Napolitano candidato D'Alema «d'accordo»
Vertice tra i poli, la Cdl propone una rosa senza Ds Fassino: no ai veti. Ma poi l'Unione cambia nome
di Monica Guerzoni
Il colpo di scena arriva alle dieci della sera di una vigilia frenetica, un rincorrersi di summit diurni e notturni tra Arcore, Palazzo Chigi e Piazza Santi Apostoli. Il candidato ufficiale dell'Unione per la presidenza della Repubblica non è Massimo D'Alema ma Giorgio Napolitano, diessino, ultimo senatore a vita nominato da Ciampi, classe 1925. Una scelta, come recita la nota dell'ufficio stampa di Romano Prodi, maturata «d'intesa» con il presidente della Quercia, «raccogliendo la disponibilità» espressa dalla Cdl di far convergere i voti «su una personalità del centrosinistra e di forte profilo istituzionale». Sondato al telefono prima dai vertici della Quercia e poi da Romano Prodi, Napolitano ha «dato loro risposta positiva nell'interesse di uno sbocco costruttivo. Mi ha chiamato anche Massimo D'Alema, ma preferirei non entrare nei dettagli...» risponde a caldo l'ex presidente della Camera.
Lui, D'Alema, se ne stava allo stadio a vedere la Roma, quando una telefonata lo ha avvertito che la sua domenica di sole e pallone subiva una improvvisa accelerazione. Ecco Prodi che arriva in treno da Bologna e corre al quartier generale dell'Unione, ecco D'Alema che approda a Santi Apostoli, ecco Fassino, ecco Rutelli. Mezz'ora appena, presenti anche Levi, Silvio Sircana e Arturo Parisi e poi via, direzione Palazzo Chigi, mentre il Professore e il presidente ds restano in attesa nello studio del leader.
La vorticosa trattativa finale culmina alle sei del pomeriggio in un supervertice nelle stanze della presidenza del Consiglio, quando i leader della Cdl propongono all'Unione (in rigoroso ordine alfabetico) una rosa con quattro petali, Giuliano Amato, Lamberto Dini, Franco Marini e Mario Monti. Da una parte del tavolo siedono Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Gianni Letta, dall'altra Piero Fassino, Francesco Rutelli e Ricardo Franco Levi. La Cdl è durissima, boccia senza appello le aspirazioni di D'Alema («proposta indecente», aveva detto in mattinata Berlusconi) e altrettanto aspra è la replica di Fassino: «Questa rosa contiene un veto inaccettabile... Non c'è un ds, avete una pregiudiziale contro di noi». Ma no, assicurano Fini e Casini, se non c'è un ds è solo «per rispetto nei confronti di D'Alema», perché, aggiunge il leader di An, «Massimo ha grandi capacità politiche, è stato presidente del Consiglio e quindi è pienamente legittimato, ma il suo è un nome che divide».
Quaranta minuti e le auto blu dei leader del centrosinistra sfrecciano verso Santi Apostoli. Breve conciliabolo con Prodi e di nuovo in marcia, Fassino e D'Alema (vetture separate) vanno al Botteghino, Rutelli si ferma a lungo nello studio del Professore. Ore concitate, ricostruzioni che si affastellano. Cosa sta succedendo? Da Santi Apostoli filtra che la blindatura di D'Alema si va incrinando e che l'Unione starebbe per cambiare cavallo, voci che trovano conferma nelle notizie che arrivano da Via Nazionale. Alle dieci della sera la notizia della candidatura di Napolitano, trapelata ormai da qualche ora, diventa ufficiale. Segue, ormai in notturna e senza D'Alema, un altro vertice con Prodi e i leader di Margherita e Ds, che si rivedranno questa mattina alle nove.
La svolta nel tardo pomeriggio, dopo una lunga riunione in Via Nazionale tra Fassino, D'Alema, Vannino Chiti e Nicola Latorre. Segretario e presidente chiamano Napolitano per chiedere la disponibilità, lui accetta, Fassino telefona a Prodi e ottiene il via libera, quindi contatta uno ad uno tutti i leader dell'Unione. Che non sia stata una scelta indolore lo dice la ridda di sospetti che dal Botteghino investono il leader della Margherita, il sentore che Rutelli «abbia lavorato con Casini per far uscire Amato». Quanto a Napolitano, la linea della segreteria ds è che si tratta di «un nome secco e non negoziabile» e che «qualora il centrodestra ci dicesse di no andremo al voto sul candidato più forte». D'Alema, insomma, è ancora della partita.
Alle 13 Prodi riunirà le truppe al Capranica e alle 16 le schede dei grandi elettori cominceranno a confluire nell'urna, ribattezzata tradizionalmente «insalatiera».
in un fondo di eri, lucidissimo, su Repubblica, Eugenio Scalfari aveva analizzato la situazione, che si sta evolvendo (rectius, involvendo) come da copione.
E' quanto è dato sperare e pensare della classe politica odierna.
Baffino è già arrivato.
Francamente non capisco. Bertinotti alla camera, Marini al senato e solo i ds non possono esprimere candidati? Questa volta sono con D'Alema.
sì marco, ma in teoria il quirinale dovrebbe esulare da questi giochetti di partito.
io opterei sempre per Mario Monti, ma ormai è fuori gioco, anzi non è mai stato in gioco a dire il vero
un condizionale molto saggio Davide.
Il problema è che i DS fin quando danno i voti vanno bene, ma poi quando devono ricevere non vanno bene più. Ok Bertinotti alla camera, ok Marini al Senato, ma per la Presidenza della Repubblica vanno bene tutti tranne un diessino.
è chiaro che i ds rimangono fregati dal fatto di trovarsi fra due fuochi, il centro e la sinistra radicale.
prendi i presidenti delle due camere: se ci fosse stato un diessino, una delle due componenti sarebbe rimasta con le pive nel sacco: o il prc o la margherita.
preso da questo verso, è assolutamente ingiusto che il partito che più si prodiga per tenere unita l'alleanza, dialogando sia con i centristi che con la sinistra, sia poi il più sacrificato nelle cariche che contano. senza trascurare poi le continue punzecchiature dei "battitori liberi" capezzone, bonino e boselli, che, detto fuori dai denti, mi hanno davvero rotto i coglioni (ma era prevedibile). meglio mastella, che a parte qualche "pizzino" al senato, per il resto se ne sta buono, rassicurato dal ministero della Difesa che al 99% sarà suo.
però, bisogna fare buon viso a cattivo gioco, e considerare che c'è un governo da fare, che molti ministeri cruciali saranno per forza di cose affidati ai ds, che c'è il partito democratico da costituire... insomma bisogna avere pazienza, lo si sapeva che sarebbe stato difficile e gli avvenimenti lo confermano.
e comunque ora è stato fatto il nome di napolitano, sul quale an e udc potrebbero alla fine convergere... per lo meno, non si sono affrettati a porre il veto, come invece ha già fatto la gran testa di cazzo di boselli. e anche la bonino ha detto la sua
Emma Bonino è polemica: "Noi della Rosa nel Pugno abbiamo appreso dalle agenzie della candidatura di Napolitano, con il metodo non ci siamo"
questo anche per chi dichiarava fieramente di voler votare Rosa nel Pugno e si stupiva dello scetticismo della sinistra nei loro confronti
pur non votando diesse e pur non piacendomi D'Alema, tanto meno come Presidente della Repubblica (non so bene perchè, ma proprio non lo vedo nel ruolo), non trovo giusto che il partito che ha portato più voti al centrosinistra sia poi tagliato fuori quando si tratta di assegnare incarichi. Per quanto non abbia in simpatia Baffino, mi sembra che si stiano violando le più elementari regole della democrazia; e mi indispone alquanto leggere di quanto sia bulimico un Rutelli che non si può certo dire aver trionfato a queste elezioni.
Emma Bonino è polemica: "Noi della Rosa nel Pugno abbiamo appreso dalle agenzie della candidatura di Napolitano, con il metodo non ci siamo"
Questa me l'ero persa. Non che mi stupisca più di tanto, però.
Davide, il presidente della repubblica è sempre stato espresso dai partiti, salvo i due casi di De Nicola e Ciampi, i quali - mi pare che anche Scalfari lo dica - non si possono definire puramente tecnici per il percorso che hanno fatto. Che le cose stiano diversamente è uno dei tanti miti su cui il polo volutamente soffia, appellandosi alle scelte condivise ogni qualvolta si trovano di fronte ad una scelta che non li favorisce e facendo come gli pare quando la palla torna nelle loro mani.
Con questo trucchetto negli anni di governo hanno provato a legittimare moralmente attacchi alle istituzioni, leggi vergognose e revisionismi storici.
Anche l'argomentazione della divisione del paese o della estrema difficoltà dell'Unione al senato sono drammatizzate per creare un impasse.
Far ricadere la scelta su un esponente politico di primo piano non rispondeva solo a logiche spartitorie o di equilibri tra la coalizione, ma anche a quella di dimostrare che il sistema rappresentativo è abbastanza solido e il meccanismo dell'alternanza abbastanza maturo da far ricoprire a un uomo di parte una funzione di garanzia come questa. Se ciò fosse avvenuto sarebbe stata una dichiarazione implicita di fiducia nella nostra democrazia, perché avrebbe significato che a) il governo Prodi è destinato a durare almeno qualche anno b) che anche in Italia ci si può mettere nelle mani della parte premiata dalle urne senza paura che si barrichino dentro, abusino o devastino le posizioni che ricoprono.
Con Napolitano si arriva finalmente a rompere l'esclusione degli ex-comunisti, ma per il resto si torna nel solco di un quirinale più cardinalizio e di paterna tutela e secondo me è una sconfitta. Ricordiamoci che il settennato di Ciampi in prospettiva ha acquistato senso e valore man mano che il cdx si è dimostrato imbelle e quindi un presidente che facesse resistenza passiva senza mai farsi cogliere in fallo e rinverdendo lo spirito nazionale mentre quelli smontavano tutto era la risposta migliore. Allora.
Ora si poteva chiedere legittimamente di più di un presidente costretto alla difensiva e obbligato da un quadro politico deprimente a imbalsamarsi nella sua autorità.
Antonio il presidente della repubblica non è mai stato un leader di partito.
è chiaro che da qualche parte lo devi pur prendere, e nel 99% dei casi si è optato per un politico. ma mai un leader: non si è mai visto un De Gasperi, un Andreotti, un Nenni, un Fanfani al quirinale. l'unico che un tempo fu leader era Cossiga, ma quando fu eletto la sua stagione era già passata.
la verità secondo me è che per una nefasta coincidenza, quest'anno l'elezione del capo dello stato avviene contemporaneamente al cambio di governo. oddio, nefasta fino a un certo punto, fosse avvenuta l'anno scorso ci ritroveremmo al quirinale qualche bravaccio di berlusconi, se non lui stesso.
ma comunque, non puoi negare che non è la logica della spartizione delle cariche quella che dovrebbe portare all'elezione del capo dello Stato.
D'Alema al quirinale secondo me è inappropriato. al di là della fama d'inciucista, anche come personaggio in sè, non è adatto a ricoprire quella figura. io D'Alema ce lo vedo in campo a combattere, più che imprigionato in una figura istituzionale e di garanzia che non è gli è propria.
Non è l'uomo di parte che mi scandalizza, è che D'Alema in quel ruolo non ce lo vedo, e ancor meno mi piace che sia messo lì solo per risarcirlo del passo indietro sulla presidenza alla Camera.
Delle motivazioni del Polo non mi curo, sono ovviamente strumentali, sono assolutamente d'accordo con te.
Comunque anche con Napolitano si può dimostrare la solidità della coalizione, con in più l'indubbio vantaggio di non offrire il destro alle sceneggiate anti-comuniste di berlusconi e di scompaginare l'apparente concordia della già moribonda Cdl: vedere a proposito di ciò le ultime dichiarazioni di Follini e Maroni
Qualche altra considerazione sparsa:
Monti è stato uno straodinario commissario europeo in un settore di sua competenza: davvero da rimpiangere. Ma una volta tornato a casa sua non è affatto una personalità neutrale, è l'espressione di una certa destra economicista, lontana dal polo solo perché quest'ultimo è impresentabile. Potendo scegliere preferisco altri.
D'Alema che da candidato favorito rema contro se stesso è un vero cretino: o dici di no e ti sottrai subito alla campagna e alle speculazioni o accetti e a quel punto ci credi e ti batti per una soluzione che va al di là della tua persona. Questo malinteso senso della responsabilità per cui aspiri a una posizione ma non lo dichiari apertamente è una mancaza di trasparenza che non va affatto bene in democrazia. Anche perché una volta trombato nelle varie corse non è che si ritiri dalla scena, ma si sa che incombe con il suo carico di insoddisfazioni e crediti non riscossi.
I radicali fanno veramente cascare le palle. Non è una novità purtroppo, ma qualcuno ci casca sempre.
D'Alema al quirinale proprio non mi scende e continuerò ad affermarlo anche nel caso in cui fosse eletto. ma Napolitano, ragazzi, ha 81 ANNI!!!!
allora, la Cdl passin passetto sta arrivando a trovare l'intesa di opporsi a Napolitano.
La scusa, questa volta, è sul metodo: va bene la persona, ma loro vogliono "la rosa", non il candidato unico.
Ok, l'Unione si faccia furba, ecco la rosa che proporrei io:
Napolitano, D'Alema, Violante, Finocchiaro.
Tutti DS, ma è una rosa, e c'è Napolitano che apparentemente è gradito. A quel punto non avrebbero più pretesti, oppure dovrebbero ammettere che c'è una pregiudiziale sui DS.
Ma invece no, l'Unione ora farà il muro contro muro, dirà "ah ok non volete Napolitano, allora beccatevi D'Alema" e le cose andranno come previsto. Dal mio punto di vista, sarebbe però una grossa sciocchezza.
Staremo a vedere.
davide, condivido tutte le tue argomentazioni, anche laddove tu chiarisci il motivo della inadeguatezza di D'Alema per una carica con funzione di garanzia: troppo uomo di parte.
Antonio: De Nicola fu solo il Capo provvisorio dello Stato, poi non fu confermato (e si offese moltissimo !) e venne eletto Einaudi - primo presidente non appartenente alla politica (proveniva dalla Banca d'Italia).
Saragat era un leader di partito, ma di un partito minuscolo.
Davide. sarà D'Alema !
ricordi la scommessa ?
Tutto sommato D'Alema raccoglie piu' simpatie di quanto era lecito aspettarsi.
Pomicino e De Michelis dell'Utri e Confalonieri ed altri smaliziati osservatori riconoscono in lui la figura del politico per eccellenza,del mediatore, di quello con cui l'accordo e' possibile.
Piaccia o meno, questo e' ed e' sempre stato lo scopo ultimo della politica.L'inciucio l'accordo sottobanco che magari rende meno puri ma nel contempo apre scenari e manda avanti le cose.
Da qui anche il riproporsi ciclico della questione morale (al di là dell' onestà personale o di partito come valore assoluto) come correttore delle inevitabili derive a cui il sistema e' soggetto
Travaglio Flores D'arcais i movimenti e più in generale la base della sinistra avversano tutto cio' vedendo in questo il commercio con il diavolo.
Puri.Eticamente e moralmente inattaccabili.Ma la politica purtroppo e' un altra cosa,ripeto,che ci piaccia o meno.
Trovo comunque esagerato e immotivato (i più non motivano) l'odio di tanta parte della sinistra per Massimo D'Alema.
Poi che sia troppo di parte e' uno scrupolo che non mi farei considerando i delinquenti che dobbiamo fronteggiare
Giorgio Napolitano, finalmente un segno di svolta, la gioventù che avanza e W le donne..:-)
Giorgio Marini, classe 1933
Fausto Bertinotti, classe 1940
Romano Prodi, classe 1939
Giorgio Napolitano, classe 1925
Complimenti davvero.
Octopus mi sono confuso: intendevo Einaudi e Ciampi. Grazie della correzione.
Sui leader di partito secondo me le situazioni non sono comparabili con allora: non c'è un partito del peso della DC nel centrosinistra e c'è l'anomalia di un Prodi primo ministro senza una formazione alle spalle.
Davide: il tuo ragionamento filerebbe se ci fosse una controparte con cui interloquire. Secondo me non c'è. Berlusconi che rimane il dominus di quello schieramento vuol tirare per le lunghe la formazione del governo, come peraltro sta già riuscendo a fare. Il massimo di disponibilità che si può avere è offrire un nome che dia meno pretesti di attacco e che suoni meno di scontro (soprattutto per i settori laterali del cdx). Ma una convergenza su un nome unico ce la si può scordare. Allora offrire una rosa ha poco senso, se non quello di prestarsi al gioco dilatatorio.
sandro... :-Þ
non vorrei dire, ma gli smaliziati di cui sopra, non li prenderei come icone della politica, ma casomai della fuffa... :-D (non volendo dire truffa)
in ogni caso, credo che octopus, abbia ragione, alla fine anch'io credo che sarà D'Alema il candidato di tutti... (tranne il mio...) :-(
sul fatto che i radicali avrebbero detto la loro, c'era da aspettarselo eccome, lo han sempre fatto...
ma credo che il peggio debba ancora arrivare...
ah... allego la lettera aperta di Beppe Grillo a D'Alema...
Il Presidente della Repubblica non può avere ombre, né possibili scheletri nell’armadio. Abbiamo avuto in passato un Antelope Cobbler e credo che ci sia bastato.
Ritengo che il nostro Presidente debba essere super partes, avere il rispetto della Nazione e aver fatto qualcosa di importante nella vita, non il politico di professione.
Gli uomini e le donne le abbiamo, si chiamano Monti, Hack, Sartori. Quali sono i meriti di D’Alema?
Sono preoccupato. Il Presidente della Repubblica deve rappresentare gli italiani, D’Alema rappresenta solo una corrente del suo partito.
Ho deciso di scrivergli una lettera aperta.
“Egregio Massimo D’Alema,
Le scrivo dopo aver appreso della sua possibile elezione alla carica di Capo dello Stato.
Credo che, soprattutto in un momento complesso e delicato come questo, chi diventerà Presidente della Repubblica, debba offrire ai cittadini italiani assolute garanzie di trasparenza e di affidabilità. Per questo, e non perché abbia pregiudizi nei suoi confronti, credo sarebbe utile, per noi, e anche per lei, liberare una volta per tutte il campo da ogni ombra relativa al suo ruolo nella scalata di Unipol alla banca Bnl.
Risulta infatti da fonti autorevoli, e mai smentite, anche dopo la pubblicazione di articoli sui giornali, che gli inquirenti disporrebbero di intercettazioni telefoniche che la riguardano, in cui sarebbero documentati colloqui tra lei e l’allora numero uno di Unipol, Gianni Consorte.
Credo che prima di darle, attraverso il Parlamento, la fiducia per guidare l’Italia dovremmo anche chiederle di chiarire una volta per tutte il contenuto di quelle conversazioni, prima che vengano magari diffuse per altra via, recando grave danno, eventualmente, anche alla figura del futuro Capo dello Stato.
Penso quindi che sia un dovere per lei chiedere la diffusione pubblica del contenuto integrale delle intercettazioni o garantirne sotto sua responsabilità la falsità e l’inesistenza prima di sottoporsi al voto delle Camere."
Beppe Grillo
Salvatore...
non è poi così avanti negli anni... e che diamine...
e poi che ne sai della sua parte femminile..., eh??? ;-)
> Ritengo che il nostro Presidente debba essere super partes, avere il rispetto della Nazione e aver fatto qualcosa di importante nella vita, non il politico di professione.
Ma quando è successo esattamente che abbiamo cominciato a farci fare le analisi politiche da un comico populista con poca voglia di studiare? Parla come Berlusconi...
Cominci lui ad andare a sgobbare come tante persone qualsiasi o ad applicarsi al mestiere della cosa pubblica con la serietà necessaria.
Davide: il tuo ragionamento filerebbe se ci fosse una controparte con cui interloquire. Secondo me non c'è
oh, intendiamoci, io non ho il minimo rispetto per la controparte, nè dei suoi eletti nè dei suoi elettori. fosse per me al quirinale ci metterei anche Caruso (se avesse 50 anni :D), ma mi rendo conto che in Italia non ci siamo solo io e te, e se viene fatta una scelta, volenti o nolenti, bisogna motivarla.
io la scelta di D'Alema non la capisco, non ne vedo i pro, e ne subodoro i contro, primo fra tutti il pericolo che venga barattata con un ammorbidimento, che so, della legge sul conflitto d'interessi (che dev'essere invece spietata, su questo non transigo, e se stavolta mi deludono non entrerò mai più in uan cabina elettorale) o con un appoggio latente alla devolution.
Quindi meglio la rosa diessina, con possibile convergenza su Napolitano, oppure, se la cdl si oppone, si vada al muro contro muro e si elegga pure D'Alema, ma con le maniere forti e senza trattative, inciuci e ricatti
Non ha caso tra i tanti ho fatto i nomi di pomicino de michelis.Politici compromessi, pregiudicati e patteggiatori di pene ,in quanto loro rappresentano meglio il livello della politica in italia e forse l'italia stessa.
Loro sanno meglio di altri come si muovono le cose le logiche gli interessi e i compromessi della classe politica.Noi più che altro proiettiamo i nostri desideri rimanendo sempre un passo indietro alla realtà.
Qualcuno pubblicamente e' arrivato a dire che chi non e' ricattabile non può fare politica in italia.
Per l'agit prop grilliano non ho nessuna stima
FI pone il veto sulla candidatura di Napolitano. Lo rende noto in un comunicato del portavoce Apicella:
Tu vuo' andare al Quirinale
ma si' nato nel piccì
sient'ammè nun ce sta nient'a fa'
Ok Napulità'
:D
in effetti..., :-D
anch'io non provo piacere nel leggere i nomi insigniti da grillo come probabili candidati con meriti...
commento OT invece provo simpatia per questa iniziativa:
C’è una proposta di legge di iniziativa popolare:
occorrono 50.000 firme per cambiare la Rai e il sistema radiotelevisivo.
Una sciocchezza per voi blogger.
L’iniziativa è di Perunaltratv, sul suo sito ci sono tutte le informazioni.
http://www.perunaltratv.it/index.php?legge
Non fate scherzi, firmate, firmate, belin!
I censurati d’Italia si ritroveranno a Milano in giugno, di nascosto. Ci sarò anch’io. I censurati a pagamento, esistono anche quelli, non parteciperanno e forse è meglio così.
Essere stato censurato diventerà un attestato di merito. Come aver fatto il partigiano. Solo i censurati potranno andare in televisione. I non censurati saranno invece censurati...
Tutti i dettagli nella lettera degli Amici di Beppe Grillo di Milano:
“Ci siamo attivati per la raccolta di firme Perunaltratv e come filo conduttore abbiamo organizzato un primo evento. L'evento si terrà il 7 giugno a Milano ore 21 presso la sala Unione in Porta Venezia (500 posti) e si intitola ITALIA IMBAVAGLIATA. Abbiamo invitato molti censurati alcuni hanno aderito altri fanno orecchie da mercante altri vogliono essere pagati....una vera vergogna. Pensa che uno di loro ha aderito subito, ma quando invece dell'hotel gli abbiamo proposto una sistemazione più semplice non ha più risposto....Proprio loro che dovrebbero essere i primi a sostenere queste battaglie che duramente portiamo avanti con le nostre sole forze e denari.
La stessa Franca Rame fa la prima donna e non ci dà nessuna conferma, colei che tante promesse scrisse durante la sua elezione....blech!
Di Pietro invece rimane un grande uomo lui ci sarà (ovvio se qualche impegno in Senato non lo chiama urgentemente), ci sarà Marco Travaglio e Barbacetto giornalista di Diario. Tana de Zulueta anch'essa se non avrà richiami dal Senato ci sarà...”
Antonella e Valeria degli Amici di Beppe Grillo di Milano
EHI! A Montecitorio hanno appena chiamato Previti, ma risulta assente!
Qualcuno sa dov'è andato a cacciarsi quel monellaccio??
;)
ostia...
chissà dov'è finito...??? ;)
Ragazzi, dategli il tempo di arrivare, da S. Vittore a Montecitorio ci vuole un pò di tempo..:)
lasciatemene dire un'altra ai Capezzoni e alle Bonine: il loro candidato di bandiera è Adriano Sofri...
ma annatevene affanculo!
Concordo con Davide. Di sto passo, se la Mussolini e simili avevano rappresentanza in Parlamento chi si portavano come candidato di bandiera...Priebke!?
salvatore, è a Regina Coeli !
drizzt, salvatore voleva dire W le donne per la loro assenza dal quirinale da sempre, credo, non la parte femminile (ragazzi, non scherziamo, un po'di rispetto !) di Giorgio Napolitano.
d'accordo, daniele col tuo 'anatema'.
Ai Parlamentari piace fare gli spiritosi : qualcuno ha votato per Giorgio Almirante! Mi piacerebbe sapere chi è questo...peccato che l'Almirante sia morto da un bel pò...sennò sai che gran presidente sarebbe stato
Octopus, veramente Previti è a Rebibbia...insieme a Christian De Sica!
'lapsus linguae'. conosco entrambi, ci sono stato.
Kaiser, volevo dire entrambi i carceri, non Cristian de Sica.
mi spieghi però che c'azzecca de sica ?
De Sica c'entra riguardo all'ultima pubblicità che ha girato,nella quale i carabinieri gli dicono che stanno per portarlo a Rebibbia
vero Kaiser, non ci sarei mai arrivato.