Un pessimo spettacolo
di Sergio Romano
Se qualche osservatore, negli scorsi anni, parlava criticamente del peso che i partiti hanno assunto nella democrazia italiana, Massimo D'Alema dava la sensazione di pensare che quelle critiche fossero qualunquiste. Ma ciò che sta accadendo sembra dimostrare che i partiti, benché rimpiccioliti e privati di buona parte dei loro vecchi apparati, continuano a comportarsi come altrettanti corpi separati, dominati da oligarchie e da logiche di potere che non hanno alcun rapporto con le esigenze del Paese. Anche se D'Alema, rinunciando alla candidatura per la Camera, sembra essere stato il primo ad accorgersene, il caso delle presidenze suggerisce qualche riflessione.
Il centrosinistra ha vinto le elezioni con un risultato mediocre. Alla Camera ha una buona maggioranza, ma strappata con poche migliaia di voti grazie a una brutta legge elettorale che costringe gli elettori, tra l'altro, a ratificare in blocco le decisioni delle segreterie. Al Senato ha preso meno voti dei suoi avversari e può contare su una maggioranza aleatoria, minacciata da malanni di stagione, incidenti di percorso e inevitabili dissidenti. Se la Camera alta avesse i poteri di un Senato federale, come in Germania o nella riforma costituzionale voluta del governo Berlusconi, poco male. Ma il bicameralismo italiano è perfetto e consente a un ramo del Parlamento di mandare all'aria il lavoro dell'altro. Non basta. Il centrosinistra non può ignorare che gli elettori sono stati mobilitati soltanto dalla posta in gioco (un referendum su Berlusconi) e che l'alta partecipazione al voto nasconde una colossale sfiducia degli italiani per la loro classe politica. I vincitori, se così possono definirsi, hanno il diritto di governare. Ma il buon senso, in questa situazione, vorrebbe che impiegassero tutto il loro tempo a costruire un governo credibile, composto di persone serie e autorevoli. Vogliono dare l'unica risposta efficace alla spregiudicata guerriglia di Berlusconi contro Prodi? Annuncino al Paese e alla comunità internazionale i provvedimenti che il nuovo esecutivo prenderà nel suo primo semestre di lavoro. Invece, no. Invece di dare prova di serietà e unità, questa sparuta maggioranza si accapiglia sulla distribuzione delle poltrone e dà così l'impressione che sia questa, per l'appunto, l'occupazione preferita dei partiti.
Non è tutto. I due posti per cui ci si batte (le presidenze della Camera e del Senato) sono divenuti un'altra anomalia italiana. Sono certamente importanti, ma anche e soprattutto per ragioni che hanno poco a che vedere con la loro principale funzione, che è quella di garantire l'ordinato svolgimento dei lavori parlamentari. Sono centri di un potere parallelo. Sono utili sale d'aspetto. Sono una piattaforma che permette al titolare di valorizzare se stesso, dare interviste, fare conferenze, presiedere convegni, elaborare progetti che non gli competono (penso alla politica «religiosa» di Marcello Pera), coltivare le proprie ambizioni anche a scapito della maggioranza di cui sono espressione. Sono cariche nazionali, al di sopra delle parti, ma non impediscono all'occupante di scendere in campo non appena s'intravede all'orizzonte una consultazione elettorale.
Se è questo ciò che faranno D'Alema, Bertinotti o Marini quando avranno conquistato queste ambite poltrone, vorremmo dire loro rispettosamente che tutto questo interessa ai partiti e ai loro dirigenti, ma non interessa al Paese. E vorremmo aggiungere che il miglior presidente di un grande Parlamento è lo speaker della Camera dei Comuni: una persona di cui nessuno ricorda il nome.
Ma veramente questi qua sono partiti così, come viene, senza accordarsi prima?
se questo comportamento lo avessero avuto prima non avrebbero beccato neanche la metà dei voti che han preso ,quindi se ne sono ben guardati dall'accordarsi prima onde evitare che i panni sporchi facessero puzzare le cabine elettorali a tal punto da far scappare gli elettori.
Evidentemente si, probabilmente se si fossero messi anche a discutere degli incarichi si sarebbero trovati in una situazione di empasse.
Pensa solo alla fatica che hanno fatto per trovare un accordo sul programma.
Tra l'altro lo stesso programma molti punti e problemi li risolve in modo "generico" e poco chiaro (in questo le critiche di certi esponenti del cdx non erano troppo campate in aria).
Credo comunque che certe "lotte di potere" ci siano sempre state e sempre ci saranno, non solo tra partito e partito ma anche all'interno dei partiti stessi.
Quello che sorprende me in questo momento è la poca scaltrezza politica dimostrata dal centro-sinistra.
Posso assicurarti che anche nel governo Berlusconi le spaccature ci sono state, e spesso e volentieri erano molto ma molto più grosse di quelle che stanno trasparendo adesso nel csx.
Ed anche all'interno degli stessi partiti le spaccature sono profonde, ad esempio l'ultimo congresso di AN è stato quasi "drammatico", Fini ha mantenuto il potere con la "forza", e adesso sono alla resa dei conti.
Ma, a differenza del csx, dall'altra parte i panni sporchi tendono più facilmente a lavarli in famiglia, nel csx invece, sarà per narcisismo o voglia di visibilità, tutti corrono a rilasciare dichiarazioni ai giornali.
Spesso poi i giornali strumentalizzano l'accaduto e trasformano "piccole beghe" in nodi istituzionali invalicabili.
Ieri ad esempio mi sono sorpreso ed "incavolato" leggendo alcune dichiarazioni di Mastella lette su tgcom.it, poi però ho cercato riscontro in altri giornali e non le ho trovate.
Mi sono reso conto che quelli del tgcom avevano fatto un collage tra vecchie dichiarazioni di Mastella avvenute qualche mese fa unendole a frasi dette in questi giorni, senza lasciare intendere al lettore la distanza temporale tra una dichiarazione e l'altra.
Speriamo che questa lotta per i posti, che purtroppo dispiace ma può scandalizzare solo chi ingenuamente pensa che la politica sia ancora (o sia mai stata) solo "un ideale superiore", non lasci "morti" per strada e danni irreperabili per il futuro governo che deve nascere "forte" e "sereno".
una sommessa riflessione.
Potevano mai prendere un accordo formale e solenne, ancorchè riservato, sulle candidature alle tre più alte cariche dello Stato prima delle elezioni ?
A me pare di no.
Se ne doveva necessariamente parlare dopo, quando il risultato uscito dalle pur puzzolenti cabine elettorali avrebbe dato il responso sui rapporti di forza dei tre maggiori partiti dello schieramento politico di centro-sinistra.
Una recriminazione a me pare che abbia senso solo se fossimo di fronte ad un sistema bipolare perfetto con due-tre partiti in tutto.
Ma siamo sempre di fronte alle coalizioni politiche dei partiti imposte dal sistema maggioritario.
La domanda è: a quando il partito unico dell'Ulivo ?
Per il resto sia le manovre eleganti di Diliberto, sia quelle più plateali di Mastella che quelle sofisticate di Boselli hanno senso solo se inquadrate nel desiderio di ottenere posto e visibilità politica nell'organigramma del futuro Governo Prodi.
carina la riflessione sommessa. ci vuole anche. però penso che abbia ragione Antonella_c.
'Ste cose schifano tantissimi elettori.
Inoltre le analisi politiche applicate a fenomeni simili, dopo 12 anni di berlusconismo e con lo gnomo non ad Hammamet, purtroppo mi sanno di esercizio accademico. Dovremmo aver capito quando la gente puzza di pentapartito.
Diano le presidenze delle Camere a Paperoga e al Mago Zurlì, cerchino almeno di trovare il corpo elettorale nel proprio GPS mentale, e cerchino di prendere un abbrivio politico.
Carolina
perdonami Carolina, ma devo farti notare che nella ormai passata legislatura la Presidenza delle Camere è andata a F.I. e U.D.C.
Avevano una maggioranza blindata in entrambe, tuttavia non hanno voluto cedere un pezzetto di potere, come accadeva quasi sempre in passato.
Oggi con quelle maggioranze tisicuzze, specie al Senato, come puoi glissare sul problema della elezione di una figura aggregante della maggioranza stessa ?
E'in atto una lotta mortale, all'arma bianca.
Il nano non cede.
Anche se i tempi della 'notte dei lunghi coltelli' non sono, per fortuna, ripetibili.
E'di questa sera la notizia di Andreotti come candidato del centro-destra per la Presidenza della Repubblica !
Mentre questa mattina La Repubblica riportava un nome di donna, il sen. Anna Finocchiaro, quale candidato per la più alta carica dello Stato.
Sono la Prima, la Seconda e la Terza carica dello Stato !
Non si debbono prendere sottogamba.
Invito anche antonella_c alla riflessione.
E' una coalizione politica fraglissima.
Sono decisioni estrema importanza.
Non ci sono dietrologie dietro a tutte le consultazioni dello schieramento di centro-sinistra.
Sia D'Alema che Berlusoconi sono 'off limits' per i veti incrociati dei due schieramenti.
Se la devono scordare la Presidenza della Repubblica.
In tutto questo clamore c'è un silenzio significativo: il nome del Presidente Ciampi.
Non compare più.
Per me sarà rieletto ed accetterà per spirito di servizio, alla bella età di 85 anni !
King Lear... hai ragionissima sul punto che non si debbano dare quelle presidenze alla destra (i due di prima giusto proprio a Bananas erano titolati a ricoprirle oltretutto!). Quello che trovo assurdo è la conta delle percentuali fra "unionisti" con tutti i problemi che ha 'sto Paese e con tutto il magone che l'elettorato si sta sorbendo e non credo solo a sinistra. La Finocchiaro è uno di quei casi di selezione avversa della politica itagliana. E' bravissima, e non se la fila nessuno. Purtroppo. Figurati da quando poi sono in scena gli ostrogoti!!! E da quando si fa finta che esista una seconda repubblica ("etnica" e pure sessista!!!). Amen. Sulla Presidenza della Repubblica... ne riparliamo penso lunedi... In ogni caso Ciampi è bravo!
Carolina
però non ci mettiamo a fare i megafono della destra che di sua ha sempre (ancora) le televisioni, la stampa, le agenzie, che ci rintronano su quanto fa schifo la sinistra. Leggiamo un po' le notizie tra le righe. La scelta di un uomo per un incarico è sempre una fase delicata, soggetta a mille valutazioni e (perchè no?) mercanteggiamenti. Io non vedo il problema. Non è scandaloso che a volere la presidenza della camera sia Bertinotti (non credo che Ingrao a suo tempo rappresentasse una sinistra meno "radicale" della sua), non è scandaloso che la voglia D'Alema, non è scandaloso che se lo dicano in faccia, anche a brutto muso. Non sono queste le cose che dividono, ma parlarne e schifarsi come bimbe pudibonde fa solo il gioco della destra che fece, e continua a fare cose ben peggiori (sulle nostre spalle per giunta)
scusate, un P.S.: ma io sulla "terzietà" di Sergio Romano continuo a nutrire pesanti e angoscianti dubbi. Preferisco i giornalisti schierati a quelli che dicono di parlare dall'alto della loro estraneità ai giochi di potere... per poi dire sempre, con la voce del saggio grillo parlante, ciò che fa comodo al Padrone.
ok enrico. ma i politici devono conoscere la storia prima di noi. sanno benissimo che queste sono cose che favoriscono le dittature. eppure ci propinano 'sti spettacoli. se io (che conto proprio poco in politica) dico che son robe puzzolenti provoco derive dittatoriali? faccio il megafono della destra? io Fausto l'ho pure votato, se va alla presidenza della Camera - che i comunisti han sempre svolto bene!!! son contenta. ma non litigando a 'sto modo altrimenti dico che ci mettano un Paperoga animato a laser e poi pensino a qualcosa d'intelligente. si dicano quel che vogliono, ma ci son cose più serie!
Carolina
Viva Enrico! quoto tutto il suo scritto con grande entusiasmo, e vi dico perché (le ragioni delle affermazioni le darò a richiesta se a qualcuno interessano)
- i sistemi bipolari sono intrinsecamente antidemocratici e tendenti a destra.
- viva il proporzionale puro con preferenze e senza premi di nessun tipo, abbasso tutte le leggi truffa.
- il partito democratico è un grande imbroglio antipolitico senza anima né passione. Esso è buono per approfittarsi del desiderio di "unità" e di "cose semplici da capire" che trova spazio nel pubblico ingenuo, imbonito dai media con consapevole frode (S.Romano docet), ma anche colpevole di non voler riflettere e studiare (ah, le Frattocchie! le Frattocchie!).
- se un uomo politico crede in ciò che fà, egli ha il DOVERE (non: il diritto) di battersi perché la sua forza politica / partito / movimento ottenga la massima influenza possibile, pur nell'ambito di una coalizione di alleati ( e quindi anche tutti i possibili posti di comando). Se non lo facesse, tradirebbe il mandato dei suoi sostenitori e meriterebbe di essere sbattuto fuori a calci.
- le "bimbe pudibonde" si dividono fra gli ingenui, i troppo furbi e i destri (sinceri e decenti, ma pur sempre destri) che ritengono che non ci sia bisogno di far studiare e pensare il "popolo", ma la soluzione dei problemi stia nell'affidarsi ad un despota "onesto", magari stupido, ma "che non ruba". Quelli che votano Di Pietro appartengono a questa categoria.
Romano per me sbaglia quando dice che era un referendum anti Berlusconi. onestamente casomai erano scelte contro bigottismo, fascismo, involuzioni varie (in cui il nano ha una non piccola parte), ma non solo questo. Non sono di sinistra da quando esiste il nano. Detto questo: il popolo dovrebbe anche studiare etc. - e l'ho scritto in altri post - ma non ha sempre torto e soprattutto è il vero titolare della sovranità!
Al Senato, e anche alle primarie, ho votato Di Pietro? E allora, di che categoria sono? Interessante!!! Pure per me Di Pietro sarebbe uno di destra, ma rendiamoci conto che intanto non lo è come scelta da tempo, e poi dell'anomalia italiana: tutto l'arco costituzionale da una sola parte per dirne una! In questo, coloro che esercitavano la sovranità per conto di tutti (anche quelli che non studiano e anche le bimbe pudibonde) essendo stati eletti per idee o programmi di sinistra, non c'entrano niente? Non c'erano? Dormivano?
Carolina
Mi interesano Paolo Zinna, fammele sapere, magari qui, in chiaro.
Carolina, i litigi se li sono inventati i media.
Le discussioni invece ci sono sempre state, guai se non si discutesse.
Non si può parlare di dittature, nè in senso classico (sono impossibili nei paesi occidentali) nè in senso moderno: facciamo parte della UE, abbiamo una moneta unica.
Nessuno può agitare lo spettro di una dittatura oggi, in Europa occidentale.
E' invece possibile un assolutismo politico basato sui numeri e non è che abbia funzionato tanto con la precedente legislatura, leggi 'ad personam' a parte.
Quell'assolutismo è pericoloso perchè non bada al bene comune ma a quello personale e dei collegati.
Sapete, il significato della parola 'privilegio' deriva dal diritto romano, che lo definiva 'ius singularis', diritto del singolo, era cioè un non-diritto, perchè il diritto si basa sulla identificazione di una categoria astratta che poi si deve applicare al caso concreto.
Il diritto è 'erga omnes'.
Le leggi 'ad personam' sono la configurazione moderna dell'antico 'diritto del singolo', camuffate da categoria astratta e quindi applicabile 'verso tutti', ma applicate al singolo od ai singoli che versano in una data situazione di 'sofferenza' e che ne debbono in concreto beneficiare.
Forse sono stato prolisso, vi chiedo scusa, ma occorre avere passione civile.
A qualunque età.
King Lear. Davvero. Ho passato la giornata a bonificare la magione, non dovrei nemmeno essere qui. Poi ognuno si fa provocare da quel che sente come provocatorio. Quindi. Tutti i miei limiti se vuoi anche all'ennesima potenza.
Ma: fossi solo io a essere fuori di zucca!!! Mio padre, per esempio (mi spreco e ti dico pure la data di nascita: 2 ottobre 1945 non un ragazzino), diessino di ferro, uno cui piace perfino D'Alema nei termini dell'intelligenza politica, sta arrivando al punto di ritenere che... quando è in buona: "conosce i suoi polli"; altre volte, che siamo fottuti. Da una classe politica di imbecilli.
Non penso onestamente che tutte 'ste robe le inventino i media. I media fanno il loro gioco a volte sporco, ma son fatti di persone. Di tutti i tipi. C'è anche Marco Travaglio nei "demoniaci" media. Questi stanno facendo una figura terribile. Poi: la dittatura non può tornare? Non lo so. Nemmeno in Austria in effetti è tornata, nonostante Haider. Ma all'Austria possono mettere le sanzioni. A noi no per via della storia che abbiamo. E poi la dittatura ha varie forme: dicendo il minimo, qui avrebbe la forma della negazione della realtà.
Carolina
PS il negozio di abbigliamento del mio compagno. pieno centro, zona non caratteristica roccaforte della sinistra diciamo eufemisticamente. Clienti professioniste e/o riccone. Ti parlano/cianciano di tutto, dalle loro beghe sentimentali a non so più che cosa, ma di solito almeno non la politica (già i dettati delle riviste femminili paiono sufficienti). Insomma: dopo le elezioni qualche battuta invece c'è stata. Almeno tre casi e dico di gente che non sospetteresti mai che sia di sinistra o almeno progressista che ti dice... "Fosse andata diversamente... la mia voce l'avresti sentita sotto forma di tonfo dalla finestra". Hai letto bene. E la sinistra si comporta così??? Un po' di rispetto!!!
X Paolo Zinna,
Io ho votato Di Pietro ed Rc, in questa mia scelta ha avuto un peso anche il fatto che questi due partiti non presentavano condannati nelle liste, ma di certo ho votato questi partiti basandomi solo su questo presupposto, anzi questa caratteristica era solo una delle "discriminanti minime" attraverso la quale effettuare la mia scelta.
In quanto alla cultura di Di Pietro sulla quale spesso e volentieri si ironizza io vorrei far presente che l'eloquio è sicuramente una delle qualità di un politico, ma saper parlare non è sinonimo di saper fare e soprattutto non è sinonimo di "cultura".
La cultura è un concetto vasto e racchiude varie applicazioni della scienza e della conoscienza, non a caso si dice spesso che chi possiede capacità logico-matematiche è poco portato per le scienze umanistiche.
Einstein era dislessico, Alda Merini è stata considerata pazza, anche Van Gogh era considerato pazzo, Toulouse-Lautrec dipingeva nei bordelli, Maometto non sapeva ne leggere ne scrivere.
Forse non sono stato chiaro, ma di sicuro non amo essere etichettato, grazie.
X Paolo Zinna,
Io ho votato Di Pietro ed Rc, in questa mia scelta ha avuto un peso anche il fatto che questi due partiti non presentavano condannati nelle liste, ma di certo ho votato questi partiti basandomi solo su questo presupposto, anzi questa caratteristica era solo una delle "discriminanti minime" attraverso la quale effettuare la mia scelta.
In quanto alla cultura di Di Pietro sulla quale spesso e volentieri si ironizza io vorrei far presente che l'eloquio è sicuramente una delle qualità di un politico, ma saper parlare non è sinonimo di saper fare e soprattutto non è sinonimo di "cultura".
La cultura è un concetto vasto e racchiude varie applicazioni della scienza e della conoscienza, non a caso si dice spesso che chi possiede capacità logico-matematiche è poco portato per le scienze umanistiche.
Einstein era dislessico, Alda Merini è stata considerata pazza, anche Van Gogh era considerato pazzo, Toulouse-Lautrec dipingeva nei bordelli, Maometto non sapeva ne leggere ne scrivere.
Forse non sono stato chiaro, ma di sicuro non amo essere etichettato e tantomeno sento il bisogno di "affidarmi a qualcuno", grazie.
Errata corrige...:-)
Ho scritto:
Io ho votato Di Pietro ed Rc, in questa mia scelta ha avuto un peso anche il fatto che questi due partiti non presentavano condannati nelle liste, ma di certo ho votato questi partiti basandomi.....[..]
in realtà intendevo scrivere:
"ma di certo NON ho votato questi partiti basandomi[...]".
Poi ho inviato il post per errore due volte, vale il secondo....:-)
Scusate.
ed ecco che se non va avanti la canzone popolare.. si affaccia il vaffanculo popolare.
e bene!!!
Carolina
Anche perchè se le persone non stupide e colte sono le Isabelle Bossi Ferdrigotti e gli Antonio Socci di altri post....:-)
Per King Lear - ragione delle prime affermazioni:
nei sistemi duali la vittoria è assegnata dal voto degli "indecisi" o meglio di "coloro che decidono secondo opportunità". I voti dei due opposti "zoccoli duri" contano poco, sono già assegnati prima di cominciare. Perciò i due schieramenti convergono al centro - i programmi si assomigliano sempre di più e non appassionano nessuno - le astensioni ed il disinteresse crescono [Vedi USA. Paradossalmente noi c... dobbiamo ringraziare il nano e la sua politica gridata, ché almeno ha reso chiaro a tutti cosa NON VOLEVAMO] Ma se le astensioni si ripartissero in maniera proporzionale attraverso la società, sarebbero ad effetto politico nullo; sarebbe come far votare un campione statistico invece che l'intero corpo elettorale. Orribile, ma non distorsivo. In realtà, però, non è così: in America chi non si registra per votare sono i più deboli, i meno preparati, i più poveri; e quindi le loro ragioni sono meno sentite, meno rappresentate. Il sistema, nella sua apparente asetticità, favorisce chi è già favorito, e ciò è profondamente ingiusto.
Solo un sistema proporzionale senza vincoli di coalizione, lasciando libere le forze politiche di contrattare il proprio appoggio, permette di far nascere una politica di coalizione che sia una corretta "somma vettoriale" delle posizioni di tutti. Del resto, non a caso il PCI è stato per decenni coerentemente proporzionalista, come lo è Rifondazione, ecc.! Il resto alla prossima puntata.
Per Carolina - "L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone". Non è una mia farneticazione, è il titolo di una commedia di Dario Fo, e la tesi è un appassionato richiamo all'importanza dello studio come strumento di liberazione. Non ci sono scorciatoie di semplificazione, per lottare bisogna conoscere e capire.
Poi ti tranquillizzo: non sono indulgente con i pigri e i consumatori tutto calcio e TV, anche se sono "titolari della sovranità", ma mi interessa di più sottolineare la inadeguatezza (userei termini molto più duri..) delle forze politiche che rinunciano a contrastare a viso aperto le "convinzioni di moda" anche quando sono emerite stupidaggini. In questo modo la politica non è più battaglia per i valori, è inseguimento dei sondaggi.
Per Salvatore: non ti capisco, è come se mi dicessi che hai votato per il diavolo e l'acqua santa. Rifo è uno dei partiti più "politici" che esista, li rispetto moltissimo anche se, essendo un inguaribile riformista, non li voto.
Di Pietro... Guarda, della "cultura" accademica di Di Pietro, della sua eloquenza, poche cose mi interessano di meno, per esprimersi educatamente.
No, il fatto è che rappresenta l'antipolitica, la convinzione (questa sì, "stupida") che esista una soluzione "onesta" a tutti i problemi della politica, che un "partito degli onesti" sarebbe la soluzione a tutti i problemi. Massì, diciamola infine la parolaccia: a Di Pietro non è mai passato per il cervello che possa esistere una cosa che si chiama "conflitto di classe". [Guarda che non si tratta di una favola dei comunisti. Dahrendorf, che comunista non è proprio, ci ha scritto sopra un dotto libro].
Ora, se accetti il concetto, accetti anche che chi ha un interesse di classe diverso dal tuo possa legittimamente avere posizioni politiche diverse dalle tue. Lo combatterai con fermezza come avversario, ma non lo disprezzerai come immorale. Per Di P., invece, esistono i "buoni" ed i "cattivi".
Egli si fa un feticcio della “legalità”, intesa come rispetto della lettera della legge scritta, mentre noi dovremmo sapere che ogni legge esprime la legalità di un momento dato e che la dialettica sociale si esprime anche nella prassi, nel costume, che è sintomo del momento di passaggio prima del formarsi di nuovo diritto incipiente che supera quello precedente.
Tu del resto mi dici di essere stato convinto "anche" dal legalismo di Di P. E che cosa altro ti ha convinto? quali posizione esprime in politica economica, in politica estera, ecc.? Non dirmi cosa pensa in tema di immigrazione e integrazione, perché me lo immagino, e preferisco non saperlo.
sì Paolo Zinna. ho una laurea in scienze internazionali e diplomatiche da 48 esami e una tesi da 110 e lode e allora?
Carolina
ps e scusami Al. mi tranquillizzi di cosa? non sono io a essere preoccupata del fatto che si perdano voti dei ds si vedano quelli di fi come 25%... mi dispiace molto e moltissimo, ma il fatto che il popolo sia il titolare della sovranità è legale, non politico..
Carolina
Paolo Zinna: la soluzione dei problemi certo non sta nell'affidarsi ad un despota "onesto", magari stupido, ma "che non ruba". Ma allo stesso tempo la soluzione dei problemi non può che passare per l'onestà, merce dannatamente rara ovunque ci sia politica di professione.
Premetto di aver votato in modo istituzionale (listone alla camera, DS al senato, ritenendo che fosse il voto più favorevole a Prodi). Ma ho meditato a lungo il voto a Di Pietro (sarà rozzo, ma non è stupido) proprio per il suo impegno sull'onestà. Non c'entra il populismo, ma il sacrosanto diritto di pretendere di essere rappresentati da persone che a sentir proporre un mafioso per il Quirinale, si alzino in piedi e gridino BUUUUU. Questo - ahimé - non sta accadendo, a dimostrazione che la soglia morale della nostra politica è sotto le suole. Quindi, ben vengano i Di Pietro, i Marco Travaglio, gli Elio Veltri.
No, amico mio, non mi liquidi con quattro baggianate né rinvii alla prossima puntata.
Si chiamano più correttamente sistemi maggioritari perfetti, sistemi duali è un modo pretenzioso di accreditarsi un’aura da intellettuale.
Il nostro è un sistema maggioritario imperfetto, perché ‘inquinato’ da una quota proporzionale del 25% alla Camera e con correzione proporzionale al Senato, è stata la migliore legge elettorale possibile.
Nonostante fosse e sia tuttora un maggioritario inquinato, ha consentito a Silvio Berlusconi ed alla sua corte di governare per cinque anni senza grandi sussulti, nonostante le tante storture e contorsioni che egli ha impresso al sistema.
Prima, forse tu non ricordi perché sei o dovresti essere giovanissimo, il record di durata di un governo con il sistema proporzionale apparteneva ad un certo Bettino Craxi, durato per n. 1.059 giorni dal 4.8.1983 al 27.6.1986, un uomo politico autoritario, rancoroso e vendicativo.
Tutto il resto una sequenza sterminata di governi e governicchi, che tuttavia assicuravano una stabilità del sistema ma non quella del governo della nazione.
Tale stabilità era assicurata dalla contrapposizione fra i due blocchi democrazia cristiana e partito comunista italiano, la paura dei comunisti che Berlusconi ha ossessivamente evocato, riuscendo a recuperare assieme all’altra paura, delle tasse.
Non basta. All’ultimo momento, con supremo disprezzo per le democrazie partecipative, l’allora governo Berlusconi modificava a colpi di maggioranza (questa volta mia pare senza necessità di ricorso al voto di fiducia) la legge elettorale, abolendo il voto di preferenza (uno scippo alla sovranità dell’elettore e del popolo, perché consegnava la designazione degli eletti ai partiti, dimodochè gli eletti sicuri erano noti ancora prima delle votazioni) e modificando il sistema elettorale del Senato, mediante l’introduzione del premio di maggioranza diviso regione per regione e non più su scala nazionale.
Si perveniva al massimo dell’ibridismo politico, con un sistema che era maggioritario e proporzionale insieme, rectius uno pseudo sistema proporzionale integrato da clausole di sbarramento e da premio di maggioranza, con rinvio alla legge elettorale 277/93 sia di Camera che di Senato.
Varianti: indicazioni del capo della coalizione e deposito del programma elettorale.
Il richiamo alla legge elettorale del ’93 obbligava a muoversi con la logica del maggioritario e con gli apparentamenti (coalizioni politiche) nei due poli.
Non mi venire a dire e non pretendere di far credere che gli indecisi ci sono stati solo col maggioritario.
Vero che non lo pensi ?
Né pretendere di far credere che nei sistemi duali, come li voglio chiamare anch’io, il voto degli indecisi è più determinante che nel precedente sistema elettorale proporzionale.
Gli indecisi erano in minor numero, mentre crescevano le astensioni dal voto.
Sono determinanti le aggregazioni politiche che si sono formate fondendosi due o più forze politiche in un nuovo ed unitario soggetto politico, come vagheggiava Berlusconi prima delle elezione e come si accingono a fare DS e DL.
Il proporzionale senza vincolo di coalizione, caduti i due blocchi contrapposti, meglio uno dei due, veniva sostituito dal sistema elettorale col quale si è sostanzialmente votato oggi.
Si trattava del quarto voto politico generale, dopo quelli del 1994, del 1996 e del 2001.
Il tanto decantato sistema maggioritario (che tanto maggioritario non era, per la presenza della quota proporzionale) subiva attacchi continui che colpivano l’opinione pubblica, riferiti al proliferare dei partitini, che erano conseguenza della quota proporzionale e della mancanza di uno sbarramento secco al 5%, ma a turno unico.
Ecco arrivare gli indecisi, indecisi de che dicono a Roma.
Indecisi se rivotare per la stessa coalizione, se andare a votare dopo anni di astensionismo.
Non sta a me fare una analisi del voto, ma posso svolgere ancora qualche considerazione.
La grande affluenza di elettori alle urne, un record assoluto in Italia, dimostra che gli indecisi si sono decisi, sia rivotando la stessa colazione sia andando a votare per la colazione della quale si erano disamorati.
Nelle democrazie mature vanno a votare massimo un 60% di elettori, si tratta di democrazie che hanno sistemi elettorali meno schizofrenici del nostro.
Nel preesistente sistema proporzionale la politica di coalizione era successivo al voto, non precedente.
Le somme vettoriali dei partiti , pardon delle posizioni di tutti si traducevano in maggioranze effimere in una democrazia che si diceva allora bloccata o ingessata dalla logica dei due blocchi mondiali.
Non ci sono più !
Il miglior sistema elettorale ?
O il doppio turno (sistema francese) o il turno unico con sbarramento al 5% (sistema tedesco).
E tu vorresti tornare al proporzionale ?!
Ad Alberto Biraghi rappresento che era necessaria una replica lunghetta.
L'impressione che mi sono fatto delle idee di Paolo Zinna è che si tratti di semplice dissertazione politica, molto idealista, un pò qualunquista ed, anche se arzigogolata nell'argomentazione, abbastanza superficiale e povera nei contenuti.
Intanto partiamo dalla tua difesa del sistema proporzionale Vs sistema maggioritario.
In Italia abbiamo vissuto per quasi 50 anni con un sistema proporzionale puro, ma mi sembra difficile credere che quel sistema abbia impedito "conversioni verso il centro", ne tanto meno che tale sistema abbia spinto le persone ad appassionarsi di più o a sentirsi meglio rappresentate in parlamento.
Per 50 anni in Italia la storia elettorale era già scritta, i comunisti all'opposizione e la DC al governo ma sotto il ricatto di 3-4 partiti che tutti assieme non arrivavano al 15-18% (quando andava bene).
Così paradossalmente e non di rado il partito che prendeva il più alto numero di voti, il partito comunista, era comunque destinato ad andare all'opposizione mentre i partiti minori, come ad esempio i Repubblicani Italiani, con meno del 5% di rappresentanza elettorale riucirono addirittura ad avere un loro rappresentante (Spadolini) nominato a Capo del Governo.
Questo secondo me non è far contare gli zoccoli duri ne tantomeno combattere le derive centriste!
Con il proporzionale puro non solo le persone erano disaffezionate alla politica perchè votavano sapendo già come andava a finire (gli unici richiami al voto erano la solita tiritera anticomunista e suoi valori cristiani, proprio come oggi), ma soprattutto erano infastiditi dal "partitismo imperante" e dalla "spartizione di poltrone" che in quel sistema politico era normalissimo.
Sul fatto che Rifondazione rappresenti il partito "politico per eccellenza" ci sarebbe da discutere visto che Bertinotti parla di apertura alla società civile ed ai movimenti proprio per superare il concetto di partito che impera senza conoscere il volere della gente.
Se l'antipartitismo e l'antipolitica sono nate nella nostra società è proprio a causa del sistema proporzionale che ha costretto per anni gli italiani a semplici spettatori impotenti delle spartizioni di potere!
Su Di Pietro, che secondo te sarebbe l'antipartitico per eccellenza, credo che la tua analisi sia profondamente sbagliata.
Di Pietro è un uomo delle istituzioni e crede nelle istituzioni, di conseguenza crede ai partiti in quanto essi sono parte delle estituzioni e del sistema democratico.
Crede ai partiti, ovviamente, come espressione di un movimento popolare che trova la sua propulsione "dal basso", ed è così che dovrebbe essere!
L'onestà ed una via onesta nel fare politica secondo me esistono, se sei convinto del contrario è perchè probabilmente sei troppo assuefatto al sistema.
Per Di Pietro non esistono i buoni ed i cattivi, esiste la "legge" che molto semplicemente dev'essere rispettata da tutti, nessuno escluso.
Invero questa tua frase:
[Egli si fa un feticcio della “legalità”, intesa come rispetto della lettera della legge scritta, mentre noi dovremmo sapere che ogni legge esprime la legalità di un momento dato e che la dialettica sociale si esprime anche nella prassi, nel costume, che è sintomo del momento di passaggio prima del formarsi di nuovo diritto incipiente che supera quello precedente.]
Mi sembra una grande stupidata.
Se la legge esprimesse la legalità in un momento dato ed in base al costume del momento significherebbe ad esempio che ad un aumento di omicidi dovrebbe corrispondere automaticamente un aumento delle pene o, per visione opposta, una diminuzione.
La legge non segue l'umore della gente, se così fosse 10 anni fa Craxi sarebbe stato pubblicamente lapidato senza processo, ed oggi al contrario i corrotti non sarebbero nemmeno processati.
Quello che si evolve nelle società civili è il diritto, che è materia di più ampio respiro rispetto alla legge(i).
Di Pietro poi non disprezza come immorale chi ha idee diverse dalle sue, semmai "contesta" come dato di inciviltà giuridica, la presenza in parlamento di tanti onorevoli condannati o sotto processo per reati gravissimi, protesta, usando mezzi politici, contro l'attuazione di leggi ad personam che eliminano la "parità giuridica" tra individui.
Non disprezza invece chi politicamente la pensa in maniera diversa da lui.
Per finire, sei tu, non io, che stai esprimendo giudizi su un partito ed una persona (Di Pietro) senza conoscere il suo programma ed ammettendo di non volerlo neanche conoscere.
In generale io mi astengo dal giudicare qualcosa che non conosco, figurarsi dal giudicare chi a quel qualcosa si attiene, e quindi per esprimere un giudizio (ed un voto) DEVO avere un'idea di massima sulle idee e le proposte che ci sono dietro al partito che sto votando.
Il programma di base, quello che alla fine dovrebbe essere applicato, è comunque quello della coalizione.
Votando un qualsiasi partito dell'unione si ha, in primis , approvato quel programma, ma in ogni caso il programma dell'Italia dei valori è qui:
http://www.italiadeivalori.it/presentazione/PROGRAMMA.DOC
Per Alberto,
anch'io avrei votato il listone, ma se certi principi hanno importanza è giusto che vadano rispettati, e poi credo nella serietà e fedeltà di Di Pietro alla coalizione.
Tra l'altro quando Prodi fu scaricato dai DS, prima di essere eletto Commissario Europeo, trovò accoglienza politica proprio "nell'asinello" di Di Pietro e Occhetto.
Per tutti, scusate la lunghezza...:-)
x Salvatore:
su un dato non concordo, che (se ho capito bene) la legge non sia il riconoscimento di valori comuni condivisi in un dato momento o meglio periodo storico determinato.
Faccio un esempio: la derubricazione dell'oltraggio a pubblico ufficiale da reato punibile d'ufficio a reato punibile a querela di parte.
Un altro esempio: l'introduzione di reato contro la persona delle molestie sessuali, punibile a querela di parte unico esempio) non revocabile.
In diritto civile: l'introduzione dell'usucapione come mezzo di acquisizione della prorietà altrui, legato all'uso di chi gestisce un determinato terreno per un tempo determinato ed alla 'punizione'del proprietario terriero che si dinsiteressa della sua proprietà per lo stesso tempo detemrinato dalla legge.
Per il resto condovido la tua analisi e, sopratutto, la tua valutazione dell'on.le Antonio Di Pietro, del quale si tende a rimuovere (fa comodo farlo) che a suo tempo, al massimo della sua popolarità quale P.M. di 'Mani Pulite', non volle entrare in politica (avrebbe spopolato !) per difendersi dalle accuse che gli furono rovesciate addosso a valanga e che, già Ministro dei Lavori Pubblici, si dimise per l'ennesimo processo.
Tutti i processi si conclusero con l'assoluzione da ogni accusa, nella fase delle indagini preliminari e, mi pare, uno o due in quella dibattimentale.
C'è qualcun altro uomo politico che nelle stesse circostanze ha tenuto un comportamento solo lontanamente simile?
Preliminare per Carolina e per tutti. Temo di non essere stato chiaro sul tema "cultura del pubblico". Ripeto che poco mi interessa della laurea di questo o quello, ci mancherebbe altro. Ma l'approfondimento della riflessione politica sui problemi, la volontà di capire, è precondizione per qualunque azione politica efficace e sensata. Non per caso sta nella tradizione di tutte le forze della sinistra, sindacati, partiti, ecc. Credo che molti di noi abbiano capito molto ascoltando anziani magari con pochissima cultura accademica, ma che si erano applicati a "pensare" seriamente sulla propia esperienza di vita. Abbasso la superficialità e l'approssimazione.
Per KL: li chiamavo sistemi duali solo perché li ritengo tutti ugualmente nocivi, maggioritario perfetto e imperfetto, bipartitismo e bipolarismo a turno unico doppio e triplo. Non volevo correre il rischio di dimenticarmene qualcuno. Insisto, li ritengo nocivi perché, nei fatti, limitano la volontà e la possibilità di azione politica dei meno "ricchi / preparati / culturamente provveduti". E questo effetto credo che non piaccia neanche a te. OT: sono abbastanza vecchio (purtroppo) da aver partecipato alla attività politica nel '68 ed anni successivi. Il livello di partecipazione, di serietà e di consapevolezza che c'era nella vita politica degli anni '70, soprattutto nei partiti della sinsitra, oggi ce lo sogniamo.
L'osservazione di sopra mi serve anche per rispondere a Salvatore. Non vorrei rispondergli con una analisi sulla storia italiana dal '48 al '92, il cosiddetto "fattore k" ed altro che, a torto o a ragione, la ha condizionata.
Osservo però che le coalizioni "dopo il voto" erano precisamente ciò che permetteva anche a piccole forze di influire "proporzionalmente" sulla linea di governo (le cariche istituzionali e i posti di comando politici sono solo un aspetto della medaglia. La limitazione era invece nel fatto che le circostanze storiche (non il sistema elettorale!) impedissero l'alternanza. Vorrei però farti osservare due cose:
- il sistema stava evolvendo (anche se lentamente) verso il superare da solo i propri limiti: ad es. l'anno della morte di Moro si è andati ad un passo da un governo appoggiato e votato dal PCI; negli anni '80 sono compaesi i primi capi di governo non democristiani; ecc.
- sistemi proporzionali non hanno mai impedito alternanze di governo anche drastiche in tutti i paesi del Nord (vedi ad es. Finlandia, Olanda, ecc,).
Anche su IdV non sono stato abbastanza chiaro: sarei sinceramente interessato a conoscere le posizioni politiche che li caratterizzano su politica estera, economia ecc. Purtroppo temo che, semplicemente, non esistano, perché la loro risposta è: "basta essere onesti". E tu me lo confermi facendo riferimento al programma di coalizione, che dovrebbe essere la sintesi finale, non il punto di partenza di ciascuno.
Perdonami lo scherzo finale un po' irrispettoso sulla posizione di IdV sulla immigrazione: temo però che l'iperlegalitarismo porti Di P. a sottovalutare i problemi enormi dell'accoglienza e a vedere solo le infrazioni formali alla legge: se fosse così, mi causerebbe un attacco incontenibile di rabbia.
per KL ancora: ti ringrazio di aver espresso così bene ciò che intendevo dire circa il carattere evolutivo del diritto.
Un ultima osservazione agli iperlegalitari: io ricordo che, negli anni '60 e '70, gli scioperi con picchetto erano indubbiamente contro la lettera della legge. A vostro parere il movimento operaio perciò avrebbe dovuto rinunciare a questa arma di lotta?
Berinotti dice che ci vuole un ex-PCI al Quirinale: intendeva Bondi o la Majolo?
questo thread ogni tanto sembra "cara ti amo"... :-)
- siete tutti degli ignorantiiii...
- ho (per esempio) la laurea...
- non ho mai parlato di laureeeeeeeeeee...
- però dicevi dello studiare
- sei ignorante lo stesso perché non rifletti su tutta la tua vitaaaa...
- rifletto anche su tutta la mia vita solo che 'ste robe qui su mi fanno incazzare...
- ti fanno incazzare perché sei ignoranteeee...
- come tutti?
- come tuttiiiiiiiiiiiiiii!
Carolina
O.K. Paolo: nel'68 io ero già vecchio.
Chiarissima la tua posizione e del tutto rispettabile.
Carolina,con chi te la prendi ?
P.S.: complimenti per il 'curriculum' universitario.
L'ho quasi da sempre detto, sempre negli ultimi anni, che le donne sono più brave degli uomini.
Sono serio.
Quanto all'organigramma apprendiamo oggi da Bertinotti su Rai Tre, intervistato dalla Annunziata, che non l'anno fatto !
Cribbio !
Adesso non ho tempo di rispondere e di intervenire nuovamente sull'argomento perchè sto per uscire, magari lo faccio dopo...:-)
Intervengo solo per una precisazione a King Lear.
Io ho posto una differenza tra diritto, inteso come insieme di leggi che regolano una società, la legge, che invece è un insieme di norme che regolano un settore specifico, ed a questo aggiungerei la Giustizia.
Molte volte l'applicazione di una legge non necessariamente corrisponde al fare giustizia, perchè le leggi possono essere obsolete rispetto al momento in cui sono applicate, ed ingiuste rispetto alla causa che ha portato alla violazione della legge.
La società civile, secondo me, spesso e volentieri si evolve molto più velocemente rispetto al Diritto vigente, per cui spesso e volentieri la legge NON è "il riconoscimento di valori comuni condivisi".
Allo stesso modo un Diritto equo non deve necessariamente seguire gli umori della società.
Ad esempio, parti della società civile hanno invocato la pena di morte per gli assassini del piccolo Onofri, ma la legge non seguirà gli umori della gente, condannerà gli imputati avvalendosi della serie di norme esistenti, norme che si basano sull'idea che certi diritti (come il diritto alla vita) siano inalienabili.
So di non essermi spiegato bene, ma vado di fretta, magari approfondisco dopo....bye..:-)
È buona regola, Salvatore, non fare mai nulla quando si è di fretta.
Definizione del diritto da Wikipedia:
“Il diritto è l'insieme delle regole (p.es. contenute in leggi ordinarie) formulate secondo i caratteri della generalità, astrattezza e innovatività che disciplinano le relazioni di un gruppo organizzato di persone. La regola può dirsi generale se si rivolge a tutti i consociati (tale caratteristica è ormai una costante delle democrazie moderne: lontani sono i tempi delle leges in privos latae del diritto romano); è astratta se suscettibile di essere applicata ad una serie indefinita di fattispecie concrete; è innovativa qualora la sua posizione sia idonea a modificare l'ordinamento giuridico. La regola così descritta prende il nome tecnico di norma. Il diritto è quindi un ordinamento finalizzato alla regolazione dei rapporti sociali (emblematica la definizione kantiana del diritto come "L'insieme delle condizioni che consentono all'arbitrio del singolo di coesistere con l'arbitrio degli altri"). Quella sopra indicata è la definizione del termine 'diritto' in senso oggettivo (diritto come insieme di norme munite di sanzione).
Così inteso il diritto ricorre in una pluralità di organizzazioni: basti pensare ad esempio, all'ordinamento canonico o a quello di comunità spontanee infrastatuali (privi di sanzioni per l'osservanza delle norme).
Secondo un'altra definizione più marcatamente giuspositivista il diritto è il complesso delle regole in vigore in una società organizzata in forma di stato, emanate dagli organi che secondo la sua costituzione hanno il compito di approvare le leggi, e fatte osservare obbligatoriamente ai cittadini, sotto pena di sanzioni in caso di mancato rispetto (si parla in questo caso di diritto positivo). La statalità del diritto è riassunta dal brocardo "Ubi civitas, ibi ius" ove per "civitas" si intende lo Stato. Il diritto costituisce quindi un principio di coesione per la società civile aggregata in forma di Stato che, in sua assenza, rischierebbe di dissolversi in una guerra per la preminenza. Il conflitto è endemico nella società; la norma sana e normalizza il conflitto, riconducendolo nell'ambito dell'ordinato svolgersi dei rapporti sociali.
Per estensione si intende per Diritto anche la scienza che studia queste norme, in tutte le sue articolazioni.”
Mi spiace, non ho a portata di mano nulla, sono in vacanza, per cui mi son dovuto servire di Internet.
Una sola osservazione.
La fonte di produzione fondamentale del diritto è il Parlamento, l’individuazione dei suoi componenti è di natura elettiva.
Gli eletti sono rappresentanti del popolo, che conferisce loro il mandato per tutta la durata di una legislatura. La massima espressione della volontà popolare viene sintetizzata nei senatori e nei deputati, che sono quindi l’espressione di una società e ne interpretano il comune modo di sentire, radicato profondamente nel tessuto sociale, bada bene, non gli umori e malumori.
King Lear, non ce l'ho con nessuno.. però fra i tanti ragionamenti se ne potrebbero fare anche alcuni del tipo che i partiti di una coalizione che avrebbe pure scelto di caratterizzarsi come "Unione" non hanno solo l'aspetto dei seggi da considerare quando fanno i propri conteggi post elettorali, ma anche l'aspetto del concorso alla formazione delle politiche; poi perché non hanno detto prima delle elezioni anche la squadra? Secondo il mio umile avviso ciò avrebbe forse potuto portare un po' di voti in più al centrosinistra! Infine, la vicenda di cui al post mi ricordava un po' quelle del pentapartito in cui a quanto ne so i piccoli partiti ricattavano il governo. Non mi dilungo su tutto ciò che ci siam beccati fra errori, falsi problemi e proposte di fuffa per "uscire dalla prima repubblica" (che per me non è mai finita oltretutto). Basti ricordare il referendum sul sistema elettorale maggioritario in quali toni fu presentato... E io il mio personalissimo parallelo lo esprimo.
Per il resto, come i politici analizzano il risultato delle elezioni, come intendono perorare le proprie ragioni e come si rivolgano agli altri o che cosa pensino di loro sono cose che io sento da "popolana", quelle persone da gente che otterrà o meno voti in futuro, e ognuno pensi al proprio daffare se i politici non pensano a quello di tutti.
Carolina
O.K. Carolina, la mia era una domanda retorica.
Tutte le tue argomentazioni sono per me pregevoli, non da popolana.
Chi ottiene un 110 e lode alla laurea merita rispetto, innanzitutto.
La 'SQUADRA' non è stata fatta prima delle lezioni, perchè con quella miriade di partiti era difficile se non impossibile predeterminare la composizione del futuro Governo, tutt'altro che certo.
Ho letto di sondaggi dell'ultima settimana che davano i due poli alla pari al 49%, tenuti celati al capo della coalizione, e cioè il prof.Prodi: incomprensible il motivo di Fassino e Rutelli.
Scappo, su Rai tre c'è Marco Travaglio ospite della Dandini.
Vi relazionerò.
Bello... raccontaci!!! In effetti non so se coincido proprio con la popolana classica, tuttavia avrei deciso che quando si parla di politica, in presenza di politici o di altri esponenti della nostra classe dirigente, più o meno l'unica cosa sensata è quella di: strisciare maxime humiliter ai loro piedi, fare un'adeguata e possibilmente tragicomica pantomima dei maldipancia del popolo (a volte, o spesso, non proprio una pantomima), e condirla con qualche nozione sul fatto che nonostante o forse per via delle nostre parche nozioni della lacrimevole historia che ci tocca in quanto umani e animali politici, i pochi diritti che abbiamo li esercitiamo, tutti e senza remore.
Carolina
Un trionfo dell'ironia pungente ma elegante, a voce piana, senza andare mai sopra le righe, un tono pacato, una riposta pronta e brillante anche alle provocaiaoni più feroci di Dario Vergassola ed alle domande intriganti della Dandini.
Non ha deluso l'attesa una battuta al vetriolo su Andreotti, definito: "un giovane virgulto che si affaccio adesso sulla scena della politica", del quale rammenta sistematicamente la sentenza di proscioglimento dell'accusa di collusione con la mafia per PRESCRIZIONE del reato fino al 1980, il che significa che il reato è stato commesso ma non è più punibile !
Una parola sul centrocampista della Roma Tommasi, una vera rivelazione per me per intelligenza, pacatezza, risposta pronta e spiritosa, mai ironico, garbato e anche vagamente impacciato.
Era dal 2001 che Travaglio non compariva più in televisione ed ha scelto la trasmissione della Dandini per il rientro.
Devo anche dire che Enzo Biagi su Rai tre nel programma di Fazio ha spopolato.
Era la seconda volta di Enzo Biagi da Fazio, questa volta l'espressione del suo volto era limpida, non turbata e sofferente come la prima volta.
Va bene come relazione ?
P.S. x Carolina.
Io intendenvo ed intendo il sostantivo popolana nel senso di 'quisque de populo', cioè il cittadino comune come me e tanti altri frequentatori del blog, anche se acculturato.
grande Marco! Sul sostantivo popolana, sì, credo che quella che dici sarebbe la sua accezione principale. In ogni caso ci siam capiti: no rispetto no party (e no voti!!! :-))).
Sa, ci sono Maestà più capricciose di lei... :-)
Carolina
P.s. per la questione squadra. Forse è vero. Io l'avrei vista in modo leggermente diverso, anche sovrapponibile al tuo comunque: un altro motivo di non presentarla prima forse era che il successo di un'iniziativa del genere sarebbe stato massimo qualora anche la Cdl fosse stata a questa regola... ma dubito che fosse possibile!
In ogni caso, per me, quello di preannunciare i futuri titolari di incarichi rilevanti sarebbe un comportamento premiante, magari per future occasioni...
Per il sondaggio nascosto.. hum... davvero strano.
Biagi è un altro grandissimo!!!
Il mio compagno prima era qui a leggere il tuo "reportage" e ha detto: "Torna la democrazia!!!". Speriamo...
Carolina
Carolina, grazie per il 'reportage' che mi hai voluto attribuire.
Grazie anche al tuo compagno che trova il tempo e la bontà di leggere anche me.
Quanto all'argomento della squadra di Governo penso (solo una mia riflessione, bada) che ci abbiano provato senza raggiungere un accordo, per cui era d'obbligo il silenzio, che perdura anche oggi.
Sono d'accordo con lui: E' tornata la democrazia !
Bisogna farla durare e durerà.
Una chicca circa D'Alema. Travaglio ieri sera adombrava, con un un mezzo sorriso, il dubbio che abbia compiuto il nobile gesto quanto gli è stato detto che era fuori dai giochi.
Se è così è stato tratto in inganno anche Eugenio Scalfari, che lodava D'Alema nel fondo di ieri su Repubblica.
ooh.. è in ferie cosa che non capitava da mesi... checché si dica e in parte è vero di molti commercianti affezionati al nano...
lui non solo non lo è, ma si è dovuto fare un tale mazzo soprattutto negli ultimi anni che ... per festeggiare ritorno alla democrazia e ipotesi di rilancio un po' di tutto, a parte adesso che è un ponte, si è pure ridato i lunedi di festa che aveva avuto per circa 10 anni prima di dover a momenti rinunciare anche alle domeniche libere...
di solito in precedenza a parte le ferie estive... rarissimamente era a casa e proprio in momenti di "burnout" quindi quasi in malattia...
l'ultima volta fu a seguito di una settimana stressante in cui poi sul versante della vita pubblica ci fu il fatto di Lapo Elkann.
Non voleva più tornare a lavorare :-) con motivazioni che in Itaglia uno già si fa il mazzo, già non viene molto rispettato dalle classi dirigenti... già la vulgata uno come lui lo vorrebbe destrorso e ispirato al management "alto"... e costa fatica uscire da 'sto cliché e in più se poi il management "alto" il lavoro, e il fatto potenzialmente di essere un "modello", lo svolge in quel modo... lui avrebbe scioperato per sei anni di fila!!! :-)))
così... insomma... mi scuso per l'aneddotica pantomimica dei maldipancia del popolo... io sono sempre più "terrorizzata" dall'onnipresenza del "pacs-marito padrone"... :-) ma insomma.. adesso siam contenti proprio... poi Bertinotti e D'Alema facciano il cappero che vogliono.. :-)
inoltre, adesso il pacs-marito padrone :-) si sta incuriosendo di tutto, armeggia con libri, giornali, Internet... a parte che mezza giornata poi ce la passiamo amenamente fuori casa o anche fuori città.. tipo ieri alla Certosa di Pavia, oggi non so dove bighelloneremo...
Speriamo davvero in bene e che questo ottimismo sia ben riposto!!!
Molto belli e limpidi i tuoi ragionamenti!
Carolina
Eccomi qui, pronto a rispondere, questa volta con più calma...:)
Premetto che il tema mi piace, anche se mi rendo conto di avere una preparazione poco adatta per riuscire a formalizzare un'analisi seria sotto il profilo sia tecnico che giuridico.
Quindi il mio punto di vista e le mie analisi saranno da "popolano"...:-)
Per non perdere il filo e visto che i post sono andati parecchio avanti citerò porzioni di quello che avete scritto:
Parto da Paolo Zinna,
[Osservo però che le coalizioni "dopo il voto" erano precisamente ciò che permetteva anche a piccole forze di influire "proporzionalmente" sulla linea di governo]
Io non concordo con questo tuo punto di vista.
Come dicevo nell'altro post, da un punto di vista "teorico" un sistema proporzionale puro è in grado di rappresentare meglio la volontà dell'intera popolazione, ma da un punto di vista pratico questa "rappresentatività" si riduceva ad un mero e continuo ricatto per cui le due forze più rappresentative del paese erano: una ostaggio di partitini minuscoli e l'altra relegata giocoforza all'opposizione eterna.
Questa situazione, oltre ad essere nella sostanza poco "democratica", ha di fatto prodotto un immobilismo politico-istituzionale che ci ha portato lentamente al degrado politico-economico-sociale attuale.
C'è da dire inoltre, che il sistema italiano dovrebbe essere "parlamentare", è all'interno delle "camere" che la discussione politica e gli accordi incrociati dovrebbero portare alla "promulgazione di leggi", in realtà il sistema politico italiano è sempre stato "governativo" perchè è il governo a decidere quali provvedimenti legislativi promuovoere e mandare avanti, ed inoltre le eccezioni rappresentate da: "Decreti Legge" e "Decreti Legislativi" sono di fatto diventate la regole di funzionamento del sistema Italia.
Non concordo nel ritenere che il "fattore k" si stesse dissolvendo, tale è rimasto fino a che non è cambiata la legge elettorale, infatti concordo con Carolina nel ritenere che in realtà la Prima Repubblica non sia mai veramente morta, e se Berlusconi usa il comunismo ancora oggi come arma elettorale è evidente che su una buona parte di popolazione questa "paura" fa ancora leva.
Ma tornando ai sistemi elettorali, da questo punto di vista la legge "porcata" attuale, costringendo i partiti a coalizzarsi e a scendere a patti PRIMA della tornata elettorale per lo meno dovrebbe contenere almeno in parte la brutta prassi del "ricatto di maggioranza" con il quale siamo andati avanti per troppi anni.
Non sono all'altezza di stabilire quale sia il sistema elettorale migliore, ne tantomeno sono certo che un sistema proporzionale sia più rappresentativo.
Credo infatti che i due sistemi (proporzionale e maggioritario) vadano analizzati con ottiche diverse.
Il sistema proporzionale infatti punta sulla rappresentatività di "partito", mentre un sistema maggioritario punta sulla rappresentatività dell'individuo, per cui nel primo caso l'elettore dovrebbe chiedere conto dell'attività di "governo" all'organo politico, nel secondo caso avrebbe un referente diretto sul territorio al quale porre questioni, domande e problemi.
Non dimentichiamo che in fondo all'interno del parlamento conta molto anche il lavoro del singolo individuo.
Al di la di questo sono certo nel ritenere che la stabilità ed autorevolezza di un governo, anche a costo di perdere un pezzo di "proporzionalità rappresentativa" sia un fattore di democrazia, di maturità e di forza dal quale, tutti gli italiani, non possono assolutamente rinunciare.
[Anche su IdV non sono stato abbastanza chiaro: sarei sinceramente interessato a conoscere le posizioni politiche che li caratterizzano su politica estera, economia ecc. Purtroppo temo che, semplicemente, non esistano, perché la loro risposta è: "basta essere onesti". E tu me lo confermi facendo riferimento al programma di coalizione, che dovrebbe essere la sintesi finale, non il punto di partenza di ciascuno.]
Ti sbagli, il link che ti ho segnalato è relativo al programma di IDV e non al programma della coalizione.
Il programma di IDV è stato scritto prima del programma di governo, il quale in effetti è la sintesi, purtroppo in alcuni punti troppo generica, di quanto proposto da ogni singolo partito della coalizione.
Anche RC aveva il suo programma, per lo meno ne ha presentato uno alle "primarie" in cui è stato candidato Bertinotti.
In entrambi i casi la posizione sugli "immigrati" non è così "semplicistica" come ritieni tu...:-)
X KING LEAR,
Bellissima la tua risposta, anche se ripresa da Wikipedia, ammetto di non essere un esperto di diritto e di leggi, quel poco che so è legato a studi scolastici ormai abbastanza lontani nel tempo...:-)
Ma, pur non essendo all'altezza di dare una risposta, ci provo, anche rischiando di dire corbellerie...:-)
Io non dissento assolutamente con le tue definizione "teoriche" di diritto, ma credo che una cosa sia la teoria ed una cosa la sua applicazione nella realtà.
Parto ad esempio dalla tua frase finale:
[La fonte di produzione fondamentale del diritto è il Parlamento, l’individuazione dei suoi componenti è di natura elettiva.
Gli eletti sono rappresentanti del popolo, che conferisce loro il mandato per tutta la durata di una legislatura. La massima espressione della volontà popolare viene sintetizzata nei senatori e nei deputati, che sono quindi l’espressione di una società e ne interpretano il comune modo di sentire, radicato profondamente nel tessuto sociale, bada bene, non gli umori e malumori]
In teoria è così, in pratica credi sia così?
Riprendendo ad esempio i concetti di "rappresentatività" di Paolo Zinna, ad un'analisi spicciola dei neo eletti, qual'è il rapporto tra classi sociali povere (impiegati, operai, casalinghe, piccoli commercianti) rispetto alle classi sociali più ricche (avvocati, commercialisti, imprenditori, giudici, giornalisti)?
Credo che il rapporto sia decisamente impari e rovesciato rispetto alla società civile.
Quindi, non mi pare di errare se dico che il concetto costituzionale di "sovranità del popolo" venga nella realtà dei fatti, almeno in parte, a mancare.
Questo avviene per una serie di ragioni, molte delle quali "pratiche".
Da qui la mia osservazione tra la differenza che intercorre tra equità "teorica" del diritto, e reale equità (giustizia) del diritto "pratico".
Il parlamentare poi, quale "procacciatore di consensi", spesso contravviene alla volontà popolare per diventare promulgatore di leggi "populistiche", le quali non rappresentano il popolo nella sua maggioranza, ma molto più probabilmente semplicemente il popolo più "chiassoso" e spesso purtroppo anche "cafone".
Questo per fortuna non avviene sempre, ma comunque avviene.
Per concordare su questo punto di vista pensiamo ad esempio alla serie di leggi "discutibili" emanate dal presente parlamento, non ultima la legge elettorale che modificando la volontà popolare referendaria ha modificato il sistema elettorale da "maggioritario" a "proporzionale".
Quante volte la volontà popolare espressa dal popolo tramite referendum è stata tradita?
Gli esempi "referendari" sono i più palesi ma non sono gli unici.
Per questo e per altri motivi le leggi spesso e volentieri non sono affatto "espressione della volontà popolare in un dato momento storico".
Inoltre va aggiunto il "vuoto" giuridico che ogni legge porta giocoforza con se, vuoto giuridico che spesso e volentieri porta ad ingiustizie e che, a volte viene riparato dal legislatore, ma spesso e volentieri viene "completato" dal potere giuridico che con le sue sentenze crea un "ricorso storico" a cui altri legislatori si riallacciano.
Spesso quando il vuoto legislativo viene interpretato dai giudici può capitare che la legge non sia capace di fare "giustizia".
Un esempio? Le "attenuanti" date ad un violentatore in una recente sentenza perchè la ragazzina violentata aveva già avuto rapporti sessuali.....
x Salvatore: sull'argomento della violenza su minorenni ti ho riposto privatamente.
Per il resto rispetto le tue opinioni, anche se il processo di produzione delle leggi è ben più complesso di quanto si immagini.
x Salvatore: sull'argomento della violenza su minorenni ti ho riposto privatamente.
Per il resto rispetto le tue opinioni, anche se il processo di produzione delle leggi è ben più complesso di quanto si immagini.
Sono d'accordo con te, il processo di produzione delle leggi è molto molto complesso, ed io infatti ho premesso di parlare da "popolano", ma avrei apprezzato una contestazione più approfondita rispetto a quello che ho scritto perchè mi interessa la tua opinione rispetto agli spunti che ho esposto nel mio post...
Poi non replico più, promesso...:-)
Sergio Romano può giustamente criticare da spettatore e da cronista. Mi pare però eccessivo il giudizio. Tutti attendiamo con trepidazione i nomi del nuovo esecutivo e non solo i mercati finanziari. Ma vorrei sottolineare come sia sensato non aver preso nessuna decisione ex-ante elezioni poichè non era così scontata la vittoria (e infatti lo sapevano) e non è molto saggio spartirsi la torta prima del verdetto. Anche negli altri paesi passa del tempo prima che vengano presentati i nomi che andranno a ricoprire le cariche istituzionali. In Germania la merkel ci ha messo un bel po'. Non è facile e occorre qualche tempo. Capisco le osservazioni di Sergio Romano ma forse farebbe bene ad attendere qualche giorno prima di sputare sentenze. Abbiamo aspettato cinque anni e un giorno in più non può che essere utile per evitare nomine affrettate. Non si presentano agli elettori una squadra di governo, ma solo candidati al parlamento italiano... abbiamo dimenticato come funzionano le istituzioni ? Litigare per le poltrone ? Mi pare che si debba prima o poi scegliere e seppur sia il candidato alla presidenza del consiglio a indicare i nomi dei ministri per la Camera e il Senato non funziona così. Sono le stesse istituzioni che eleggono i propri presidenti ecco xkè occorre effettuare consultazioni e indicare un nome che possa sedersi su quelle poltrone. Poi onestamente Casini e PERA nel 2001 erano super partes ? finiamola.. non avevano deciso nulla nemmeno loro nel 2001. Aspettiamo prima di giudicare .. e giudichiamoli al momento opportuno altrimenti questo paese è fermo proprio per questo atteggiamento.
Gianni ok che forse Romano su certi aspetti la mena un po' troppo. Ok che (siccome, aggiungo io, la nostra classe politica adesso è "ipolegalitaria") il rispetto delle leggi e delle procedure costituzionali è d'obbligo e da parte della sinistra più che mai. Però, plus politici come il presentare la squadra prima potrebbero appunto essere dei plus. Inoltre in Germania c'era almeno un nome che si sapeva in anticipo ed era quello del consulente economico della Merkel, tale Kirchhof, e sembra che il fatto che conoscendo questo tizio ultraliberista e pensandolo possibile ministro delle finanze i tedeschi avessero ricominciato (oltre che per altri motivi) ad appoggiare maggiormente Schroeder. Romano poi comunque gli ex Presidenti delle Camere e un po' i costumi invalsi riguardo a quelle cariche li critica.
Carolina
x Salvatore: prima di tentare di risponderti in modo il più esuriente possiible, vorrei sapere se hai ricevuto la mia corrispodenza privata sulla tua mail.
Pienamente d'accordo con Gianni.
L'ex-ambasciatore Sergio Romano è un fine notista politico, che però mi pare commetta il peccato di voler essere sempre o quasi la voce fuori dal coro.
Si dà in questo modo l'impressione, non so quanto fondata, che essere fuori dal coro finisca col diventare l'essere sempre controcorrernte o, con una espressione emblematica, il 'bastian contrario' della situazione politica nazionale odierna.
Ma, come direbbe Di Pietro, qualche volta c'azzecca.
Grande King Lear. Devo dire che del discorso di Gianni la parte che mi emozionava di più era quella sulle elezioni tedesche che avevo seguite con una certa compartecipazione... Comunque per dirne una oggi con tutta la gente che c'era in manifestazione ho visto che poi fra risultato elettorale e sentimenti delle persone... non siamo poi così più fuffaroli di altri europei!!!
Carolina