Dove va Confindustria
di Nicola Tranfaglia
Che cosa significa lo scontro tra i vertici della Confindustria e Berlusconi? Come si spiega un radicale rovesciamento dei fronti dal 2001 a oggi?
Chi, per passione o per mestiere, conosce la storia del nostro paese, assiste con grande stupore (in altri casi con crescente indignazione) agli ultimi passi dell’attuale presidente del Consiglio verso la conclusione ormai vicina di una lunga campagna elettorale.
Lo stupore nasce dal fatto che negli ultimi 150 anni della nostra storia nazionale, una volta avvenuta la difficile unificazione dello Stato, non c’è mai stata una situazione confrontabile a quella che si è determinata dopo il discorso di Silvio Berlusconi agli industriali riuniti a Vicenza.
Gli imprenditori sono stati nell’Italia unita sempre vicini a chi ha detenuto il potere politico e in questo caso anche economico e televisivo. Si ricorda come negli ultimi decenni dell’800 e nei primi del ’900 imprenditori come Ferdinando Perrone dell’Ansaldo a Genova o Giovanni Agnelli a Torino, fondatore della Fiat, abbiano sempre sostenuto nel primo caso l’ascesa di Francesco Crispi, nel secondo quella di Giovanni Giolitti e abbiano fiancheggiato i governi liberali facendo con essi affari fruttuosi per le proprie imprese e più di una volta utili anche allo sviluppo economico del paese.
La prima guerra mondiale vide forti incertezze negli industriali a secondo dei loro interessi ma in compenso i proprietari agrari si schierarono tutti per i governi interventisti che con la contrarietà di Giolitti condussero l’Italia nel primo conflitto mondiale. Sappiamo anche che nella crisi del primo dopoguerra di fronte al pericolo del bolscevismo rivelato dal successo della rivoluzione d’ottobre nel novembre 1917, gli industriali dopo qualche incertezza nel 1920 si avvicinarono a Mussolini e alle squadre fasciste. E nel ’22 si dichiararono con chiarezza a favore del primo governo Mussolini anche nell’illusione che il fascismo potesse essere addomesticato tanto da mantenere in vita lo stato liberale.
Quando due anni dopo scoppiò il caso legato all’assassinio di Giacomo Matteotti che lambì assai da vicino il presidente del Consiglio come mandante del delitto, gli industriali si consultarono tra loro e pur non essendo d’accordo con il discorso mussoliniano del 3 gennaio 1925 che proclamava la dittatura, decisero di sostenere il demagogo romagnolo e il regime che allora nasceva.
Continuarono a farlo senza soluzione di continuità fino ai primi mesi del 1943 quando ormai la sconfitta militare dell’asse Roma-Berlino e dell’Italia appariva inevitabile, appoggiarono l’azione del re e l’ascesa di Badoglio come successore di Mussolini e fornirono all’uno e all’altro propri uomini per il governo.
Insomma, pur con dissensi più o meno sotterranei, furono con continuità dalla parte della dittatura. E se vediamo sinteticamente che cosa è avvenuto nel periodo repubblicano ci troviamo di fronte a una grande continuità di appoggio da parte delle associazioni industriali al maggior partito di governo, la Democrazia Cristiana, che ha governato ininterrottamente nei primi quarant’anni.
Alcuni dei presidenti della Confindustria, che furono prima o poi ministri nei governi centristi e in quelli di centrosinistra, erano strettamente legati al partito cattolico, basta pensare ad Angelo Costa o a Guido Carli.
Ma si potrebbero fare molti altri esempi.
Voglio dire che nell’Italia unita è nata e poi si è consolidata una tradizione pressoché ininterrotta di vicinanza dei vertici imprenditoriali al governo di volta in volta in carica messa in crisi soltanto a metà degli anni Settanta dal tentativo di «compromesso storico» o solidarietà nazionale presto fallito.
Negli anni Novanta la crisi legata alla scoperta della corruzione pubblica mostrò con chiarezza l’intreccio perverso tra politica e affari che aveva coinvolto allo stesso tempo la classe politica e i grandi, medi e piccoli imprenditori e l’inchiesta giudiziaria di Milano si estese presto a molte città italiane, ma dopo due o tre anni dovette fermarsi.
Molti altri poteri intervennero a ostacolare quelle inchieste. L’ascesa di Silvio Berlusconi alla presidenza del Consiglio nel marzo 1944 agì come apertura di una nuova fase che vide gli imprenditori molto interessati e che come Mussolini disse di voler modernizzare l’Italia e tenere lontani i comunisti (nonostante la fine del Pci).
L’idillio con Berlusconi durò tra alterne vicende per tutti gli anni Novanta e alla fine di essi il Cavaliere riuscì a insediare ai vertici della Confindustria Antonio D’Amato, un suo sostenitore che rappresentava proprio i piccoli imprenditori meridionali e quelli del Nord-Est che si ribellavano alla precedente egemonia della grande industria del Nord entrata a sua volta in crisi.
Ma in questi ultimi anni i vertici della Confindustria hanno potuto verificare il fallimento economico e istituzionale della Casa delle Libertà, hanno sostituito D’Amato con un uomo come Cordero di Montezemolo che non crede di dover fare sconti né a questo né ad altri governi.
Come peraltro in una democrazia sana dovrebbe sempre avvenire da parte di un’associazione che rappresenta un pezzo sia pure importante della società ma non il tutto.
E allora come si spiega la scenata di Vicenza e la dura risposta di Montezemolo 24 ore dopo i fatti? La risposta non è difficile se anche ai vertici degli industriali appare chiaro quello che la maggioranza degli italiani ha ormai percepito. Non siamo di fronte a una normale compagine di governo di centro o di destra o di centrodestra. Siamo invece davanti a un governo peronista, espressione di un populismo mediatico ed estremamente pericoloso per la democrazia e per la Repubblica.
I vertici degli industriali se ne sono accorti dopo cinque anni di governo. Meglio tardi che mai.
Quando sento un giornalista dell'Unità in generale, e Tranfaglia in particolare, parlare di "pericoli per la democrazia", non so perchè, ma sono colto da incontenibili accessi di risate selvagge e belluine, che solo dopo lunghe ore sembrano placarsi...mah...misteri del quarto potere...
Beato te che puoi sganasciarti dalle risate. Altri devono limitarsi a sorridere, o rischiano di sputtanare decine di lifting in una volta sola.
Bubbidolo come fai a essere così stupido? Ma un liberale vero non ve lo sapete proprio trovare, dico una persona decente che rappresenti le vostre idee? Vai, corri a ridere su qualche forum di azzurro-illuminati e quando passa la ridarella domandatevi dove avete trovato la debolezza di sostenere questa gentaglia.
Carissimi avversari, come fate voi ad essere così ingenui?
Premesso che riconosco a chiunque il diritto di odiare Berlusconi e di votare di conseguenza, mi chiedo sinceramente cosa abbia a che vedere il vostro supporting con la cosiddetta "sinistra": vi rendete conto che l'unica forza politica che oggi parla di vera lotta di classe è Forza Italia?
Che siamo arrivati al paradosso per cui l'unico soggetto politico che scaglia pietrate contro i vampiri responsabili, questi si, di avere gettato sul lastrico famiglie, risparmiatori, piccoli imprenditori è Silvio Berlusconi?
Fibrillate indignati di fronte ad ogni esternazione del Premier e non vi viene manco un pò di tremarella quando sentite il pettinato Montezumolo cianciare di "finanziamenti a pioggia"? Sapete cosa significa?
No? Beh, molto semplice: l'aumento della pressione fiscale PROMESSO dalla sedicente "Unione" servirà in massima parte non per fare piste ciclabili, limitare il presunto elettrosmog, aiutare le famiglie meno abbienti, assistere gli extracomunitari bisognosi o costruire nuove moschee e templi a Ganesh, bensì a foderare di ulteriori banconote le tasche già stracolme di denaro del nuovo Sinedrio, il quale piscia in faccia a voi, a noi, alle rispettive istanze (buone o cattive che siano) e aspettative nei confronti della politica.
Vorrà pur dire qualcosa se CGIL e Confindustria parlano la stessa lingua da qualche tempo in qua: anche questo contribuisce a costituire un sistema cristallizzato nel mantenimento di scandalosi privilegi per i soliti noti, i quali, per di più, non possono essere mandati a casa con una semplice tornata elettorale.
Sono per definizione immuni agli assetti politici di un paese. E la vostra presunta "intelligenza" sta nel supportarli in pedissequa rispondenza al principio in base al quale "il nemico del mio nemico è mio amico"?
Ma qualche slancio sinceramente socialisteggiante vi è proprio impossibile, acceccati come siete dall'iconoclastia antiberlusconiana?
Tante chiacchere sulle leges ad personam, sul conflitto di interessi, sull'anticlericalismo d'antan e poi vi accingete, tirati per l'anello che vi hanno costretto a mettere docilmente al naso, a regalare l'Italia a Della Valle, a Mario Draghi, a Pinifarina, ad "Agnelli&Pirelli ladri gemelli", al ciampismo naive, ai sedicenti finanzieri cattolici stile Bazoli.
Ma...ma...e Gramsci? E Berlinguer? E Lucac, Michea, Toni Negri? Tutti nel cassetto o usati come fermaporte? Ah, capisco, questa è la "Modernità", che affligge implacabile anche l'ideologia delle ideologie: del resto che qualcosa fosse cambiato era chiaro già ai tempi di Occhetto, fiero di farsi fotografare nel mentre di borghesi effusioni volte alla "sua signora" nella sua bella villa dove...dove...ma a Capalbio, of course!!!
Roba che ai tempi di Berlinguer ti sarebbe costata la fine della carriera e l'espulsione per scarsa fede.
Vi piegate alle lezioni di libero pensiero (si fa per dire) propalate da soggetti che hanno, de decenni, conti in banca stramiliardari, artefici e beneficiari di bolle speculative scandalose ed empie, menfreghisti allo stremo nei confronti di chiunque non faccia parte del loro bel mondo, afflitti da un perenne complesso di superiorità antropologica le cui prime vittime siete proprio voi che li supportate, garantendogli grassissime risate e la possibilità di farvi platealmente prendere per il culo.
Ma dove cazzo è finita la sinistra dei consigli di fabbrica, delle scuole di partito, della critica intellettualmente eccelsa (nei presupposti: molto meno negli esiti...ma era già qualcosa), della difesa dogmatica di idee e valori discutibili, forse, ma storicamente e politicamente motivati e, soprattutto, pagati a caro prezzo.
Oggi, antiberlusconismo di maniera a parte, che cosa difendete? Romano Prodi?
Sic transit gloria Mundi...
e tu, eroe dei nostri tempi, in strenua opposizione agli oligarchi che da decenni vampirizzano il paese, proponi come alternativa un monarca?
e ti spanzi dalle risate leggendo Tranfaglia per poi arrivare a scrivere:
vi rendete conto che l'unica forza politica che oggi parla di vera lotta di classe è Forza Italia?
HAHAHAHAHA!! HAHAHAHA!!!
Bubbolo, anche dopo il 9 aprile, resta con noi, non ci lasciare!!
Tranquillo Davide. Non posso permettermi un esilio dorato alle Cayman...
beh magari l'illustre Esiliato ti offrirà un posto alla sua Destra in ricompensa di tali e tanti servigi.
ma tu non ti lascerai tentare, la tua missione è qui, in difesa della libertà e della democrazia minacciate dalla sinistra Sinistra, ben piantato sull'apotema del Pentagono Rosso, lancia in resta contro l'inarrestabile deriva stalinista.
Sicuramente il nostro Bubbs è una persona intelligente.. e scrive -Ma dove cazzo è finita la sinistra dei consigli di fabbrica, delle scuole di partito, della critica intellettualmente eccelsa (nei presupposti: molto meno negli esiti...ma era già qualcosa), della difesa dogmatica di idee e valori discutibili, forse, ma storicamente e politicamente motivati e, soprattutto, pagati a caro prezzo- Certo.. Vorrebbe che la sinistra fosse ancora come nei libri di storia.. con le bandiere rosse a cantar "Avanti popolo..." Certo.. così lui e gli altri potranno gridare "Comunisti.. Comunisti.." Certo.. Lo so.. non va giù il fatto che la sinistra si proponga come un'alternativa al Berlusconismo.. Ma quelli che applaudono da dove li avete presi? Da una puntata di "OK il prezzo è giusto".. ??
Cioè tu per ristabilire consigli di fabbrica e scuole di partito - il fatto che li citi dimostra che hai più memoria di tanti militanti ma testimonia anche della gravità della tua confusione - voti un ducetto perfino incapace di fare una vera politica aziendalista? Detto per inciso se governasse saremmo comunque qui a criticarlo, ma nemmeno governa, occupa autisticamente la scena pubblica, trascinando il dibattito politico tutto sui pensierini che ne hanno agitato il dormiveglia.
A me stupisce questa specie di piccolo sogno americano in salsa brianzola che permette agli elettori del polo di riempire il vuoto berlusconiano con ciò che meglio credono. Un po' di retorica poveramente varia - a Vicenza ha ripetuto paro-paro le argomentazioni di più di un anno fa - e poi voi ci infilate dentro dei trip incredibili su una visione dell'Italia eterea, astratta, fantasmagorica, escatologica.
Il problema non è l'ossessione per Berlusconi o le mire nascoste di Montezemolo. Anche se Berlusconi scomparisse da un momento all'altro in una nuvola di zolfo o per l'esito del voto come si spera, quello che rimarrà è un paese completamente a terra.
Grande Davide, mi fai morire.
;-)
bubbidolo? ma che cazzo dici!!???!! e ti sei messo a scomodare pure Gramsci e Berlinguer x propinare qule populismo e qualinquismo da quattro soldi di cui Berlusconi è maestro?! le scuole di partito le hanno chiuse x permettere l'apertura di quelle di Forza Italia...scuole da te frequentate, mi pare!!!
e per chiudere ti chiedo: "Vorrà pur dire qualcosa se CGIL e Confindustria parlano la stessa lingua da qualche tempo in qua"????!!!
Fai una cosa intelligente se ti riesce smetti di mandare sul web quelle cazzate delirante che ho appena letto
Assolutamente d'accordo con buddidolo. Tant'e' che non torno neache a casa per votare. Il problema dell'Italia (e degli italiani) e' che si vota solo in base all'ideologia, punto. Ci si riempie la bocca di "noi" e "voi" e non ci si rende conto che ci stanno e ci hanno sempre preso per i "fondelli". Con la sinistra al governo non cambiera' un bel nulla.
Apprezzo l'ironia Ale.. se di quello si tratta.. Non riuscendo a trovare una soluzione tra il "noi" ed il "voi".. preferisci restare alle Cayman.. Un appunto: di gente che vota -solo- per lo spicciolo qualunquismo, e per le regalie di potere ne abbiamo già i cogl..oni pieni. Quindi puoi restare dove sei...
Kapo, nessuna polemica.
Me ne andrei volentieri alle Cayman, ma solo per il clima. Mi fa sorridere che apostrofiate come "gente che vota -solo- per lo spicciolo qualunquismo, e per le regalie di potere" chiunque dica di non votare per sinistra... si puo' ancora discutere, giusto? Ti rammento una puntata dei Simpson (cartone animato di rara intelligenza) nel quale due alieni si impossessano dei corpi di Clinton e Bush poco prima delle elezioni. La puntata finisce con gli umani incatenati e resi schiavi dai due alieni che se la ridono. Marge, mantre strascina un masso dice "Ma com'e' possibile che sia successa una cosa del genere?" e Homer "Non dirlo a me! Io ho votato per Bush!".
Si può anche sorridere pensando alla fantapolitica.. Ma delegittimare il voto -perchè tanto non cambia niente- lo considero di un'ignoranza inaudita.. Perlomeno per NOI che siamo qui..:-)
Ale ma cosa credi, il pensiero di scappare a gambe levate da qui serpeggia anche da queste parti. C'è un clima decisamente infelice che ha inquinato ben al di là della sola sfera della politica, c'è una letargia culturale, una rabbia sociale sorda e in parte inespressa: le prospettive non sono piacevoli in genere. Si può ancora discutere? Mi è capitato spesso di domandarmelo anch'io in questi ultimi mesi, ma mica solo riguardo alle questioni più calde o di fronte agli avversari di schieramento. Spesso mancano proprio le cose da dire, è un inseguimento della semplificazione senza fine.
Ma a maggior ragione mi incazzo sentendo una persona pensante come lascia intendere il Bubbidolo più sopra, che si lascia andare a un discorso delirante. Basta. Riprendetevi, calmatevi, fatevi una doccia fredda.
Il concetto che un elettore di orientamento di destra, deluso dalla situazione, si faccia prendere dall'indifferenza è comprensibile. Sta bene. Il problema è che dopo quel voto ci sarà comunque un paese comune in cui convivere: qual'è l'atteggiamento dell'elettorato di destra rispetto all'assetto democratico, alle istituzioni, alla accettazione delle altre componenti sociali? Questo sarà un buon punto di partenza per capirsi, perché gli attuali rappresentanti della maggioranza hanno difeso una linea di prevaricazione e disprezzo. Che oltretutto non ha nemmeno portato a dei benefici generali, cioè non c'è stata una linea intransigente allo scopo realizzare un programma di governo, c'è stata una sfida continua e una sbruffonaggine abbastanza fine a sé stessa e vuota di contenuti.
E c'è appunto da capire, da cittadini a cittadini, anche al di là di una classe politica in crisi di rappresentanza, se quell'atteggiamento del Polo è condiviso dalla base.