattamente il contrario: per il partito si sacrificano, danno tutto sé stessi, a volte per una vita intera, immedesimandosi in gioie e dolori; il partito è parte integrante della loro vita. Non è cosa da poco e bisogna averne totale rispetto. D’altra parte quando noi proponiamo di essere parte attiva nella costruzione del Partito Democratico proponiamo pur sempre l’organismo partito. Anzi pensiamo che in un ambito politico nuovo possa effettivamente avvenire, nel confronto continuo sulle cose e sui programmi, il confronto di impostazioni ideali, culturali, politiche differenti (le culture del ‘900). Anzi pensiamo che il nuovo partito diventi l’ambito riconosciuto all’interno del quale, con quel processo di semplificazione della politica grandemente richiesto, converga la più grande parte delle culture a comune impostazione riformatrice. Ma pensiamo anche che in quel nuovo ambito poi avvenga la indispensabile sintesi politica, attraverso democratici processi di decisione, con il conseguente sucessivo rispetto da parte di tutti delle decisioni della maggioranza (una volta per tutte basta con i diritti di veto o con la minaccia continua delle scissioni). Personalmente mi auguro – per questo abbiamo fatto l’Associazione - che in quell’ambito vogliano convergere anche il maggior numero possibile degli attuali “senza partito” e che là, possano alla fine trovare anch’essi il conforto della posizione da assumere, anche se diversa dalla loro, perché prevalente rispetto ad ogni altra e democraticamente decisa,. Mi auguro che in questa direzione nel grande e nuovo Partito Democratico possano progressivamente convergere anche casalinghe tranquille e vicini di pianerottolo portando anch’essi il loro indispensabile contributo e anch’essi dare indicazioni utili per l’elaborazione di grandi progetti di sviluppo sostenibile che, a dire il vero, personalmente ritengo essere ormai ben presenti nel bagaglio programmatico del centrosinistra ed essere completamente alternativi a quelli di questa destra berlusconiana, anche se nella impostazione subdola del formigonismo.
E infine per concludere: in ogni caso ho ben chiaro che quando anche si fosse fatto il Partito Democratico rimarrà il problema della sintesi politica con le altre forze del centrosinistra, che mi auguro, a quel punto, avranno percorso anch’esse la strada dell’aggregazione e della semplificazione. La sintesi sarà allora comunque più chiara e, forse proprio per questo, più facile.
Solo per dire che Riccardo Sarfatti & C. stanno partendo per Roma per incontrare il Professore. Confidiamo nella sua saggezza (e soprattutto nelle 3.000 firme e 600 adesioni raccolte in pochi giorni) perché agli elettori lombardi venga data una scelta più ampia sulla scheda elettorale per il Senato.
... solo un'aggiunta per dire di parlare anche dell'ipotesi di formare un governo ombra: PRIMA delle elezioni, NON dopo!!! Ricordo che Bersani se ne è uscito con una cosa a dir poco stravagante circa ipotesi di alleanza con la Lega!!! Almeno fate qualcosa contro le esternazioni indiscriminate da parte di tutti ad capocchiam!!!
Carolina