L'inchiesta di
Repubblica la dice lunga sul valore della dirigenza politica italiana. Con alcune lodevoli eccezioni (
Davide Corritore,
Fiorello Cortiana,
Antonio Di Pietro,
Antonio Palmieri e pochi altri), la politica italiana è popolata da
gentiluomini dell'ottocento che si fanno un vanto un vanto di non essere capaci di mandare un messaggio di posta elettronica. E i pochi che lo mandano, si distinguono sempre per
bad quoting, violazioni della
netiquette, mancanza di professionalità (possibile che fior di segretari dei maggiori partiti si presentino con indirizzi @tiscali.it o @hotmail.com anziché sui nomi a dominio dei loro partiti?
La mancanza di cultura si coglie anche nella incapacità di accettare che le regole della Rete hanno poco o nulla a che fare con quelle dell'informazione convenzionale. I siti strutturati come volantini elettorali da distribuire al mercato sono la norma, ma a volte non sono il peggio. Un caso recente a cui va la palma della vergogna, il sito delle
primarie milanesi dell'Unione, un accrocchio che grida vendetta, men che dilettantesco, ovviamente crollato il giorno delle primarie. Quesa vergogna zeppa di gif a effetto rilievo in stile 1997 potrebbe essere preso a esempio di come si può sperperare denaro altrui (lo abbiamo salvato e lo utilizzeremo come esempio su cosa non si deve fare, visto che contiene pressoché tutti gli errori più marchiani definiti dalla ormai vasta letteratura sul tema). Recentemente è stata rimossa la chicca, i testi di profilo dei candidati sbattuti in immagini sfuocate, alla faccia dell'accessibilità oltreché del buon senso.
Eppure la Rete è una risorsa che non ha più bisogno di dimostrare il proprio valore. E' un luogo di confronto e dibattito libero e incontrollato, in grado di aggregare consensi enormi. Ricordiamo a questo proposito la vicenda dell'amico
Ivan Scalfarotto, candidato dal nulla alle primarie nazionali, che grazie alla Rete ha potuto aggregare in poche settimane 27mila persone disposte a dargli fiducia, avesse avuto il supporto di un partito avrebbe fatto strage di voti.
Perché? la sensazione è che da un lato all'inadeguatezza culturale si aggiunga la diffidenza nei confronti di un luogo incontrollabile. Dall'altro che il timore di non essere all'altezza del confronto con il mondo vero (in contrapposizione alla realtà virtuale di tutti i Porta a Porta), popolato da intelligenze non disponibili a fare sconti alla mediocrità dilagante.
Il tutto si riflette ovviamente nelle istituzioni, che salvo rare eccezioni (principlamente Emilia e Toscana) riproducono nei propri servizi telematici lo squallore creativo e tecnologico di quelli politici. Esempio lampante il Comune di Milano, il cui faraonico sistema basato su piattaforma Windows è
frequente vittima di virus che qualunque quindicenne smanettone sarebbe in grado di neutralizzare. Tanto a pagare sono i contribuenti.