Autostrade, toccata e fuga
di Nicola Cacace
La tempistica e le caratteristiche dell'operazione tra Autostrade e la spagnola Abertis somigliano più ad una vendita che ad una fusione. Tutto si può fare nell'Europa della concorrenza con la chiarezza necessaria fronteggiando le conseguenze. La soc. Autostrade, Monopolio naturale, non opera in regime di concorrenza ma di concessione pubblica, stipulata il 4/8/1997 col ministro dei trasporti Paolo Costa con allegato Piano di investimenti, perciò non può agire, nell'interregno tra due governi e senza un progetto trasparente (fusione paritaria che tale non appare) come se vendesse giocattoli!
Tanto più che la soc. concessionaria appare largamente inadempiente secondo il collegio sindacale dell'Anas, la società controllante, «al 2005, per circa 6 miliardi di investimenti non fatti», sui quasi 9 concordati. Ma l'Anas, presieduta da Vincenzo Pozzi, ex dirigente di Autostrade non ha ad oggi contestato ad Autostrade le inadempienze accertate dai suoi sindaci né penalizzato in alcun modo la concessionaria. Perciò gli interrogativi senza risposta della società «più beneficiata d'Europa e d'Italia» - possiede il record europeo degli aumenti azionari, +300% - sono molti.
Il primo: perché il baricentro della nuova società - sede centrale a Barcellona, consiglio d'amministrazione con 12 membri spagnoli e 11 italiani, comitato esecutivo con 5 spagnoli e 4 italiani, amministratore delegato spagnolo, etc. - tra due entità di cui l'italiana è di gran lunga la maggiore, per ricavi, utili e dimensione di rete, viene collocato in Spagna?
La spiegazione fornita del «regime fiscale più efficiente» è ridicola e anche un po' offensiva per lo Studio Vitali ed associati, ex Studio del prof. Tremonti, Studio oggi consulente fiscale di Autostrade. Anche perché non è ancora definito: «Dove pagherà le tasse il nuovo gruppo? In Spagna?». Quì non si tratta di nazionalismo, ma di rispetto degli impegni sanciti dalla concessione oltre che dei diritti dei milioni di cittadini-contribuenti-utilizzatori-lavoratori della rete che sinora hanno pagato due volte, con l'aumento dei pedaggi malgrado l'aumento del traffico e con le cattive condizioni della rete.
Un secondo interrogativo verte sulla logica imprenditoriale: perché i Benetton rinunciano alla proprietà di una gallina dalle uova d'oro quando dopo la fusione (considerando che gli spagnoli sono già presenti nella holding dei Benetton col 13,3%) saranno presenti in Auto-Abertis col 22% contro il 30% e più dei soci spagnoli? In sei anni la famiglia Benetton ha moltiplicato da 3 a 4 volte il capitale iniziale. La soc. Autostrade dal 1999 al 2005, con ricavi aumentati del 45% ha triplicato gli utili con pochi investimenti, meno di quelli per cui si era impegnata. Le inadempienze di Autostrade, sempre coperte dal governo Berlusconi, sono molte, denunciate da più parti, dal Collegio sindacale della società (supposta) controllante Anas alla Corte dei Conti e vanno dal sistema di calcolo degli aumenti tariffari, che considerano gli investimenti programmati e non quelli reali (i capitalisti, come sempre, sono trattati meglio degli operai), che utilizzano la sinistrosità della rete a favore e non contro gli aumenti tariffari, che non considera gli aumenti del traffico a riduzione dei pedaggi. Questi ultimi invece sono aumentati continuamente quasi come l'inflazione. Ed i dirigenti di Autostrade hanno avuto il «coraggio» di lamentarsi più volte «che i pedaggi sono aumentati meno dell'inflazione» e «che l'inflazione considerata non è quella reale ma quella programmata». Poiché le inadempienze di Autostrade erano state già denunciate da Prodi, Bersani, Letta, molti sospettano che i Benetton abbiano deciso di cedere la gallina dalle uova d'oro, profittando anche, con discutibile stile, dell'interregno tra i governi Berlusconi e Prodi. Per concludere, privatizzare senza liberalizzare significa fregare i cittadini e lo Stato a vantaggio di pochi. Nel caso di privatizzazione di Monopoli naturali o quasi Monopoli (Eni, Enel, etc.) procedere nell'interesse degli Shareholder (azionisti) senza tutelare anche gli interessi degli Stakeholder (lavoratori, consumatori, territorio, ambiente) è operazione sbagliata economicamente e socialmente, quasi sempre in perdita per la collettività, per il paese e per lo Stato.
Il problema è che, da noi, le concessioni di servizio pubblico vengono elargite senza concorrenza e x durate eccessive. Tutte, ovviamente, su input politico.
Quando si dice che ci vuole maggiore concorrenza e liberismo si vuole dire che questi veri e propri monopoli devono finire.
Il capitalismo italiano è di sua natura un capitalismo assistito dallo stato e spesso soccorso dal sindacato; il tutto in un regime di assoluta mancanza di concorrenza.
E questo da fatti minimi (tipo le licenze dei taxi) alle grandi società monopolistiche acquistate da "privati" con in soldi delle stesse e con aiuti politici.
Io non penso che il welfare (pensioni, sanità pubblica, suola) sia incompatibile con un sistema liberale di vera concorrenza.
Argomento su cui meditare davvero (senza fare la solita lagna sul liberismo selvaggio).
questo è il bello del capitalismo: quando il nuovo governo farà una nuova legge sulle televisioni, magari riducendo da 3 a 1 la possibilità di proprietà dei canali, silvio avrà già vebduto le sue a qualche bel magnate americano o comunque straniero, spregiudicato, aprendo il mercato della comunicazione a veri venditori di falsità e ignoranza. w il mercato!!!!
Quanto è stato il dividendo straordinario che Benetton si è concesso prima dell'attuazione della fusione? 3 euro e 75 per azione (che vale 24 euro, quindi praticamente un 15% di denaro tolto alla società?)
Praticamente Benetton si è venduto Autostrade per quei soldi, pochi maledetti e subito.
aprendo il mercato della comunicazione a veri venditori di falsità e ignoranza. w il mercato!!!!
Perchè esistono dispensatori di verità e cultura?
E quali?
Sarei davvero interessato a saperlo.
Cosa proponi: chiudere la televisione?
Abolire la radio?
Proibire la vendita dei walkie-talkie?
non e' questione di "chi" dispensa "verita' e cultura" ma chi e' ammesso al diritto di parola e chi no.
i padroni si', gli autorganizzati no.
copio e incollo a futura memoria di quale sia il regime ora, qui.
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05/12/2002 comunicato stampa
Ieri, quattro dicembre del duemilaedue un nucleo di carabinieri, su mandato del Ministero della Comunicazione ha chiuso Telefabbrica, una telestreet nata a Termini Imerese per sostenere la lotta degli operai della Fiat
minacciati di licenziamento. Telefabbrica trasmetteva da sabato sera in un
raggio di centocinquanta metri.
Il Ministero della Comunicazione ha dato ordine di chiuderla.
Centocinquanta metri. Più o meno è come impedire a due sorrdomuti di farsi dei gesti di saluto dai due lati della strada. Il messaggio che arriva dal
governo appare chiaro. Nessuno ha più il diritto di comunicare, solo Lui (e i suoi inservienti). Telefabbrica non aveva la concessione governativa che autorizza a trasmettere, violava dunque l'articolo 195 del Codice Postale e la Legge Mammì.
Anche Rete4 non dispone della concessione, e il suo raggio di azione non è di centocinquanta metri. Ma Rete4 può trasmettere, il Ministero della Comunicazione non la chiude.
Telestreet è nata per diffondere la coscienza che è possibile rompere il monopolio della comunicazione prendendosi semplicemente la responsabilità di comunicare, con tutti gli strumenti, anche quello televisivo. E'
possibile farlo, costa poco, e mette in moto energie creative e politiche.
Telestreet è nata per portare democrazia nella comunicazione, proprio ciò che in questo paese si cerca di distruggere.
Perciò Telestreet chiama tutte le persone sensibili a provare lo stesso disprezzo che noi proviamo per questa comica repressione che impedisce alla gente di trasmettere parole ed immagini nel raggio di centocinquanta metri.
Per parte sua Telestreet insiste nel rivendicare il diritto alla comunicazione e dichiara che continuerà con tutti i mezzi a riaffermare
questo diritto sancito dall'art. 21 della Costituzione.
Orfeotv/Telestreet
Guarda, Tonii, che certe manie proibizioniste venivano anche da sinistra..d'accordo con te che Telestreet è stata trattata in modo difforme da rete 4, ma te le ricordi le prime tv private chiuse dalla finanza tra gli applausi della dc e della sinistra?
Quello che voglio dire, però, è che l'intelligenza e la verità non si possono imporre x legge; l'importante è che la possibilità di parlare (anche di dire cazzate) sia la + larga possibile x tutti.
Che si tratti di una crisi di liquidità della Benetton ?
:-C
Vorrei che questo argomento ritornasse in prima pagina.
E' di oggi la notizia che il CdA di AUTOSTRADE ha licenziato per 'giusta causa' l'AD Vito Gamberale, per essersi opposto alla fusione con la spagnola ABERTIS, mentre un consigliere di amministrazione si è dimesso.
L'operazione di fusione, in cui un gigante (AUTOSTRADE) viene assorbito da un nano (ABERTIS) è poco chiara e poco trasparente.
A Ballarò un professore di economia della Cattolica di Milano ha chiarito che la vendita è una spregiudicata ma legittima operazione finanziaria perchè la 'gallina dalle uova d'oro' AUTOSTRADE per la famiglia BENETTON con il cambio di governo ormai prossimo da cdx a csx perderà in modo netto tale sua singolare ed appetitosa caratteristica.
La famiglia BENETTON è solo concessionaria dello Stato, che resta proprietario degli oltre 3.000 km. di autostrade con pagamento del pedaggio, di cui alla concessione ai Benetton.
Il contratto di concessione - generosissimo - impegnava il concessionario a fare 2.5 miliardi di euro di ammordernamento e manutenzione, a fronte dei quali ne sono stati fatti solo 1 miliardo di euro, senza che nessuno sia intervenuto, intendo il Governo dimissionario, il quale non ha nemmeno provveduto a creare una Authority di controllo, capace di intervenire, imporre, vietare e sanzionare.
E' dubbio che una concessione (quella dello Stato ad AUTOSTRADE)possa essere ceduta a terzi (ABERTIS).
L'operazione finanziaria è legittima, ma perchè dobbiamo svendere un altro pezzo di Stato a terzi senza contropartita ?
Si tenga conto per per far dimagrire il valore di AUTOSTRADE e farlo livellare quasi alla pari a quello di ABERTIS si è già provveduto alla distribuzione di un dividendo straordinario agli azionisti.
Berja, dove sei ?
Alberto (è un omonimo, anzi il proprietario del blog, Berja, non temere) e tu ?
:-|
Credo sia ora di cominciare ad usare le maniere forti.
Visto che tutti i nostri rappresentanti e altro, ci stanno rubando anche le mutande. Vedi autostrde ma anche le vecchi privatizzazioni che dovevano fare il nostro bene (noi che LAVORIAMO e PAGHIAMO) sono solo state un guadagno di grossi finanzieri, politici, faccendieri, mafiosi ecc.
Ma chi ci comanda, è paradossale come poi, gli stessi che ci derubano di milioni di euro vadano in televione a raccontarcelo e a farci vedere la barca nuova.
Grazie (forse è ora di impugniare le armi per difenderci dai ladri. La legge lo permette.).