esprimo profondo timore (non ho fubbi sulla sincerità dell'intervento) che quella formazione professionale di per sè riesca a formare persone che entrano nel modo del lavoro anche per fondare aziende con speranze di lavoro e di successo duraturi.
certo sono i mattoni per costruire un ordito su cui fondare lo sviluppo economico, ma deve essere affiancato dall'aggiornamento professionale e devono essere poste le premesse perchè si acquiscano i 'fondamentali' su cui poggiare la flessibilità del lavoro e la competitività delle imprese.
non me ne voglia la Signora Manuela Gattoni, ma arrivare nel mondo del lavoro con le conoscenze che si ottengono da 2 o 3 anni di scuola, non dà adito a molte speranze di riuscita...
non foss'altro che per il numero sempre maggiore di piccole aziende che sotto i miei occhi scompaiono ogni settimana...
porsi sul mercato del lavoro in questi termini, significa nel breve/medio termine essere:
a) subito in difficoltà per entrare nel mercato in modo competitivo vedi: qualità/prezzo/tempi
b) estromessi dalle grandi commesse, grazie a mega appalti che tendono a monopolizzare il mercato
c) in difficoltà nel reperire normative e attestati oltre alle varie 626 ecc, ecc..
nel lungo termine:
a) fagocitati, per i debiti che si accumulano
b) essere in controtendenza nella visione di un paese che stà cambiando per far fronte ai nuovi concorrenti esteri.
La frammentazione sarà ancora possibile solo per piccole nicchie di mercato, all'interno delle quali occorrerà però avere una formazione molto più avanzata di quanto voi con tutta la buona volontà, possiate nell'arco di 2/3 anni dare a questi giovani...
sia ben chiaro che:
non discuto delle vostre conoscenze, giammai e non potrei neanche volendo, non vi conosco personalmente... e poi me ne guardo bene...
però lei stessa mi dice che i vostri docenti, per recuperare ciò che la scuola dell'obbligo e magari la famiglia stessa non hanno fatto, si vedono costretti ad affrontare tematiche complicate come la psicologia adolescenziale..., no???
con il tempo già risicato che avete, come potete ottemperare al vostro disegno..???
nondimeno mi permetto di farvi i miei più sinceri auguri, affinchè il vostro esempio sia seguito da molti altri, magari anche da chi dovrebbe coadiuvarvi....
buona fortuna...
Sono perfettamente d'accordo con Drizzt, questo mito del "piccolo imprenditore fai da te che sfida i mercati mondiali senza chiedere aiuto a nessuno e grazie al suo fiuto" è qualcosa che alla lunga pagheremo.
Per entrare in nicchie particolari di mercato ci vogliono "competenze" che non possono essere solo competenze "manuali".
La cultura poi è secondo me la cifra di modernità e di competitività di un paese, senza cultura la nazione non ha futuro.
La ghettizzazione e derisione che alcune persone sono costrette a subire solo perchè prediligono lo studio di materie umanistiche invece che tecniche è veramente stupida.
caro Salvatore...
vorrei dirti pagheremo, ma purtroppo lo paghiamo già, tutti i giorni, perdiamo una quota di mercato da qualche parte...
siamo troppo piccoli e frammentati per tenere l'avanzata di paesi che sforano il loro massimo auspicabile di Pil...
la Cina voleva raggiungere l'8,5% e invece pare supererà il 10,xx% con danni interni alla loro stessa economia...
altro che noi...
sulle materie umanistiche è meglio che non dica nulla, altrimenti non ci fermiamo più...
e invece devo correre a lavorare...
a dopooooo ;)
un' elettricista o un idraulico sfida i mercati mondiali? ma la smettiamo di parlare di questo sistema di 'mercati' come se fossero il futuro del mondo invece di considerarli la causa di tutti i mali del mondo? la società in cui viviamo dovrebbe essere composta da uomini e donne che lavoraro ma che fanno anche altre cose e hanno il tempo libero per farle. La scuola deve servire anche a generare nei ragazzi degli stimoli a trovare nella loro vita anche altre attività, materiali o intellettuali, non direttamente legate al materialismo, ai bisogni indotti dalla pubblicità e dal marketing e soprattutto dal tornaconto economico. Attività artistiche come attività di volontariato dovrebbero essere obbligatorie in qualunque scuola perchè questo vuol dire modernità. Il progresso economico (con inquinamento, stress, individualismo, materialismo, superficialità, analfabetismo di ritorno e altro che ne consegue) lasciamolo ai vecchi 'moderni' del 900.
un' elettricista o un idraulico sfida i mercati mondiali?
No, però un elettricista o un idraulico con un buon background culturale secondo me riescono più facilmente di un elettricista che a stento riesce a leggere, figurarsi a capire ad esempio le "normative di cantiere", per dirne una...:-)
Per il resto ti quoto, sono d'accordo..;)
mi sa che di quel che ha scritto la professoressa gattoni salvatore e drizzt non hanno capito una fava.
Io forse non avrò capito una fava ma nel mondo sono sempre esistiti buoni educatori e pessimi educatori, questo vale per gli insegnanti, a tutti i livelli, che per assistenti sociali, tutor, sociologi o chicchessia.
Dire ad esempio che i professori possono "bocciare" qualcuno che gli sta sulle scatole, sarà pur vero (ma con tutte le garanzie del caso) ma comunque è strumentale.
Senza nulla togliere alla buona volontà della Tutor che ha scritto il post...
senza finire nel tautologico, credo che la cosa che balza all'occhio e' la critica all'immobilismo dell'intero sistema scolastico italiano.
Berja, fosse solo quello ad essere immobile.
Comunque la scuola italiana negli ultimi anni ha subito davvero troppe riforme, non c'è stato governo che non abbia tentato di farne una.
Il problema è che il più delle volte erano riforme fatte male, ed il problema è che le scuole sono perennemente senza fondi da anni ormai.
Salvatore hai presente "il gattopardo"?
e' il male principale della societa' italiana, si cambia tutto perche' tutto resti uguale.
sarebbe interessante andarsi a rileggere cio' scriveva pasolini piu' di 30 anni fa sull'allora riforma della scuola superiore, lo trovo abbastanza attuale.
berja...
ho creduto opportuno affrontare solo il discorso formativo...
ritengo che affrontare un argomento come quello socio/culturale/riformistico della scuola media superiore in un blog, sia come dare ad una persona che ha un'emorragia arteriosa il sangue con il cucchiaino... ;D
certo..., di riforme, riformine e controriforme fatte alla carlona, ne abbiamo le tasche piene...
ma adesso che il genio delle televendite è andato in pensione (speriamo), magari qualcuno si occuperà di far funzionare la scuola un'pò meglio, dando un'ottima formazione agli insegnanti e un luogo di studio almeno decoroso agli studenti...
sull'andare a riscoprire Pasolini...
non è certo un problema...,
direi che era un uomo talmente avanti da potersi definire attuale, come le sue idee...
Certo è che il solo pensare a quanti sono i problemi di questo paese e quali dimensioni drammatiche hanno raggiunto c'è da farsi venire il mal di pancia...:-/
Io non saprei da dove iniziare, davvero!
La (Prof.? Sig.ra?) Gattoni è l'emblema di una bella parte della "sinistra" che purtroppo ha delle grosse responsabilità nel decadimento del sistema culturale italiano. Facile prendersela con gli insegnanti, come sparare sulla croce rossa. Vero è che ce ne sono tanti che dovrebbero cambiare mestiere, ma qui entra il tabù del licenziamento (o addirittura dello spostamento ad altra amministrazione). Nessuno si può toccare, vinto un concorso sei diventato un macigno, per spostarti ci vuole un killer. E così si fa una bella generalizzazione, si fanno facili osservazioni sulle "18 ore", come se un impiegato che per 36 ore settimanale non fa una beneamata fava fosse meglio solo perché timbra il cartellino a ore diverse. Vorrei vederne qualcuno di questi salvatori della patria da 36-ore-settimanali a fare 18 ore davanti ad una classe di 28-30 ragazzini in tempesta ormonale ai quali non può fregare di meno di quello che tu cerchi di fargli entrare nel cervello. Per poi andarsene a casa (perché a scuola non puoi rimanere, non ci sono gli spazi!) a correggere compiti, cercare di valutare le prove, tentare di preparare una lezione che abbia qualche speranza di successo, ecc. ecc.
Quello che non ho mai capito è perché agli impiegati l'orario di lavoro non viene conteggiato solo per l'apertura al pubblico degli sportelli, agli insegnanti sì.
I "tutor del settore industria" non so bene cosa facciano, ma di certo si portano a casa meno problemi di un insegnante (coscienzioso, perché se si parla di lavativi, non c'è categoria che tenga).
E smettiamola con le statistiche sul numero dei diplomati e dei laureati: questo deve essere l'ultimo dei problemi, il primo dovrebbe essere la QUALITÀ dell'insegnamento e quindi dei diplomati/laureati. Questo è il vero problema che nessuno (nemmeno la "sinistra") vuole affrontare.
SONO STATO FORSE TROPPO CRIPITICO ?
O LA SINTESI E' UNA SORTA DI INDIGESTIONE PER VOI ?
Scusa King a chi ti riferisci?
ehmm..., King come mai stai urlando..??? ;)
no, drizzt, non sto urlando, altrimenti avresti visto questo:(:-(
Wallace: abbiamo postato assieme, tu alle 18.48 ed io alle 18.52, quindi non a te.
per tutti:-D
ciao KING...
non vorrei essere molesto,
ma quando scrivi in MAIUSCOLO,
per gli altri utenti, stai a tutti gli effetti gridando il tuo pensiero... :-D
Non la immaginavo questa chiave di lettura.
:-o
chiedo scusa.
per Wallace:
condivido in pieno ogni tua parola.
In particolare,
- depreco le facili generalizzazioni
- i miei problemi di insegnante nella scuola pubblica li porto a casa con me, perchè ci tengo a quello che faccio e mi sforzo di farlo al meglio, nonostante tutto
- quanto hai ragione sul discorso della QUALITA'!
In breve, ho molto apprezzato il tuo intervento:-)
bvenissimo tutti, ma forse non avete considerato che le scuole di formazione professionale come quella in cui insegna questa signora sono l'ultima possibilta' per un gran numero di persone che non hanno modo di accedere ad altro per mille ragioni.
sono scuole di frontiera, dopo la formazione professionale ci sono solo abbandono scolastico, ignoranza ed analfabetismo.
qui occorre una replica di sibilla cumana !
Per Berja:
sono ben consapevole che queste scuole di formazione professionale sono l'ultima chance per tanti ragazzi, per i motivi più svariati.
Quello che non mi convince è l'affermazione
della Sig.ra Gattoni laddove scrive:
"Bisogna riformare gli insegnanti i quali ci temono come la peste poichè sanno che da noi avrebbero da imparare qualcosa confrontandosi sui temi dell'adolescenza, della caratteristica della società attuale ecc."
Mi chiedo, e vi chiedo, come fa ad affermare una cosa del genere.
Ma lo sapete cosa è diventata la scuola di Stato oggi? Lo sa la Signora in parola?
E non basta reperire informazioni di seconda mano.
Bisogna viverci e viverla e nonostante tutto credere, continuare a credere in quel rapporto privilegiato che si instaura tra un insegnante ed i propri alunni. I miei alunni sono per me la linfa vitale che mi consente di crescere (ho 60 anni)e di arricchirmi insieme a loro, a tutti loro, nessuno escluso! Ognuno è portatore di una sua 'cultura', anche il più deprivato, socialmente, economicamente o affettivamente parlando.Ognuno di noi, docenti e alunni, porta con sè il proprio bagaglio di esperienze. E dall'intreccio di queste esperienze nasce conoscenza, condivisione, accettazione, stima reciproca e...affetto! E' un rapporto magico!
Spesso è anche sofferto, ma comunque un rapporto vivo,alla continua ricerca di ogni possibile aggancio di adolescenti la cui mente a tratti sembra volare altrove, spesso tra le nuvole nere della vita che per poche ore riescono a lasciare fuori dalla scuola.
Sarebbe interessante un confronto con la Signora Gattoni, e non parlo solo per me, ma anche per i tanti (non tutti purtroppo)miei colleghi che spendono la loro vita per la scuola.Potrebbero emergere utili stimoli di riflessione oltre che un 'reciproco' arricchimento.Sono sempre convinta che nessuno insegna niente a nessuno.