Tirare l’Italia fuori dal pozzo
di Corrado Stajano
Sarà tutto più difficile governare con pochi voti di maggioranza al Senato, ma questo costringerà a essere più seri, più consapevoli, con un più alto spirito di sacrificio. Si può governare anche così, non serve rifarsi ai sommi modelli, Churchill, altri. Prodi ha vinto, è inutile negare l’evidenza, come tentano di fare miserevolmente i seguaci di Berlusconi, uno che non vuole rassegnarsi. Ma Prodi, ora, deve agire, rispettare il patto proposto agli elettori, il programma dell’Unione sottoscritto da tutti i partiti della coalizione. È un momento grave della Repubblica. Non si tratta di governare alla giornata. Si tratta di lasciare una buona volta un segno, fare quello che si è permesso di fare in nome dei milioni di persone che hanno avuto fiducia, quelli che lunedì 10 aprile 2006 hanno vissuto una notte di passione, tra commozione, rabbia e paura, disincanto, dolore e speranza.
Bisogna tirar su un Paese finito in fondo a un pozzo dove è stato gettato da un governo di incompetenti, guidato da un uomo dotato di un personalismo esasperato, attento soltanto ai suoi affari di fortuna, ai suoi problemi di giustizia, alle sue tv.Non ci sarà nessun piazzale Loreto come aveva preconizzato il dottor Fedele Confalonieri, il finto bonario milanese, paventando la sconfitta. Come ha potuto venirgli in mente una cosa simile? Solo perché conosce i segreti e i misteri del suo amico e trova naturale lo spirito di vendetta? Non ci sarà alcuna ritorsione. Adesso c’è già chi, in questo Paese compromissorio, parla di dialogo. Per tutta la XIV legislatura non è stato possibile. Sarebbe stato doveroso considerando le leggi che sono state approvate nell’assoluto disprezzo dell’opposizione, leggi che riguardano l’intera comunità nazionale, come la revisione di 53 articoli della seconda parte della Costituzione, divenuta carta straccia (ora sarà sottoposta a referendum), la legge sull’ordinamento giudiziario, punitiva per i magistrati, non per far funzionare una giustizia che non funziona. E poi la legge elettorale approvata in fretta e furia per diminuire i danni del confronto. Ed è accaduto che l’altra notte i rappresentanti della Casa delle libertà se ne lamentassero.
Anche l’altra legge di cui menavano vanto, quella sul voto degli italiani all’estero, è stata dannosa per i proponenti perché si è visto che gli italiani fuori dei confini leggono più degli italiani in patria. I giornali di tutto il mondo sono stati in questi anni pieni dei fatti e dei misfatti di mr. Berlusconi. L’Italia negletta, ricordata soltanto per il Papa, la mafia, la moda, le città d’arte ha offerto un altro motivo d’interesse con quel palazzinaro diventato imprenditore delle televisioni e poi entrato in politica per tutelare i suoi beni, assurto alla carica di presidente del Consiglio che si faceva le leggi da sé per non andare in prigione. E gli italiani all’estero hanno rifiutato quella vergogna e in maggioranza hanno votato per l’Unione, essenziali per la maggioranza al Senato.
Prodi avrà un compito gravoso: mettere anzitutto a posto i conti pubblici, lottare in modo programmato contro l’evasione fiscale. Per anni un economista come Paolo Sylos Labini predicò inascoltato su un pericolo argentino. Panorama, sull’ultimo numero in edicola, ha in copertina una suadente fotografia dell’ex premier, il padrone, con la scritta: «La mia Italia senza tasse». Già, feste, farina e forca. Ma ci sono altre azioni politiche da portare a compimento. Approvare una severa legge sul conflitto di interessi: forse si è capito, almeno nell’ultimo scorcio di campagna elettorale, che cosa significa poter disporre di tre reti televisive personali e avere la possibilità di intervenire sulle reti del servizio pubblico. Con il loro voto i cittadini non hanno firmato una cambiale in bianco. Le leggi ad personam in difesa di Silvio Berlusconi sono una vergogna nazionale e devono essere cancellate. E così la legge Gasparri sull’emittenza televisiva, fatta a uso e consumo di Berlusconi. E deve essere rifatta la legge Bossi-Fini sull’immigrazione che è sbagliata e fa dell’Italia un Paese incivile. È necessario ricostruire l’Italia come dopo una guerra perduta. Il berlusconismo è un mal sottile e va oltre la soglia della Casa delle libertà. Bisogna ridare unità al Paese, ricreare una coscienza civile. Tocca anche a Prodi un lavoro culturale, dunque. Per sanare dal degrado questo Paese che vuole rinascere.
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