«Spiavano Marrazzo e la Mussolini»: 16 arresti
L'accusa: volevano screditare gli avversari di Storace. Perquisite 32 agenzie investigative
MILANO — Spionaggio politico per condizionare le elezioni screditando gli avversari di Francesco Storace (An), allora presidente della Regione Lazio, oggi ministro della Salute. C'è anche un complotto contro la libertà di voto alle regionali dell'aprile 2005 — una specie di Watergate alla romanesca, che ha avuto per vittime Piero Marrazzo, ugualmente eletto governatore per il centrosinistra, e Alessandra Mussolini, la candidata dell'estrema destra che fu denunciata per falso proprio dalla Lista Storace ma poi rimessa in corsa dai giudici — tra le contestazioni che ieri hanno trascinato in carcere 11 investigatori privati, due marescialli della Guardia di Finanza, un ispettore della polizia e due dipendenti della Tim.
Le accuse motivate nelle oltre 300 pagine dell'ordinanza d'arresto vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, falso, rivelazione aggravata di segreti d'ufficio, violazione di sistemi informatici e «illecite interferenze nella vita privata» anche attraverso intercettazioni ambientali abusive. In tutto sono 40 reati «accertati dal 2004 fino ad oggi» seguendo un copione collaudato: tangenti in cambio di informazioni riservate. Gli 11 investigatori privati, secondo il gip Paola Belsito, pagavano i tre inquirenti pubblici e i due operatori telefonici per ottenere notizie segrete dalla banca dati centralizzata delle forze dell'ordine (Sdi, Sistema di Indagine) e dagli archivi della compagnia di cellulari. Dati in teoria protetti dalla privacy che venivano invece rivenduti a caro prezzo ai clienti delle agenzie, per lo più con obiettivi di spionaggio industriale.
Come presunto capo dell'associazione per delinquere è finito in carcere Pierpaolo Di Pasqua, 35 anni, originario di Viterbo, titolare dell'agenzia SSI con sedi a Milano e Roma. Tra gli arrestati c'è anche il responsabile operativo della società d'investigazioni, la stessa che spiava i politici. L'ispettore capo della polizia P.M., che lavorava nella sezione anti-crimine della questura di Padova, sarebbe invece coinvolto in casi di spionaggio industriale: segreti aziendali rivelati ai concorrenti.
I pm Stefano Civardi, Letizia Mannella e Fabio Napoleone avevano chiesto già nell'ottobre scorso i 16 arresti, che però sono stati ritardati da un imprevisto cambio di gip. Mentre scattava il blitz, i carabinieri del nucleo operativo hanno eseguito 32 perquisizioni in agenzie investigative sparse tra Milano, Roma, Padova, Como e Firenze. L'indagine della Procura è molto più ampia: gli arresti di ieri chiudono solo il primo capitolo di una maxi-inchiesta con decine e decine di nuovi indagati.
Beeeeeeeene..
Insomma possiamo stare tranquilli proprio eh?!?
nulla di nuovo sotto al sole, ve lo ricordate lo scandalo delle intercettazioni che coinvolse il famoso tom ponzi nel 1973?
se parlate con qualsiasi lavoratore dei call center tim o vodafone saprete che spesso vengono avvicinati da questi investigatori privati che gli offrono bei soldi per accadere ai database delle chiamate e degli sms.
non credo affatto che per un qualsiasi lavoratore di un call center sia possibile accedere ai contenuti di chiamate e/o sms
ne ho conosciuti diversi e so quel che dico.
so anche per certo che e' stato ristretto in modo molto severo l'accesso a certi dati proprio per via del costume diffuso di vendere tabulati alle agenzie investigative.
tabulati certo.
ma non i contenuti degli sms, men che meno quelli delle telefonate (che non vengono certo intercettate dall'operatore telefonico).
Per le intercettazioni, se le vogliono fare, devono "provvedere" per conto loro.
Non mi pare molto legale lo stesso. Se io ho bisogno di una verifica perché poniamo il caso che c'è una persona che mi molesta in forma anonima, devo cercare di essere autorizzata dalla Questura. E qui??? Sempre i luridissimi soldi.
Carolina
dal sapere chi hai chiamato e quando al sapere di cosa si sia parlato il passo e' breve.
certo non sono informazioni disponibili al primo operatore ma se un investigatore di corna qualunque puo' pagare per avere i tabulati con le chiamate in entrata ed uscita, cosa puo' fare chi ha piu' disponibilita' e conoscenze?
a Roma ad esempio in moltissimi sanno benissimo dove sia la centrale telecom utlizzata per le intercettazioni.
io su questo sto con Grillo. che quegli operatori si licenzino, invece di stare a fare il muro di gomma per un fottuto cocopro di 800 euro al mese contro lavoro anche notturno per poi prendere i soldi dagli "investigatori di corna" (che il grande Montalban chiamava anche più spregiudicatamente "annusapatte").
Carolina
Carolina: si licenzino e poi ?
Tu lavori ?
Mi pare di no, altrimenti sapresti che 800 euro al mese sono meglio di niente.
Il dato allarmante è un altro: il ricorso (ordinato da chi e chi ne era a conoscenza sarà accertatato dalle indagini: intanto vi sono in carcere un buon numero di persone) allo spionaggio politico nella elezione del Presidente di una macro-regione come il Lazio.
Fortuna (?) ha voluto che gli spioni fossero a loro volta spiati, questa volta legalmente, e la cosa è divenuta di pubblico dominio.
E' evidente che non erano molto preparati nello spionaggio elettronico.
Meno male.
Carolina: si licenzino e poi ?
Tu lavori ?
Mi pare di no, altrimenti sapresti che 800 euro al mese sono meglio di niente.
Il dato allarmante è un altro: il ricorso (ordinato da chi e chi ne era a conoscenza sarà accertatato dalle indagini: intanto vi sono in carcere un buon numero di persone) allo spionaggio politico nella elezione del Presidente di una macro-regione come il Lazio.
Fortuna (?) ha voluto che gli spioni fossero a loro volta spiati, questa volta legalmente, e la cosa è divenuta di pubblico dominio.
E' evidente che non erano molto preparati nello spionaggio elettronico.
Meno male.