Anche io ho apprezzato "L'ora di religione", però già "Buongiorno notte" non mi aveva convinto per nulla. Questo non so se andrò a vederlo (penso di no, al massimo mi procuro il dvd), ma una cosa è certa: il bravo Castellitto da un po' di tempo a questa parte s'è convinto di essere il centro del cinema italiano. Forse un bagno di umiltà gli farebbe bene...
Ank'io ieri l'ho visto..
Appena uscita ho detto:
"Nn so se ho capito tutto o nn ho capito 1 mazza.. ma mi sa la 2a"
Ero con 1 paio d'amike, 1 delle quali lavora in 1 galleria d'arte qua a Milano ed ha paragonato, a parer mio a ragion veduta, Bellokkio a quegli artisti i quadri dei quali nn si capisce nulla; tutti esaltano x' pensano vogliano dire, comunicare kissà cosa, invece poi nn dicono niente.
Riflettevamo insieme sul fatto ke come x le parole nn basta dire: mare.. cielo.. gabbiano.. libertà.. x fare 1 poesia,
in egual modo nn bastano delle belle immagini x fare 1 bel film.
In entrambi c vuole anke 1contenuto, 1 senso, 1 messaggio e se è così cifrato ke ness1 lo capisce forse, dico forse, il senso nn è molto kiaro manco allo stesso regista.. O forse nn c'è?
Mah.
Completamente in disaccordo.
Ma è questo il bello, no? ;)
x Giorgia, per una chiave di lettura di un film che non ho ancora visto, una recensione critica:
"Tutta questa storia è condotta con una visionarietà fiabesca, intrisa di una levità grottesca dai tocchi felliniani, che altro non è che la proiezione in soggettiva libera di un possibile film futuro. Tanto è vero che il finale lascia aperte tre soluzioni, ipotesi da mise en abyme godardiana molto pericolosa oggi in tempi di banali telefiction; anche se l'immagine di chiusura, del regista in treno, solo, che se ne torna «in continente», dovrebbe bastare a far capire che ogni spettatore può scegliersi la sua, di fine: quella trucida del padre che uccide lo sposo, quella fiabesca del regista che scappa con la principessa, o quella realista, flash di immagini filmiche in fieri.
Se il film fosse restato in questi due binari, tra il fiabesco lirico e decantato, un po' alla Anna Maria Ortese (anche se qui siamo in Sicilia e non a Napoli) e tra la parodia e l'ironia grottesca di un regista ormai fuori gioco, Bellocchio avrebbe scritto uno dei suoi film più belli e intelligenti. Purtroppo a questi due temi ne ha aggiunto un altro, carico di messaggio e di rabbia pochissimo sopita e molto vociferata, affidata a un regista amico/nemico Smamma (Gianni Cavina), che si finge morto in un incidente stradale perché il suo film, appena terminato, possa vincere l'ambito premio «David di Michelangelo», il che rigorosamente avviene. «Perché in Italia contano le pastette politiche di centro e di sinistra», blatera il morto redivivo, «perché in Italia comandano solo i morti». Leit-motiv, quest'ultimo, che ripete al regista anche il principe di Gravina"
Piero Gelli
Grazie King Lear... il lirismo è palpabile durante tutto il film d'accordo.. Xò l'accavallarsi d così tanti significati a parer mio complica troppo le cose..
Se rileggi 1 attimo la mia frase pronunciata appena uscita dal cinema capisci ke qsa certamente avevo colto del significato ma la maggior parte delle cose sfuggono... e se sfuggono nn riesci a goderti appieno neanke il lirismo...
Poi magari sono io ke son stupida eh, xò devo dire ke in genere li capisco i significati, stavolta mi sfuggon troppe ma proprio troppe cose.
E in questo modo nn rimane molto neanke del film.
Nn so se son stata abbastanza kiara.. Xdonatemi ma è 1 po' tardi... Buonanotte
Divertente, Giorgia: avresti dovuto, però, augurare il buongiorno.
Immagino che adesso stai dormendo !
Per quando ti sveglierai, tento di dirti qualcosa di mio.
Marco Bellocchio è un grande regista, complesso e complicato, che usa un linguaggio fortemente allegorico.
La trasposizione di una o più allegorie in campo cinematografico si deve avvalere della suggestione delle immagini, dell’atmosfera, del colore scelto anche dal regista, delle sceneggiature…
In questi casi il miglior modo di vedere un film del genere è quello di liberare la mente e di cogliere le emozioni che provengono da tutti gli elementi che ho elencato sommariamente.
Cogliere una logica non è facile, sono affreschi, bozzetti, lampi di illuminazione.
Quando si esce dalla visione di questo ed altri film del genere non ci si deve chiedere se ho capito, che cosa ho capito, meno che mai se ho capito tutto, ma che cosa ho sentito, quali emozioni ho provato, quale godimento estetico provocato dall’insieme di immagini, colori, suoni parole ho sentito.
La visione di un film come di un concerto, di qualsiasi tipo di musica, è a mio giudizio la sublimazione della solitudine nella massa degli spettatori, è una visione ed un ascolto comunque solitari, che solo dopo diventa accomunante, quando se ne discute nel gruppo o in famiglia o con le persone amiche.
Non ti sembra un buon metodo ?
Assolutamente mi sembra 1 buon metodo xò qua io e te c si "scontra" su 1 cosa:
cosa cerkiamo in 1 film.
Onestamente io nn cerco sempre la stessa cosa, a seconda del momento, dell'umore della giornata, del mood del periodo cerco qsa d diverso, o capita anke ke nn cerki nulla e lasci arrivare ciò ke arriva senza troppi preconcetti (ness1 è impossibile) come è capitato l'altra sera con questo film.
Xò qua viene fuori quella parte d me ke nn riesce + ad accontentarsi d1mero godimento estetico bensì anela a qsina in +.
Il godimento estetico me lo dà già ogni giorno il mondo ke mi circonda e ke amo cogliere e preferisco questo originale a quello sicuramente + costruito del cinema.
Al cinema personalmente kiedo qsa d+simile a "vai e vivrai" o anke il+recente "il suo nome è Tsotzi".. Insomma son gusti personali ma al cinema kiedo + 1 esperienza d SENSO ke 1 esperienza d SENSI (ed ovviamente l'1 nn esclude l'altra ma anzi la integra).
1 bacione
PS. x l'orario i miei son via e io mi sto dando alla pazza gioia ;o)
Bene Giorgia, ho capito.
Anche tu hai capito, che fra di noi intercorre più di una generazione.
Purtroppo.
Generazioni.. Nn mi dire ke t senti vekkio eh!
Ma come? Proust nn t'ha insegnato nulla? E' lo scorrere del tempo interiore ciò ke conta.. ;o)
King Lear centra perfettamente la questione.
Bellocchio è uno dei pochi registi, forse l'unico, che non ha ceduto all'imperante estetica televisiva del cinema italiano del giorno d'oggi.
Ho visto il film e l'unica cosa che mi è piaciuta è Cefalù..............
Antonella, almeno è servito come suggerimento per le vacanze....
il film è bellissimo, per me. e che un film debba per forza "parlare di qualcosa", avere un argomento sul quale discutere,è un po' riduttivo nei confronti dell'arte cinematografica. a me le "mise en scene" è piaciuta molto, le visioni oniriche accavallate attorno all'ottimo castellitto sono di ottima fattura. nessun paragone tra questo bellocchio (ora di religione, buongiorno notte e questo) e il didascalismo di giordana, con la sua morale esopea alla fine di ogni storiella, vera o inventata, raccontata con furbizia.
Se il cinema italiano è quello che è, lo dobbiamo anche alla pigrizia dei suoi spettatori e alla loro attesa diuturna di un film che "parli di qualcosa". Che poi il film possa piacere o meno, quello è ovvio. Ma il lavoro di ricerca e ricamo di Bellocchio merita più rispetto.
Se volete vedere film con la trama carina vi consiglio di accendere la tv e vedere qualche soap opera. Il cinema è un'altra cosa. Ritengo che questo sia uno dei + bei film di Bellocchio, onirico e visionario al punto giusto. Del resto in Italia le belle cose vengono quasi mai apprezzate...e comunque se questo è un film dove non si capisce nulla date un occhiata a qualche film di Lynch (eraserhead, strade perdute) e forse
vi ricrederete.
saluti.