Prigione senza sbarre per le mamme detenute
di Rossella Verga
Una «casa» per le donne carcerate e i loro figli. In viale Piceno la struttura pilota
Dovrà assomigliare il più possibile a una casa, con spazi per cucinare e giocare. Senza sbarre o divise, ma con sistemi di sorveglianza moderni. Il termine tecnico è «Sezione a custodia attenuata per mamme detenute con bambini al di sotto dei tre anni». Più semplicemente, si tratta di un sogno cullato per anni da diverse istituzioni e finalmente realizzato: tra sei mesi, completati i lavori (seguiti in prima persona dall'assessore Francesca Corso), nello stabile messo a disposizione dalla Provincia aprirà la prima casa per detenute con bimbi piccoli. Un progetto pilota in Italia. La struttura scelta è quella di viale Piceno, una volta sede dell'Infanzia abbandonata: 500 metri quadrati per una decina di stanze che potranno ospitare fino a 12 mamme con 12 bimbi, i quali potranno uscire, frequentare l'asilo nido e vivere una vita non da prigionieri. La legge permette infatti alle madri che non possono godere di misure alternative (perché sono imputate o recidive) di tenere con sé i bambini fino ai tre anni, dopodiché vengono dati in affido. Ma questa possibilità ha finora costretto i bimbi a vivere dietro le sbarre.
«Magari questa casa sembra una novità di poco conto, con i problemi che abbiamo — ha osservato presentando il progetto il provveditore lombardo alle carceri Luigi Pagano — ma ha un alto valore di civiltà». E così si sono ritrovate tutte le istituzioni, che ieri hanno firmato una lettera d'intenti. «Sono felice che vengano rappresentate tutte le istituzioni — ha commentato il ministro della Giustizia Roberto Castelli —. Mettendo da parte i particolarismi siamo riusciti a risolvere un problema grave. Un modello che verrà esportato». Problema «etico », quello dei bimbi prigionieri (circa 60 in Italia), al punto che Castelli rivela di aver pensato di chiedere «una grazia generalizzata» per le mamme detenute. «Ma poi le avremmo ritrovate in carcere dopo poco e non avremmo risolto nulla». Il sindaco Gabriele Albertini ha spiegato che il Comune si occuperà del progetto pedagogico. Il governatore Roberto Formigoni ha garantito l'assistenza socio-sanitaria, mentre il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha messo a disposizione progetti di formazione per le mamme. E il presidente della Provincia Filippo Penati pensa già alla prossima sfida: «Trovare una sede per le attività di laboratorio di San Vittore».
Stupisce la mancanza di qualsiasi commento ad una notizia a dir poco rivoluzionaria !.
Forse perchè si pensa che l'attuale Provveditore regionale dell'Amministrazione Penitenziaria in Milano dr.Luigi Pagano, siccome posto al vertice del Provveditorato dall'ormai ex-Ministro Castelli, sia da considerare in quota Lega Nord.
Nulla di più errato, per vari motivi.
Il primo: è nato in provincia di Avellino.
Il secondo: è di sinistra, molto a sinistra.
Ma allora ci si potrebbe chiedere perchè ha accettato la proposta di Castelli.
Terzo motivo: è uomo delle istituzioni e non si sottrae quando viene chiamato ad un compito istituzionale, anche se proposto dal diavolo in persona (insomma, siamo lì).
Ed allora non ci è resi conto della portata rivoluzionaria del progetto.
Basti pensare a tutti quei poveri bambini che non saranno, presto, molto presto,più rinchiusi fra sbarre e cancelli di una sezione femminile.
Diversamente, si dovrebbe pensare che il popolo dei bloger è un popolo di insensibili, maschi e femmine ?