Viva le Regole
di Roberto Cotroneo
Ci sono degli automatismi, dei riflessi condizionati, delle pigrizie che sono dure da togliersi di dosso. Spesso vengono proprio dal mondo della stampa, da noi giornalisti, abituati negli anni a vivere in un mondo un po’ lunare, che ha ben poco a che fare con il paese vero, con la gente per strada, con la realtà della vita. Perché siano proprio i giornalisti a soffrire di questa sindrome sarebbe un lungo discorso. Ma così è. E allora l’altra sera, nel «Porta a Porta» post faccia a faccia di Bruno Vespa, autorevoli colleghi, intelligenti e talentuosi, sottolineavano il fatto che la serata era stata di una noia mortale. A sostenerlo erano Vittorio Feltri in primis, ma a seguire Lanfranco Vaccari, e a seguire anche Aldo Cazzullo del «Corriere della sera», e naturalmente Emilio Fede. Anche oggi (ieri per chi legge) i giornali vicino al centro destra pongono l’accento sulla noia, e non sulla scarsissima figura che ci ha fatto Silvio Berlusconi (e questo si può capire, dal loro punto di vista).
Ma era davvero noiosa la serata che ha visto il faccia a faccia di Prodi con Berlusconi, ben moderato da Clemente J. Mimun? I dati dicono ben altro. Dicono: 16 milioni di spettatori e il 52 per cento di share. È un dato impressionante. Davvero impressionante. È più di una finale di coppa del mondo di calcio con la squadra italiana in finale. È più di qualunque cosa. Sedici milioni di persone che non si sono annoiate, che hanno ascoltato, e hanno ascoltato perché vigevano delle regole. Perché c’era un bel cronometro e nessuno poteva sproloquiare, fare battutine, alzare la voce, contraddire senza pezze d’appoggio l’avversario, togliere la parola, mandare filmati vezzosi, intervistare la solita gente della strada, mostrare le cosce della valletta o attricetta di turno. Non c’erano siparietti, non c’erano effetti speciali. Non era fantascienza, come diceva una vecchia pubblicità, era scienza.
A Berlusconi si vedeva che non piaceva, si è lamentato alla fine, non sapendo invece quanta gente aveva trovato quelle regole che al premier non piacevano una dimostrazione di civiltà politica come non eravamo più abituati a vedere. E anche in questo Berlusconi ha fatto un autogol e ha dimostrato di non essere davvero più in sintonia con il Paese. Non ha potuto fare il solito show che a questo punto, c’è da rifletterci, è chiaro che non interessa più nessuno.
Ma allora, qual è la formula che funziona? I giornalisti, quelli in televisione, quelli sui giornali del centro destra dicono che era tutto una noia. È un modo snob e anche un po’ efferato: loro volevano la rissa. Volevano il Berlusconi fluviale che accusa Prodi e lo interrompe, volevano non il dibattito politico (che era quello dell’altra sera), ma l’avanspettacolo, il gossip in diretta, il cabaret della politica. Uno «Zelig» ma dei poveri, uno «Striscia la notizia» in versione istituzionale. Volevano il «mi alzo e me ne vado» con l’Annunziata, che continuava a ripetere, senza esitazioni: «ritiri quello che ha detto, ritiri quello che ha detto». Questa è roba che il giorno dopo corre per i giornali, questa è roba che si rivede, in un gigantesco blob in tutte le reti e in tutte le televisioni, con commenti, polemiche e riflessioni. L’altra sera i sedici milioni sapevano che non c’era niente da rivedere, semmai c’era qualcosa da ascoltare. Che poi certo, si sarebbe fatto un ipotetico conto di chi aveva vinto il confronto e di chi lo aveva perso. Ma niente di più. E allora? Non li stiamo prendendo tutti in giro, i lettori, quando facciamo i giornali tutti fronzoli, didascaliette, battutine, interviste doppie, box e riquadrati, frizzi lazzi e ricchi premi? E allora? Non ci stiamo prendendo in giro quando pensiamo che la politica, le cose serie, debbano essere trattate come fa Anna La Rosa? Servizi come fosse un rotocalco di gossip, musiche del momento, metafore strampalate, e le rassegne stampa finte di Gianni Ippoliti? Sono anni che qualcuno teorizza il concetto di «palloso». O se vogliamo dirlo in modo meno gergale «noioso». Un tempo si diceva anche «bollito», che si contrapponeva a «croccante».
Forse il cittadino normale, quel 52 per cento che ha scelto di vedere Berlusconi e Prodi, uno di quei sedici milioni, non lo sa, ma da anni c’è gente in televisione, nei giornali, nella comunicazione politica, e nella comunicazione in genere che ha deciso per lui cosa lo interessa cosa lo diverte e in che modo. Abbiamo riempito contenitori di ogni tipo, pagine di giornali e palinsesti televisivi, di sciocchezze e di quisquiglie, di leggerezze mal dosate, di melensaggini inutili perché quel cittadino e telespettatore, e lettore di periodici e quotidiani, uno di quei sedici milioni dell’altra sera, si sentisse più a suo agio: l’agio della medietà, l’agio del popolare. Ma quando mai. Abbiamo sbagliato tutto. Fa più audience «la regola» di Prodi che la chitarra di Apicella, e adesso lo sappiamo; e fa più audience lo scrittore e intellettuale Claudio Magris intervistato da Fabio Fazio, di cento attrici in décolleté che ammiccano al politico di turno. Ieri si è aperto uno spiraglio nel nostro futuro, l'idea che si può fare ancora qualcosa per arginare la volgarità di questi ultimi anni, cominciando dalla politica. Vale per tutti. E apre una pausa di riflessione. Non ci vengano più a parlare di noia, di leggerezza e di altro ancora. Non sia mai che finalmente ci siamo liberati, noi, con i sedici milioni, dalle stupidaggini che ci torturano da almeno cinque anni
Due cose: si può vedere una trasmissione anche annoiandosi, le due cose non si escludono, a me l'altra sera è capitato. Seconda cosa: non è stato un faccia a faccia perchè i due facevano un monologo a se stante, sembravano quasi in due studi diversi, in due situazioni fisiche differenti. Ogni tanto Berlusconi incolpava e accusava Prodi, è vero, ma l'avrebbe fatto comunque anche se non fosse stato presente. Credo sia indubitabile che un confronto per essere tale presupponga una componente di contraddittorio dialettico, altrimenti sono due tribune stampa fatte di dichiarazioni autonome che viaggiano come 2 rette parallele senza incontrarsi mai. Come negare che la trasmissione dell'Annunziata non ha annoiato nessuno, è diventato un cult, un blob perpetuo, un must che diventerà un tormentone...?! Quasi un tricche e ballacche quel "sennò mi alzo e me ne vado"...
Solo una cosa. Quasi tutti hanno dato per vincitore Prodi. I più destrorsi hanno detto che è stato noioso pareggio. Fede ha detto che Prodi era alle corde. Che Berlusconi gli ha rotto il sedere.
Emilio il tuo posto nel mausoleo di Berlusconi lo hai già avuto.. cosa vuoi di più?
Anche il mento di Belpietro ha parlato di un KO di Prodi. E lui il posto nel mausoleo non l'ha ancora ottenuto...
Il confronto era il primo che si faceva e con il tempo ci saranno dei miglioramenti. Se è vero che c'era una certa staticità di fondo e poca dilettica, l'effetto che fossero in due, con due caratteri, due personalità, due modi di porsi, secondo me si è sentito benissimo. E' vero che dal punto di vista dei contenuti un pò di noia c'è stata (la colpa è stata un anche delle domande), ma emotivamente è passato molto. Un abisso tra i due. Ed è già assai importante.
Riguardo all'articolo di Cotroneo: leggendolo mi sono accorta di essere ormai convinta che la Tv così come l'ho vista da bambina fosse morta. Invece, ecco che ricompare una speranza: vuoi vedere che portò farla vedere anche a mia figlia?
Il punto non è che le massaie non lo voteranno più xchè hanno capito ma che l'hanno votato 10 anni fa e poi ancora 5 anni fa ben sapendo chi era e cosa aveva fatto. Il punto è che forse non gliene fregava più di tanto, o sbaglio?!
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=74212
@ maiale... :in italia non ci sono il 50% e passa di massaie ! per un 10% di indecisi e microcefali ci sono più del 40% di persone che l'han votato sapendo bene chi votavano .
il dubbio inquietante è: quelli del giornale ci sono o ci fanno?
qualsiasi pivello che navighi su internet da una decina di mesi e che abbia una minima dimestichezza con forum, blog e relativi sondaggi, sa capire quando i dati sono evidentemente sballati.
Basta poco: un sondaggio che arriva a 30mila voti e sta 50 e 50, non può, alla soglia dei 100mila, stare 81 a 19. E' una cosa ovvia. Anche per ragioni statistiche. Inoltre la votazione multipla è tranquillamente consentita nei sondaggi del corriere. C'è gente che si diverte a falsare questo tipo di sondaggi. E' triste ma è così.
Per cui non capisco dove stia la notizia.
Punto primo ed unico: quello era un confronto televisivo fra due candidati ‘premier’, di due opposti schieramenti politici.
Fatemelo dire alla Di Pietro: che c’azzecca la dialettica ?
I due non dialogavano fra di loro direttamente, ma tramite le domande dei due giornalisti.
Un diverso modulo garantiva la rissa, lo spettacolo di sempre, il prevalere di un battutista bravo rispetto ad un altro meno bravo.
È questo quello che si vuole da chi si candida, o ricandida, a governare il Paese ?
Poi i problemi sociali, economici, di giustizia, di equità, di funzionamento dello macchina dello Stato ecc. come li risolve, con una battuta ?
L’economia riparte a suon di barzellette ?
Il confronto era noioso ?
Forse, ma 16 milioni di spettatori l’hanno seguito fino in fondo, io fra loro, per oltre un’ora e mezza di trasmissione: tutti masochisti ?
Feltri, Vaccari, Fede sono schierati. Aldo Cazzullo pure l’ha giudicato noioso ?
Sorprende non poco, per cui vorrei chiedergli, con tutto il rispetto: anche il Porta a Porta era noioso ?
Dubito di ricevere una risposta.
Certo è che due soli giornalisti dovevano essere prescelti dai due contendenti per formulare le domande, tutti gli altri a fare da semplici spettatori.
Forse bruciava un po’.
Bello l’articolo di Roberto Cotroneo.
Certo, perchè adesso da due leader di 2 coalizioni contrapposte che si contendono la guida del paese non è lecito attendersi un confronto dialettico? Un diverso modulo magari con tempi comunque fissati ma più "open" avrebbe garantito maggior flessibilità espressiva ad entrambi i contendenti. Ripeto: una cosa è una trasmissione televisiva, un'altra un comizio elettorale, perchè di questo alla fine si trattava. Ma come fai a dire che non è stato noioso a prescindere dal fatto che Prodi se la sia cavata meglio del solito e Berlusconi peggio?! Ti è sembrato interessante, ti sono sembrati temi fondamentali per le persone "normali" che non arrivano alla fine del mese e sono strozzate dai crediti al consumo per mantenere uno stile di vita decente? Tu col cuneo fiscale ci fai la spesa all'esselunga? Tu pensi che il concetto di felicità tanto astrattamente decantato dal professore sia uguale per tutti gli elettori e sia equamente spendibile in tutte le fasce sociali, anagrafiche e geografiche. O non ti puzza, solo un filino magari, di ipocrisia elettorale pari a quella del suo contendente? Ah bè ma la colpa è dei giornalisti...
Dai, Willy, non penserai davvero quello che hai ‘postato’ ?
Un diverso modulo avrebbe consentito al Mississippi – Berlusconi di straripare nuovamente sul New Orleans – elettore italiano, come ha sempre fatto.
Ti faccio sommessamente osservare che un comizio elettorale non prevede, per definizione, contraddittorio, ma semmai una contestazione.
Un confronto elettorale, quello sì che prevede il contraddittorio,.
Né tecnicamente né nei fatti il Faccia a Faccia è stato un comizio elettorale, salvo le dichiarazioni finali dei due leaders.
Lo ripeto, le cose serie sono noiose, ma le persone serie non si annoiano.
Cerchiamo di non fare di tutte le erbe un fascio.
Distinguiamo.
Le domande le facevano i giornalisti, le risposte le davano i due uomini politici.
Anche Fini e Casini hanno riconosciuto l’occasione persa da Berlusconi per parlare del futuro del Paese.
Il cuneo fiscale è la differenza fra i costi sostenuti dall'imprenditore per l'assunzione di un lavoratore (il salario più i contributi alla sicurezza sociale) e il reddito del lavoratore dopo le tasse e le indennità (il reddito netto).
Questo cuneo influenza il tasso di occupazione in due modi: 1) siccome il costo per l'imprenditore è aumentato, assumerà meno occupati (presupponendo una curva discendente della domanda di lavoratori); 2) presupponendo che l'offerta di lavoratori è determinata dal reddito netto del lavoro, siccome il cuneo riduce il reddito che i lavoratori ricevono, riduce anche l'offerta da parte dei lavoratori.
È stato dato per acquisito che la riduzione del cuneo fiscale di cinque punti produce benefici effetti sull’occupazione, mentre non è del tutto certo che lo stesso crea disoccupazione, quanto meno non è stato contestato tale effetto ma, bensì, la possibilità di reperire le risorse necessarie per pagare questa riduzione di cinque punti percentuali, commisurata in dieci miliardi di euro all’anno.
Mi rendo conto che sono discorsi noiosi e poco comprensibili, salvo ad essere economisti ed io non lo sono.
No, non sono temi “normali” per chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, ma ti faccio notare che fa fatica ad arrivare alla fine del mese chi lavora.
Invece, l’abbassamento del cuneo fiscale dovrebbe produrre effetti sull’aumento dei posti di lavoro, che è altra cosa da chi ha redditi bassi ma lavora.
Io sono un pensionato la spesa la faccio con la pensione di lavoratore dipendente pubblico.
Il cuneo fiscale riguarda il lavoro dipendente privato.
Il concetto di felicità espresso da Romano Prodi non è un concetto astratto, ma una speranza, di un po’ più di felicità per chi non ne ha affatto.
Parlo di chi non lavora, parlo dei giovani che iniziano un lavoro a trent’anni suonati, parli dei cinquantenni che perdono il lavoro ed a quell’età perdono anche la speranza.
Per costoro, per chi inizia a lavorare o ricomincia a lavorare ti assicuro che la felicità è soltanto un po’ meno di incertezza, sul futuro prossimo e su quello remoto.
Ne convieni ?
Ti ringrazioper la spiegazione sul cuneo fiscale ma non è a me che devi dare spiegazioni ma a quel 75% di persone che non sanno cos'è, non ne conoscono i meccanismi, non ne intuiscono le regole che stanno alla base di questa imposizione. Voglio dire: stai parlando in tv, no è un'intervista rilasciata al Sole 24 ore, per cui devi confrontarti con un elettorato potenzialmente "ignorante", nel senso letterale del termine. In questo senso ha ragione Berlusconi quando dice che si deve pensare ad un ragazzino di terza media come interlucotore. E non è superiortà culturale o sociale, è prendere atto della realtà che ci circonda e modellare il proprio pensiero su di essa. Tu capisci qualcosa quando Bertinotti incomincia a snocciolare cifre incomprensibili di cui solo lui forse sa il significato?! In questo senso secondo me è stata un'occasione persa per entrambi. E riguardo la felicità cosa ti devo dire? Anche Berlusconi nel suo programma faraonico e mitomane suggeriva una promessa di felicità e di nuovo miracolo italiano e abbiamo visto com'è finita...suggerirei un po' di prudenza. E poi se analizziamo concettualmente la promessa non possiamo notare come essa sia davvero vaga, come esuli da un contesto politico fattivo, concreto. E forse in questo momento abbiamo bisogno più di certezze che di venditori di fumo oopss di felicità.
willy, tu a me l'hai fatta la domanda ! Non ci sono altri che hanno domandato e la mia risposta era diretta a te.
Ciò che tu dici, le idee che esprimi, le lamentele, i sarcasmi, gli anatemi...
willy: l'Uomo Qualunque di Giannini è di subito dopo la guerra, la II beninteso.
Il tuo si chiama 'qualunquismo'.
Sai, significa: atteggiamenti di critica generica e semplicistica o di indifferenza nei confronti della politica dei partiti, dei problemi sociali ecc.
Mi suona davvero bizzarra (alla D'Alema !) l'idea che in un Faccia a Faccia televisivo si debba parlare come se gli interlocutori fossero tutti a livello di un ragazzino di terza media.
Questo lo comprendono anche i ragazzini di terza media che lo hanno votato.
E non credo che siano molto soddisfatti di averlo appreso da te.