Vestivamo alla marinara
di Marco Travaglio
Ora che Marini è passato al Senato, resta da capire quante cadreghe occorrono per insegnare ai clementi tiratori a chiamarlo Franco. Ora che Berty è passato alla Camera, resta da capire quanto impiegheranno i massimi tiratori per rassegnarsi all'idea che Fausto è sinonimo di letizia e che Romano deve restare a Roma almeno un mese, fino alla battaglia del Quirinale. Probabilmente gli elettori dell'Unione (la metà degl'italiani più 24.755) avevano sperato di godere di più, ma non si può avere tutto dalla vita. Inizia l'èra del "menopeggismo". E poi, via, dopo settimane di allenamento Bellachioma ha pronunciato la parola "dimissioni", e chissà quanto gli è costato. E poi Porompompera e Piercasinando non presiederanno più nulla, cioè se stessi. E poi Andreotti ha gettato la maschera (mancava solo qualche voto per Francesco Marino Mannoia): c'è pure il caso che perda qualche fan nell'Unione. E poi la corsa alle due Camere è stata molto più facile della prossima scalata al Colle. A questo proposito, D'Alema dovrebbe far causa a chi ha lanciato la sua candidatura: sponsor come Lanfranco Pace, Oreste Scalzone, Giuliano Ferrara, Piero Ostellino, Giano Accame e Carlo Rossella non sono proprio il massimo della vita.
Certo, quel viavai di imputati di mafia in Senato, da Andreotti a Dell'Utri, da Mannino a Cuffaro, proprio mentre la parola "pizzino" faceva il suo ingresso trionfale in Parlamento, era uno spettacolo niente male. Avvincente come Bruno Vespa avvistato in piazza del Pantheon che inseguiva trafelato Marini all'ora del pranzo, attratto come una calamita dal nuovo potente e ansioso di carpirgli menu da rivelare in esclusiva nel suo prossimo libro. Come Schifani che nel cuore della notte insegna "la sacralità delle regole"a Scalfaro.Come il ragionier Pera in lacrime dinanzi alla dipartita della poltrona. O come la triste fine di Tremonti, ministro fortunatamente uscente, ridotto a mendicare uno strapuntino da capogruppo e trombato da un Vito qualunque ("me l'avevano promesso", piagnucola inconsolabile minacciando la fuga nel gruppo misto come un Udeur qualsiasi).
Quadretti da fine impero, come quello di Silviolo Augustolo - da molti scambiato per il "padre del bipolarismo" e il "fondatore della Seconda Repubblica" - costretto a riesumare il simbolo peggiore della Prima per mancanza di uno straccio di candidato.
E, al seguito, gli ex nemici della Prima Repubblica come la Lega e An ridotti a votare Andreotti perché il boss voleva così. Alla fine tutti i tasselli sono andati a posto: l'ex muratorino di Gelli alleato con l'ex confratello di Bontate e Badalamenti,all'insegna del nuovo che avanza o del vecchio che è avanzato. Sfogliando i giornali di ieri, per trovare un titolo su Bellachioma, bisognava andare a pagina 12 o 13, il che non accadeva dal 1993. Sotto la sua ultima foto dal balcone, insieme alle consuete molestie alle neoelette in Forza Italia ("Qui vige lo jus primae noctis, noi le donne le preferiamo di facili costumi…"), erano annotate le sue penose profferte all'Unione perché gli lasci tenere almeno un gomito sul tavolo: "Se il centrosinistra rinuncia a Prodi, siamo disposti a votare il nuovo governo, anche guidato da un altro esponente del centrosinistra. L'importante è che Prodi non si insedi al posto mio". Poveretto, come s'offre.
"Non possiamo -dice- esporre il Paese a queste figuracce indegne". Peggio delle sue, sarà difficile. "Comunque l'Unione al Senato non ha la maggioranza e dipende dai senatori a vita". Esattamente come il Polo che nel '94 elesse Scognamiglio per un voto, e solo dopo aver comprato un paio di senatori dell'opposizione. Il pover' uomo ricorda il protagonista di "Polvere di stelle" con Alberto Sordi, il vecchio guitto bollito che tenta di strappare l'ultimo applauso replicando le gag dei bei tempi.
Ormai lo prende per i fondelli persino un Pomicino che, sentendosi chiamare "vecchio leone", lo fulmina: "Guarda presidente che son più giovane di te".Nell'ora del menopeggismo,anche queste sono soddisfazioni.
A leggere Travaglio vengono in mente immagini di distruzione e rovine come dopo l'olocausto nucleare in Giappone.
Speriamo che le scorie radioattive della prima e della ormai (forse) ex-seconda repubblica degradino in breve tempo e non nell'ordine di secoli.
(@@)
ho capito: avete esaurito gli elogi per Marco Travaglio.
>:->
lear, da quale dei ritratti di travglio ti senti offeso?
da nessuno, e dubito che si possano fare ritratti diversi di Marco Travaglio.
Egli è coerente con sè stesso, non indulge al potere nè lo adula, anzi non risparmia le sue critiche, il suo sarcasmo che solo talvolta si ferma all'ironia, al potere in qualunque modo si manifesta, di destra e di sinistra.
Ho tutti i suoi libri, da solo ed in simbiosi con Peter Gomez (un napoletano con un piemontese, un forte accostamento, per significare che la serietà non conosce barriere regionali).
Basta come risposta ?
Invece, mi offende che nessuno abbia reagito al disegno di uno scenario apocalittico, che a me ha fatto venire in mente le scene di Hiroshima e Nagagasaki dopo l'olocausto nucleare, mentre per questioni decisamente più leggere spendete fiumi di parole e di post.
Si indentifichi pure l'olocausto nucleare con la gestione Berlusconi.
:-I