Berlusconi è impresentabile Ora anche per Mieli
«Si alza e se ne va perché accetta solo le sue regole
Vuole sudditi, ma ha due grandi tabù: la mafia e Craxi»
di Oreste Pivetta / Milano
Caro Giorgio Bocca, lei ne ha viste di tutti i colori. Le mancava il presidente Berlusconi che abbandona offeso la scena televisiva. «Semplicissimo. Lui non sopporta di essere interrogato. L’episodio dimostra che come politico è l’eccezione
pessima, che è piccolo, presuntuoso, prepotente. Che vuole imporre sempre le sue regole».
Almeno Berlusconi sembra alle corde. Che ne pensa dell'invito del Corriere a votare centrosinistra?
«È la dimostrazione che nessuno crede più in Berlusconi. Gli azionisti di via Solferino hanno inteso la necessità di una scelta. Berlusconi è impresentabile anche per loro».
Però Bush lo ha ricevuto...
«Lui contraccambia con un discorsetto penoso, persino irrispettoso: come si fa a proporre come modello quest'America tragica, che lascia morti ovunque, in guerra senza una via d'uscita?».
Lei Berlusconi l'ha conosciuto bene...
«Un personaggio al di sopra del bene e del male, un gatto dalle sette vite e dalle infinite lingue: può dire una cosa e può dire subito il contrario. Con un'unica morale, che sta nella difesa dei propri interessi e nell'esaltazione del proprio io. Un tale con l'aspirazione di fare il re. Tanto è vero che si circonda di sudditi come Bondi e Cicchitto».
Anche lei, ha lavorato per Berlusconi, però. Come mai?
«Per i soldi. Mi davano settecentomila lire al mese e un lavoro che per un giornalista non è un lavoro, è stare in poltrona a chiacchierare davanti alle telecamere. In verità anche per curiosità: mi interessava capire come funzionava una nuova televisione. L'azienda era molto diversa dalla Rai. Mi incuriosiva anche lui, non essendo allora in politica. Mi sembrava la macchietta delll'industriale un po' coglione ma divertente. Per quanto m'accorsi subito che i rapporti dentro l'azienda erano guidati dalla furbizia o dall'opportunismo più che dalla civiltà e da uno spirito di onesta collaborazione».
Faccia un esempio.
«Una volta gli proposi un'intervista sulla libertà dell'informazione. Lui venne in studio con la regista che si portava la solita calza di seta, da far calzare alla telecamera per farlo apparire più bello. Cercai di fare il mio mestiere nella massima indipendenza, senza ossequi o sudditanze. L'intervista doveva andare in onda la sera dopo. Non si vide. Non si vide neppure ventiquattro ore dopo. Chiesi conto e tra i seicento o settecento dipendenti di Fininvest non ne trovai uno che mi sapesse spiegare il motivo della cancellazione. Disguidi, rispondevano... In realtà s'era indispettito per il mio atteggiamento indipendente».
Erano anche gli anni di Craxi...
«Uno era la copia dell'altro. Una volta feci un'intervista al segretario socialista. Berlusconi si sistemò in cabina di regia. Craxi lo inquadrarono sempre di faccia, io fui inquadrato solo di nuca, per mostrare l'incipiente calvizie. Craxi era per il resto argomento tabù con Berlusconi».
C'erano altri argomenti tabù con Berlusconi?
«La mafia. Cambiava subito discorso. Con l'aiuto di Dell'Utri, l'unico che ho sempre temuto».
Caro Bocca, di recente le sono piovute addosso critiche durissime a proposito del suo ultimo libro, "Napoli siamo noi", pubblicato da Feltrinelli.
«Mi ha colpito il fatto che tutte queste critiche non riguardessero neppure in minima parte i contenuti del libro, i fatti cioè che ho denunciato. Che sia una città invivibile, che sia una città allo sfascio e inguaribile non interessa nessuno. Mi ha colpito la risposta del direttore del Mattino, a una domanda di Corrado Augias. Orfeo ha definito il mio libro una canzonatura di Napoli: il dramma che vive la sua città, in preda alla camorra e al malaffare, proprio non lo turba...».
La "napoletanità" non l'affascina?
«La "napoletanità" è un'invenzione di Raffaele La Capria per far credere all'esistenza di qualcosa di bonario, di civile, anema e core, per occultare la ferocia con cui tutti si danno da fare attorno all'osso per mangiare».
Ma questo da che cosa nasce?
«Dalla Magna Grecia. Mi viene in mente Agnelli che definiva De Mita intellettuale della Magna Grecia. Magna Grecia significa per me dominio della intelligenza e della sua corruzione in furbizia sulla responsabilità civile».
Eppure Napoli ha avuto momenti di grande splendore.
«Merito dei Borboni, maestri dell'apparenza, mentre se ne fregavano dei poveracci. Basta guardare la reggia di Caserta, impresa da megalomani».
Napoli ha avuto un passato industriale. Sempre i Borboni.
«Un'industria prospera in una condizione d'autarchia, di barriere doganali. Fatta l'unità, è arrivata la concorrenza e le industrie napoletane sono crollate».
L'ultima a crollare fu l'Italsider di Bagnoli.
«Una follia liquidare Bagnoli, l'unica autentica risorsa. Una concentrazione operaia come quella di Bagnoli rappresentava la via di scampo per Napoli».
Non è che il modello napoletano l’ ha avuta vinta?
«Il cambiamento in peggio fu nel passaggio dall'industria alla finanza. Una volta tutti pensavano che la ricchezza venisse creata dalle fabbriche e dagli operai... Adesso la maggioranza pensa che non ci sia niente di meglio della finanza e dei furti finanziari. Così si inventano personaggi alla Ricucci, che ha fatto più soldi della Fiat. In proporzione. O personaggi alla Fiorani».
Ci sarà una via d'uscita?
«Un popolo che ritiene la furbizia più importante dell'onestà e l'intelligenza meglio della disciplina non ha capito che la coglioneria dei cuneesi e degli svizzeri è il fondamento degli stati. La Magna Grecia non fu mai uno stato. E infatti fu sconfitta dai romani».
I romani erano un po' svizzeri?
«Erano un po' tonti. Adesso non esistono più».
Però quanta cultura nella Magna Grecia e a Napoli.
«Non c'è dubbio che i napoletani sono più intelligenti degli svedesi, però Napoli fa schifo, a Stoccolma si vive bene».
La guerra di Liberazione aveva creato illusioni?
«Perchè sono un accanito difensore della Resistenza? Perchè fu uno dei pochi momenti in cui questo paese si mostrò un paese serio»
Il signor Bocca parli di Milano, che Napoli non la conosce.
Non voglio stare a discutere sulla napoletanità (che lui non può capire come io non capisco l'affannarsi attorno al lavoro di certi milanesi). Non volgio neanche stargli a spiegare io (perchè lui dovrebbe saperne qualcosa) del perchè l'industria e in generale l'economia del regno borbonico fu sistematicamente distrutta dai Savoia che videro il meridione come terra di conquista.
Voglio rispondere solo su una questione, la questione Bagnoli: l'ha visto, il signor Bocca, dove era l'Italsider? L'area di Bagnoli (e se ci andate adesso che fortunatamente stanno smantellando la bestia apocalittica ve ne renderete conto) aveva due possibili destinazioni negli anni cinquanta: polo nazionale dell'acciaio (come diventò), clamorosamente fallito con operai che in cassa integrazione ci sono stati vent'anni ed una economia distrutta oppure polo del turismo, con una struttura del territorio che ricorda Copacabana, dominata dalla collina di Posillipo; tutta Napoli e tutti i napoletani avrebbero potuto vivere di turismo, abbiamo alcune tra le bellezze paesaggistiche e architettoniche più notevoli dell'intero pianeta, ma qualcuno all'epoca preferì fare le acciaierie e io oggi devo vedere posti come Rimini (il cui mare, sinceramente fa cagare, per dirla alla milanese) oppure come la Sardegna (bellissima, ma che non ha niente da invidiare alla costiera amalfintana o a Capri o a Ischia) vivere di turismo e Napoli arrancare dietro.
Per cui, fermo restando che concordo pienamente su tante cose messe in evidenza, come la tendenza al disordine (che non è positiva), signor Bocca, a Napoli ci venga a vivere per un paio di anni, cerchi di capire prima di giudicare e poi ne riparliamo.
Adimant,
a Napoli ho vissuto per qualche anno, mio padre si era trasferito per ragioni di lavoro, ero ancora bambino, ma non così piccolo da non poter capire le differenze sostanziali di mentalità e modus vivendi, non che una sia migliore o peggiore dell'altra, sono entità diverse, diverse interpretazioni dello stesso concetto,mio fratello vive ancora lì e non cambierebbe mai, mia sorella è a Bergamo per lavoro e sostiene che Napoli non ha paragoni al mondo, io, personalmente, non riuscirei ad abitarci, ricordo tristemente numerosi episodi dove sentivo chiara la frase "chille è scemo, chille è d'o' nord ", rivolta al sottoscritto, qui mi sento dire "el xe teron", ma le disfunzioni croniche del territorio riesco a sopportarle meglio qui che altrove, comunque non riesco a dar completamente torto a Bocca, che giustamente critica alcuni aspetti profondamente radicati nella popolazione partenopea, ma dovrebbe approfondire alcune evidenze "padane" non meno negative. Soluzioni? Un federalismo ben fatto (fantascienza in Itaglia)che dia dignità al cittadino ? Non credo, attualmente, ci siano possibilità concretizzabili,siamo troppo provincialisti e attaccati al proprio orticello per guardare seriamente al fenomeno "Europa", al momento entità virtuale nel pianeta itaglia, popolato da accaniti guardoni di reality show e partite di calcio, purtroppo considerate da troppi vere attività culturali di questo paese, sfruttato dalla furbizia di pochi e depresso dall'ignoranza della massa.
cordialmente, Franz.
Franz, perfettamente d'accordo con te: il tuo è l'approccio giusto, quello di chi analizza conoscendo e non spara sentenze. D'altra parte in generale (non ho ancora letto il libro di Bocca, solo alcuni estratti, ma lo farò) lo stesso Bocca dice cose interessanti e spesso vere, ma è la questione Bagnoli che mi ha colpito: sembra che Bocca continui a vedere Napoli e il sud come facevano i Savoia, cioè come una terra da conquistare e plasmare. Perchè non propone di mettere i poli industriali sulla costiera romagnola? La vocazione del territorio va rispettata: il sud è per definizione territorio agricolo e turistico per fattori ambientali, morfologici, climatici; il napoletano è innegabilmente fantasioso e tendente all'artistico, chiuso in un acciaieria muore più di chiunque altro (non che qualcuno si possa divertire in un'acciaieria, intendiamoci). Ma questo tu lo capisci, Bocca no!
ogni mondo è paese, nessuno ha il monopolio della furbizia o dell'onestà.
solo che siamo più famosi, ma anche più poveri.
Giorgio Bocca ha ragione, però
2 anni fa ho letto un libro di Bocca in spiaggia, con la massima predisposizione e curiosità. Non ricordo il titolo nè per quale motivo decisi di leggerlo. Bene, nonostante l'ambiente rilassato e la gentile brezza marina che mi addolciva l'animo,finito che ebbi di leggerlo lo gettai via schifato e ancora oggi credo che sia sotto la sabbia canarica. Un elenco di insulti, di faziosità, di critiche a Berlusconi di un livore incredibile e soprattutto di un insulsaggine manifesta. Pensai a quel punto ad un regolamento di conti che l'autore aveva in sospeso con l'oggetto del suo odio. Odio che, precisiamo, non aveva nulla di politico ma verteva sul buon gusto e sulla mancanza di classe e di stile del premier. Insomma un libro di cui non si capiva il senso e non se ne sentiva il bisogno. Ora dopo aver letto anche questa intervista ho la certezza che ci sia qualche motivo che noi non conosciamo per il quale Bocca odi Berlusconi in modo furibondo. Gli critica il narcisismo e una certa superficialità come se fossero peccati capitali sorvolando perlatro su questioni più sostanziali che avrebbe, in quel libro, potuto e forse dovuto tenere in maggior considerazione. Travaglio sarà quel che sarà ma quando attacca Berlusconi lo fa con dati, cifre, numeri, ricostruzioni, testimonianze certe e attendibili. Non scrive che Berlusconi sbavava per le ballerine del drive-in, che non ha gusto nel vestire, che non è un vero signore, che è nano, che è pelato, che è un coglione ecc. ecc. perchè questo vuol dire ridursi ad essere peggiori di chi si vuole criticare. O sbaglio?
Adimant,
in merito alla sistematica distruzione del territorio, faccio presente Marghera, giungere a Venezia attraversando le meraviglie dell'architettura industriale di cui dalla citta'-museo si godono splendide vedute di raffinerie, petrolchimico ed altri esempi un pochino(?!) in contrasto con il contesto paesaggistico della città più fotografata del globo. La bestialità non giace in un sol luogo. Scusa se rispondo a singhiozzo, ma sto lavorando e i tempi morti sono sporadici.
Franz
Willy, l'odio è generato dalla paura, a sua volta l'odio genera violenza che spesso si ritorce su chi si lascia trasportare dal sentimento, a mio avviso la peggior arma da rivolgere verso qualcuno è l'indifferenza, se nessuno ti considera, non esisti. Ma perchè poi contribuire a sporcare una spiaggia con checchessia? Se non apprezzi qualcosa, da qualunque parte sia chi lo ha concepito, credo sia meglio usare il cestino che seppellire ciò che non piace nella sabbia.
Cordialmente, Franz.
beh, la carta dovrebbe essere biodegradabile, almeno se non è patinata.
Vabbè dai è carta, è biodegradabile, poi passavano ogni sera a togliere pezzi di giornale che a causa del vento si staccavano in continuazione dai quotidiani. Cmq. era per dire come questa faziosità di un giornalista stimato potesse generare vero e proprio schifo nei suoi confronti. Mi ricorda Citati quando parla del fascismo e dice che la cosa peggiore per lui non erano le leggi razziali, la guerra, la mancanza di libertà, di democrazia, la censura ma, si badi bene, il clima machista che si era creato fatto di giovani balilla, di divise, di marcette. Ora se vogliamo prenderci in giro facciamolo pure, ma sostenere che l'aspetto peggiore delle dittatura fascista fosse l'aspetto "folkloristico" denota una stupidità notevole a mio avviso.
Adimant ha ragione, i Savoia hanno fatto danni sopra danni all'Italia e in ogni momento (molti) di crisi della sua storia si sono comportati come i rapinatori dei film poliziotteschi anni '70 "Dividiamoci i soldi e filiamo", per rendere l'idea.
I borbone a Napoli ne hanno immesso la corruzione (dall'arruolamento dei primissimi camorristi nella polizia al disinteresse per le classi sociali più povere) e con l'unità d'Italia si sperava che le cose cambiassero, ma Savoia e friends (massoneria inclusa) hanno preferito lasciare il paese a sè stesso.
Non solo il sud: se si guardano i dati migratori ed economici, la regione più povera d'Italia fino ai primi anni '60 era il Veneto, il quale però si è risollevato alla grande.
Ma credo più per l'assenza di mafia che per una mentalità operosa.
Il clima machista, imposto con veemenza e cipiglio da uno che arrivava si e no al metro e sessanta, fa pensare parecchio riguardo a molte cose dell'epoca. Adesso ci dovrebbero essere molti più cervelli funzionanti nello stivale del terzo millennio, ma tant'è......
Esatto Franz, ancora d'accordo con te ed ancora in contrasto con auanto dice Bocca, che ritiene che mostri come l'Italsider (e presumo anche Marghera) siano ocasioni perse. Io invece sostengo che la vera occasione persa del sud (e nel caso di Marghera anche di quella parte del nordest che, mi ha detto un mio conoscente, era una volta ben più degna e bella meta turistica di Rimini o Cesenatico) sia il turismo: spiagge immense in Calabria con una superstrada che passa a 50 metri dal mare, la Salerno Reggio in perenne costruzione, i mostri come l'Italsider, la cementificazione della valle dei templi e Bocca mi viene a dire che i napoletani dovevano fare gli operai nelle acciaierie! Ma vada lui davanti all'altoforno!
Franz è come se io ti pesto dandoti dello stronzo e tu vai a lamentarti che ti ho dato del tu e non del lei mentre ti pestavo...è una cosa senza senso alcuno!
Scusate ancora il ritardo nella risposta, Adimant, Marghera è un'Italsider moltiplicata alla enne, NON ti invito a visitarla,
Willy, oggigiorno così fan tutti (grazie Mozart)sia dall'una che dall'altra parte, anni e anni fa il sottoscritto e i suoi anici le hanno buscate sia dai rossi che dai neri e perchè? Perche cinque sfigati che non si schieravano erano più fascisti o comunisti di chi prendeva posizione. di questi cinque due sono finiti nel braccio violento delle due coalizioni opposte ed ora, dopo qualche anno di carcere hanno capito che non ne valeva la pena ne per se stessi ne per altri che spingono alla violenza armata per defilarsi nel momento crucciale. Ora che si fa'? Ci si piange addosso come ad uso di alcuni Soloni o si cerca di ragionare senza lamentarsi come dei bimbi che hanno perso il loro orgoglio?
Franz.
su arcoiris tv che è un fantastico video di Nichi Vendola che parla (anche) di questo tipo di "sviluppo industriale". soprattutto in relazione al sud, ma anche in relazione alle classi dirigenti del nostro Paese in genere. Davvero fuori dal comune, sembra ... tante cose... ma anche uno della migliore tradizione meridionalista. Purtroppo non posso darvi il link perché obiwan non lo fa passare, ma penso si trovi agilmente con una ricerca sul sito di arcoiris.
Carolina
su arcoiris tv c'è un fantastico video di Nichi Vendola che parla (anche) di questo tipo di "sviluppo industriale". soprattutto in relazione al sud, ma anche in relazione alle classi dirigenti del nostro Paese in genere. Davvero fuori dal comune, sembra ... tante cose... ma anche uno della migliore tradizione meridionalista. Purtroppo non posso darvi il link perché obiwan non lo fa passare, ma penso si trovi agilmente con una ricerca sul sito di arcoiris.
Carolina
scusa Al il primo dei msg chiaramente contiene un errore. ho provato a fermare e postare corretto ma li ha presi poi invece tutti e due. :-(
Carolina
ma non siete un tantino OT?! Io non capisco più nulla...si parlava del pessimo Bocca e siamo finiti a parlare di tutt'altro....!
Willy, ci sono almeno 3 domande in qs intervista che parlano di modelli di sviluppo. Di quelli un po' dei nostri tempi. Poi io le tesi tutte focalizzate sulla ricerca di origini o su asserzioni di una determinata popolazione non le amo moltissimo. Cmq ho solo proposto uno spunto per chi avesse voglia di sentire una diversa idea, quando vuole e come vuole. Non andrò OT come penso anche che non commenterò molto in questo thread su Bocca. Che per me ha detto una cosa intelligente in vita sua, su Milano e sulla politica italiana: "è un tripudio di pazzi". Peccato per i fatti concludenti nell'arco di 25 anni quasi sempre e tutti per comprovarlo...
Carolina
carolina io cercavo di uscire dall'inter-roma o milan- juve, condiviendo con voi il mio parere su una persona che in qualche modo ha dato molto al mondo della cultura italiana. Però vedo che adesso il discorso si sta spostando e soprattutto non riesco a capire per esempio la replica di franz che parla di 5 ragazzi che le prendevano poi 2 sono diventati terroristi...insomma cosa c'entra con Bocca?
Scusa la poca chiarezza, willy il fatto è che ora il piangersi addosso è in certo qualmodo rigirato,l'esempio delo stronzo,del tu e del lei (da te fornito prima) è decisamente calzante ragionando del come l' approccio personale sia cambiato nel tempo, perdendo il senso compiuto delle cose reali, giungendo ad esprimere fatti in maniera decisamente avulsa dalla realtà, se un tizio si martella un dito, battendo un chiodo, la colpa è del martello, e così via..... Condannare il fascismo per l' esaltazione del fisico? E il nazismo perchè non piaceva il colore delle divise delle ss ? Complimenti, chi lo fa merita davvero il premio neuro !!!
Franz
Scusa Adimant se la discussione è sortita verso altre mete, trascurando il tema di Napoli, come spero si sia capito, penso che nessuno debba sentirsi classificare di serie "B", venga da S.Giorgio a Cremano o da Papozze (prov.di Rovigo), ma la mia illusione di potermi esprimere come Europeo rimane tale, non siamo un popolo preparato a questo salto, come invece riescono a dimostrare molti teutonici, o finnici od altri. Spero nelle generazioni future, ai miei figli cerco di insegnare per quel che posso a parlare la lingua del luogo dove riusciamo a recarci in ferie; per uno senza radici come me, considerarmi un cittadino continentale sarebbe davvero un punto d'orgoglio. Ma quando sento il tromboncino di turno affermare sonante che gli italiani sono il popolo più americano d' Europa, senza prima essere Europei, raccolgo i coglioni dal suolo e mi rassegno al fatto che la strada è ancora lunga, MOLTO lunga.
Franz
Ok Franz ora è chiaro! Sono d'accordo con te che sei d'accordo con me :-)
Da campano, lasciatemi dire che Bocca generalizza un po', però non dice falsità. Il punto focale è un altro: Napoli riassume nella sua tragica vicenda storica le contraddizioni di tutta l'Italia meridionale. Disoccupazione dilagante , malavita senza freni, atavica corruzione delle classi dirigenti, scarsa incisività dell'opinione pubblica al momento delle scelte importanti per le comunità, mancanza di uno sviluppo industriale ed economico serio e duraturo. Tutto ciò è aggravato dalla sfiducia in ogni ipotesi di futuro da parte delle forze fresche (penate a quanti laureati ci sono al Sud e a Napoli!) che, stanche di dover fronteggiare quotidianamente problemi di ogni genere che s'aggiungono alla carenza insopportabile di servizi ed ai rischi corsi per la propria incolumità, inevitabilmente scappano. Furbizia e Magna Grecia sono scorciatoie di comodo per non affrontare i nodi strutturali della questione. Non che ciò che dice Bocca non sia vero, ripeto, però la situazione è più complessa. E rappresenta uno dei nodi forse destinati a restare irrisolti all'interno della sfiancante "questione nazionale". Perdonate la prolissità, ma il tema mi tocca da vicino.
Mangoni ha ragione, la penso come lui ed infatti ribadisco che alcune verità in quello che dice Bocca in questa intervista ci sono, ma su alcuni punti è decisamente superficiale e solo chi vive una certa realtà può davvero capire quanto lo sia. Comunque ci vorrebbe ben più di un thread per riassumere la "questione napoletana", perchè, come dice Mangoni, Napoli rappresenta in pieno con ogni suo aspetto l'intera questione meridionale, nel bene e nel male ed in tutte le sue sfumature.