Per Berlusconi la migliore terapia è una sconfitta
di Luigi Cancrini
La profezia di Moretti sul Caimano si è, di fatto, già avverata per la parte che riguarda il Cavaliere. Rabbia e odio per tutto e per tutti hanno già stravolto la sua mimica e la sua gestualità nella conferenza stampa convocata in fretta e furia giovedì, a palazzo Chigi, per denunciare «l'indegnità» dei giudici e per chiedere all'ONU di difenderlo dai brogli elettorali. Quella che non si è avverata, per ora, è la parte che riguarda il dilagare della rabbia nelle piazze, un evento che è ancora possibile evitare, a mio avviso, se gli italiani decideranno davvero di mandarlo a casa. Ma anche su questo punto l'avvertimento di Moretti resta un avvertimento fondato, a mio avviso. Quando una persona sta male come sta male ora Berlusconi, il tentativo di ricorrere alla violenza è sempre possibile. Sta naturalmente dietro l'angolo.
La persona di successo che soffre di un disturbo narcisistico di personalità si manifesta a lungo, in pubblico, come una persona accattivante. Promette soltanto cose buone (il libro dei sogni) e lo fa sorridendo, felice (autenticamente) di vedere la sua immagine di persona «buona e generosa» che si riflette negli occhi degli altri. A lungo questo modo di essere e di proporsi gli giova, lo aiuta a suscitare simpatia e ad avere ancora più successo. Il che innegabilmente è accaduto per Berlusconi capace di farsi percepire «buono» contro i magistrati e la sinistra «cattiva» da un numero di cittadini ancora paurosamente alto. Trasformando un uomo che è probabilmente (e sulle spalle di noi tutti) l'uomo più ricco d'Italia in un povero perseguitato da quelli che lui continua a presentare come dei poteri forti e malvagi che si oppongono solo al suo tentativo di fare del bene a tutti.
C'e una punta d'intelligenza in questa follia? C'è, in effetti, efficacemente in opera, nell'agire di Berlusconi, l'intelligenza strategica del narcisista che ha doti naturali non comuni ma che è costretto, da un certo momento in poi, a metterle tutte al servizio di una avidità di ammirazione e di riconoscimenti che non conosce limiti. Portandolo a dipendere dal suo successo in un modo che ricorda quello in cui altri dipendono dal gioco o dalla droga. Rendendolo prigioniero di un vortice di emozioni solitarie ed autoreferenziali che lo allontanano progressivamente dal contatto con la realtà. Malvagiamente aiutato, su questa strada, dalla ammirazione cieca delle persone che assomigliano di più a Bondi o dalla adulazione manipolativa di quelle che assomigliano di più a Cicchitto. Inutilmente inseguito (lui non le sente più) dalle persone che lo rispettano ancora e che cercano di intavolare con lui un discorso paritario. Da uomo libero a uomo libero.
Se questa è abitualmente la storia del narcisista di successo, tuttavia, che cosa accade di lui nel momento in cui la fortuna gli volta le spalle? Esempio concreto e da manuale di questo passaggio critico, la collera cui Berlusconi si sta abbandonando in questi giorni è una collera scomposta, violenta, disorganizzata. Tradisce lo smarrimento del bambino che ha perso i suoi punti di riferimento affettivi, che lancia i suoi giocattoli per la stanza tremando di rabbia e di paura. Nascondendo le lacrime dietro le urla. Che può in quel momento, in quella fase, fare del male agli altri e a se stesso. Che perde il controllo delle sue parole e dei suoi gesti. Che non utilizza più l'intelligenza né il buonsenso perché tipico del narcisista che ha sempre avuto successo è, a questo punto, un peggioramento brusco della capacità di capire quello che gli succede intorno e quello che gli è più utile dire o fare.
L'evoluzione successiva di questa situazione non dipende più dalla persona ma dal comportamento degli altri. Nel caso specifico, dall'esito delle votazioni, che si stanno ancora svolgendo mentre questa mia risposta viene pubblicata.
Dovesse mai vincere, Berlusconi, la pazzia da cui è posseduto in questi giorni si trasformerà, molto probabilmente in vendetta: più o meno mirata, più o meno ragionevole. Quelli che pagheranno saranno quelli che si trovano, nei suoi confronti, in una posizione di maggiore debolezza. Il circolo vizioso della frustrazione legato all'odio che susciterà e della collera che ne nascerà ogni giorno più forte renderà più acuto lo scontro con i suoi nemici, reali o immaginari. La difficoltà, propria di tutti i narcisisti gravi, ad accettare il limite proposto da regole che valgono solo per i comuni mortali potrebbe accentuarsi ancora proponendo scenari inquietanti per il futuro di noi tutti.
Dovesse perdere, Berlusconi, quella che inizierà potrebbe essere la fine di un incubo. Per lui oltre che per noi perché anche il bambino furioso smette, ad un certo punto, di gridare. Ad accettare il limite. A cercare l'aiuto e l'interesse affettivo di altri cui può iniziare a voler bene.
Non c'è nessuna ironia, davvero, nel discorso di chi dice che la cosa migliore per il Berlusconi di oggi sarebbe una sonora sconfitta elettorale. Quella che darebbe inizio ad una terapia altrimenti impossibile.
ottimo. quoto al 100%!
Carolina
Sì!, sì!, sì.... :-D