Una lista senza fantasia

Tutte persone rispettabilissime, in gamba e di valore. Su questo non c’è dubbio. Però dobbiamo ammettere una certa delusione per le aspettative che nutrivamo sulla Lista Ferrante. Speravamo infatti che l’ex prefetto riuscisse a mobilitare la discesa in campo di qualche personaggio fortemente significativo che aiutasse a fare un po’ di luce in questo panorama politico milanese sempre più affaticato e asfittico. Non desideravamo certo la presenza di volti noti alla Michele Placido, che per il sindaco Veltroni acchiappa migliaia di voti ma poi in consiglio comunale non ci va mai. Assolutamente no. Anzi, per questo ringraziamo Ferrante, perchè, non ha voluto ingannare l’elettore con candidati che fanno lo specchietto per le allodole, ma coinvolgere persone motivate e di valore, come Milly e Corritore.
E fin qui ci siamo. Però, santa pazienza, possibile che non si è trovato un Gerardo D’Ambrosio per Milano? Ovvero qualcuno con una certa notorietà e spessore che volesse veramente impegnarsi in consiglio comunale così come per esempio farà, chessò, Furio Colombo in parlamento? Il discorso ovviamente non vale solo per la Lista Ferrante (sulla quale però speravamo particolarmente) ma anche per gli altri partiti dell’Unione. Auspicavamo di avere qualche piacevole sorpresa, di vedere sbucare qua e là qualche lampo di luce tra i nomi dei candidati. Per esempio, possibile che un Piero Scaramucci non abbia voluto candidarsi? Perché uno in gamba come lui, un giornalista impegnato, ex direttore di Radio Popolare (e quindi con una certa notorietà che porterebbe sicuramente centinaia di preferenze) non è stato candidato né da Ferrante né da altri partiti del centrosinistra? Qualcuno glielo ha chiesto oppure, come ha fatto Michele Salvati, Piero ha semplicemente rifiutato la proposta?
E Piercamillo Davigo, Francesco Saverio Borrelli? E Ivan Scalfarotto, che alle primarie dell’Unione prese 25mila voti (di cui oltre 1.500 a milano) che sul momento a molti sembrarono pochini e invece abbiamo appena visto come 25 mila voti possono essere de-ter-mi-nan-ti? Tra tutte le personalità del mondo dello spettacolo milanese, l’unica che ci sembra che potrebbe veramente impegnarsi con costanza e profitto come consigliera è Ottavia Piccolo. Non ce ne voglia Moni Ovadia, candidato dei DS, ma sapendo com’è impegnato in giro per il mondo con le tournée ci chiediamo come potrà partecipare alle sedute di Palazzo Marino.
Ferrante ha parlato tanto di volere coinvolgere il mondo cattolico, e per esempio Don Rigoldi e Don Colmegna? Sulle politiche sociali sono dei caterpillar, sarebbero stati un toccasana…
Ciò che temiamo è che Ferrante (così come i DS e gli altri partiti per quanto riguarda le loro liste) magari non abbiano neanche provato a coinvolgere personalità importanti e significative perché in cuor loro pensano che la battaglia a Milano contro la Morattona è così ardua che non vale la pena di scomodare i signori. E il messaggio che passa chiaro è ancora una volta che la sinistra, o meglio il centrosinistra, non ha fiducia in sé, non crede veramente nei suoi giocatori, è spaventato dai suoi avversari. La sfiducia non è tanta come un anno fa con Sarfatti presidente della regione Lombardia, ma anche se appare un po’ più celata sempre di sfiducia si tratta. L’esito del 9 aprile non ha certo aiutato il centrosinistra ad avere più fiducia in sé stesso, anzi... Anche di questo potremmo pagare pesanti conseguenze conseguenze a Milano.
22.04.06 00:35 - sezione
milano