qui giace OneMoreBlog2.31
«I'm a picker, I'm a grinner, I'm a lover and I'm a sinner, play my music in the sun» (Steve Miller)
luoghi:
HP OMB 2.31 |
HP OMB 4.x |
archivio mensile |
archivio sezioni |
Alberto Biraghi
Paolo Borsellino Essendo Stato
Un tema importante che si trasforma in una briscola mal giocata.
Questo lavoro di scritto e diretto da Ruggero Cappuccio ha un unico pregio: dura 70 minuti, un'ora e dieci senza intervallo, dopodiché lascia uscire lo spettatore che già sogna il sollievo di pizza e birra. La storia è presto detta: i pochissimi secondi che intercorrono tra lo scoppio della bomba di via Amelio e la morte di Paolo Borsellino e della sua scorta alle 16.58 del 19 luglio 1992. Questi ultimi istanti si dilatano, dando al giudice morente l'occasione per una lunga e amara riflessione che sta sospesa nella terra di mezzo tra cielo e realtà.
Detto così sembra interessante. In realtà tutto il resto fa acqua. L'interprete - Massimo De Francovich - recita Borsellino come se fosse Edipo Re (nona caso è un attore che lavora spesso con il trombonissimo Ronconi, quindi è plasmato per usare i toni innaturali e pomposi tanto cari al direttore del Piccolo («la luna... (pausa) la luna....») . Il testo è ridondante, retorico, ripetitivo, carico di allegorie. Ma il peggio sono gli interventi di una mezza dozzina di ragazze in tunica bianca, una delle quali a un certo punto sciorina il racconto di un sogno tanto incomprensibile quanto interminabile, con tono da Antigone passata per Palermo. Alle 20:40 finalmente lo spettatore viene liberato dalle impossibili poltroncine del Grassi e può lanciarsi sulla pizza più vicina. Paolo Borsellino meritava qualcosa di più.
18.03.06 23:22 - sezione
teatro