L’incubo
di Furio Colombo
Ora che mi sono candidato dovrò dire perché ho accettato la proposta di impegnarmi personalmente nella campagna elettorale.
Mi ha guidato la frase di Kennedy (discorso inaugurale del 1961): «Non chiedetevi che cosa il vostro Paese può fare per Voi. Chiedetevi che cosa potete fare Voi per il vostro Paese». Da italiano, in questo anno terribile, mi sento di dare questa risposta: per il bene del nostro Paese dobbiamo rendere democraticamente impossibile la continuazione del governo Berlusconi.
È il governo di Calderoli, il ministro italiano che, con un solo gesto volgare e irresponsabile, ha provocato 11 morti (complice altrettanto irresponsabile un programma del Tg 1 che ha trasmesso con allegria la vergognosa messa in scena). Le dimissioni del leghista sono un sollievo. Ma siamo ancora costretti a fare da pubblico alle marionette di Berlusconi. Infatti lo spettacolo, benché immensamente dannoso per l’Italia, non finisce finché il capo comico e proprietario non uscirà definitivamente di scena. È inquisito per calunnia, rinviato (fra poco) a giudizio per corruzione, assolto per prescrizione sulla base di una sua legge approvata dalla sua maggioranza apposta per lui. Ma lui ha appena dichiarato (venerdì, a Perugia) che non se ne andrà fino a quando non riuscirà a “cambiare la magistratura” che vuol dire abolirla se gli si lascia il tempo di farlo. Adesso è alleato ufficiale (questo è il suo vero contratto) con tutti gli arnesi del vecchio fascismo. Ed è indicato dalla stampa americana come “avanguardia” di una nuova tecnica di occupazione del potere, che vuol dire, fondamentalmente, comprare il potere.
Ora tocca a noi italiani. Non possiamo permetterci un secondo governo Berlusconi.
Nel primo ci ha tolto tutti i mezzi di comunicazione, ha truccato tutti i telegiornali (salvo il Tg 3), ha bloccato tutti i percorsi di legge che potevano personalmente danneggiarlo, ha fondato una scuola di classe, ha fatto finta di aumentare l’occupazione includendo nel numero dei nuovi occupati gli immigrati approdati al permesso di lavoro (e che il lavoro lo avevano già).
E ancora, ha abbandonato ferrovie e trasporti aerei nella più completa incuria, ha bombardato i media con false notizie di grandi opere inesistenti, purtroppo assecondato da colleghi che si definiscono giornalisti e sopra le parti. L’economia - unica in Europa - è a zero, le esportazioni sotto zero, le forniture di combustibile e di energia precarie e incerte come il lavoro dei giovani, l’immagine dell’Italia marginale, ridicola o ignorata.
Ricordate la copertina dell’Economist con il titolo «Ma Berlusconi è degno di guidare l’Italia»?
Ricordate la risposta «No», da parte di chi la storia di Berlusconi la conosceva bene? Non torno a quella profetica frase per “demonizzare” Berlusconi. Ci torno per ricordare quanto era alta l’immagine dell’Italia in quel momento, rispetto alla reputazione internazionale del padrone di Mediaset.
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La scorsa settimana l’editore Laterza (sta per pubblicare il libro di Sylos Labini “Ahi, serva Italia” che molti di noi accoglieranno come il testamento di un grande italiano, ma anche come un manifesto del nostro impegno elettorale) ha convocato un seminario su “Etica e Politica” con una rilevante partecipazione delle voci più vive della sinistra italiana di questi anni.
È stato un evento raro, importante, ben preparato e condotto da teste limpide come Guido Rossi e Salvatore Veca. «Avrete parlato tutto il tempo di Berlusconi», mi ha detto Arthur Schlesinger quando ci siamo parlati più tardi al telefono, quello stesso giorno. «No», ho dovuto dirgli, «abbiamo parlato quasi sempre della sinistra». E non potevo aggiungere che uno dei temi più caldi era fornito dalla famosa conversazione telefonica Consorte-Fassino, anzi da una riga e mezza di intercettazione illegale abilmente sottratta a un cestino della Procura della Repubblica da un giornalista di Berlusconi che l’ha pubblicata per dimostrare l’immoralità dei Ds. Una questione per cui Berlusconi è, al momento, indagato per calunnia.
«Ma, non siete in campagna elettorale? Non avete Berlusconi e tutto il suo apparato mediatico e tutto il suo immenso conflitto di interessi come avversario?», ha chiesto un po’ stupito lo storico americano che, dai tempi della Casa Bianca di Kennedy, non ha mai pensato che fosse venuto il tempo di abbassare i toni, quando la democrazia è in pericolo.
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È certo utile e urgente che la sinistra - e tutta l’opposizione - discutano regole sia di principio che di attività pratica, sul rapporto così travagliato, anche nelle migliori democrazie, fra morale e politica.
Noi italiani abbiamo un problema in più, un problema immenso. Abbiamo l’immoralità cancerogena del conflitto di interessi che si dirama in mezzo all’Italia, al centro del potere, al di sopra di tutti i suoi gangli e le sue articolazioni. Non sto dicendo che quella immoralità oscura ogni altra immoralità. Sto dicendo che provoca una paurosa deformazione del paesaggio, sto dicendo che rende ogni immagine sospetta ed equivoca. Un esempio. Pensate se ci fosse stato un istante di esitazione di fronte alla immoralità scandalosa ma potente della commissione Telekom Serbia. Era una commissione di inchiesta inventata dal potere (fatto inaudito, le commissioni di inchiesta sono sempre istituite non per rafforzare il potere ma per indagarlo se vi sono ragioni di temere abuso) al fine di mettere sotto accusa l’opposizione e, addirittura, il futuro capo della coalizione che avrebbe sfidato il governo in carica.
Però anche in quel caso ci è voluta testardaggine e fermezza per non accettare mai, neppure per un solo istante, e neppure in nome delle buone maniere, quella commissione come una istituzione legittima della Repubblica.
È stata, con tutti i suoi componenti di questa destra istituzionalmente pericolosa, una commissione eversiva, tesa a stroncare l’opposizione prima, molto prima, che potesse iniziare il confronto elettorale.
Pensate al ridicolo della commissione Mitrokhin, che dovrebbe far luce sul Pci e i rapporti con l’Urss, mentre il presidente del Consiglio e ispiratore di quella commissione accoglie nelle sue ville il personaggio principale di tutto lo spionaggio sovietico, l’ex leader del Kgb e attuale presidente della Russia Vladimir Putin, l’uomo che da solo potrebbe chiarire tutte le storie dell’Urss rimaste in ombra.
Pensate al rapporto con i fascisti, che viene annunciato e poi smentito. Ma dopo essere stato smentito, viene realizzato.
Forza Italia è adesso l’unico partito di governo europeo che abbia stretto un patto (che è anche un patto di futuro governo) con tre gruppi di schietto e integrale fascismo, niente sconti, niente buonismi o cosmetiche dichiarazioni democratiche. Gente franca che resta fedele ai due “grandi statisti” che li ispirano, il fuhrer e il duce. Gente pronta a riscrivere, magari con la collaborazione di militanti per ora un po’ defilati, tutti i libri di storia di questa Repubblica.
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Non solo i lettori dell’Unità, ma molti italiani si rendono conto che non ci troviamo a competere in una normale campagna elettorale in cui una opposizione venata di solidarismo e passione sociale sfida una maggioranza liberista e di mercato.
Quello è il sogno dei Paesi normali, ma a noi non spetta. Noi siamo fuori dalla normalità. E chiunque sia normale fra noi si rende conto che l’Italia non può permettersi un secondo governo Berlusconi. Se il primo è cominciato con Genova (eppure era appena il debutto, in una situazione internazionale immensamente meno pericolosa) provate a immaginare come inizierebbe il secondo. Noi ci rendiamo conto di non avere altro strumento che il voto e quel che resta della libertà democratica. Ma questo ci impone di essere molto attenti a non accettare mai più che sia l’impero mediatico di Berlusconi a dirci di che cosa dobbiamo discutere. Ci impegna a difendere gli spazi almeno teoricamente garantiti dalla parte della Costituzione non ancora distrutta, con tutte le nostre forze, chiamando a sostegno tutta l’opinione pubblica che vorrà ascoltarci e seguirci. Non possiamo permettere che Prodi, leader di tutta l’opposizione, venga sciolto ogni giorno nell'acido del Tg 1 dal quale si salvano solo poche sillabe, e in cui vengono ripetute sempre le stesse inquadrature, Prodi che cammina da destra a sinistra fiancheggiato da Sircana e Ricky Levi, e mai (mai) una volta che si veda la gente che lo ferma in strada per dirgli «bravo» e «coraggio» e «tenga duro professore», come avviene nella realtà. Nei Tg di regime Prodi guarda nel vuoto e pronuncia frasi spezzate. Al contrario, Berlusconi è sempre filmato di fresco, finisce e rifinisce i suoi argomenti (ripetuti dai talk show ai telegiornali e dai telegiornali ai talk show) ed è sempre circondato da folle festanti. Se occorrono dei minuti in più per completare il pensiero, quei minuti per lui si trovano sempre.
In questa situazione di emergenza è il momento di stabilire che non c’è niente di male a dare del maleducato a Tremonti quando si permette di offendere gli avversari. E non c'è niente di male a dirgli in pubblico, quando è il caso (ed è spesso il caso), che mente o che manipola quasi sempre, quasi tutte le cifre.
Non c’è niente di male nell’urlo di D’Alema - che sembrava uscito dal conscio e dall’inconscio di tanti italiani - quando ha voluto ammonire il compìto Casini, già presidente della Camera, che stava difendendo con calore e amicizia il suo sodale di partito (e portatore di molti voti) Totò Cuffaro. Una conversazione televisiva con il leader di un partito moderato a proposito di un numero uno di quel partito, inquisito per mafia, che per decenza non dovrebbe ricandidarsi, non è un tè con i pasticcini. E non c’è niente di male a far sapere a Berlusconi che non potrà sottrarsi all’unico vero dibattito che conta: quello con chi vorrà leggergli correttamente e scrupolosamente, traendo dai verbali della Camera e del Senato tutto ciò che ha fatto e detto in questi lunghi, interminabili, tremendi cinque anni di governo.
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«Mentre era impegnato a farsi nuovi amici, Berlusconi non dimenticava quelli vecchi. O meglio, erano loro a non dimenticare lui. Poco dopo la mezzanotte del 29 novembre 1986, Berlusconi fece una ansiosa telefonata a casa di Marcello Dell’Utri. Qualcuno aveva fatto esplodere una bomba davanti agli uffici milanesi della Fininvest. “È Mangano”, disse Berlusconi. “Se Mangano mi avesse telefonato, gli avrei dato subito i 30 milioni”. Aggiunse che lui e Fedele Confalonieri erano spaventati a morte, e chiese a Dell’Utri di scoprire chi potesse avere piazzato la bomba, gridando “È importante!”».
Il seguito di questo thriller i lettori potranno trovarlo nel libro «Citizen Berlusconi» di Alexander Stille, appena uscito negli Stati Uniti (e in Italia, da Garzanti). Ai nostri lettori possiamo anticipare che Berlusconi e Dell’Utri non erano «spaventati a morte» dal ritorno del comunismo. Infatti risulta che Dell’Utri abbia telefonato immediatamente a un certo Cinà, di cui sanno tutto non i membri della Commissione Mitrokhin, ma i giudici del pool anti-mafia di Palermo.
Questo frammento di storia italiana (che da solo proietta un pauroso cono d’ombra sul nostro Paese), spiega perché, il 25 settembre del 2004 Paolo Sylos Labini aveva elencato su questo giornale i «sei motivi per urlare» che appariranno anche in «Ahi, serva Italia» di prossima pubblicazione: «Primo, il vero programma del cavaliere (si riferiva alle curiose coincidenze tra il tracciato berlusconiano e la Loggia P2; secondo, Berlusconi e la mafia; terzo, devastazione della Giustizia; quarto, devastazione della Costituzione (la devolution); quinto, l’inganno dell’Iraq; sesto, l’errore di litigare tra noi invece di denunciare quello che sta facendo Berlusconi».
Chiunque partecipi, da cittadino o da candidato, a questa campagna elettorale, sa che la differenza (il vero sondaggio) è tra votare e non votare. Sa che il pericolo è il silenzio. Sa che le sabbie mobili sono le conversazioni benevole che contraddicono una realtà tragica, avvertita come troppo pericolosa da molti italiani e da una gran parte dell’opinione pubblica internazionale. Il presidente del Consiglio, che vuole essere di nuovo presidente del Consiglio, è l’autore del più grande disastro dell’economia italiana dal 1945. Ci sono per la prima volta veri fascisti dentro la coalizione che punta al governo. Si vede (e non può essere smentita) la mafia nelle vicinanze di chi governa e vuole ancora governare. Il conflitto di interessi è immenso ed è in crescita. Tocca a tutti noi cittadini difendere l’Italia e respingere l’incubo.
QUESTE COSE VANNO DETTE DA VESPA A MATRIX CARO FURIO ALTRIMENTI NON SERVE A UN BELINO DI NIENTE
Comunicato stampa.
Sul penoso e irresponsabile caso Calderoli è intervenuto il direttore di Italymedia.it Antonello De Pierro:"Questa è solo l'ennesima e spero ultima esternazione tragica di un governo che ha consegnato l'Italia alle note tristi del "de profundis", che sta suonando da tempo, e che purtroppo viene camuffato dalle ostentate vibrazioni di una inesistente musica esilarante. Un governo, che ha fatto dello scettro censorio lo strumento similborbonico del potere acquisito, o quasi strappato all'elettorato con blitz propagandistici, ha fatto sprofondare negli abissi della vergogna, con sfumature ridicole e tratteggiate di grottesco, la nostra amata nazione. Ero fiero di essere italiano, lo sono ancora, ma con molta tristezza per una classe dominante che ha mortificato in più occasioni la nostra immagine nel mondo, e sentendomi ostaggio di un potere plutocratico, che a colpi di milioni fa in modo di oscurare sempre la verità e cerca di evitare che le masse pensino troppo. Quando un manipolo di esaltati fanatici, rappresentanti delle frange razziste estremiste del nord, piega con i ricatti una maggioranza di governo interessata solo a mantenere le terga ben salde agli scranni decisionali, per poter varare favorevoli leggi ad personam, in barba a quel conflitto di interessi tanto sbandierato e invocato da una flebile opposizione, che nello specifico si è tramutato in una piena armonia di interessi, non dobbiamo meravigliarci se poi un ministro della Repubblica compia un atto come quello che ha visto protagonista Roberto Calderoli. A gente che ha avuto il coraggio di urlare il proprio sogno nel cuore: bruciare il tricolore, poco importa se degli italiani, numeri di poco conto nella loro cinica contabilità, vengano uccisi nel mondo da un fanatismo aberrante, che altro non aspetta per dare sfogo alle represse valvole dell'odio e della violenza, ben strumentalizzate da altri governi, bramosi solo di potere dominante".
Personalmente ritengo che come molti fanno ancora fascisterie questo post sia una comunistata. Per contraddire le tue parole dovrei entrare nel merito di un elenco di cose fin troppo lunghe, ... un elenco tedioso per chi scrive queste cose.. I fatti sono agli atti e le impressioni di ognuno di noi sono fin troppo personali e soggettive.. Se ti dicessi che la sinistra e nello specifico il comunismo ha fatto nella storia più vittime e più danni del fascismo forse a te verrà da ridere ma non a me, che il comunismo dell'est l'ho vissuto e l'ho toccato in tutte le sue incoerenze e disparità. Ma chi è Berlusconi se non la persona a cui tu per primo in questo momento hai dato importanza?? Qualcuno disse "Bene o male purchè se ne parli". Tu con il tuo post hai contribuito alla sua propaganda e io che voterò il centrodx alle prossime elezioni posso solo ringraziarti. Non credo che Berlusconi abbia fatto tutti questi danni di cui parli e non credo che nella sua situazione un Prodi avrebbe saputo fare di meglio (considerando poi come è visto a livello internazionale...)..e non credo che tu avresti saputo fare di meglio. E poi... Prodi... ma come si fa a mettere un Prodi Presidente del Consiglio??? Ma te lo immagini?
Ciao e scusa l'intrusione.
IO punto
E poi scusami e te lo dice una che è giornalista... Truccato i telegionarli? Ma se l'informazione e le redazioni in genere sono sovrapopolate da "compagni" come fai a pensare che l'informazione è truccata da Berlusconi?? Ma magari ci riuscisse a truccare qualcosa! Persino l'Ansa fa di tutto per scrivere e battere sull'unica parola disacutibile che il premier dice in un discorso di 30 minuti.. Finchè andremo a cercare il pelo nell'uovo dei discorsi Berlusconiani beh, allora sarà molto diffcile fare giusta equa e corretta informazione. Tutti a sparare su di lui, ma perchè nessuno si accorge che ci sono ben altri problemi degni di essere titolati in prima pagina tutti i giorni!??
Io punto, ma dove vivi? Su Marte?
Commenti decisamente di poco o nullo conto.
Io, invece, mi sento imbarazzato a fronte di tanta sapienza, letteraria e politica.
Desidero però farlo ugualmente un commento, che sarà molto breve e non introdurrà nessuna novità.
E' questo: la gran massa degli "indecisi" va conquistata con messaggi brevi e chiari.
A mio giudizio, addirittura sotto forma di spot elettorali televisivi.
Anche i confronti faccia a faccia attirferanno coloro che hanno già deciso se e come votare.
Mi pare infatti chiaro che gli indecisi sono coloro che leggono poco o nulla, che non seguono i dibattiti televisivi negli spazi destinati al dibattito politico: Ballarò, L'infedele, Matrix, L'incudine, per citarne alcuni e chiedendo scusa a chi non è stato citato.
Questi elettori, che seguono questi programmi, un'idea politica ce l'hanno già, ben definita, che si rafforza di pari passo con la chiarezza del dibattito politico nei programmi di cui sopra.
Gli elettori indecisi vanno conquistati con messaggi chiari e brevi, altro che andare a leggere il programma de L'ulivo: non l'ho fatto nemmeno io, pur avendolo scaricato appena pubblicato.
Occorre quindi, mi si perdoni l'irriverenza, una sorta di Bignami del programma politico, che possano capire tutti, da enunciare approfittando delle c.d. "situazioni istituzionali", nelle fasce orarie di programmazione televisiva di maggiore ascolto, e cioè i telegiornali e gli spazi immediatamente ad essi collegati, destinati all'informazione elettorale, come "Dopo il Tg1".
Troppo tempo è stato impiegato per elaborare un programma.
Ormai non resta altro.
X Nanoridens, non vivo su marte ma a Roma. e' evidente che non sei mai entrato in una redazaione giornalistica. Quindi capisco l'inutilità delle tue domande. Poi se pensi che l'informazione e i giornalisti in genere siano tutti belli e schierati a destra allora c'è da chiedersi veramente chi di noi due venga da Marte?! Ciao Nano
OK, ho capito.
Vivi nella vecchia fattoria del Mulino Bianco e da grande farai la giornalista.
Auguri