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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
La mamma invisibile
filippo maraffi ha scritto a OneMoreBlog:
Dalle Lettere al Corriere Milanese di oggi:
«Sono andata a iscrivere mio figlio maggiore alla scuola materna comunale. La direttrice, gentile ed efficiente, leggeva i dati della mia famiglia sul computer, senza che io dovessi aggiungere nulla, poiché era collegato all’anagrafe del Comune. Bene, mi sono detta. Circa la composizione del mio nucleo familiare le risultava che, al nostro indirizzo, vivessero un bimbo che stavo iscrivendo, un fratellino, un padre e una convivente che poi sarei io. Peccato che io sia, accidentalmente, anche la madre dei due bambini, compagna del padre, colpevole forse di non essere sposata. Insomma all’anagrafe io risulto come una qualunque signora che convive con questa bella famigliola, composta da un padre con i suoi due bei bambini… Sono indignata: è possibile che questa sia la condizione di tutte le donne che non contraggono regolare matrimonio?»
Che dire? I PACS, o come cavolo li vogliamo chiamare, sono indispensabili in una società come la nostra nella quale, per ora, vige la libertà di sposarsi in Chiesa, di sposarsi civilmente, ma anche di amarsi e di convivere senza matrimonio ufficiale. Ma quei due bambini non hanno una mamma ufficiale e il padre dei piccoli ha una convivente e non una compagna. E c’è ancora qualcuno che crede che siano Buttiglione, Bossi, Berlusconi, Casini o Fini (due di loro divorziati e uno addirittura convivente) a tutelare i valori della famiglia. Per quel che può servire la signora ha tutta la mia solidarietà, ma ci si deve tutti impegnare perché queste vere e proprie deviazioni integraliste scompaiano dalla nostra società.