Il ritorno di Formigoil
di Marco Travaglio
Che Roberto Formigoni fosse un patito della legalità, lo si era capito già nell’estate del ‘93, quando irruppe al Meeting di Rimini a braccetto con Vittorio Sbardella detto «lo Squalo» grondante avvisi di garanzia, per annunziare al popolo ciellino una lieta novella: una nuova corrente della Dc, l’Apc, che pareva la sigla di un’azienda municipalizzata, invece stava per Alleanza Popolare Cattolica. Provvidero poi gli elettori a fare giustizia sia della Dc sia dell’Apc, mentre il prete ciellino don Giacomo Tantardini fulminava Robertino come «il politico più stupido del mondo». A quei tempi Robertino si pavoneggiava con biglietti da visita e sottotitoli portatili che lo definivano «vicepresidente del Parlamento europeo», senza precisare che il Parlamento europeo di vicepresidenti ne aveva quattordici. Poi, nella Seconda Repubblica, quelli che andavano a piedi montarono a cavallo e quelli che andavano a cavallo ne scesero almeno per qualche mese (con l’eccezione del Cavaliere, che a cavallo era e a cavallo rimase, con tanto di stalliere). Così Formigoni si ritrovò, non si sa bene come, leader di qualcosa. Sposò il Ppi di Martinazzoli e poi di Buttiglione, strepitando contro Forza Italia. Dopodichè entrò in Forza Italia con nobili motivazioni ideali: la presidenza della Regione Lombardia. Sotto la sua gestione, il Pirellone è riuscito a collezionare qualche scandalo in più di Tangentopoli (dalla discarica di Cerro alla malasanità di Poggi Longostrevi, dalle ruberie in Valtellina alle selvagge lottizzazioni della Compagnia delle opere). Con la differenza che ai tempi di Tangentopoli qualcuno si dimetteva.Ora non se ne parla proprio.
Personalmente Robertino è sempre uscito indenne dai processi, sebbene da ciascuno emergesse una gestione a dir poco allegra della cosa pubblica e molti suoi amici venissero riconosciuti colpevoli. Finirà così, probabilmente, anche nello scandalo Oil For Food: quel simpatico caso di corruzione internazionale che, secondo un rapporto Onu e le accuse della Procura milanese, accomuna la corte di Saddam Hussein e quella di Robertino, formata dal segretario particolare Fabrizio Rota dall’amico del cuore Marco Mazzarino De Petro, entrambi ciellini devoti. Tutto ruota attorno a un fax inviato nel 1998 da Formigoil al ministro degli Esteri di Saddam, l’amico Tarek Aziz, per segnalargli un paio di società petrolifere italiane. Queste, in cambio di contratti da favola (24 milioni di barili di greggio, in barba all’embargo), pagarono tangenti al regime di Baghdad e, pare, a qualcuno in Italia. Ecco, Formigoil è amico di tutti: del regime di Saddam, dei petrolieri che violavano l’embargo anti-Iraq, e di quelli che sono andati a bombardare l’Irak e ora accusano la sinistra italiana di collusioni e nostalgie per il deposto tiranno (la sinistra italiana, dal canto suo, astutamente evita di rispondere “pensate ai 24 milioni di barili di Oil For Food”, per non demonizzare).
L’inchiesta, almeno per ora, non coinvolge direttamente Formigoil. Ma chissà: il diavolo fa le pentole, non i coperchi. Il mondo è pieno di tentazioni. E il pio governatore è sempre a rischio. L’altro giorno, per esempio, un diavoletto lo abborda sotto le sembianze di un extracomunitario per metterlo alla prova. «Un vu’ cumprà racconta lui stesso al Corriere - mi ha avvicinato per vendermi un dvd-pirata del “Caimano” di Moretti. Io l’ho rifiutato, ma lui mi ha inseguito e me l’ha regalato. Appena tornato a casa, gli ho dato un’occhiata e lo sconsiglio vivamente a tutti». Vedi un po’ i guasti dell’immigrazione selvaggia: un governatore non può passeggiare tranquillo per la sua città, che subito un extracomunitario lo costringe lui, così ligio alle leggi all’illegalità, infilandogli in tasca a viva forza il dvd proibito. E fossero solo i dvd, pazienza. Ma c’è di peggio. Un’altra sera il governatore bighellonava fischiettando sotto il Pirellone, quando fu assalito da un altro extracomunitario che voleva vendergli a ogni costo 24 milioni di barili di petrolio. Lui, non avendo spiccioli, tentò disperatamente di divincolarsi, ma quello insisteva e alla fine glieli regalò. E lui, per educazione, li prese. Guasti della società multietnica.
PS. L’altro giorno, celebrando le ultime gesta del sagace Giovanardi che era appena riuscito a provocare un incidente diplomatico con l’Olanda, notavamo che in questi cinque anni ci siamo inimicati tutto l’orbe terracqueo. Dimenticavamo la Cina. Ma Bellachioma, che ci legge sempre, ha subito provveduto da par suo, accusando i cinesi di concimare i campi con bambini bolliti e poi tritati. Se tutto va bene, Pechino ci dichiara guerra entro il 9 aprile, e a quel punto bisogna rinviare le elezioni.
Grande. :-)
Carolina
Pensate che 30 anni fa, quando eravamo ingenui e illusi, sotto elezioni CL ci inviava a fare il porta a porta con i "santini" di Mazzarino De Petro, a convincere la gente a votarlo perche' incarnava le nuove idee del mondo cattolico.
Perche' CL se ne sta zitta, adesso????