Bravo Alberto hai sviscerato il problema, chè non può essere semplicemente ricondotto alla sola questione in oggetto.
Traduci pure:
«qualunque cosa io dica c'è un fesso del mio schieramento che si mette a starnazzare, quindi sono costretto a dire tutto e il contrario di tutto». Questo grazie all'assurda amalgama, al pout-porrì che caratterizza l'Unione .
Volendo, si potrebbe anche tradurre come «qualunque cosa io dica, c'è comunque un militante del mio schieramento che mi dà ragione, quindi posso anche dire tutto e il contrario di tutto». :D
Quark (ex F.)
io ormai voto a sinistra semplicemente perchè credo nell'alternanza...
Alberto, non mi sembra una gran capriola. Si potrebbe però discutere sull'articolo 29
"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.", dove, se cambiamo la parola matrimonio con unione civile, non provvocheremmo nessun terremoto. Certo, Ruini avrebbe un coccolone, machissenefotte...
Eccolo il motivo valido!
Volendo, si potrebbe anche tradurre "qualunque cosa io dica, c'è comunque un militante del mio scheramento che vorrà travisare le mie parole e leggere cose che non ho detto, ignorare il fatto che io per primo ho messo il problema dei PACS (o quello che saranno) sul tavolo l'autunno scorso quando ancora non ne parlava nessuno, e mi sono impegnato ripetutamente in tal senso. Qualunque cosa io dica insomma, non c'è rimedio al qualunquismo"
l'argomento mi lascia piuttosto indifferente.
faccio parte di una famiglia di fatto.
nessuno mi ha impedito di sposarmi civilmente. se non l'ho fatto è perchè nessuno dei due voleva farlo.
non ci serve il documento.
sì, malattie ecc.
basta fare testamento.
boh.
il fatto, secondo me, è che è diverso avere un diritto e poi magari non avvalersene, da non averlo.
Carolina
carolina ha centrato esattamente la questione!
+diritti -falsi moralisti cattolici
impersonando come sempre l'avvocato del diavolo, provoco:
ma come si fa ad equiparare una "unione civile" che e' una semplice registrazione all'anagrafe con un matrimonio civile che e' una cerimonia ufficiale che sancisce un'unione che puo' essere sciolta solo dopo almeno 5 anni di rotture di coglioni giudiziarie?
e i diritti di quelli gia' sposati ce li sbattiamo sul culo?
in pochissime parole, ahime', da un punto di vista squisitamente "di diritto" ha ragione prodi.
quindi o si riforma radicalmente il diritto di famiglia (e non lo faranno MAI) oppure si resta come al solito con una di quelle soluzioncelle "a mezzo servizio" che tanto piacciono al politico italiano medio.
??? se sei convivente e decidi di comprare una macchina "di famiglia" lo sai che praticamente ti sposi??? davanti alla renault e non allo stato??? se poi andiamo in politica è peggio. questi della cdm candidano stefio, però per esempio non facevano andare la vedova-pacs di stefano rolla nemmeno nel luogo dove si svolgeva il "funerale di stato!!!
Carolina
ecco, questo della macchina è un argomento che proprio mi colpisce.
resto come sto, e le mie figlie pure.
tra l'altro loro hanno il doppio cognome, perchè solo le coppie di fatto possono farlo oggi (e la legge sul patronimico non esiste: sapevate che il cognome del padre è consuetudine, non norma scritta?)
sì, sti aneddoti mica dicono qualcosa dei conviventi. semmai dello stato. qualcosa di peggio? gente che "non è" madre dei suoi figli se non si alza dal letto un giorno dopo il parto per denunciarli insieme al padre per esempio!!! e magari non ci pensa, e per portarseli in vacanza in Francia o in Grecia rischia l'accusa di rapimento di minori!!!
Carolina
Corte Costituzionale: il cognome del padre è quello che va ai figli legittimi
La Corte costituzionale con sentenza 61/2006 pur ribadendo che l'attuale sistema di attribuzione automatica del cognome paterno ai figli legittimi è il "retaggio di una concezione patriarcale della famiglia, la quale affonda le proprie radici nel diritto di famiglia romanistico, e di una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell'ordinamento e con il valore costituzionale dell'uguaglianza tra uomo e donna", ha tuttavia dichiarato inammissibile la relativa questione di legittimità costituzionale, sollevata in riferimento agli artt. 2, 3 e 29, secondo comma, della Costituzione. Ciò in considerazione della eterogeneità delle soluzioni prospettabili in alternativa al censurato regime, e “del vuoto di regole che la caducazione dello stesso determinerebbe”. E’ per questi motivi che la Corte ha ritenuto non ipotizzabile - come adombrato nella ordinanza di rimessione – "nemmeno una pronuncia che, accogliendo la questione di costituzionalità, demandasse ad un futuro intervento del legislatore la successiva regolamentazione organica della materia".
(Data: 24/03/2006 - Autore: Francesca Romanelli)
Perchè qualcuno non riflette su questo tema usando un po' di buon senso ? Suggerirei di andare a guardare cosa si intende per UNIONE CIVILE prima di evitare di sentenziare a sproposito. Infine vorrei sottolineare che già esiste questo concetto, solo che è applicato ai PARLAMENTARI. Perchè non viene esteso a tutta la popolazione ? Non siamo forse tutti uguali per lo stato italiano ? Evitiamo di parlare senza sapere.
Gianni. lo so. i parlamentari inclusi i falsi moralisti udc i pacs per loro se li votarono ben 10 anni fa.
Carolina
approfondimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_civile_in_Italia
buona lettura
nn solo i parlamentari, pure i signori giornalisti, hanno, ad esempio, la reversibilità della pensione a favore del convivente...