Temo che non funzioni così la politica, sopratutto quando ci sono in ballo una regione come la Lombardia ed il Governo della nazione.
Premesso che il Presidente della regione può conservare le due cariche (non v'è obbligo di dimissioni), è evidente che ciò che maggiormente preoccupa è il dopo-Berlusconi.
Ciò lo si desume dal fatto che la candidatura di Formigoni sembra essere stata una auto-candidatura, non è stato sollecitato da nessuno, si è proposto con una motivazione decisamente vincente: la polarizzazione dei voti, nelle imminenti elezioni politiche, della Lombardia su di una figura aggregante, Formigoni appunto.
C'è stato un po' di tira e molla: prima no, poi si ma solo come candidato di bandiera, poi invece no, per davvero, con tre fedelissimi, anzi due, no uno solo basta.
Questa trattativa, durata abbastanza a lungo, è evidentemente sfuggita.
Giochi politici sofisticati e solo appena chiariti dalle analisi della stampa di parte, schierata da sempre a sinistra, faziosa quanto si vuole ma molto bene informata.
Immaginare che Formigoni avrebbe dovuto prima dimettersi e poi presentarsi come candidato è decisamente ingenuo.
Un seggio senatoriale è nell'alchimia del dopo elezioni probabilmente molto più importante della presidenza della regione Lombardia, specie se la CdL le elezioni le perde.