Ferrante: «A Milano si può vincere»
di Oreste Pivetta
Il candidato sindaco invita il centrosinistra a un impegno forte in vista del voto di fine maggio, per una svolta, contro Berlusconi che vuole prendersi la rivincita. Letizia Moratti? È l’incarnazione della continuità con Albertini, stesso partito, stessi personaggi, stesse facce...
Arriva Berlusconi a Milano e subito dice che le elezioni di fine maggio saranno una rivincita: «Queste elezioni vanno oltre il futuro della nostra città, perchè si proiettano su scala nazionale in un momento un cui il paese risulta diviso». Il presidente del consiglio appena deposto fa i conti e si capisce che è pronto a gettare sul piatto i voti delle comunali e usarli...
Che ne pensa Bruno Ferrante, candidato per il centro sinistra?
«Credo che non vi siano incertezze circa il valore nazionale del voto milanese. Milano rappresenta comunque, oltre gli equilibri politici, una questione nazionale».
Lo ricorda per sottolineare distanza dei leader del centrosinistra, impegnati a sistemare parlamento, governo, presidenza?
«Ma no, sono certo che assolti certi compiti fondamentali, verranno a Milano e per far sentire la loro voce. La voce di una maggioranza politica che esprime il governo».
E Berlusconi capolista a Milano?
«La candidatura è una operazione di facciata. Si vede che Berlusconi non si fida della sua ex ministra. Non solo: la candidatura dice anche quanta importanza abbia per lui Milano. Non è questione d’affetto. Poi non si farà vedere in consiglio comunale, come è capitato altre due volte. Intanto si impegna».
I sondaggi la danno più o meno alla pari. Si può credere alla vittoria del centrosinistra?
«Credo nella vittoria, a prescindere dai sondaggi che sono utili, indicativi di una tendenza, ma non sono la verità. Credo nel successo del centrosinistra perchè vedo i problemi di questa città e sto in mezzo alla gente. E non è la prima volta in cui incontro i problemi e la gente».
Certo una lunga vita da prefetto le è servita. Dubito che Letizia Moratti conosca la città quanto lei. Ancora ieri raccontava di rappresentare la «svolta», per Milano. La Moratti “svoltista” dopo dieci anni di Albertini?
«Sì, questo è un argomento che la mia avversaria usa spesso. Peccato che sia invece la perfetta incarnazione della continuità: stesso partito, stessa coalizione, stessi personaggi, stessi candidati. Stessa musica, insomma».
Per ora, a proposito di musica, si sono sentiti soprattutto fischi. Mentre mi paiono in ombra questioni, soluzioni, programmi.
«Sì, facciamola finita con i fischi e con le polemiche. Sarebbe il momento di ragionare sui problemi e sulle nostre proposte. Facendo in modo che i candidati confrontino i loro progetti con i cittadini, magari là, in quei quartieri, dove più forti si manifestano i disagi. Però una parola ancora vorrei dirla, dopo il 25 Aprile e il Primo Maggio. Resto della mia idea, non la cambio di una virgola: chi partecipa deve condividere certi valori e certi ideali, che non si possono usare a proprio comodo. I valori e gli ideali non si possono piegare alla logica dell’opportunismo e della convenienza politica. Mi pare che la mia avversaria abbia molto strumentalizzato gli eventi. Non si può sfilare il 25 Aprile e il giorno dopo stringere accordi con Fiamma Tricolore».
Andare a spasso con il padre deportato a Dachau e con quelli che fanno finta di non sapere di Auschwitz...
«Mi hanno criticato anche perchè ho parlato di “padroni”. Vorrei rispondere che ovviamente non mi riferivo a un determinato ceto sociale. Un atteggiamento padronale lo si può mostrare a prescindere... padroni o no. Ecco: sostengo che molti nel nostro paese governano o amministrano con un atteggiamento padronale... Lo sostengo e ovviamente penso alla mia avversaria...».
Con il bel precedente di Albertini, che non ha mai nascosto la sua insofferenza per il consiglio comunale, le assemblee, i dibattiti.
«Sono maniere di fare che non rientrano nella mia cultura».
Facciamo punto, allora.
«Torniamo a parlare di programmi, sapendo tuttavia che Milano è un appuntamento politico importante e se il centrosinistra saprà vincere darà un segnale che conterà anche fuori da Milano, anche nei confronti di Berlusconi, che sembra non voglia mai arrendersi. Ma i leader nazionali del centro sinistra, a cominciare da Romano Prodi, lo sanno bene. Lo sanno bene non solo perchè il voto di Milano può dire qualcosa in merito alla coesione e alla compattezza del centrosinistra, ma anche perchè il futuro governo dovrà dire qualcosa a proposito di Milano, a proposito cioè di iniziative che aiutino concretamente lo sviluppo della città».
Credo che sia interesse dei milanesi sapere quanto il nuovo governo abbia intenzione di investire su Milano, che sta vivendo le sue belle difficoltà...
«Milano è una città che cammina a due velocità. È la città di una imprenditoria coraggiosa, vivace, dinamica e di ceti crescenti che affrontano la vita sotto l’incubo della povertà. Ci sono infrastrutture di grande successo, come la nuova fiera, ma in un contesto del tutto inadeguato. Penso a quanto è accaduto in occasione del Salone del mobile: tutto molto bello, ma alla fiera era quasi impossibile arrivarci senza sottoporsi a penosi pellegrinaggi tra ingorghi del traffico e metropolitane a rilento... Gli alberghi bisognava cercarseli a Bergamo o a Brescia. Il sistema Milano deve recuperare velocità, per riavviarsi lungo la strada dello sviluppo economico. Lo sviluppo di Milano serve a tutto il paese. Per questo la città ha bisogno di coesione sociale e di una migliore qualità della vita, ragioni che richiamano investimenti e risorse, che ridanno comunque un ruolo nazionale e europeo alla città».
Lo si è visto anche per la Fiera: uno degli handicap principali è diventata la viabilità. Che cosa farebbe il nuovo sindaco Ferrante?
«Bisogna fare in modo che il trasporto pubblico diventi competitivo, si devono aiutare gli utenti di Milano a lasciare la macchina a vantaggio dei tram e delle metropolitane. Bisogna moltiplicare i mezzi di trasporto pubblico, bisogna che i mezzi pubblici viaggino lungo corsie preferenziali, bisogna realizzare altri chilometri di metropolitane e per questo è necessario il contributo del governo. I parcheggi si dovranno fare, ma per i residenti, rispettando verde pubblico e aree archeologiche. Quelli a rotazione servono in periferia, vicino alle stazioni della metropolitana. E a tariffe vantaggiose, che però non devono rappresentare un balzello insostenibile per chi lascia l’auto. Poi si possono pensare altri provvedimenti, come ad esempio l’ingresso a pagamento. Ma come Londra insegna, solo dopo aver messo in campo tutte le altre azioni. Altrimenti si fa solo cassa, senza risolvere il problema e premiando chi può pagare. Senza ottenere risultati tangibili per la qualità del vivere a Milano...».
L’obiettivo sarebbe rendere meno congestionata l’area milanese. Che dire del senatore Formigoni che ha voluto il secondo grattacielo della Regione in una delle zone più congestionate di Milano?
«Si sarebbe potuto scegliere un sito più adatto, anche per dimostrare che la Regione non è Milano, è la Lombardia».
Convinca i leader del centrosinistra della plausibilità delle sue speranze di successo...
«Dico ragionevolmente che il confronto è apertissimo. Il centrosinistra può vincere se dimostra grande coesione nelle sue componenti, se riesce a rivolgersi all’elettorato moderato deluso dal centrodestra. La mia lista civica, aperta a tante voci della società civile, è nata per questo. Dopo dieci anni di Albertini, la svolta siamo noi, la Moratti è solo la continuità, stanca per giunta...».
Pieno e entusiastico appoggio a Ferrante,ogni suo passo è stato fatto nella direzione giusta.
A tutti i costi dobbiamo farcela ad eleggerlo, attiviamoci tutti!
Ebbravo Ferrante!
Personalmente mariuccia mi sono attivata già da 1 pezzo con Davide Corritore!
Stasera anke se malata e postesame (andato benone ehehe) nn mi perdo l'incontro alla Cooperativa Mam x nulla al mondo!Tu c 6?
Accorrete numerosi!
Insisto cosa dicono i candidati del csx sulle aree dismesse o in dismissione?
Ricopio una richiesta già inoltrata finora inevasa.
Cosa si vuole fare per l'area ex fiera? Si intende, una volta eletti, procedere col progetto approvato che farebbe scempio della zona?
Ritengo sarebbe più utile pagare una salata penale che tenersi un obbrobio per la vitacon quel che ne consegue per la qualità della vita. E gli altri progetti che fine faranno?
Mi sembra si stia troppo sul vago: non basta essere più presentabili della Brichetto, bisogna anche avere un progetto davvero alternativo di città e la forza di portarlo avanti. Dario Fo questa forza di contrapporsi ai poteri forti ce l'ha, Ferrante e Corritore?
meglio chiedere: quanti soldi ci sono per recuperare le aree dismesse ?
O:-)