... gli hanno impedito di raccogliere firme alla fdu??? mi paiono riedizioni di vecchie robe. tipo il salsicciaro che se vedeva uno a distribuire il giornalino trotskista usciva gridando "fuori i mercanti dal tempio" letterale manco fosse il Signore in persona. ma che idioti. i riformisti fuori e leninisti dentro. io per il momento voto Luxuria, ma W Scalfarotto!
Carolina
"...uno che milita dall'età di 14 anni senza aver mai lavorato":
eccolo il solito argomento trito e ritrito, becero e reazionario alla Berlusconi: chi fa politica nei partiti è uno che non lavora
mentre le altre anime belle sono la società civile delle arti e delle professioni.
Che tristezza Daniele Ferrandi: andresti bene a fare le selezioni del personale alla ADECCO
Chiedo scusa Savino: cosa c'e' di scandaloso nel pretendere che chi occupa una posizione di responsabilita' in una istituzione abbia esperienza nel mondo del lavoro?
Un'affermazione fatta da Berlusconi non e' falsa perche' detta da lui; Craxi sarebbe una persona onesta se Berlusconi ne dichiarasse la disonesta'?
Ho lavorato anch'io nelle feste dell'Unita', per anni, in provincia.
Ho visto anch'io dirigenti che per lavoro facevano solo ed esclusivamente quello ed erano delle capre, senza agganci con la realta' e con l'ideale del Grande Partito, nemmeno fosse una persona di famiglia.
ehi però pure Bossi non ha mai lavorato, se per quello nemmeno studiato... almeno posso difendere un po' Majorino su questo? ;-)
Carolina
Alcune perplessità da un diessino,che lavora e fa politica, ma che vede tutte le difficoltà e la fatica di tenere le due cose assieme; e che da quando fa attività di partito (nello stesso tempo lavorando su un altro fronte) ha rivalutato il professionismo della politica, come elemento necessario, certo da governare con molta attenzione, della vita democratica del paese.
Prima perplessità: perché si doveva concedere spazio a Scalfarotto per raccogliere firme, se il candidato ds alle primarie era Prodi? La posizione precisa a volte necessita di no, anche netti e spiacevoli.
Seconda perplessità: il percorso dei diritti civili in Italia è duro e accidentato, anche per le evidenti pressioni di una parte di mondo clericale sulla società politica.
D'altro canto, però, non è con le gioiose corse in avanti ("balzi" in avanti?) che si fanno maturare le posizioni e si produce una politica duratura.
Sui PACS era necessaria meno timidezza? Vero, verissimo. Ma al tempo stesso verissimo che il paese ha dato segnali, spiacevoli ma inequivocabili, che su questi temi non ama gli strappi (vd. referendum fecondazione assistita...). E stiamo parlando di un paese già lacerato su troppi fronti.
Dobbiamo lavorare e far crescere una cultura diversa; ma non è con la retorica di Scalfarotto che si dà forza a un progetto complessivo.
Non è con il protagonismo di alcuni - o di alcune forze - che potremo segnare punti sul fronte laicità.
Il percorso è rifondare un pensiero laico, che sappia rispondere a nuove sfide.
E' vero che nei DS questa sfida a volte viene assunta con "timidezza", ma in generale qui c'è da notare una difficoltà complessiva di un mondo laico che sembra saper ragionare solo in termini anti-ecclesiastici o anti-religiosi.
Su questo c'è bisogno di un mix di scommesse - forse a volte anche strappi - ma anche di "discorso pubblico" pacato e non retorico.
Formazione politica, ma anche formazione delle coscienze civili. Anche perché la nostra cultura (le "nostre" mischiate culture) comincia(no) ad assorbire altre culture (vd.immigrazione), alle quali dobbiamo chiarire nettamente i limiti e le dinamiche di una società "laica" (ma anche per questo discorso non servono strappi, ma fermezza e intelligenza; non decisioni istantanee - o non solo - ma politica).
Terza perplessità, implicita nel mio inizio: lavorare per far agire un partito non è cosa da poco; possiamo illuderci che il generoso volontariato possa ovviare a tutto; ma tempi, modi, e dinamiche pubbliche, richiedono che sia disponibile - per una buona politica - un gruppo di persone che la svolga a tempo pieno.
Poi - ma questo è un altro discorso, per il quale non serve la retorica del "non ha mai lavorato" - dobbiamo inventare tecniche e procedure di "controllo" e di "gestione" della vita pubblica che riducano al minimo le "rigidità" e gli squilibri che possono derivare da una vita democratica legata eccessivamente al professionismo politico. E che porti la politica politicienne a interagire sempre più fruttuosamente con tutti gli ambiti civili, con tutte le "società" presenti nella "società", con tutti i corpi intermedi.
Ma per questo è necessaria una riflessione a più livelli, nella quale dobbiamo anche valutare che l'attivismo civile dei cittadini italiani è spesso molto altalenante, e ancora incapace di costruire quella base culturale e politica civica (per la quale non bastano le "persone") e non partitica che fa da necessario contraltare della vita politica "pura".
Da questi limiti - che sono anche qui limiti culturali su cui non posso soffermarmi ora - deriva tutta la debolezza della categoria di "società civile" come in Italia spesso viene concepita.
Scusate l'eccessiva lunghezza del mio intervento, Ciao
i riformisti fuori e leninisti dentro
e da quando essere leninisti e' un difetto?
ti ha preso forse la malattia di berlusconi?
e poi uno alla festa sua ci invita chi gli pare, mi sembrano eccezioni cretine queste mosse ai ds, critichiamoli piuttosto sulle loro scelte tecnocratiche, sul loro appoggio al grande capitale industriale (meglio industriale che finanziario, of course), sulla loro gestione familista degli enti locali, sulla confusione ideologica che esprimono da oramai piu' di 10 anni.
Berja, per me è un difetto dire cose tipo "perché vedi, siamo riformisti fuori, ma leninisti dentro". mi suona come dire che se uno non fa 'ste sofisticate differenze tra dentro e fuori è ... coglione? :-DDD
cmq Majorino questo non l'ha mai fatto, ma altri diessini o cmq ex figiciotti sì. le critiche sono un po' severe, probabilmente non le merita tutte lui e nemmeno tutti i DS, ma sulla questione del volantinaggio mi pare fosse appunto un volantinaggio, non una cosa da inviti tipo relazionare a un megadibattito.
Quando poi il centrosx è Unione perché devi impedire a un unionista di volantinare peraltro all'aperto voglio dire? mah.. poi ci si perdesse o guadagnasse qualcosa da un volantinaggio...
Carolina
Bravo Scalfarotto, davvero, e bel dibattito. Io temo che la politica, questa politica, non sia in grado di attrarre i giovani, che non a caso se ne fottono di tutto, o nella migliore delle ipotesi preferiscono dedicarsi al sociale o al volontariato. Chi sta nelle sezioni potrà dirci quanti ragazzi arrivano a dare una mano, e soprattutto come vengono accolti e cosa gli si fa fare. Io, quando vado alle manifestazioni, vedo quasi solo anziani. Dice giustamente la moderatrice, come mai le periferie francesi bruciano, e qui, dove la precarietà e il disagio sono maggiori, non succede niente? Io sono mesi che aspetto che entrino in azione anche da noi i degonflé, gli ecologisti anarchici che vanno in giro a parigi di notte a sgonfiare (non squarciare, eh?) le gomme dei suv. Tonii, tu che domenica e lunedi non hai niente da fare...?
ho assistito a una parte dell'incontro con scalfarotto; ho trovato la conduzione del dibattito noioso e poco efficace, ma e' indubbio che scalfarotto e' una persona intelligente, con parecchie idee, e - grazie al cielo - e' capace di comunicarle in modo efficace.
mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento di due questioni pertinenti al dibattito:
ricambio generazionale
il ricambio generalzionale nella politica (e non solo) e' una questione cruciale se si vuole rigenerare la societa' italiana. ivan ha osservato che siamo governati da un classe politica che per la stragrande maggioranza rappresenta uno spicchio sempre meno rappresentativo della nostra societa' (50-70 enni, cattolici, eterosessuali, sposati etc), e questo e' sicuramente uno dei grandi cause dell'incapacita' della politica di affrontare con efficacia i problemi dell'italia e del mondo di oggi.
il problema e' quindi capire quali sono le strade percorribili per favorire il ricambio generazionale, partendo, ad esempio, da un'analisi di come questo avviene negli altri paesi europei. in che misura gli altri paese dell'unione sono riusciti a favorire il ricambio generazionale? quali sono gli elementi/strategie comuni che lo hanno favorito? sono strategie attuabili in italia, e a che condizioni?
i giovani d'oggi valgono davver qualcosa?
da 30 enne mi dispiace dirlo, ma penso che uno dei gravi problemi di questo paese e' anche lo scarso spessore civico della nostra generazione, la nostra scarsa solidarieta' generazionale e vogla di cambiare il mondo con i fatti e non le parole. 2 banali esempi: all'incontro con scalfarotto c'era poca gente tra presenti e collegati via web, nonostante il fatto sia estremamente importante la battaglia che scalfarotto sta portando avanti, e qui a milano il movimento viveremilano - quello dei 30-40 enni - fatica moltissimo a coinvolgere la nostra generazione pur essendo un entita' molto concreta e propositiva.
la cosa mi lascia perplesso perche' con la nostra padronanza delle nuove tecnologie, cultura del networking sociale, energia e creativita' potremmo essere una forza "politica" dirompente, ma non lo siamo neanche lontanamente. dal punto di vista dell'impegno civico - e per estensione anche "politico" - siamo a tutti gli effetti uno strato sociale quasi inesistente. ci possono essere delle attenuanti per questa inesistenza civica - ad esempio, un mondo del lavoro fatto di obbiettiva precarieta' e difficolta' a emergere ci vede protagonisti di una specie di lotta per la sopravvivenza che limita gli orizzonti del serio e prolungato impegno civico - ma mi sembra un po' miope e sbrigativo fermarsi a questo: non e' che magari molto semplicemente siamo una generazione di cittadini che valgono poco, che in realta' non ce ne frega piu' di tanto della collettivita'?
qui sarebbe stato interessante usare il dibattito per conoscere qualcosa in piu' rigardo alla sensibilita' civica e spinta alla partecipazione politicavdei giovani negli altri stati dell'unione europea, per capire quali meccanismi sono all'opera li' e che qui mancano, e perche'.
meno male che quì non accade ancora nulla...!!!
se tutto và bene, il giorno 11 alcune cose cambieranno e non ci sarà bisogno di "sgonfiare" le ruote di nessuno...
anche perchè dallo sgonfiare le ruote dei Suv, si passa con troppa facilità al tagliare le ruote di tutti...
e da lì in poi si è visto che non li si ferma più...
Non avrei voluto scrivere nulla, poi il post di Daniele è piombato tra capo e collo e l'ho messo lì, perché solleva istanze che condivido. Commenti:
1 - Anche a me è venuto il sangue alla testa quando Pier ha sfoderato il luogo comune del "non prendiamo lezioni da nessuno". Evito la retorica sulla miopia della frase e mi limito a dire che sull'argomento laicità (e non solo su quello) Ivan - per cultura e percorso di vita - è una persona da cui chiunque ha molto da imparare.
2 - Sul niet alla raccolta di firme alla Festa de l'Unità, credo che la critica in realtà sia in sintonia con quello che dice Berja: millantare spirito democratico e poi precludere l'aiuto a un outsider (ovvero: precludergli di misurarsi con gli altri, arricchendo le primarie di contenuti) è una dimostrazione proprio di confusione politica e culturale. Purtroppo è successo anche alle primarie milanesi, dove la nomenklatura politica che ha spadroneggiato sull'evento ha impugnato i regolamenti in modo fiscale e impedito la partecipazione al confronto dell'ottimo Michele Sacerdoti, uno che avrebbe portato contenuti e interesse, arricchendo la vittoria di Ferrante.
3 - lasciando perdere i pezzi di carta (neppure Dario Fo è laureato), fa specie che il maggior partito italiano (almeno credo, è FI? boh? comunque è lo stesso) sia governato dai plurisconfitti Fassino e D'Alema, personaggi che non hanno lavorato un giorno nel mondo reale in vita loro, la cui cultura deriva esclusivamente dalla trama politica e il cui distacco dalla realtà delle persone normali è pari solo alla tracotanza. In questo senso ha ragione Ivan: Pier - ottima persona, perdipiù sorprendente come scrittore di un certo talento - è un vecchio (alla faccia dell'anagrafe) che oltretutto si invecchia ulteriormente avallando le miserie di altri ancora più vecchi di lui. Garantendo sulla qualità di personaggi che sa impresentabili, non trovando alcunché da eccepire su situazioni al limite del paradosso. L'ho già detto altre volte: a Pier "kind of" voglio bene, ma mi fa incazzare più degli altri (come dicevano a me a scuola: "hai delle qualità, ma non ti applichi"). Perché era una speranzulla di rinnovamento per i DS milanesi, ma si è lasciato mirabellizzare impunemente, senza reagire. E a noi tocca attendere il prossimo "giovane". Con sempre meno speranza che lo sia davvero.
Sul ricambio generazionale, sull'innovazione in politica e lo zapaterismo, Linus di aprile ospita diversi contributi tra cui uno scambio tra me e Michele Dalai, il diretùr della testa medesima, se ci sono lettori della mitica rivista in giro magari possono approfondire ulteriormente i temi.
Sul "personale politico" : ho detto ieri e in mille altre occasioni che è una questione gigantesca, quella di un potente arrivo di volti nuovi (non solo in politica).
Semplicemente ho cercato di aggiungere che da sola non basta affatto e che quindi "persone" e "scelte" devono essere innovative. Perchè se rimpiazzo Berlusconi con un suo clone di cinquantanni di meno non ottengo un grande risultato..per questo ho spiegato di "preferire Zapatero a Scalfarotto" poichè davvero credo che il merito delle scelte conti molti.
Sull'impedimento della raccolta firme per Ivan alla Festa ho, come dimostrato da registrazione video (!), proprio ieri detto che si è trattato di un errore evidente compiuto però nell'ambito di una bella novità come le primarie - a milano, dove siamo burocrati, vecchi e cattivi replicata il 29 di gennaio -. Una bella novità non scontata sulla cui importanza magari ci si poteva soffermare.
La margherita offerta invece era una battuta : la prossima volta eviteremo di offrirla così eviteremo di farci battute a sproposito sopra.
Sul "non aver lavorato un giorno della propria vita", prescindendo completamente dal fatto che qualche esperienza per tirare a fine mese me la sono dovuta fare pure io - e come tanti altri burocrati, brutti, vecchi e cattivi - prima di divenire un "funzionario di partito", vi faccio i miei complimenti. Sono le stesse parole di Berlusconi.
Eviterei il sarcasmo sulla questione lavoro dei politici, perché è una questione seria. Qui non si tratta di essere imprenditori multimilionari, ma di empatizzare con il mondo vero. Che non è quello dei palazzi, marini o chigi che siano.
Uno dei politici che più stimo al mondo, Martin Schultz, è un libraio. Credo che nessuno come un libraio possa essere vicino alle persone. Comprenderne gli umori. Ascoltarne i problemi.
Uno dei politici che stimo di meno, Massimo D'Alema (coi suoi clonetti locali), è uno che ha messo il naso fuori da luoghi di politica solo per ficcarlo sui mascalzoni latini. Alla festa de l'Unità ci va con la scorta. Si è fatto un similpartito tutto suo (Italianieuropei) senza la seccatura degli elettori (grazie ai denari versati da personaggi che con la sinistra hanno nulla a che spartire).
Capita anche di vedere storie peggiori: portaborse che trovano posizioni di lavoro prestigiose, combinano disastri, escono in malomodo, ma cadono in piedi e trovano finanziamenti per aprire televisioni, giornali, agenzie di PR e consulenze di ogni genere.
I berluscacloni - caro Pier - non siamo noi nel mondo reale, ma quelli che sostengono un sistema di clientele, opacità, famigliarismi assortiti, spartizioni e altre simili piacevolezze. Non ho dubbi che molti lo facciano in buona fede. Ma molti altri (ho paura la maggioranza) no, tant'è che Scalfarotto e Kessler non trovano posto in lista, Cirino Pomicino e Craxi si. Come lo spieghiamo?
concordo con la risposta...
sarebbe ora che i politici invece di parlare dai "palazzi", vivessero e lavorassero anche a fianco alla "gente comune" invece di sentenziare a destra e a sinistra senza conoscenza di causa...
andate a lavorare...
e perchè no...,magari in libreria così vi fate una vera cultura....
megalomani....
Drizzt, non mi creare problemi :-)
L'ultimo politico che e' entrato in libreria per chiedere uno spazio per la presentazione di un libro si e' cosi' comportato:
"Sotto X (socio e conoscente del tipo) mi ha detto di parlare con te per la data della presentazione."
Al che ho chiesto di quale presentazione parlasse, tenete presente che era prevista qualche giorno prima di natale.
Ho anche obiettato che forse c'era qualche problema logistico.
Con arroganza mi ha risposto che le altre volte non c'era mai stato problema.
Visto che anch'io sono abbastanza bastardo, ho sfoderato il ringhio da libraio incazzato.
Si e' accorto di avere esagerato e ha puntualizzato che si trattava di una sorta di conferenza stampa per presentare il suo libro di lui, il solito libro sovvenzionato.
Quindi Drizzt, alla larga dalla libreria, se non come clienti, come librai farebbero chiudere persino quegli obbrobri delle Feltrinelli.
ok... Stefano
speravo che almeno lì riuscissero a imparare ad essere più umani, più consapevoli e meno arroganti...
ma dopo il tuo aneddoto, sono davvero in preda allo sconforto...
ma tu tieni duro senza di voi non saprei come fare... ;-D
Per gli anglofoni: Time di questa settimana dedica un'importante inchiesta sulla situazione politica in Italia, ed in particolare sulla condizione di noi giovani. Alla radice del problema - spiega Jeff Israely - e' l'invecchiamento demografico-culturale del paese. Sono cose che si sono dette da un po' in Italia, ma e' interessante vedere come la stampa estera stia cominciando a vederci giusto.
Analizzando la questione da questo punto di vista, sono convinto che Berlusconi sia al tempo stesso causa e sintomo della malattia che ha colpito il paese. Il semplice fatto che gli sia stato permesso legalmente e socialmente di arrivare dov'e' arrivato per ben due volte - una cosa impensabile nelle democrazie europee occidentali - e' indicativo della gravita' del problema. Il vero conflitto non e' quello d'interessi, o quello tra destra e sinistra. Il vero conflitto e' tra una maggioranza di vecchi, che detengono tutte le leve del potere e che non hanno gli strumenti per capire il mondo che li circonda, ed una minoranza di giovani che pagheranno per il resto delle loro vite per gli errori compiuti da altri. Il resto e' puramente consequenziale.
Cronoman, io condivido appieno la tua frustrazione, ma come non si puo' chiedere ad un eunuco di procreare, cosi' non ci si puo' aspettare maturita' civica e politica da una generazione che e' cresciuta senza alcun legame al sistema che la tiene sotto controllo.
E no, non ho soluzioni al momento. Solo molta rabbia nel cuore.