Il traffico frena le ambulanze, una su due in ritardo
Pochi mezzi, troppi ingorghi. Il responsabile del 118: entro l'anno un progetto per diminuire i tempi di soccorso
di Simona Ravizza
Un'ambulanza su due arriva in ritardo. Soprattutto per colpa del traffico. E, a volte, anche dei pochi mezzi a disposizione rispetto al picco di chiamate dei cittadini. L'allarme è contenuto nel Rapporto 2005 del 118: a Milano, la metà dei mezzi di soccorso impiega più di otto minuti per giungere a destinazione. Il tempo d'intervento indicato dalla legge per prestare soccorsi tempestivi nel 50% dei casi non viene così rispettato.
Lo studio è appena stato pubblicato sul sito www.118 milano.it. È composto da 161 pagine piene di statistiche e tabelle, con il dettaglio delle chiamate e delle missioni, degli interventi per zona e dei tempi di arrivo. Lo sforamento degli otto minuti è una costante, ma è più o meno grave a seconda dei mesi presi in considerazione. A febbraio, la situazione più critica: il 54% dei mezzi di soccorso inviati con codice giallo (situazione a rischio, evento non differibile) e rosso (pericolo di vita) non è riuscito a raggiungere il traguardo nei tempi raccomandati. All'estremo opposto c'è agosto, con il 65% degli interventi realizzati come da tabella di marcia. Per il resto, la percentuale di ambulanze in ritardo rispetto alle direttive stabilite a livello nazionale va dal 40 al 48%.
Giancarlo Fontana, responsabile del 118, riconosce il problema: «Troppo spesso i mezzi restano bloccati fra le auto, anche se procedono a sirene spiegate — osserva —. A Milano, in certi momenti della giornata, c'è il caos più completo. In ogni caso, solitamente si riesce ad arrivare entro 9 minuti. Soltanto un minuto dopo, dunque, rispetto al previsto. Nel 95% dei casi il traguardo viene raggiunto entro 14 o 18 minuti, a seconda dei periodi. Certo, sono possibili margini di miglioramento».
Le modalità di lavoro del 118 sono dettate dal decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992: «Per le aree urbane — si legge — il soccorso sanitario primario deve essere estrinsecato in un periodo di tempo non superiore agli otto minuti».
In città la centrale operativa guidata da Fontana coordina ventiquattro ambulanze che lavorano a tempo pieno e altre cento (tra Milano e Provincia) che prestano servizio saltuariamente. L'intervento dei soccorsi può scattare al rallentatore anche quando c'è un numero di richieste da parte dei cittadini troppo alto rispetto ai mezzi a disposizione: in questi casi, si mobilitano ambulanze che si trovano anche fuori Milano. «Ma il sovraccarico di lavoro lo si riscontra soltanto in periodi particolari dell'anno — precisa Fontana —. Per esempio, quando si deve fronteggiare un'epidemia influenzale».
In media il 118 conta 1.580 chiamate al giorno (con un minimo di 1.130 richieste di aiuto ad agosto e una punta di 1.862 a febbraio): nel 42% dei casi alla telefonata segue l'intervento dell'ambulanza. Complessivamente, nel 2005 ci sono state quasi 250 mila missioni su 576.562 contatti. Insomma, spesso il 118 deve fronteggiare più di 120 chiamate l'ora, con 50 uscite: il periodo più «caldo» della giornata è tra le 9 e le 21.
«Entro l'anno scatterà un progetto per riuscire a diminuire i tempi di soccorso — anticipa Fontana —. È un'iniziativa che stiamo studiando insieme con il Comune di Milano: l'obiettivo è fornire a chi guida l'ambulanza informazioni in tempo reale sulle condizioni del traffico, per evitare gli ingorghi e scegliere la strada che permetta d'arrivare il più presto possibile».
Ho assistito di recente all'impossibilità totale per un ambulanza di passare in corso venezia a Milano a causa delle macchine parcheggiate in doppia e tripla fila per le sfilate durante la settimana della moda. Ho fatto presente la situazione a un vigile poco più avanti, il quale ha allargato le braccia. Gli ho chiesto perché non faceva rimuovere i veicoli e ha allargato ancora le braccia. Se per colpa di quel ritardo, mi sono chiesto, c'è scappato il morto, cosa dobbiamo fare? Probabilmente allargare le braccia...
Milano è una città che allarga le braccia. E fa cascare qualcos'altro...
questo commento potrebbe tranquillamente essere inserito nella sezione riflessioni, dato che riguarda praticamente tutte le città...
per quanto mi riguarda Torino, Roma, Napoli, Palermo e altre in cui son stato, versano nelle stesse condizioni...
a parte l'inciviltà, che mi sembra dilagante...
c'è una specie di rassegnazione generale che fà altro che cadere le .....
certo che se le amministrazioni pubbliche svolgessero i propri compiti... magari qualche miglioria si otterrebbe anche...
e poi meglio non parlare dei vigili...sgrunt...
il problema è un molto complesso,
"L'automobile non è un diritto ma è una comodità, un bene di lusso".
Come tutti i beni di lusso dovrebbe essere utilizzata con parsimonia. Il pensare comune è molto distante da come la penso io. La maggior parte della gente pensa che l'auto sia un diritto acquisito simbolo dello sviluppo della società moderna.
Facciamo un esempio:
Sei in macchina devi parcheggiare, giri per 20 minuti e non trovi posto. Cosa pensi?
1- Ora parcheggio in doppia fila, ekkekkazzo dovevano metterci un parcheggio, non è mica colpa mia!!
2- Cavolo!!: potevo prendere la bicicletta andare alla stazione del metro, prendere la metro e a quest'ora ero gia arrivato!- e magari avrei incotrato anche la donna (o uomo) della mia vita - sono proprio un coglione!
Beh purtroppo la maggioranza sceglie la 1 ...
Dobbiamo isolare i cafoni e farli sentire "sbagliati" !!!
chiamare buontempone uno che per snellire il traffico ha pensato bene di seminare una miriade di inutili semafori ed allargare i marciapiedi restringendo le carreggiate delle arterie principali della città mi sembra perfetto. purtroppo il suo gaudio diviene la nostra sofferenza.