Cinque anni dopo
di Furio Colombo
Cinque anni dopo la rifondazione de l’Unità stiamo partecipando con il cuore in gola a una campagna elettorale che segnerà il destino del nostro Paese e della nostra democrazia. I lettori di questo giornale sanno che non sto esagerando, anche perché si rendono conto che ogni titolo di questo quotidiano, anche quando sembrava esagerato (e non si sa perché veniva subito invocato Antonio Gramsci, uno che aveva esagerato al punto di dare sui nervi a Mussolini) non era e non è che la cronaca del tempo che stiamo vivendo.
Per esempio l’Unità di ieri, quando ha dovuto dire che «i comunisti bollivano i bambini» non si è abbandonata a escandescenze girotondine contro il presidente del Consiglio. Si è attenuta allo stretto dovere di cronaca.
Ora tutti noi di questo giornale, dagli editorialisti ai grafici e alle colleghe che ci sostengono e ci aiutano nei nostri pochi ma vivacissimi uffici possiamo, dopo cinque anni, attribuirci un piccolo vanto: non abbiamo taciuto mai. Lo testimonia autorevolmente Silvio Berlusconi con le sue continue accuse. Notate bene. Ci ha accusato di tutto, ma non ha mai potuto dire, neppure una volta, che abbiamo detto il falso. Noi ci congratuliamo con noi stessi di averlo sempre preso in parola per avere detto subito quel che avrebbe fatto, e poi per avere denunciato subito quello che ha fatto, ovvero far scendere l’Italia, gradino per gradino, fino al punto zero (unico, nella nostra storia).
Potremmo fare un lungo elenco di vanterie. Abbiamo detto che Castelli è il peggior ministro della Giustizia nella storia della Repubblica. Non ci sono smentite. Abbiamo detto che Marcello Pera è stato il presidente del Senato più indegno. Ora veniamo a sapere che neppure i suoi, nel suo feudo di Lucca, lo vanno ad ascoltare quando li convoca. Ci siamo sempre vergognati della Lega Nord, e adesso la Lega Nord è stata espulsa persino dal gruppo di estrema destra di cui faceva parte al Parlamento europeo. Dobbiamo ricordare ai nostri colleghi della grande stampa, di tanti dei quali abbiamo molta stima, che abbiamo dovuto fare tutto da soli e restare da soli, senza alcuna difesa, quando gli accomodanti seguaci del capo del governo ci accusavano di essere una «testata omicida». Nel frattempo nessuno di noi giornalisti, vignettisti, inviati, grafici e persino qualcuno di noi che in Iraq ha rischiato la vita, in cinque anni, è entrato mai, neanche di striscio, nella lista di un qualunque premio giornalistico. Non uno.
Regime, d’accordo. Come può testimoniare una lunga lista di colleghi, da Enzo Biagi a Lucia Annunziata, ragioni di avere paura ce n’erano. Ce ne sono. Lo affermiamo, diciamo così, a titolo di cronaca.
Adesso però pensiamo a vincere insieme queste elezioni. Dopo, nessuno promette felicità in terra. Semplicemente ognuno di noi tornerà a vivere senza l’incubo di vedere Berlusconi che torna, ogni mattina e ogni sera, in tutte le reti e su quasi tutti i giornali a occupare la nostra vita. Se cinque anni di l’Unità, saranno serviti per dire basta, quello per noi sarà il premio dei premi. Auguri a noi, auguri all’Italia
.
Un giornale,qualsiasi esso sia,è autorevole perché dice che un ministro non è competente ed è il peggiore di qualunque epoca?In base a cosa?Cosa gli dà l'autorevolezza per affermare ciò e/o comunque gli fa credere di avere ragione?Per replicare cosa si doveva fare,fare un articolo su un altro giornale per dire che non è così?L'editorialista dell'Unità non penso avrebbe cambiato idea,quindi replicare ai sordi non serve.
Ciao federico,sei appena arrivato da marte?
allora esistono forme di vita li,anche intelligenti?
l'editorialista di cui parli e' furio colombo i due personaggi nominati se non li hai conosciuti in questi anni....va be' diciamo che ti invidio va
Intelligentone,questo articolo è di colombo,lui ripercorre tappe della loro neonata storia di questi 5anni,quindi non è che per forza abbia dovuto scrivere anche le frasi riportate da precedenti articoli.La tua obiezione non c'entra nulla:io non ho detto che non dovevano dirlo,che non è vero etc.
Ho contestato il fatto che loro si reputino degli idoli solo perché hanno espresso il loro pensiero.
Federico in tempi di regime e di sinistri inciuci l'intransingenza e l'indipendenza diventano valori eroici
Federico il ragionamento di Furio Colombo nell'editoriale mi sembra molto chiaro. Rivendica (o come dici tu si sente idolo) di aver detto delle cose scomode, su personaggi potenti e prima degli altri! Di che cosa altro dovrebbe andare fiero un giornale? Se la stampa deve fare le pulci al potere; e lo deve fare riportando fatti, e riportandoli prima degli altri, mi sembra che giustamente l'Unità abbia motivi di cui vantarsi di questi 5 anni di rinascita.
Mi accodo a Matteo, e diro' di piu'..questa unita' rinata da furio colombo e' anche sopravissuta oltre agli attacchi della destra, anche a quelli interni di alcuni personaggi noti della sinistra che ne volevano fare un mezzo di diffusione personale e velina di partito..cosa che Colombo e Padellaro hanno saputo tra mille problemi e trappole riuscire ad evitare, facendo restare cosi' l'unita' il giornale di riferimento dellla gente di sinistra, ma NON dei partiti della sinistra, il che..se permettete..e' una gran cosa
Ah! aggiungo, questa autonomia e' costata a Colombo il posto di direttore e la "declasaione" ad editorialista, imponendo pero' come suo sostituto Padellaro all'epoca suo vice e continuatore della linea di Colombo