E il fondatore di Greenpeace: fu un errore dire no al nucleare
di Giancarlo Radice
«All'inizio degli Anni '70, quando ho contribuito a fondare Greenpeace, credevo che l'energia nucleare fosse sinonimo di olocausto nucleare. E così la pensavano i miei compagni. Ora, a distanza di trent'anni, il mio punto di vista è cambiato e ritengo che tutti i militanti del movimento ambientalista dovrebbero aggiornare il loro. Perché il nucleare potrebbe essere la sola fonte energetica in grado di salvare il nostro pianeta dal disastro: cioè un catastrofico cambiamento di clima». Patrick Moore lo ha scritto un paio di giorni fa sul «Washington Post» , tirandosi addosso le critiche dei «verdi» Usa («Non ha niente a che vedere con noi — ha fatto subito sapere la stessa Greenpeace —. Ha lasciato la nostra organizzazione fin dall'85, per divergenze di vedute») e riaccendendo il dibattito sull'energia in un'America che in questi giorni s'interroga sulla minaccia atomica iraniana e sul petrolio oltre i 70 dollari per barile.
Moore adesso guida la Clean and Safe Energy Coalition, un'associazione ambientalista sponsorizzata dall'industria nucleare, e presiede Greenspirit Strategies, una società di ricerche e consulenza, da lui stesso fondata nel '91 a Vancouver in Canada, che ha fra i clienti il Nuclear Energy Institute di Washington e la Canadian Nuclear Association di Ottawa. «Pensavamo all'atomo come alla fine dell'umanità — scrive sul Post —. La nostra paura era la stessa che, nel '79, provavano Jack Lemmon e Jane Fonda nel film "La sindrome cinese", una fiction che solo due settimane più tardi si è avverata con l'incidente nucleare dell'impianto di Three Mile Island, in Pennsylvania. Ma se guardiamo bene, quella di Three Mile Island è una storia di successo: le strutture di cemento dell'impianto hanno impedito qualsiasi fuga di radiazioni, sia all'interno che all'esterno. Non ci sono stati morti nè feriti, fra gli operai come fra gli abitanti della zona. E l'ambiente non ha subito alcun danno. Oggi il 20% dell'elettricità negli Usa è assicurata da 103 reattori nucleari e l'80% delle persone che vivono nel raggio di 10 chilometri dicono di non avere alcuna preoccupazione».
Più che la «conversione» di Moore, a far discutere sono, appunto, le sue tesi. Tanto che, dopo il suo articolo, il Washington Post ha aperto un filo diretto con l'autore, subito assediato da migliaia di email. Molti ringraziano per la «chiarezza dell'esposizione». Molti altri sollevano dubbi e interrogativi. Perché non possiamo andare avanti con carbone e petrolio? «Le oltre 600 centrali elettriche a carbone americane producono il 36% di tutte le emissioni di Co2 negli Usa, il 10% delle emissioni mondiali — risponde Moore —. E' questa la prima causa dell'effetto serra e del riscaldamento climatico». Il nucleare costa troppo? «Nel 2004 ogni kilowattora prodotto negli Usa con il nucleare è costato 2 centesimi di dollaro, esattamente come con gli impianti a carbone e a energia idrica. E le nuove tecnologie abbasseranno ulteriormente il prezzo dell'atomo». Non è meglio puntare sulle energie pulite? «Impianti eolici e solari offrono un'erogazione intermittente e scarsamente prevedibile — è la replica —. Non sono dunque una valida alternativa. Quanto al gas naturale, è già oggi troppo costoso». E lo smaltimento delle scorie radioattive? «Innanzitutto quelle che impropriamente vengono definite scorie sono in realtà, per la gran parte, combustibili nucleari che contengono ancora, dopo essere stati utilizzati per un ciclo, il 95% dell'energia potenziale. E che possono essere riciclati e riutilizzati», osserva Moore.
Tesi, ovviamente, molto discutibili. Anzi, apertamente contestate da molti partecipanti al dibattito online organizzato dal Post. Per non dire di altre affermazioni di Moore. Come quella sul disastro di Chernobyl. «L'agenzia dell'Onu che ha indagato sull'incidente ha registrato 56 morti fra chi è stato colpito direttamente dall'esplosione e dalle radiazioni — scrive —. Niente al confronto dei 5 mila minatori che muoiono ogni anno nel mondo». Peccato che proprio ieri la sua ex-organizzazione, Greenpeace, abbia riportato una stima dell'Accademia Nazionale delle Scienze della Bielorussia secondo la quale oltre 93 mila persone rischiano di morire di tumore come conseguenza di Chernobyl.
Ancora più cinica la posizione di Moore sui rischi che le tecnologie nucleari possano finire nelle mani di gruppi terroristici. Lui si dice, sì, preoccupato, ma ricorda che «negli ultimi 20 anni, in Africa, più di un milione di esseri umani sono stati massacrati a colpi di machete: un bilancio peggiore di quello delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki». «Ma come dovremmo trattare le ambizioni nucleari del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad?», chiede un lettore del Post. «Bisogna tentare ogni via diplomatica — risponde Moore —. Ma se non dovesse bastare, allora non resterebbe che l'uso della forza».
Dopo Lovelock, anche Moore... probabilmente il freddo e l'umidità che hanno preso negli anni 70 sul barcone di Greenpeace alla fine gli ha bacato il cervello.
Io ho vissuto attentamente la situazione di Cernobyl, e devo dire che è stata una cosa terribile. E ricordo che la notizia mi è stata fornita in anteprima da un allarme posizionato a Caorso, messo appunto da Greenpeace e collegato anche con i centri sociali di Milano. L'allarme radioattività scattò in quel terribile 26 aprile del 1986. La gente scese nelle strade. "Allarme atomico" era ormai sulla bocca di tutti. Ma la stampa e i media non dicevano nulla. "Caorso è esplosa". Così si credeva. Ma nei primi telegiornail già si parlava dell'Ukraina e della radioattività presente in Svezia e Norvegia. Poi la nube radioattiva che si avvicina verso le Alpi. Ricordo che negli anni successivi si ammalarono molte mie amiche, solo donne, di tumore alla tiroide. Ma furono tutte salvate. Quello che era successo in Ukraina dicono che era una seconda Hiroshima. I vigili del fuoco che hanno spento l'incendio e hann salvato il mondo, oggi sono morti tutti. E anche della gente del posto pochi si sono salvati. La radioattività era 300 volte più forte che a Hiroshima. Ciò significa che se a Hiroscima, oggi dopo 60 anni alcuni sono ancora vivi, da Cernobyl no. sono morti tutti. Tuttavia l'enegia nucleare, bocciata da tutti gli italiani, oggi è considerata sicura, così dicono gli esperti. Ma fino a quanto? e le scorie?. Certo che se consideriamo la facilità e i bassi costi dall'energia ricavata, la cosa ci ingolosisce un po' tutti. Pensate che in molte città del mondo a cominciare da New York il riscaldamenteo è azionato esclusivamente con l'energia elettrica, e a costi quasi zero. Le comodità a basso costo piacciono a tutti, specie se si fa fatica a tirare avanti e avere voglia di un po' più di caldo nella prorpia casa. Ma sino a quanto il gioco vale la candela? sino a quanto c'è da fidarsi della mafia e dei ricettatori e trafficanti senza scupoli?. Se vorremo l'energia nucleare in Italia pensiamoci un po' e valutiamo un po' tutti i pro e i contro. Pier
Il problema del nucleare e' sostanzialmente quello delle "scorie" e della loro gestione (anche per le implicazioni militari).
E' sicuramente vero che si ridurrebbero le emissioni in atmosfera, MA non vi e' certezza per come contenere roba che "scotta" per migliaia di anni.
Al contrario con un po' di studio si riesce gia' ora a contenere le emissioni di co e altro. (non si capisce ad es. perche' le centrali non debano avere le "marmitte catalitiche" mentre le ns. auto sono obbligate ad averle).
Ed anche per la CO le forme di cattura o di affossamento nei fondali marini sono provate.
Per chi mastica il francese consiglio gli articoli di questa pagina. (TV ARTE)
http://www.arte-tv.com/fr/histoire-societe/Tchernobyl_20-_2020_20ans_20apr_C3_A8s/1177554.html
ed in specie l'art. sulla sicurezza nucleare in Francia .
I "cugini" han scoperto tardi che anche a loro e' "sfuggito" qualcosa.... ed han fatto pure il pure'. "...Une partie de l’uranium fond et endommage durablement le réacteur. (1981) "
Per quanto riguarda Chernobil.. .bhe' siamo ancora all'inizio.
Sul piano statistico praticamente tutti i liquidatori (chi ha operato attorno alla centrale nel periodo dell'incidente) avra' la vita accorciata (tumori, leucemie ecc); molti dei figli hanno un patrimonio genetico di gran lunga diverso da quello dei genitori (anche se apparentamente in salute (ma in salute son la minoranza)
ed il totale della popolazione che insiste e si nutre su territori ad alta contaminazione e' ancora parecchi milioni. (forse anche + di 10 M)
(in particolare quasi tutta la pop della bielorussia, della ucraina del nord ... e per le i poligoni militari nel kazakistan ???)
Una ultima nota: diversi profughi della cecenia "di lingua russa" che fuggivano da quei territori si son rifugiati proprio nella "zona morta" (spinti anche dall'ostracismo ukraino). Le loro dichiarazioni sono " qua c'e 'pace ed almeno il nucleare ti uccide lentamente..." Sob sob .
books
(da "positivista quale ero, son diventato antinuclearista proprio per questi motivi... studiando e valutando il ciclo del combustibile).
Io mi sono preso la pioggia radioattiva di Chernobil nell'86 ed ho votato contro le centrali nucleari. Francamente il nucleare mi fa ancora paura, ma quando ci fu il black out nel settembre di 3 anni fa, abbiamo scoperto che il grosso dell'energia elettrica che abbiamo in Italia la compriamo a caro prezzo dalle centrali nucleari francesi e svizzere. Io vado spesso in Svizzera e devo dire che è un paese dove regnano pulizia e precisione, al contrario che da noi. Non oso pensare a come fossero costruite le centrali nucleari nella ex URSS, ma penso che noi italiani non siamo ancora pronti.
Tuttavia è vero che anche il petrolio in tutte le sue forme inquina e che comunuque tra qualche anno finirà, per cui è indispensabile trovare energie alternative. Andando in Germania ho visto gli impianti per lo sfruttamento del vento e dunque perché noi non lo facciamo? E dato che siamo un paese mediterraneo con tanto sole, perché non sfruttiamo l'energia solare? Io parlo da uomo della strada, non mi intendo di ambientalismo, sono solo un appassionato di acquariofilia e pesci tropicali.
nucleare?? Carbone???
progresso??
bah!
dopo aver incontrato alcuni dei "profughi" di Chernobil, non ho nessuna intenzione di tornare al nucleare...
ho avuto occasione di lavorare con persone che lavoravano nella centrale di Trino, mentre in america ho consciuto i pendolari del nucleare...
beh... dopo 10min. ti passa la voglia di sentirne parlare...
queste persone, vanno di stato in stato a fare lavori terribili, tipo segare i tubi dove passa l'acqua contaminata pittosto che ad occuparsi di bonifica delle centrali dismesse e del territorio circostante...
ebbene, queste persone fanno i pendolari, perchè in ogni stato, puoi assorbire solo una data percentuale di radiazioni/mese, questo comporterebbe la necessità/obbligo di fermarsi ogni tot giorni di lavoro, con una diminuzione degli introiti...
e così loro girano di quà e di là...
ebbene, loro ne hanno di storie da raccontare, su ogni tipo di centrale, (ce ne sono di molti tipi) e sulle problematiche che esse comportano...
queste persone sanno (per certo) che non supereranno i 50 anni e che moriranno in modi non proprio "belli", ma fanno la scelta di godersi grandi somme di denaro per un'pò....
che si abbia necessità di energia è la verità inconfutabile, ma che il nucleare sia la risposta, credo che non sia vero...
pensiamo solo al fatto che in molti paesi attualmente, viene ancora utilizzato il ciclo “once-though” per il combustibile nucleare, ovvero viene usato una sola volta l'uranio che viene poi eliminato come scarto... in questo caso, solo 1,5% del contenuto di energia dell'uranio viene convertito in energia eletrica...
certo si può utilizzare il ciclo chiuso, che riutilizza il combustibile esausto, dal quale si estraggono ancora una volta uranio e plutonio, con una resa doppia rispetto al “once-though” e con la metà delle scorie...
ma ricordiamoci che il combustibile riciclato è ancor oggi molto più caro di quello "nuovo", per cui, nel paesi a basso controllo, và ancora di gran moda accatastare enormi quantità di materiale esausto...
nella ex URRS, ci sono depisiti di stoccaggio che fanno paura, nel raggio di 50/100 km i bambini nascono con deformazioni spaventose, siamo davvero disposti a rischiare un'ecatombe solo per produrre energia a basso costo...
anzi, vi lascio un ricordo...
perchè lo ritengo esaustivo per meglio comprendere la ferale pericolosità dell'inquinamento radioattivo, l'esempio è quello della città di Mayach, negli Urali del sud, in Russia.
Una città invisibile, epurata dalle cartine geografiche, insieme ai suoi abitanti, tristi fantasmi, simili a morti che camminano.
Mayach fu costruita nel 1945 e dal 1948 in poi divenne operativa nella produzione di plutonio.
Fino al 1951 scorie liquide radioattive di medio ed alto livello vennero rilasciate direttamente nel fiume Techa, contribuendo a contaminare oltre 100.000 abitanti che vivevano sulle sponde dello stesso.
Dopo il 1951, dal momento che il fiume Techa sfociava nell'oceano artico e la contaminazione rischiava di diffondersi in maniera incontrollabile, gli scarichi dell'impianto vennero indirizzati verso il lago Karachai, privo di contatti diretti con l'oceano.
Nel 1957 un'esplosione all'interno degli impianti contaminò una regione grande quanto la toscana. Si trattò di un disastro di enormi proporzioni, ma la cosa venne tenuta segreta.
Dieci anni dopo, nel 1967, allorquando a causa di una secca il lago Karachai fu oggetto di un ritiro delle acque, il vento sollevò grandi quantità di polvere radioattiva, contaminando gravemente un'area di 2000 Kmq.
Oggigiorno il lago Karachai è un mostro radioattivo in grado di uccidere un uomo che sostasse per una sola ora sulle sue sponde, e tale rimarrà nei secoli a venire.
E' indicativo rilevare, a beneficio di coloro che ancora si ponessero domande riguardo ai reali effetti della radioattività sulla salute dell'uomo, come fra i cittadini di Mayak e delle aree contaminate circostanti, negli ultimi 50 anni ci sia stato un aumento del 78% degli ammalati di cancro e leucemia. Inoltre come il 30% dei bambini dei bambini nasca con difetti e malformazioni genetiche ed il 50% degli uomini e delle donne risultino sterili.
mi si dice che l'energia così prodotta, ha un basso impatto ambientale, certo...
questo se tutto và bene...( scorie a parte )
ma se... ci si trovasse di fronte ad una catastrofe naturale, vedi per esempio un terremoto, se non erro l'Italia è "attraversata" dalla più vasta zona sismica in Europa...
per cui non occorre fare voli pindarici per immaginare uno scenario simile, no???
per chi abita in Piemonte SuperFenix è una realtà oggettiva e spesso c'è chi mi dice, và beh, tanto la Francia le ha tutt'intorno a noi...
vero.., però c'è una bella differenza tra essere a 200km di distanza piuttosto che a 20 no???
oltre ai disastri naturali, che sono imprevedibili, ci sono i rischi legati alla possibilità di attentati, che non vanno sicuramente sottovalutati...
i costi di genstione sono alti, la sicurezza, deve necessariamente passare attraverso l'uomo...
l'errore umano è stato la causa di Chernobil, possiamo fiddare che non avverrà più in futuro..??
pensate solo che la Germania, ha già posto le mani avanti, dando per scontato che in un prossimo futuro inizierà a smantellare le sue centrali nucleari..., altro che farne di nuove...
e poi, nella strana sensibilizzazione che si è creata intorno al problema nucleare, non ci saranno mica invischiate le sette sorelle per caso ????
pensiamoci bene...
Premetto che sono un fisico (e mi occupo di fisica delle particelle) e quindi sono di parte, ma mi preme fare alcune osservazioni:
1) Il nostro regime di vita attuale NON sara' sostenibile ancora a lungo senza il ricorso a fonti di energia di potenza prodotta pari a quella delle centrali termoelettriche convenzionali (di fatto, non lo e' gia', la corrente che ora fa funzionare i computer da cui state leggendo e' prodotta con il nucleare). Al solito l'ipocrisia italiana fa si' che sia considerato giusto comprare l'energia nucleare dagli altri, l'importante e' che la centrale non sia a due passi dalla casalinga di voghera.
Vorrei far notare che per regime di vita non intendo niente di troppo dispendioso: io ho il minimo di elettrodomestici in casa per poter sopravvivere, sto molto attento alle luci, a spegnere gli apparecchi in standby, ma questo non basta comunque.
2) Sopra qualcuno dice che le tecniche per l'affossamento della C02 SI SONO DIMOSTRATE EFFICACI. Sarebbe bello sapere se la persona in questione ha mai sentito parlare di principio di conservazione dell'energia, altrimenti saprebbe che una simile operazione costerebbe in termini energetici (e quindi in produzione di altra C02) piu' di quello che renderebbe. E' la stessa bufala delle auto a idrogeno (l'idrogeno lo devi produrre...)
3) Dati OMS sui morti di cernobil ufficiali: 58. Migliaia di morti per tumori vari dopo l'esplosione. Migliaia di morti anche l'anno prima. Non ci vuole molto per capire che devi togliere dai morti di cancro dopo l'esplosione il numero di morti che in media avevi prima. Questo dato va preso con un po' di molle, ma NON SONO MORTE migliaia di persone per il disastro.
4) Le scorie sono il vero problema, ma vorrei fare un'osservazione che un fisico piu' fare. L'80% della radioattivita' di quelle scorie (la parte a maggiore intensita' di radiazioni per altro) cessa la sua attivita' in circa 300 anni. Non migliaia (o milioni, come molti svarioni hanno detto). Cioe' che dura migliaia di anni e' la parte meno reattiva delle scorie, che comunque non e' eliminabile per ora, ma che rappresenta un volume molto piccolo dei rifiuti. Quando il resto del materiale non sara' piu' radioattivo, si potra' separare dalla parte a lungo decadimento, riducendo il volume delle scorie dell'80% appunto.
Vedete ragazzi/e, la scienza ha come aspetto positivo (o negativo per la santa inquisizione, qualunque essa sia in un determinato periodo storico) il fatto che l'unica cosa che conta sono i fatti. Con tutto questo sproloquio non voglio dire che il problema del nucleare vada preso alla leggera, tutt'altro. Come Cernobyl ci insegna, e' proprio il prenderlo alla leggera che fa si' che possa diventare un problema.
Quello che mi preme dire e' che le questioni non si risolvono ponendo contro fatti delle bugie dette piu' o meno in buona fede. Bisogna documentarsi, aprire gli occhi e usare la testa. E' l'unico modo in cui ci possiamo assicurare di non essere usati da nessuno per fini politici.
Ciao
E' sempre problematico affrontare temi simili nello spazio di un post e di un commento.
Nell'ultimo numero di "La nuova ecologia", c'è un inserto su Cernobyl (disponibile parzialmente nell'edizione online).
A chi può leggere la rivista su carta, consiglio gli articoli di Ermete Realacci e Giorgio Nebbia a pagg. 52-53.
solo una cosa brevissima e nei limiti di quel che so, che in materia è pochissimo. so che le auto a idrogeno, in almeno un paese, l'Islanda, non sono una bufala.
Carolina
Mario... hai ragione sull'idrogeno...
almeno per il fatto che in ogni caso, l'energia và prodotta... se non in loco, da un'altra parte...
come del resto vale per le auto elettriche, certo, non incuinano in loco, ma devono pur essere ricaricate le batterie no???
e quindi inquinerò da un'altra parte...
senza contare che le batterie esauste, vanno poi smaltite e così via...
però, avendo lavorato con l'Enea, ho potuto notare che le teorie erano molto discordanti...
persino tra gli addetti ai lavori...
oltre a ciò, la testimonianza diretta dei miei "amici" pendolari, che con dovizia di particolari, raccontavano di incidenti spesso e volentieri tenuti nascosti...
in ogni caso, dato che si parla di morti, l'Oms ha accertato un numero di malati di cancro moooolto superiore alla media precedente l'incidente di Chernobil tra le popolazioni Ucraine e limitrofe...
maggiori informazioni sulla natura delle scorie ve le posto di seguito:
Cosa sono le scorie nucleari?
Con il termine di scorie nucleari si intende indicare il combustibile esausto originatosi all’ interno dei reattori nucleari nel corso dell’esercizio.
Esse rappresentano un sottoinsieme dei rifiuti radioattivi, a loro volta suddivisibili in base al livello di attività in tre categorie: basso, intermedio ed alto.
per capire meglio cosa sono i "rifiuti radioattivi" e la loro classificazione in categorie leggete il post successivo
Esempio di rifiuti a basso livello sono costituiti dagli indumenti usa e getta usati nelle centrali nucleari; il 90% dei rifiuti radioattivi prodotti appartengono a questa categoria, ma contengono solo il 1% della radioattività di provenienza antropogenica. Rifiuti a livello intermedio sono costituiti ad esempio dall’incamiciatura del combustibile, richiedono schermatura, e costituiscono il 7% del volume dei rifiuti radioattivi prodotti nel mondo (ma contengono solo il 4% della radioattività). Al contrariole scorie ad alto livello costituiscono solo il 3% del volume prodotto nelle attività umane, ma contengono il 95% della radioattività. Tipico esempio è costituito dal combustibile esausto delle centrali nucleari. I 436 reattori nucleari presenti in 31 nazioni infatti producono annualmente migliaia di tonnellate di scorie.
Un reattore del tipo PWR scarica annualmente da 40 a 70 elementi di combustibile, un BWR da 120 a 200 (rispettivamente 461.4 e 183.3 Kg di uranio per assembly). Infatti dopo 3 anni di permanenza all’interno del reattore il combustibile passa alle piscine di raffreddamento; si sono formati in totale circa 350 nuclidi differenti, 200 dei quali radioattivi.
Si ha, in media, la seguente composizione:
- 94% uranio 238
- 1% uranio 235
- 1% plutonio
- 0.1% attinidi minori (Np, Am, Cm)
- 3÷4% prodotti di fissione
Si osservi che:
- la radiotossicità del combustibile esausto decresce nel tempo e pareggia quella dell’uranio inizialmente caricato nel reattore solo dopo 250.000 anni;
-il contributo maggiore alla pericolosità delle scorie è dato dal plutonio: l’80% dopo 300 anni, il 90 % dopo 500 anni;
- dopo il plutonio i maggiori contributori sono gli attinidi minori (nettunio, americio e curio), che contribuiscono per un ordine di grandezza meno del plutonio ma circa mille volte più dei prodotti di fissione;
- gli attinidi rappresentano dunque il maggiore pericolo potenziale delle scorie nucleari; tuttavia bisogna tener conto anche di alcuni prodotti di fissione quali alcuni isotopi dello iodio, del tecnezio e del cesio, data la loro maggiore mobilità nella biosfera e la loro maggiore affinità biologica (vie di ritorno per l’uomo).
Dato che le scorie radioattive, al contrario dei rifiuti convenzionali, decadono nel tempo, si osserva che i prodotti di fissione sono pericolosi per circa 300 anni, gli attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000.
Per alleggerire il problema dello stoccaggio permanente delle scorie dei reattori nucleari è necessario quindi:
- ridurre la formazione del plutonio;
- bruciare quello già prodotto.
A tale scopo sono state proposte varie soluzioni, fra le quali possono essere citati l'ADS (Accelerator Driven System), i reattori veloci ed ora anche i reattori HTR. Si noti che questo fenomeno è dovuto alla formazione degli elementi transuranici, in generale assai più radiotossici dell’uranio presente nelle miniere; si noti che le scorie high-level pareggiano la radioattività dell’uranio dopo 10.000 anni.
per maggiori informazioni su una nuova tecnologia messa a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia che prevede una variante del sistema ADS (Accelerator Driven System) e che consentirà di “bruciare” le scorie radioattive, abbreviando l'emivita delle scorie leggere il terzo post
Si noti che un impianto nucleare da 1000 MWe produce annualmente solo 25÷30 tonnellate di scorie ad alto livello vetrificate, pari ad un volume di circa 3 m3. E’ stato calcolato che un uomo che usasse solo energia di origine nucleare produrrebbe, nell’arco della propria vita, un volume di scorie di questo tipo tale da poter essere contenuto nel palmo di una mano. Del resto dai dati sopra esposti si calcola facilmente che il consumo di 1 KWh per 100 anni produrrebbe un volume di scorie vetrificate pari a 0.3 litri (meno di una lattina da 33 cl!), o se si preferisce una sfera di diametro pari a 8.3 cm. Un impianto da 1000 MWe, annualmente, ne produce 12 cilindri di altezza 1.3 e diametro 0.4 metri con 400 Kg di vetro.
per chi volesse conoscere anche le differenze tra i vari rifiuti e i tempi di dimezzamento della radoattività di taluni radioisotopi...
I rifiuti radioattivi
A) Definizione di "Rifiuti Radioattivi"
Definizioni in ambito internazionale
"... qualsiasi materiale che contiene o è contaminato da radionuclidi a concentrazioni o livelli di radioattività superiori alle "quantità esenti" stabilite dalle Autorità Competenti, e per i quali non é previsto alcun uso ..."
(Dal Glossario IAEA)
"... materiale radioattivo in forma solida, liquida o gassosa per il quale non è previsto alcun ulteriore uso e che è tenuto sotto controllo come rifiuto radioattivo dall'Organismo Nazionale a ciò preposto secondo le norme e le leggi nazionali"
(Art. 2 punto "h" della Joint Convention on the Safety of Spent Fuel Management and on the Safety of Radioactive Waste Management")
Definizione secondo la legge italiana
"... qualsiasi materia radioattiva, ancorché contenuta in apparecchiature o dispositivi in genere, di cui non é previsto il riciclo o la riutilizzazione ..."
(Decreto Legislativo 17 marzo 95 N° 230 modificato dall' Art. 4, comma 3/i del Decreto Legislativo 241/00)
B)Modalità di classificazione
Per classificare i rifiuti radioattivi possono essere presi in considerazione vari parametri, quali:
- il contenuto in radionuclidi
- l'origine
- lo stato fisico
- il tipo di radiazione emessa
- il tempo di dimezzamento dei radionuclidi presenti
- la radiotossicità dei radionuclidi presenti
- l' attività specifica
- l' intensità di dose
- la modalità di gestione
- la destinazione finale (tipo di smaltimento definitivo)
C) Classificazione in base allo stato fisico
Relativamente allo stato fisico i rifiuti sono classificati in:
- Rifiuti gassosi
- Rifiuti liquidi
- Rifiuti solidi
Rifiuti gassosi
Sono prodotti essenzialmente nel ciclo del combustibile nucleare (reattore, riprocessamento).
Sono costituiti essenzialmente da gas nobili, ad esempio:
Kr-85 (cripto 85), tempo di dimezzamento 10,7 anni
Xe-133, (xeno 133), tempo di dimezzamento 5,2 giorni
Alcuni radioisotopi solidi particolarmente volatili possono accompagnare i rifiuti gassosi. Ad esempio:
I-131 (iodio 131), tempo di dimezzamento 8 giorni
I-129 (iodio 129), tempo di dimezzamento 15 milioni di anni
Cs-137 (cesio 137), tempo di dimezzamento 30 anni.
Anche il tritio(H-3) e il carbonio-14 possono dar luogo a prodotti radioattivi gassosi (idrogeno, vapor d'acqua, anidride carbonica).
Per tutti questi deve essere previsto un efficace sistema di intrappolamento, con conseguente produzione di rifiuti solidi o liquidi, a seconda delle tecniche impiegate.
Rifiuti liquidi
Sono prodotti in tutte le attività che implicano la produzione e l'impiego di radionuclidi.
Sono costituiti essenzialmente da soluzioni acquose, più o meno concentrate in sali.
Per quanto riguarda la quantità e qualità dei radionuclidi in essi contenuti, possono appartenere a tutte le categorie di classificazione.
I volumi più importanti (anche se relativamente a bassa radioattività) sono prodotti nelle operazioni di lavaggio e decontaminazione.
Sono generalmente raccolti e contenuti in serbatoi di caratteristiche adeguate, in attesa di essere sottoposti ai processi di trattamento e condizionamento.
Sono anche prodotte relativamente piccole quantità di rifiuti liquidi non acquosi, come ad esempio i solventi organici usati nel riprocessamento, oli lubrificanti contaminati, miscele di composti organici usati per scopi analitici (scintillazione liquida).
Rifiuti solidi
Sono prodotti in tutte le attività che implicano la produzione e l'impiego di radionuclidi.
Per quanto riguarda la quantità e qualità dei radionuclidi in essi contenuti, possono appartenere a tutte le categorie di classificazione.
I rifiuti solidi possono essere distinti :
Per contenuto in acqua - Solidi umidi
- Solidi asciutti
Per proprietà fisiche - Solidi combustibili
- Solidi non combustibili
- Solidi comprimibili
- Solidi non comprimibili
Per fonte di produzione - Rifiuti tecnologici
- Rifiuti di processo
- Rifiuti da smantellamento di impianti
D) Classificazione italiana -Guida Tecnica n.26 - ANPA
Categoria
Definizione
Esempi
Smaltimento definitivo
Prima Categoria
Rifiuti la cui radioattività decade in tempi dell'ordine di mesi o al massimo di qualche anno
Rifiuti da impieghi medici o di ricerca, con tempi di dimezzamento pari o inferiori a 75 giorni
Come i rifiuti convenzionali
Seconda Categoria
Rifiuti che decadono in tempi dell'ordine delle centinaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività inferiori a 3700 Bq/g nel prodotto condizionato
Rifiuti da reattori di ricerca e di potenza, rifiuti da centri di ricerca, rifiuti da disattivazione di impianti
In superficie o a bassa profondità con strutture ingegneristiche
Terza Categoria
Rifiuti che decadono in tempi dell'ordine delle migliaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività superiori a 3700 Bq/g nel prodotto condizionato
Rifiuti vetrificati e cementati prodotti dal riprocessamento;
combustibile irraggiato se non riprocessato;
rifiuti contenenti plutonio.
In formazioni geologiche a grande profondità
Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi
E) Origine dei Rifiuti Radioattivi
Tutte le attività in cui sono utilizzati o manipolati materiali radioattivi generano rifiuti radioattivi.
Si illustrano di seguito le principali fonti di produzione dei rifiuti radioattivi, distinte per le diverse concentrazioni di radioattività.
- Rifiuti a bassa attività
- Rifiuti a media attività
- Rifiuti ad alta attività
Rifiuti a bassa attività
Le principali fonti di produzione sono:
· Installazioni nucleari
· Ospedali
· Industria
· Laboratori di ricerca
Essi includono generalmente:
· Carta, stracci, indumenti, guanti, sovrascarpe, filtri
· Liquidi (soluzioni acquose o organiche)
Un tipico reattore nucleare di potenza ne produce circa 200 m3 all'anno.
Un significativo contributo proviene dalla disattivazione delle installazioni nucleari non più in funzione.
Rifiuti a media attività
Le principali fonti di produzione sono:
· Centrali nucleari
· Impianti di fabbricazione del combustibile a ossidi misti (MOX)
· Impianti di riprocessamento
· Centri di ricerca
Includono generalmente:
· Scarti di lavorazione, rottami metallici
· Liquidi, fanghi, resine esaurite
Un tipico reattore nucleare di potenza ne produce circa 100 m3 all'anno.
Un significativo contributo proviene dalla disattivazione delle installazioni nucleari non più in funzione
Rifiuti ad alta attività
Sono le "ceneri" prodotte dal "bruciamento" dell'uranio nei reattori. I principali componenti sono i prodotti di fissione e gli attinidi transuranici.
Essi sono costituiti:
· dal combustibile nucleare irraggiato "tal quale"
· dalle scorie primarie del riprocessamento
Un tipico reattore nucleare di potenza produce circa 30 tonnellate all'anno di combustibile irraggiato.
Nel caso del riprocessamento, questo quantitativo corrisponde a circa 4 m3 di prodotti della vetrificazione dei rifiuti ad alta attività.
fonte: A.N.P.A
per chi infine volesse conoscere anche le tecnologie sperimentali e progetti alternativi per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi: nel passato, nel presente, nel futuro
Il problema dello smaltimento delle rifiuti radioattivi ha portato i diversi Stati della mondo ad adottare diverse soluzioni: gli USA hanno deciso di stoccarli nello Yukka Mountain, in Nevada, senza riciclarli. La Federazione Russa è propensa a compiere un'operazione simile. Francia, Belgio, Inghilterra, Giappone hanno invece deciso di riciclarli sotto forma di MOX (ossidi di U e Pu) e riutilizzarli per aumentare la resa di produzione di energia e ridurre la quantità degli stessi. Sono due filosofie completamente differenti con grosse implicazioni politiche e strategiche, culminanti nel cosiddetto NPT (Non Proliferation Treaty), avente la finalità di minimizzare il rischio di proliferazione, incidente o sabotaggio.
Alcune soluzioni sono rese impossibili:
- depositare le scorie nei ghiacci polari dell'Antartico non è permesso a seguito di un trattato internazionale il quale sostiene che l'ultimo continente incontaminato non deve venire a contatto con il nucleare
- seppellire le scorie radioattive nella crosta terrestre ad un livello sufficientemente profondo perché possano essere risucchiate nel nucleo incandescente del pianeta, è una possibilità che è già stata studiata dagli Stati Uniti e dalla Russia, ma non esisterebbero i presupposti geologici per realizzarla.
Altre soluzioni sono poi state prese in considerazione nel passato e ancora altre si prendono in considerazione per il futuro. Vediamo alcune di queste idee.
A - Lo smaltimento sotto i fondali marini
B - La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili
C - Il Sole come discarica per le scorie nucleari
D - L'uso civile e bellico dell' uranio impoverito (il "prodotto di scarto")
E - Il batterio che ripulisce dalla radioattività
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B - La "trasmutazione" dei nuclei radioattivi a vita media-lunga in elementi stabili
In tutto il mondo si stanno studiando tecnologie avanzate di trasmutazione basate sull'impiego di Nuclear Transmuters (Reattori dedicati alla trasmutazione) ed Accelerator Driven Systems for Transmutation (Acceleratori accoppiati a Reattori per la Trasmutazione o ADS); entrambe le tecnologie hanno lo scopo di abbreviare l'emivita delle scorie, permettendo un ulteriore recupero energetico. L 'Italia è coinvolta seriamente in alcuni di tali progetti. [4]
È in corso un vasto programma europeo (oltre che programmi in altri grandi paesi industrializzati, tra cui Usa e Giappone) - che ha già ricevuto l’adesione di un gruppo di paesi (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia) trasmutazione mediante sistemi pilotati da acceleratori (Accelerator Driven Systems, ADS). [5]
E proprio nel luglio 2003, il Prof. Carlo Rubbia ( Commissario Straordinario dell'Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, ENEA) e il Dr. Peter Fritz ( Condirettore del Consiglio Esecutivo del Forschungszentrum Karlsruhe GmbH, FZK ) hanno firmato un Accordo di Collaborazione per attività di Ricerca e Sviluppo Sviluppo sia nel campo delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti, sia nel campo della sicurezza nucleare e della chiusura del ciclo del combustibile degli impianti nucleari. La collaborazione tra i due Enti mira, in particolare, a sviluppare congiuntamente sistemi e tecnologie finalizzati a ridurre drasticamente la radiotossicità dei rifiuti radioattivi a lunga vita principalmente plutonio ed attinidi minori provenienti dal combustibile esausto degli impianti nucleari, mediante il processo di trasmutazione. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi la collaborazione fra i due Enti ha assunto come soluzione tecnologica di riferimento l'applicazione del concetto di trasmutazione dei radionuclidi a lunga vita, mediante l'uso di sistemi sottocritci sostenuti da acceleratori (cosiddetti ADS, Accelerator Driven Systems).
L'accordo firmato fra ENEA e FZK si inserisce, quindi, a pieno titolo nelle iniziative più rilevati connesse alla riduzione della pericolosità delle scorie nucleari ed allo sviluppo degli ADS e segna un riconoscimento significativo dell'impegno profuso da ENEA in questi ultimi anni in questo campo. Tale impegno potrà portare, in un prossimo futuro, ad ulteriori e rilevanti ricadute per l' Ente ed il Paese, anche in altri settori quali quelli delle sorgenti di neutroni intense, per usi industriali e di ricerca, e delle tecnologie e dei componenti per i rettori nucleari di quarta generazione.
In base a tale accordo, l' ENEA ha messo a disposizione il reattore TRIGA (Training Research Isotopes General Atomics) del Centro Ricerche della Casaccia
(Roma), per lo svolgimento delle attività relative all'esperimento TRADE (TRIGA Accelerator Driven Experiment) che, primo nel suo genere al mondo, consentirà lo studio della fisica dell'accoppiamento di un acceleratore di particelle con un sistema nucleare sottocritico, a potenza significativa. [6]
Ed infatti l' Enea sta sperimentando già da qualche tempo una nuova tecnologia messa a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia che prevede una variante del sistema ADS (Accelerator Driven System) e che consentirà di “bruciare” le scorie radioattive. “L’alternativa oggi allo studio è quella di ‘bruciare’ quegli elementi che hanno vita troppo lunga per garantire la sicurezza ambientale futura” ha detto Rubbia, riferendo che “l’Enea è attualmente impegnato in attività sperimentali derivanti dall’utilizzo del sistema ADS, che si basa sull’accoppiamento tra un acceleratore di particelle ad altissima intensità e un dispositivo sottocritico nucleare”. “L’ADS - ha aggiunto Rubbia - è il frutto della reciproca fecondazione di tecnologie indipendenti: gli acceleratori di particelle come quelli usati per la ricerca, i reattori – operati in regime sottocritico - refrigerati a piombo fuso, come quelli usati nei sottomarini russi, e il trattamento dei combustibili usati”. [7]
Il motore nucleare ideato da Carlo Rubbia (detto perciò "Rubbiatron") è una delle numerose applicazioni pratiche di un esperimento, il TARC, nato con finalità di ricerca pura. L'esperimento TARC è stato avviato da Carlo Rubbia nel 1996 al Ps, il Sincrotrone a protoni del Cern (laboratorio europeo per la fisica delle particelle) di Ginevra. Scopo dell'esperimento era studiare il comportamento di alcuni particolari atomi nelle reazioni di fissioni nucleare. Da questo esperimento lo scienziato italiano è riuscito a ricavare numerose applicazioni pratiche, ora in fase di sviluppo. "L'idea, dunque, è stata quella di provocare una trasformazione delle scorie radioattive, una trasmutazione, bombardandole con neutroni che si ottengono sparando protoni nel piombo fuso. Così, uranio e plutonio diventano sostanze diverse che non emettono più radiazioni o devono essere contenuti per un periodo ben più breve, non oltre 5-600 anni: vale a dire un tempo nel quale ragionevolmente si può pensare di gestire un controllo. Al Cern abbiamo già condotto esperimenti per verificare la nuova idea e il sistema funziona. Per sparare i protoni utilizzo un acceleratore di particelle come quelli che normalmente utilizziamo nello studio della materia. La difficoltà tecnica forse maggiore è l'impiego del piombo fuso, ma ci possono dare una mano i russi; loro hanno sviluppato questa tecnologia per scopi militari, e ho già contatti con gli scienziati di Mosca che sono interessati al progetto".
Ma oltre a distruggere le scorie radioattive, la macchina di Rubbia nasce con l'obiettivo di generare energia, con un vantaggio sui generatori nucleari finora costruiti: essere molto più sicuro, allontanando lo spettro di Chernobyl. "Se nel piombo fuso immergo del torio invece delle scorie, i neutroni che lo colpiscono provocano una fissione nucleare, cioè una reazione nella quale ottengo calore utilizzabile per generare energia elettrica. Perché è più sicuro degli altri? Primo: utilizzo come elemento combustibile il torio, che si trova normalmente nella crosta terrestre, ma è tre volte più abbondante dell'uranio e, soprattutto, elimino quasi completamente le scorie radioattive, e in particolare il terribile plutonio. Secondo: a tenere acceso il reattore ci pensa l’iniettore di protoni. Se c’è un problema, lo spengo come giro l’interruttore della luce e la reazione si blocca istantaneamente. Nulla può sfuggire di mano e portare all’incubo della fusione del nocciolo, come accadde a Chernobyl." [8]
un saluto a tutti...
inquinano con la "c"... :( sign che ignorante...
il problema del nucleare e' soprattutto problema di scorie. non solo per la loro gestione e pericolosita' (e, per come funzionano mediamente le cose in italia e' una fortuna che non funzionino piu' le centrali) ma per i costi.
per calcolare i costi dell'energia nucleare non bastano quelli dell'uranio (o altre materie prime) + costi di fabbricazione centrale + costi del personale ma va sommato anche il costo della gestione delle scorie per secoli o millenni.
solo allora capiremo che non c'e' nessun vantaggio. giacche' i costi di produzione vanno alle ditte (pubbliche o private) assieme agli incassi, mentre i costi delle scorie ricadono sull'intera societa' (e niente incassi, ma anzi bollette da pagare), basterebbe che chi decide di accollarsi la centrale nucleare si prenda anche la responsabilita' della gestione delle scorie.
allora miracolosamente vedremo che nessuna societa' elettrica vorrebbe piu' costruirle.
fintanto che le centrali sono un affarone per pochi e un rischio per tutti e' cosa buona e giusta opporvisi con tutte le forze.
riduciamo i consumi, riduciamo la produzione di stronzate che questa societa' continua a sviluppare per il beneficio di pochissimi.
altrimenti sara' la dura realta' delle cose ad imporci di farlo
tanto per parlare di sicurezza...
come mai non si trovano facilmente società di assicurazioni che assicurino gli impianti..???
pensiamoci bene... meglio avere l'energia e non avere una terra sicura, o avere meno energia...???
produciamo meno e sfruttiamo ciò che usiamo sino in fondo...
non è male come slogan...;D
CIAO Carolina, :-) vedi? ogni tanto scrivo anch'io. Dopo il mio precedente post aggiungo una cosa in risposta a Carlolina. Innanzitutto non sapevo che in alcuni stati del mondo si usano già le auto a idrogeno. E questo è un bel segnale. Ma so anche che in Brasile sono ormai quasi trent'anni che le auto vanno ad alcool. Sarà poi alcool? mah io penso che sarà una miscela di distillati di piante marcite che crescono da quelle parti. In ogni caso costa il 20% in più che in Italia. Ma quello che vorrei aggiungere io è che non è tanto la luce elettrica e i trasporti che mangiano energia, m il riscaldamento. In Italia (del nord) una fetta del bilancio familiare finisce nel riscaldamento contrariamente a paesi dove adottano l'energia nucleare. Dovrebbero adottare aquesto tipo di energia ma alle sole condizioni: 1)che sia sicura al 100% 2) che produca scorie riciclabili e ovviamente non radioattive. Pier
ci sono ampie critiche (scientifiche) a ciò che mario indica come "mantenimento del livello attuale di regime di vita".
viene dato per scontato che vogliamo mantenere ecc.
invece, in strati sempre più ampi di società, si comincia ad insinuare il dubbio, per alcuni la quasi certezza, che ciò sarebbe disastroso per il termine più importante della proposizione, cioè "vita".
noi dobbiamo evitare di mantenerlo, giacché non è mantenibile ed è nocivo per i singoli e per la specie (e le specie, mi arrogo il privilegio di parlare anche per gli altri esseri).
il nucleare non mi appassiona né in negativo né in positivo. mi appassiona invece il tentativo di cambiare e far cambiare il punto di vista sulla visione dell'economia oggi vigente: un assurdo fisico e matematico che prevede una crescita infinita in un mondo finito. (questo è un fatto).
molti oggi vedono questo modello come l'unico possibile, anzi non si domandano neanche se esistano alternative.
la bibliografia sulle teorie della decrescita non è sterminata, ma comunque più corposa di quanto si pensi. (e forse tonii, fine bibliografo anche se non fa parte del corpo elettorale, può arrangiare una traccia).
dobbiamo cambiare modo di insistere sul pianeta, non vedo alternative serie.
informazioni di base le trovate su www.decrescita.it, e poi navigate per conto vostro.
Drizzt, ecco un esempio di persona che si documenta. Anche se su alcune cose avrei da ridire (ma non e' questo il luogo) quello che apprezzo e' che almeno le cose te le vai a cercare e provi a capirle. Il punto e' proprio questo, vorrei che il mio paese prendesse una decisione come questa in base a una riflessione sincera e lucida, e non solo "perche' il nucleare e' cattivo". Questo sarebbe il peggiore scenario.
Tonii, per i costi non saprei. In realta' ci sono anche idee molto interessanti per lo smaltimento come quella proposta da Rubbia qualche anno fa. La sua proposta era di mettere le scorie alla fine di un acceleratore di particelle; bombardandole con il fascio di particelle se ne prova un decadimento forzato molto veloce ma non particolarmente pericoloso. Sostanzialmente si fa si' che i decadimenti che avverrebbero su scale temporali molto lunghe succedano in tempi "umani". Non ho informazioni riguardo al punto di queste ricerche.
Quello che mi preme e' dire che la situazione nucleare e' ancora un caso aperto. La situazione in Italia ora come ora e' che anche le ricerche a proposito sono fortemente bloccate. E i limiti e le restrizioni di legge sono assurdi.
Per farvi un esempio, bisognerebbe smaltire come materiale radioattivo tutte le spiagge della Toscana (la radioattivita' naturale di quelle zone e' alta, ma non e' che ci siano molti casi di tumori in piu' rispetto al resto d'Italia. In molte zone e' piu' alta di quella che si puo' registrare in una stanza qualsiasi di un complesso per la produzione energetica termonucleare...)
Tempo fa ho scritto un breve articolo divulgativo per confutare un po delle tesi di natura socio, politica ambientale (sospendo il giudizio sugli aspetti tecnologici di cui non sono esperto) comuni in favore dell'atomo. qui: http://www.matteorizzolli.net/coopcons/files/05-03-Rizzolli.pdf
il punto che qui nessuno ha sollevato finora é peró il seguente:
L'atomo è democratico o liberista?
Nonostante nelle democrazie occidentali molto spesso i democratici si oppongano in politica ai liberisti, non intendevamo qui chiederci se l'energia atomica è di destra o è di sinistra. Quando sosteniamo che l'atomo non è democratico ci riferiamo al fatto che la costruzione ed il mantenimento delle centrali nucleari richiede risorse ingenti e le centrali sono quasi sempre affidate a delle burocrazie gerarchico ed opache. Strutture verticali, controllo stringente della catena di comando, segreti industriali e trame politiche. Non è un caso che l'immaginario associa sempre la centrali atomiche a degli scenari cosi foschi. Proprio per questi stessi motivi, l'atomo non è nemmeno liberista, nel senso che la produzione di energia atomica è quella che più tende alle concentrazioni monopolistiche che sono la negazione stessa della libertà di mercato. Negli anni novanta si è fatto in Europa un grande sforzo per superare i monopoli di stato nell'elettricità. Sarebbe paradossale se ora scegliessimo proprio quella tecnologia che più di tutte spinge nella direzione di tornare al monopolio. Pensiamo invece a quanto può essere democratica e liberale la produzione di energia nel caso in cui molti cittadini producessero l'energia dai pannelli loro tetti, nei mulini dei loro campi oppure con altre forme ancora e potessero scambiare, distribuire e vendere la corrente in eccesso attraverso la rete pubblica. Un bazar dell'energia dove tra i molti produttori e consumatori, nessuno in realtà può comandare. Un bazar dove sbagliare è consentito perché l'eventuale danno è limitato. Un bazar dove i profitti sono immediatamente redistribuiti tra i molti cittadini-produttori.
Ci sembra di poter concludere la dove avevamo iniziato questo articolo. Nel 1987 gli Italiani, con un grande gesto democratico, scelsero di mettersi alle spalle il tunnel nucleare nel quale si era infilato il paese. Anche a costo di dover pagare di più l'energia. Riavviarsi verso quel tunnel sarebbe oggi il più illiberale ed antidemocratico affronto da fare al paese.
A roma hanno una bellissima parola per indicare le "persone" come questo signor moore: rifardito.
Matteo, il tuo discorso e' la cosa piu' antiscientifica che abbia sentito. Non ha senso dire che l'atomo e' liberale o cos'altro, come non ha senso dire che internet e' buono/cattivo. Se ti guardi i porno dei bambini e' un conto, se leggi OMB e' un altro.
Il fatto che al nucleare siano associate certe caratteristiche strutturali, non e' importante. Quello si puo' cambiare, non e' ontologicamente legato al nucleare. Esattamente come un'industria non e' per forza collegata allo sfruttamento del lavoro minorile o all'evasione delle tasse.
Il discorso importante e' se il nucleare vale i rischi o meno. E' questo che la gente deve decidere.
Un ultima cosa, visto che sono stati citati i pannelli. Quella sono un'altra fregatura, perche' per fare una cella solare che renda un minimo accettabile, i costi sono altissimi (costi energetici, intendo). E una produzione in larghissima scala non porterebbe a nulla, per molti esperti.
Purtroppo per quelli che vogliono venderci la panacea di tutti i mali energetici buttando li' sul tavolino soluzioni pindariche come se fossero zuccherini sul tavolo, la termodinamica insidia da ogni lato i vostri stipendi (il mio, per fare ricerca nella fisica delle alte energie, quando sono in italia e' di 800 euro al mese, grazie)
Il problema principale non e' il nucleare in quanto tecnologia, ma l'idea che l'energia prodotta non vada a sostituire quella di origine fossile, ma a sommarsi; mi spiego meglio: se un Kw nucleare e' piu' economico-ecologico di uno ricavato dal petrolio, allora andiamo a sostituire le centrali a combustibile fossile con le centrali atomiche, triplichiamo il prezzo della benzina e detassiamo la produzione di mezzi elettrici; purtroppo la situazione e' che si continua a bruciare petrolio e si aggiunge il nucleare come "rinforzino" per alimentare il circolo vizioso +crescita +consumo +crescita +consumo...
a chi parla di gestibilita' di cicli di dimezzamento di 5-600 anni bisognerebbe far leggere qualche documento scientifico del 1500.
in un capitalismo interessato ai cicli trimestrali (90 giorni circa) c'e' chi vortrebbe proporre dei cicli economici di 500 anni?
molto bello quello che dicono i professoroni, molto interessante, ma come si fa a postulare stabilita' economica, politica e sociale tale da poter gestire scorie tossiche (ricordiamoci che i metalli pesanti sono tossici comunque, radioattivi o meno) per almeno, ALMENO 500 anni?
Andrea, non sono convinto che una riduzione dei consumi basterebbe a questo punto. In particolare vista la crescita della popolazione e il fatto che sempre piu' essere umani accedono al giorno d'oggi all'energia elettrica. Anche riducendo al minimo il consumo sul singolo individuo, dubito che basterebbe.
Per quanto mi riguarda bruciare il petrolio per produrre energia e' come buttare i mobili LuigiXIV nel caminetto per scaldarsi. Il petrolio e' una fonte ricchissima di materiali assolutamente importanti, molti dei quali non riciclabili. E quando lo finiremo torneremo all'eta' della pietra (pensate a quante cose insostituibili ci sono in un ospedale che sono derivati del petrolio).
Ripeto, non c'e' una risorsa buona o cattiva. C'e' un uso buono o cattivo delle risorse che abbiamo.
Mario
non ti far problema alcuno di dirmi ciò su cui non sei in accordo con me...
ci mancherebbe solo...
ma se preferisci mandami il tuo pensiero via email.. ok??
in ogni caso, dopo aver visto "alcuni" effetti delle radiazioni sull'uomo, ho il terrore che una simile tecnologia prenda piede...
però cerco di non farmi condizionare dalle mie paure e domando a chi ne sà di più...
certo che il fatto che l'Italia destini alla ricerca lo 0,8% del pil è una presa per il ....
non per questo dobbiamo necessariamente battere alcune strade... spendo che generano insicurezza...
sui pannelli, 2 mesi fà sono andato ad una conferenza sullo sviluppo sostenibile e si parlava delle nuove tecnologie, tra cui i famigerati pannelli...
sembra che i nuovi pannelli, abbiano intanto una durata molto maggiore di quelli che si trovavano sul mercato sino a qualche anno fà...
siano a tutti gli effetti in garanzia per almeno 15anni...
e che i costi vengano ammortizzati in 6/7 anni...
ora, di dubbi ne ho parecchi e ne ho sollevati molti, ad alcuni nessuno ha data una seria risposta, ma abbiamo deciso che alla prossima conferenza, ci dovrà essere qualcuno in grado di dare maggiori delucidazioni...
in Germania ho potuto vedere all'opera questi impianti e mi sembravano abbastanza ben integrati...
detto ciò lì ho notato che le case per esempio sono costruite con tecnologie tali da permettere una minor dispersione di calore, traducibile in un netto risparmio di combustibile, specie in inverni lungheti come quello appena finito...
se imparassimo dagli altri probabilmente non saremmo all'età della pietra in questo settore..
berjia, non sono un professorone, pero' posso dirti che se l'uranio non fosse radioattivo, lo potresti mangiare e lo cacheresti il giorno dopo senza neanche accorgertene.
"ricordiamoci che i metalli pesanti sono tossici comunque, radioattivi o meno"
ehh, vah, ricordiamocelo.
mario, forse sarebbe d'uopo per te leggerti qualche studio tossicologico sul plutonio, radioattivita' a parte, e magari pensare alle "strane" risultanze epidemiologiche derivanti dall'uso di proiettili all'uranio impoverito (si parla di tossicita' specifica delle polveri prodotte al momento dello sparo) ad esempio.
www.iter.org
Sono giovane. Non ho vissuto Chernobyl nè Seveso. Sarà per questo... o sarà perché la mia generazione è + realista e - idealista di quella che fu. Sta di fatto che sono per il nucleare: mille volte meglio del petrolio! Sulla questione energetica, trovo in generale inutile la posizione dell'Italia (con la Francia accanto a noi, che ci guadagna...) e in particolare quella dei Verdi. Forse mi sarò fatto abbindolare, ma mi ha convinto un libro: "Lettera ai giovani sulla scienza" di Tullio Regge. Un energico saluto a tutti!
Scusa, ma tu per metalli pesanti cosa intendi? Perche' nella comunita' scientifica sono metalli pesanti anche una grande quantita' di elementi che noi assumiamo regolarmente. Inoltre questo non si allaccia con la tua critica a quanto ho detto, in quanto i prodotti di decadimento dei materiali contenuti nelle scorie (indipendente che venga da disintegrazioni naturali o stimolate) non sono mai metalli pesanti (al limite hai il piombo, ma direi che una lastra di piombo la si puo' gestire, non credi?)
sensi, quello di iter e' un grande progetto, ovviamente sottofinanziato, ma la fusione non puo' essere un metodo che applicheremo in breve tempo (per breve intendo 20-30 anni) su larga scala.
Per quanto riguarda le risorse rinnovabili, avrei un ultimo punto, che forse chiarirebbe molte cose. La richiesta giornaliera di corrente ha una base stabile e continua tra giorno e notte, tra estate e inverno, piu' picchi a certe ore del giorno o della notte. Le risorse rinnovabili possono coprire questi picchi, ma non possono fornire un'energia continua e abbondante che caratterizza la richiesta che facciamo. Serve quindi qualcosa che copra questo offset. In italia lo abbiamo prendendo il nucleare dagli altri paesi e bruciando il petrolio e il gas.
Sì Berja, mi sa che fai un pò di confusione con i termini. Il rame è un metallo pesante ed è molto tossico, ma basta un captatore di rame per liberasene. Con plutonio et affini la faccenda è un pò diversa.
non direi che e' ovviamente sottofinanziato.
il primo reattore sara' operante tra vent'anni (casualmente lo stesso periodo in cui si aspetta un marcato declino petrolifero).
e' principalmente un problema di materiali, non di processo.
E' anche un problema di conoscenze. Per dire, le equazioni che descrivono il movimento del plasma nel reattore a fusione non sono neanche conosciute decentemente, ci sono approssimazioni talmente poco soddisfacenti che sono inutili per lo sperimentale che si deve mettere a progettare il reattore. E se non conosci come si muove il plasma non puoi ottimizzare la macchina per fare si' di avere un guadagno energetico. La fusione da fare e' piu' facile di una scorreggia dopo pranzo (si fa per dire), il problema e' farla energeticamente vantaggiosa.
la conoscenza e' ad un livello abbastanza elevato da dare ottime speranze per l'ottimizzazione del processo entro vent'anni. nel frattempo stanno per cominciare i progetti di ricerca per i materiali.
fissione o no? io dico no. la soluzione e' sottrarre, diminuire, essenzializzare. ma faglielo capire a i cinesi!
A parte il fatto che con le nuove centrali (quelle dette a neutroni veloci) anche il plutonio viene usato per la fissione, riducendo significativamente le scorie e soprattutto evitando che gli americani vadano a bombardare l'iran (il problema con loro e con la korea e' che se usi l'uranio in una centrale, produci plutonio, e con il plutonio ci fai le bombe...)
non facciamo esempi a cazzo di cane, col rame ci conviviamo da migliaia di anni.
http://www.atsdr.cdc.gov/toxpro2.html
http://www.atsdr.cdc.gov/toxprofiles/tp150.html
http://www.atsdr.cdc.gov/toxprofiles/tp143.html
basta cercare...
berja, quello che dice quest'agenzia del DOE e' cosa abbastanza nota, l'uranio e' pericoloso in microparticolato (la polvere grossa non arriva ai polmoni, o comunque e' espulsa facilmente) esattamente come lo smog cittadino. Ora, l'uranio presente nelle scorie e' vetrificato, ed quindi pericoloso se il contenitore viene aperto e il materiale subisce forti stress meccanici (le scorie vengono vetrificate in modo che anche se ci tiri una martellata non le scalfisci, pero' se ci cade un palazzo sopra, allora si' che le rompi). Il discorso sul fatto di mangiarlo resta valido, bon appetit :)
Questo e' uno dei motivi per cui le scorie sono pericolose (e questo nessuno lo nega). Ed e' per questo che progetti come quello di rubbia sono importanti, perche' si potrebbe accelerare il processo di decadimento dell'uranio238 ed eliminarselo.
Ovviamente saprai che in ogni caso, isolare l'uranio dagli altri elementi e' molto facile, molto piu' che isolare il rame in verita', vista la pesantezza dell'elemento. Quello che e' costoso e difficile e' separare l'U235 dall'U238 (il fissile dal fertile, il primo lo usi per la fissione, del secondo non te ne fai quasi un cazzo). Questo perche' sono elementi dal peso quasi uguale.
Finalmente anche quelli di Greenpeace se ne sono resi conto
Grazie ragazzi: leggervi per chi non capisce niente di scienza e tecnica rafforza il mio convincimento: ascoltare attentamente le ragioni dei favorevoli e quelle dei contrari, e poi fare appello al principio di precauzione: ho paura e non mi fido. E comunque, resta la grana numero uno per la nostra amata patria: dove lo troviamo un sito i cui abitanti siano felici di ospitare una bella centrale o una discarica di scorie, e sventolino festanti il tricolore al passaggio delle ruspe?
Michele, la tua e' una chiosa deprimente. Tanto nessuno ce lo permettera', per cui non lo facciamo. Non perche' non ci sembra giusto. Se fosse per questo non ci sarebbero stati divorzio, aborto, non si parlerebbe di pacs, o altri.
Michele, scusa, io non ti voglio offendere, ma il tuo e' il discorso dell'ipocrita itaggliano. Per cui non gliene frega un cazzo che il petrolio stia distruggendo il mondo, che gli incidenti per le petroliere che si sono aperte, delle morti causate dalle tensioni e dalle guerre legate agli interessi petroliferi. Che i danni finora fatti dall'uso del petrolio come risorsa energetica sono molto maggiori di decine di Cernobyl.
In un paese maturo si ragiona diversamente. In un paese maturo c'e' sempre qualcuno che prenda decisioni coraggiose, posto che una decisione sia stata presa e sia ragionata. Ma evidentemente non lo siamo.
Mario. grazie per l'antiscientifico. é un grazie ironico ovviamente perché io lo prendo come un'offesa e credo che tu intendessi usarla proprio in questa maniera. Comunque come avevo premesso io non ho voluto affrontare il problema dal punto di vista tecnologico di cui non sono certo un esperto ma da quello economico di cui forse so qualcosina di piú. Anche l'economia, sebbene sia stata definita la scienza triste, sembra comunque essere una scienza, o almeno a me é stata insegnata come tale.
Ora lascia perdere il concetto di liberale e democratico del mio post, che voleva essere solo un modo per semplificare il concetto in un articolo divulgativo. il problema rimane. E se vuoi te lo spiego con parole che suonano piú scientfiche solo perché usano il linguaggio autoreferenziale degli scienziati (dell'economia in questo caso)
Dati gli altissimi costi fissi di sviluppo ed implementazione della tecnologia, dato il tipo di rischio (bassa probabilitá ma eventi ad altissimo impatto) la struttura di mercato di questo tipo di industria non puo essere altro che di natura monopolistica o al massimo oligopolistica come nel caso degli stati uniti (che hanno cmq un mercato di 300 milioni di consumatori). Negare questo come tu fai, significa affermare che tutti un giorno, se la legge lo permettesse, possono diventare produttori di energia atomica, possono costruire un reattore dietro casa e vendere energia. Resterebbe sul mercato chi fa i prezzi piu bassi, secondo le regole della competizione in un mercato dove non vi sono barriere all'entrata e/o all'uscita. realisticamente sostieni che il tipo di tecnologia dell'industria nucleare permette un mercato di questo tipo?
io credo che sebbene nel tuo post sembri sostenerlo nemmeno tu ci creda. Al contrario questa struttura di mercato é perfettamente plausibile con le energie rinnovabili che generalmente hanno bassi costi di implementazione, economie di scala relativamente ridotte, rischi di incidentii magari piu alti ma con danni attesi incommensurabilmente minori etc.. e quindi permettono un tipo di mercato dalla struttura molto piú competitiva. Questo era il senso del mio discorso antiscientifico contro il mercato della produzione di energia nucleare. l'ho definito per semplicitá antidemocratico ed antiliberale perché monopolistico.
Avete visto la trasmissione di Piero Angela ieri sera? Lui si capisce che è favorevole al nucleare, ma a parte questo ha detto quello che già avevo scritto ieri e cioé che entro 40 anni ma anche meno se i consumi aumentano, il petrolio finirà.
Quello che c'è da chiedersi è perché l'Italia consuma il doppio di energia elettrica degli altri paesi d'Europa. Non saremo degli spreconi?
Una sola domanda: ho letto buona parte della discussione, ho una laurea in materie scientifiche e mi interesso di fisica da una vita, ma mi rendo conto che la maggior parte delle persone non hanno capito quasi niente perchè gli argomenti di Mario e di Drizzt (interessantissimi, per la verità) sono di difficilissima comprensione. Ma manca in tutta la discussione un piccolo particolare. Perchè qui nessuno discute di risparmio energetico? Nel programma di Piero Angela ieri sera si sono fatte delle stime sui residui di petrolio che, sommate, portano 60-70 anni (mettendo assieme il petrolio e il carbone) al riutmo attuale. Ma i paesi teconologicamente avanzati sono tranquillamente (e sottolineo il tranzuillamente) in grado di abbassare, volendo, il consumo energetico. Qualcuno ha detto (il saggio, come sempre, Rotafixa) che non è logico pensare di mantenere un livello di crescita infinita in presenza di risorse finite. Io dico di più: con pochi semplici accorgimenti si può arrivare alla decrescita; io rinuncio tranquillamente ad usare la macchina se mi si forniscono mezzi pubblici funzionanti; sono disposto a cambiare gli elettrodomestici se il governo fa una seria campagna e mi finanzia la lavatrice in classe A invece del decoder digitale terrestre di Berlusconi o della macchinina Fiat; sono già sulla strada di sostituire tutte le mie lamapdine classiche con quelle a basso consumo; non ho i condizionatori in casa e d'estate, udite udite, apro la finestra quando ho caldo (d'altra parte l'uomo è soipravvisuto senza condizionatore per diverse migliaia di anni...); mi fa incazzare, e parecchio, che le insegne di molti negozi (soprattutto dei centri commerciali) siano accese di notte; potrei continuare, ma sto dicendo banalità a cui ciascuno può arrvare da solo.
Allore la mia soluzione è: imporre a tutti protocolli di comportamento rispetto all'energia che vadano dal portocollo di Kioto (per gli stati) a protocolli per il singolo cittadino che obblighino (perchè ogni tanto lo stato deve anche imporsi per il bene di tutta la comunità) al risparmio energetico e che educhino, dunque, al sano utilizzo delle risorse. Questo di fatto allungherebbe la vita alle risorse attuali; finanziando poi seriamente (non come avviene adesso) la ricerca su sistemi alternativi (ad esempio la fusione, ma è solo un esempio) e la costituzione di piccole realtà locali che si autoproducano energia (ne esistono già alcune) si può tranquillamente evitare un ritorno al nucleare. A proposito, mi risulta (qualcuno mi corregga se sbaglio) che la Germania abbia dichiarato la chiusura di buona parte delle sue centrali nucleari entro pochi anni, avendo attuato una seria politica di risparmio energetico che le ha rese in pratica inutili.
ciao Adimant...
sulla Germania hai perfettamnete ragione...
in effetti, sul possibile risparmio energetico si sono scritti fiumi di parole...
partirei dal fatto che come si suol dire, tutto fà brodo..., ovvero, ognuno nel suo piccolo può tranquillamente risparmiare energia....
pensiamo solo, a quanta gente utilizza ancor oggi elettrodomestici che magari sono vecchi come il cucco...
quindi consumano il doppio se non il triplo di uno in classe A...
quanta gente acquista auto di grossa cilindrata che consumano quantità enormi di combustibile...
quante luci vengono lasciate accese (illuminazione di stabili non di monumenti) durante la notte...
che tra l'altro aumenta l'inquinamento luminoso dell'atmosfera terrestre..
come dicevi prima,quanti condizionatori vengono utilizzati anche senza necessità durante la stagione calda...???
quanta acqua si spreca inutilmente???
nel caso si desiderassero ulteriori info, di seguito ecco alcuni link che trattano l'argomento:
http://www.enea.it/com/web/pubblicazioni/opuscol.html
http://www.lifegate.it/ambiente/articolo.php?id_articolo=2059
http://www.energialab.it/frames/FAQs.asp?Sez=56
http://www.paea.it/bioedilizia.htm
http://www.centroconsumatori.it/39v1032d20615.html
il seguente sito, propone numerosi esempi di lampade e quant'altro che aiutano a risparmiare energia (si tratta di un sito commerciale)
http://www.ecorete.it/commerce.php?codicecategoria=*risparmio-energetico-energia-elettrica*
http://www.fis.unipr.it/sustain/download/contributi/2004_03_14_risparmio_energetico_e_uso_raz.pdf
ma il metodo di stoccaggio postula comunque una sorveglianza di qualche genere per un periodo di 500 anni.
l'unica grossa istituzione che possa vantare piu' di 500 anni di attivita' continuata e' la chiesa cattolica, trasformiamo il vaticano in un deposito di scorie radioattive?
berja, la tua idea e' a dir poco affascinante :)
per carita' ragazzi, anche io ritengo che una seria campagna sul risparmio energetico sia importante. E non di meno, come dicevate, anche degli incentivi. Io ho comprato una lavatrice qualche mese fa, e non ho potuto prendere una classe A perche' non me la potevo permettere. Per cui davvero la supercazzola dello stato per il decoder potrebbe andare in cose piu' utili...
Il punto principale e' proprio forse il fatto che non c'e', almeno per ora, una soluzione definitiva, completa, sicura, economica, facile per il problema energetico. Credo che se arriveremo ad una soluzione, sara' un insieme di freni ed equilibri.
Poi voglio dire, almeno le leggi di mercato serviranno a qualcosa. Oggi il brent e' a 74 dollari a barile, tra un po' converranno un sacco di fonti che prima erano antieconomiche.
E potremo magari avere il tempo per discutere con Matteo se l'economia sia o meno una scienza (una disciplina in cui puoi dimostrare che hai ragione non e' proprio una scienza...) ;)
Io sono più modestamente laureato in storia e critica del cinema e di fisica non me ne intendo, ma le misure che diceva Piero Angela ieri sera le ho già attuate in casa mia da 5 anni.
Per la Germania, io ho parenti là, dato che mia moglie è tedesca e devo dirvi che le cose stanno in modo diverso che da noi. Io in pieno inverno ho trovato in casa di mia cognata (4 figli,marito infermiere che lavorava solo lui, quindi non industriali bavaresi che sono quelli che hanno i soldi) temosifone su 25 °C e loro giravano in maniche corte, mentre da noi il termosifone sopra ai 20°C non si mette mai. L'energia elettrica a loro non costa nulla mentre il costo maggiore è rappresentato dalla bolletta dell'acqua.
in Brasile hanno la canna da zucchero... e riescono a fare una miscela di benzina e alcool che funziona, pare, non distrugge il motore e costa molto meno del carburante normale... inquinare pare che inquini nello stesso modo delle catalitiche... non di meno, ma nemmeno di più... ma lì c'è la materia prima (oltre che un cervello che forse ormai appartiene solo alle democrazie che non hanno l'alzheimer...). noi? bah... però insomma le idee sulle alternative potrebbero essere tante... poi bisogna vedere i mezzi... sulle necessità domestiche... le nuove coibentazioni so che danno un 70% di risparmio sul riscaldamento... sia economicamente che ecologicamente.. il fatto è che comprare case nuove ora soprattutto a Milano costa uno sbanderno di soldi... però un po' penso che si stia andando avanti... o meglio... avvicinandosi a Paesi più avanti.. perché nel Nordeuropa quelle coibentazioni non sono tanto nuove... esistono almeno da 10 anni e dico almeno...
Carolina
Sul Brasile..
è vero che utilizzano alcool, ma in realtà hanno anche adottato il flex.. ovvero un motore in grado di funzionare con ben tre tipi di carburante diversi, benzina, gpl o ad alcool di canna da zucchero.
detto questo 10 anni fà, per strada sentivi un odore di alcool davvero fastidioso...
adesso mi dicono che la concezione dei motori è cambiata parecchio, inquinano meno e consumano meno...
Il Brasile, che nel 2006 raggiungerà l'autosufficienza energetica, si basa già per ben il 44 per cento su fonti rinnovabili, come energia idroelettrica, alcool di canna da zucchero e carbone vegetale. L'intero stato di San Paolo, grande più o meno come l'Italia, è coltivato adesso a canna da zucchero dopo i vecchi cicli del caffè e delle arance.
certo..., loro hanno lo spazio e noi no..., però..., da noi invece, si parla con difficoltà di auto bicombustibile...
molti hanno paura del gpl o del metano...
temono che siano ancora molto pericolosi...
posseggo un'auto a gpl, vado ovunque e se mi capita di andare nel nord europa, risparmio fino al 40% sul carburante...
per quanto riguarda i nuovi sistemi di costruzione, nonchè di coibentazione, in un post precedente avevo lasciato alcuni link, tra cui uno sulla bioedilizia...
pesnate che i norvegesi, producono delle case prefabbricate, che sono una meraviglia tecnica...
te le costruisci da solo e hanno una coibentazione adatta al loro clima, garantite 10 anni senza manutenzione a costi che per noi sono impensabili....
ne ho viste alcune e son rimasto sbigottito..
da vedere...
guardate che in italia non si riesce nemmeno a far defiscalizzare la nafta emulsionata con l'acqua (gasolio bianco) o l'olio di colza da autotrazione (biodiesel) che potrebbero essere un buon esperimento e ricordatevi che fino a pochissimi anni fa sulle auto a gpl e a metano gravavano dei pesantissimi quanto ingiustificati superbolli.
sul brasile e l'alcool da canna da zucchero: la canna da zucchero erode l'humus e richiede immani quantita' di fertilizzanti e manodopera, per il brasile e' una scelta economica in quanto ne hanno estensioni immense e poco sfruttate, per noi sarebbe una scelta ridicola anche se usassimo l'alcool da uva (tra l'altro gia' 20 anni fa si parlava di motori ad alta efficienza ad alcool metilico, che fine hanno fatto?), si aggiunga a questo che i maggiori esperti di motori a miscela di alcool ed idrocarburi o ad alcool tout-court sono la fiat brasiliana (quella della duna) e la magneti marelli (e' loro il famoso sistema FLEX), in italia avete mai visto nulla di tutto cio'?
riguardo alla coibentazione delle case e' tutta una questione di costi, da noi si coibenta poco perche' gli inverni sono relativamente miti e le estati non troppo calde e costa meno, dal punto di vista infrastrutturale, alzare il termostato d'inverno e accendere il condizionatore d'estate invece che coibentare.
siamo un popolo di cicale.
La grande parte del pubblico pensa che la tragedia di Tchernobyl sia stato il primo incidente grave nella storia del nucleare e che sia spiegata dalla caricaturale insufficienza della tecnologia sovietica.
E’ un errore che dimostra come la disinformazione abbia ben funzionato. Vorrei segnalare allora alcuni incidenti gravi avvenuti negli anni passati :
1. 1952 Il 12 dicembre a Chalk River ( Canada, Ontario ) un errore umano di manipolazione delle sbarre di controllo provoca un riscaldamento del cuore del reattore e provoca una fuga di acqua pesante radioattiva;
2. 1954 Il 22 luglio il reattore Brax d’Idaho Falls ( USA ) Esplosione;
3. 1957 10 ottobre a Windscale (GB ) Il reattore si surriscalda, per evitare il peggio viene allagato il cuore che sviluppa una enorme nuvola radioattiva : 20.000 curie di iodio 131, circa 1/10 della bomba di Hiroshima. Tutto ciò a 500km da Londra dove la radioattività raggiunge 20 volte quella abituale. Il consumo del latte e dei derivati è vietato per diversi mesi, anche in Danimarca;
4. 1957 dicembre, a Khysthym ( URSS ) si produce un grave quanto misterioso incidente di criticità presso un deposito di rifiuti radioattivi. Da allora una zona vasta 100km² è vietata, devastata ed inabitabile. L’occidente ha saputo molto tempo dopo;
5. 1958 Il 24 maggio, a Chalk-River ( Canada ) un incendio devasta parzialmente il combustibile del reattore;
6. 1958 Il 15 ottobre a Vinca ( ex Jugoslavia ) un incidente non meglio definito su un reattore sperimentale provoca un decesso;
7. 1958 Il 30 dicembre a Los Alamos ( USA ) si conta un morto a seguito di un episodio di criticità;
8. 1961 estate a Idaho Falls ( USA ) un’esplosione provoca la morte di tre persone e ne contamina molte altre;
9. 1962 altra catastrofe in URSS riportata solo nel 1976 dall’esiliato sovietico Medvedev, ci sarebbero state diverse centinaia di vittime. Tutto ciò che riguarda la ex URSS è molto impreciso per ovvii motivi;
10. 1963 a Windscale ( GB ) il 4 ottobre una quarantina di dipendenti ricevono una dose massiccia di radiazioni;
11. 1964 a Hanford Nuclear Reservation ( USA ) un’ esplosione contamina molte persone, probabilmente un incidente di criticità;
12. 1965 a Humboldt Bay in California, un reattore che funziona al 17% emette dei flussi di radiazioni dovuti a crepe negli elementi combustibili;
13. 1966 a Lagoona beach ( Michigan ) il supergeneratore Enrico Fermi si surriscalda. Alcuni circuiti di raffreddamento sarebbero stati bloccati dai giunti in zirconio. Il reattore funzionava al 10% della potenza ordinaria. La catastrofe è stata evitata anche per questo.;
14. 1967 Il 7 novembre a Grenoble ( Francia ) alcuni elementi del rivestimento del combustibile fondono a livello del reattore, si disperdono nell’ambiente 55.000 curie nell’acqua della piscina e 2.000 sotto forma di aerosol dal camino della centrale;
15. 1968 Vengono trovati 10 t di pesci morti misteriosamente nel fiume Durance presso il centro studi nucleari;
16. Gennaio 1968 a Chooz ( Belgio ) i lavori per riparare un incidente alla centrale fermerà la produzione per 26 mesi;
17. 1968 Agosto a Brennilis ( Francia ) un problema interrompe il reattore per 3 anni;
18. 1968 in ottobre a la Hague ( Francia ) si registra una fuoriuscita di iodio 131 nel collettore UP2. L’emanazione è 100 volte superiore ai limiti consentiti all’epoca;
19. 1969 21 gennaio a Lucens ( Svizzera ) il circuito primario si rompe dopo pochi giorni di attività. Una parte del combustibile comincia a fondere dopo la rottura dei giunti;
20. 1969 Il 9 marzo a Latina la corrosione sviluppa la rottura dei bulloni a livello delle strutture di fissazione.La centrale viene fermata per alcuni mesi;
21. 1969 11 maggio a Rocky Flats ( USA ) a seguito di un incendio del reattore si registra una gravissima perdita di plutonio nell’atmosfera;
22. 1969 7 agosto a Lingen ( Francia ) fuga dai circuiti di raffreddamento, il fiume Ems è contaminato;
23. 1969 17 ottobre a Saint-Laurent-des-Eaux ( Francia ) un errore di manutenzione produce la fusione delle cartucce di combustibile.Le riparazioni dureranno 12 mesi;
24. 1970 a Wylfa ( GB ) si deve spegnere il reattore surriscaldato;
25. 1971 a Muclenberg ( Svizzera ) incendio;
26. 1971 10 ottobre a Bugey 1 ( Francia ) la sala comandi prende fuoco;
27. 1971 4 novembre a Indian Point ( USA ) nuovo incendio che danneggia i circuiti di raffreddamento ed alcune strutture vicine;
28. 1971 10 dicembre a la Hague ( Francia ) rottura di un condotto dei liquidi radioattivi. L’acqua potabile del sito è contaminata, quella dell’ambiente circostante anche;
29. 1972 a Dodewaard ( Olanda ) la centrale presenta delle fughe di acqua dal circuito di raffreddamento primario. Una melma radioattiva si agglutina nel sottosuolo.Si osservano le dimissioni a catena dei dirigenti responsabili alla sicurezza;
30. 1972 Il 9 febbraio in Gironda ( Francia ) una dozzina di fusti contenenti minerali di uranio si rovesciano nel fondo di uno scalo liberando radioelementi;
31. 1972 8 marzo a Indian Point ( USA ) problemi di pressurizzazione dei circuiti di raffreddamento, il fiume Hudson è contaminato. 150.000 pesci morti in pochi giorni;
32. 1972 12 aprile a Wurgassen ( Germania ) fughe radioattive dal circuito primario del reattore, 1.000 t di acqua radioattiva contamina il fiume Weser;
33. 1972 27 luglio a Surry ( USA ) due lavoratori uccisi dallo scoppio di una valvola di sicurezza del reattore;
34. 1972 settembre a Millstone 1 ( USA ) un errore umano provoca infiltrazione di acqua marina nei circuiti di raffreddamento;
35. 1973 gennaio a Palissades ( USA ) si registrano fughe radioattive;
36. 1973 gennaio a Chooz ( Belgio ) la centrale espelle radioelementi che contaminano la Meuse;
37. 1973 marzo a Quad Cities ( USA ) esplosione di idrogeno ;
38. 1973 26 giugno a Hanford ( USA ) circa 500.000 litri di residui liquidi radioattivi si spargono nel sottosuolo. L’accumulo di plutonio fa temere una reazione a catena;
39. 1973 4 luglio a Veuvey ( Francia ) si produce un incendio spontaneo in un deposito di uranio;
40. 1973 settembre a la Hague si produce una nuova fuga di gaz. 35 lavoratori sono contaminati in maniera assai grave;
41. 1973 26 settembre a Windscale ( GB ) una fuga radioattiva provoca 35 feriti;
Qui mi fermo ma potrei continuare....
Qualcuno ha mai sentito parlare dell'alga Scenedesmus per produrre idrogeno ? Pare che riesca ad ottenere H per idrolisi, invertendo la fotosintesi. Cmq le alghe vantano un rendimento del 2% ossia 4 volte la media di tutte le altre biomasse.
SOStenibilità ed ADS al Torio per TRAsmutazione SCOrie: IN LOCO!
Le storiche "Pile Atomiche"(*) purtroppo usate per produrre Uranio arricchito e Plutonio, per le "bombe", Semplicistica REAZIONE alla follia Nazista, oltre al genocidio ad Hiroshima e Nagasaki
e recente disatro di Chernobyl con gli -Attuali Reattori Nucleari a Fissione-, lasciano, soprattutto per Gli Americani e Russi,
abbondanti Scorie Pericolose purtroppo trattate solo Passivamente, stoccandole in zone desertiche Energy Information Administration (EIA).
Ebbene avevo cercato di farmi spiegare dall'EIA, di che uso facevano del TORIO Th 90-232,0381 e mi avevano risposto che lo usavano solamente in un reattore "troppo" veloce per rallentarlo e renderlo meno "critico".
Non conoscevano l'utilizzo mondiale degli ADS TRASCO Accelerator Driven System per TRAsmutazione SCOrie
Allora chiesi di potere contattare i loro Studiosi e mi inviarono le @mail di tre Scienziati:
Mai risposto alle mie lettere e gli Americani continuano ad inquinare almeno Il Loro Paese nonostante la environmental investigation agency (eia) altro sito Internazionale questo: da vedere.
COMUNQUE:
- Parrebbe assodato che Conviene produrre Energia con sistemi ECOLOGICAMENTE SOStenibili e Vari: Solare, Solare Termodinamico, Eolico, Geotermico, Correnti Marine e poco più
- Parrebbe assodato che Non conviene produrre Grandi Quantità di Energia con il nucleare di fissione.
- Parrebbe assodato Che occorrerebbe TRAsmutare le SCOrie Nucleari Residue con Sistemi ADS (Accelerator Driven SYstem)Con Torio e Piccole Quantità di Scorie per volta: Sempre nettamente sul Sottocritico!
- Parrebbe assodato Che LE SCORIE RADIOATTIVE DOVREBBERO ESSERE TRATTATE, CON ADS TRASCO, NEI LOCI DI PRODUZIONE ORIGINARIA! giammai folli discariche nazionali!?!
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Buon LAVorare: Mancano i Link, sono su:
http://fainotizia.radioradicale.it/2006/12/26/le-lezioni-della-storia-e-dei-protagonisti-di-sempre-veri-lavoratori-anche-poco-conosciuti-questa-volta
.
FraternALmente
.?. !. GiVe GiuGio
.
(*) Attuali Reattori Nucleari a Fissione
(**) Accelerator Driven System per TRAsmutazione SCOrie
Spero che sia chiaro anche, il problema della TRAsmutazione SCOrie come Neutralizzazione Attiva da evidenziare con una applicazione Frammentata Topica: dove si trovano originariamente le scorie.
"In luogo della folle idea di discariche nazionali soprattutto in Italia (mai spostare troppo gli escrementi fertili)".
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TRAsmutazione SCOrie con il progetto TRASCO da Evidenziare, di IMPIANTO NEI LUOGHI LIMITATI DI TOPICA ORIGINARIA PRODUZIONE SCORIE.
http://trasco.lnl.infn.it/
.
LAVorare per LA NEUTRALIZZAZIONE ATTIVA delle Scorie per una SOStenibile EcoFormAzione degli Habitat Variamente compositi di:
Umani Animali Vegetali Cose Fisiche e Cose Astratte
(Cose Astratte come Leggi dello Stato e Trattati di EcoFormAzione SOStenibile, VALIDI STORICAMENTE PER SEMPRE .?. !.)
Con Ciascun ELEMENTO, ComponENTE Anche Individuale: FONDANTE LA UNIVERSALITA’ .?. !.
.
Nel preparare anche la Radioprotezione Ambientale, Terremmo conto degli habitat interessati con tutte le Varietà Universali .?. !.
Mettereste una nuova discussione al riguardo: NEUTRALIZZAZIONE SCORIE NUCLEARI ATTIVA E DISTRIBUITA?
BUON NUOVO ANNO 2007
FraternALmente
.?. !. GiVe GiuGio
Giuseppe Verri
ISTI - CNR
Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione
“Alessadro Faedo”
via Moruzzi, 1
56124 - PISA
http://af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504-t.vefivje.info af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504 [url]http://af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504-b1.vefivje.info[/url] [url=http://af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504-b2.vefivje.info]af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504[/url] [u]http://af2d7da11b773bf8c4f40d6ae0bbd504-b3.vefivje.info[/u] 1ec40c9f5f69b56a04356fcd453c9762