L'urna di Montecitorio specchio di un'Italia divisa dal suo passato
di David Biduss
Come sono avvenute le scelte del Presidente per le nove presidenze che hanno preceduto l'elezione al primo scrutinio di Carlo Azeglio Ciampi il 13 maggio 1999?
Enrico De Nicola (1877-1959) viene eletto dall'Assemblea Costituente Capo provvisorio dello Stato con votazione a scrutinio segreto, a maggioranza dei tre quinti dei membri dell'Assemblea. Ottiene 396 voti su 573. Lo elegge gran parte dell'arco resistenziale. $Una parte della DC che con i qualunquisti e monarchi propone Vittorio Emanuele Orlando, il “Presidente della vittoria” (della Prima guerra mondiale), mentre le sinistre aveva proposto Benedetto Croce. De Nicola rappresenta un tentativo di mediazione che ottiene i consensi richiesti, ma anche sottolinea le divergenze interne ai due campi.
Gli succede nel 1948 Luigi Einaudi (1874-1961). E' una figura di prestigio internazionale. Anche in questa occasione lo schema del 1946 si ripete e il suo avversario è ancora Vittorio Emanuele Orlando. Viene eletto al IV scrutinio con 518 voti su 872. Orlando ne ottiene 320.
Gli succede Giovanni Gronchi (1887 - 1978). Anch'egli è eletto al IV scrutinio. Esponente della componente di sinistra della DC, ottiene l'appoggio delle sinistre mentre le destre ribadiscono il proprio voto a Luigi Einaudi, Presidente uscente. Risulta eletto con 658 voti su 833.
Nel 1962 viene eletto Antonio Segni (1891 - 1972). E' un'elezione più tormentata. Segni uomo del centro-destra democristiano ottiene i voti della DC e della destra parlamentare, ma non quelli dei settori della sinistra. La sua elezione in un qualche modo viene presentata come una garanzia a destra mentre in Italia si avviano i governi di centro-sinistra. E' eletto al IX scrutinio e ottiene 443 voti su 842. Il suo contendente a sinistra è Giuseppe Saragat che ne ottiene 334.
Si potrebbe considerare questa spaccatura un viatico per Saragat (1898-1988) che infatti sarà eletto Presidente nel dicembre 1964 dopo le forzate dimissioni di Segni in seguito a un ictus che ne impedisce il proseguimento del mandato. Ma non è così. Saragat verrà eletto al XXI scrutinio, il 28 dicembre 1964 con 646 voti a favore su un totale di 927 votanti.
L'elezione successiva non sarà meno tormentata. Giovanni Leone (1908-2001) è eletto Presidente della Repubblica il 24 dicembre 1971 (al ventitreesimo scrutinio con 518 voti su 996), con un voto che spacca l'assemblea. Il suo avversario, Pietro Nenni, indicato dalle sinistre, ne ottiene 408.
Nel luglio 1978 l'elezione del presidente avviene sotto lo shock del delitto Moro, di uno Stato che si sente sotto assedio, che deve dimostrare di richiamare al senso dello Stato. E' sicuramente uno dei momenti più drammatici dell'Italia repubblicana. Eppure ci vorranno 16 votazioni per eleggere Sandro Pertini (1896-1990) che ottiene 832 voti su 995 presenti. 121 sono le schede bianche.
Complessivamente la destra non vota Pertini, ancora intravisto come l'uomo della Resistenza.
Lo stesso schema si ripeterà con Francesco Cossiga (1928), eletto presidente al I scrutinio con 752 voti su 979. Questa volta le schede bianche sono 141. Nel maggio 1992 (Tangentopoli è solo agli inizi) è eletto al XVI scrutino Oscar Luigi Scalfaro (1918). Ottiene 672 voti su 1002 votanti.
Cosa si ricava dal complesso di questa vicenda? Almeno due cose.
1) raramente si è espressa convergenza su un nome. 2) Eccetto la significativa elezione di Francesco Cossiga, è ancora l'Italia del conflitto resistenziale e della ricostruzione post-resistenziale a definire la scelta del Presidente. Ovvero l'Italia del lungo confronto tra 1943 e 1948.
Quando dunque si invoca un principio di convergenza si auspica una esigenza per un paese in un tormentato passaggio della propria storia e della propria congiuntura sociale ed economica. Contemporaneamente occorre anche considerare l'esaurimento di una generazione che ha fatto l'Italia repubblicana, che ha costruito gli scorsi 60 anni e che (al di là dei giudizi specifici che in questa sede è bene per ora accantonare) ha rappresentato complessivamente una risorsa per il paese ma che non ha dato luogo a una nuova generazione in grado di presentarsi da sola, libera dal vincolo e dalla tutela del passato.
Nella discussione sui nomi di questi giorni, la ricerca del “grande vecchio” non costituisce una soluzione, bensì la rinvia. E' giunta l'ora che si abbia un cambio generazionale che accantoni i fantocci e i simulacri dello scontro ideologico e individui delle qualità politiche, che non discuta degli insuccessi, ma provi a rischiare. Tutte le democrazie moderne hanno fatto questo passaggio. Sarebbe bene che avvenisse anche da noi.
Bell'articolo e buon promemoria per affrontare le discussioni sulle 'larghe intese' per le alte cariche della repubblica. Pertini eletto alla sedicesima votazione, fiuuu.
santa ingenuità !
Uno dei problemi più seri e profondi di questo paese, caro Antonio, è proprio la scarsissima memoria storica della sua popolazione.
Abbiamo già dimenticato gli ultimi cinque disastrosi anni e la serie mostruosa di figure meschine a cui siamo sottoposti, figurati quanti si ricordano dell'elezione di Pertini...
La cosa buona di tutto questo è che forse, a breve, la maggioranza dei belligeranti anticomunisti dell'ultima ora, si saranno dimenticati "dell'emergenza democratica" vagheggiata all'orizzonte e saranno tutti impegnati nella "battaglia calcistica" dei mondiali di calcio.
A proposito di memoria, qualcuno ricorda il "decreto spugna" di Alfredo Biondi proposto in pieno mondiale USA? :)
certo che oggi siete un'pò negativisti..., eh???
per fortuna il questo strano paese, non tutti hanno la memoria corta...
e poi, se la si rinfresca..., non fà male...!!! :-)
ps. ricordo... si chiamava anche: SALVALADRI... :-Þ
'decreto salvaladri' o 'colpo di spugna'
e come no! vallo a dire a Feltri che, imprudentemente, lo definì una sconcezza sul "Giornale". Ne è passata di acqua sotto i ponti...
Drizzt, non è che l'andazzo generale induca a pensare positivo, e poi oggi sono nero, posso? :-)
Davide, e che dire di ciò che diceva Bossi su Berlusconi? Delle inchieste su: "La Padania" contro Berlusconi? Delle dichiarazioni di Fini contro Andreotti? Delle dichiarazioni di Fini, Casini, Berlusconi a favore di Di Pietro?
In Italia la coerenza politica non vale nulla, in uno Stato normale a dei voltagabbana di tale levatura verrebbe impedito di parlare perchè sarebbero sommersi da fischi e sarebbero ritenuti poco credibili.
In Italia puoi dire, tutto e il contrario di tutto senza che nessuno ti rimproveri per questo.
Almeno D'Alema in questo è stato coerente, antigiustizialista prima, antigiustizialista adesso...:)
Sigh!
ma certo che puoi essere nero..., però attento che quà sei in mezzo ai rossi... :-DDD
Drizzt, uaz, non ci avevo pensato! :-O
Cmq di nero ho solo l'umore, mentre il mio cuore è a sinistra (sono nato senza deformazioni fisiche io...:-D)
Davide, e che dire di ciò che diceva Bossi su Berlusconi?
sì, quando il senatur era davvero il senatur.
al di là delle idee balzane, ai tempi era uno dei politici più credibili. diceva un sacco di cazzate, cavalcava il razzismo latente del norditalia, ma almeno era coerente e non le mandava a dire a nessuno.
e soprattutto gente come castelli e calderoli se ne stava nelle retrovie, li mandavano a comiziare nei bar della Valle Imagna.
poi però sono arrivate le querele, i soldi scarseggiavano, c'erano una radio e un giornale da mantenere, e sappiamo com'è andata a finire...
Secondo me Bossi non è mai stato un politico credibile, non solo perchè capo di un partito i cui propositi erano molto discutibili, ma soprattutto perchè Bossi è sempre stato semplicemente un populista che segue gli umori della gente.
Le sue idee su Berlusconi sono cambiate man mano che il consenso intorno al nano di Arcore cresceva.
No, Bossi non è coerente, è uno che le spara grosse e basta.
sì ma nel biennio 94-96 il consenso a berlusconi credo sia stato ai massimi storici, e proprio in quegli anni Bossi gliene disse di tutti i colori.
tant'è vero che i bravacci di mediaset lo bastonarono, provocando il successivo crollo elettorale che porto la lega dal 10% al 4% risicato del 2000.
più che seguire gli umori della gente, bossi ha sottovalutato le risorse di berlusconi, e, d'altra parte si è circondato di merde alla calderoli/castelli e fascisti alla borghezio, che hanno sotterrato i pochi leghisti "presentabili" degli inizi (penso a Miglio e Pagliarini).
poi ha perso ogni credibilità tornando sotto l'ala protettrice del biscione, e l'ictus di qualche anno fa ha fatto il resto.
Miglio ok, volendo; Pagliarini nemmeno all'inizio. Mi ricordo ancora da Michele Santoro quando ci fu il caso delle donne e bambini srilankesi morti di freddo in Veneto con la gente che si rifiutava di dar loro ricovero e quello che esternava sul fatto che "allora? anche il popolo veneto ha diritto all'autodeterminazione". Chi l'ha ritenuto presentabile era comunque quanto meno un egoista sesquipedale e/o uno più "Fuzzy Dizzy" di me (e non perché sia un modo di provocare sulla fuzzydizzytudine dei pregiudizi)!
Carolina
Gianfranco Miglio? Mah, aveva le sue idee, molte erano balzane, moltissime discutibili, ma non si può dire che non avesse cervello.
Pagliarini? Quello che ha scritto "50 buone ragioni per l'indipendenza" della Padania ovviamente ed un'altra lunghissima serie di stupidate?
Ma PER FAVORE, non scherziamo! :-)
Comunque, a proposito di coerenza politica, leggiti il punto due di questo documento:
http://www.prov-varese.leganord.org/doc/paglia2.htm
Questo, pezzo è proprio divertente, il punto 12 delle 50 buone ragioni:
"12
Per riportare colore e allegria nei nostri paesi
Uno dei più beceri luoghi comuni del razzismo italiano consiste nel descrivere la Padania come una terra triste, uggiosa, nebbiosa e fredda, abitata da gente ingrigita, mutrignosa, chiusa e triste. Per contro, ci sarebbe un Meridione allegro, solare, aperto, pieno di gioia e canzoni. Si tratta di una colossale falsità che confonde l’allegria con la rumorosità e che si dimentica della profonda mestizia di cui è permeata una cultura spesso cupa che deriva dai loro antenati Greci e Fenici, dall’influenza musulmana e da una lettura molto mediterranea e mediorientale del Cattolicesimo.
Il nostro patrimonio genetico è invece ancora pregno di caratteri celti e veneti, derivati da popoli che avevano colmato la loro vita di colori, di fantasia, di canti polifonici, di ganasseria spavalda, di grandi bevute, di una visione serena e “normale” della morte e di una notevole allegria di fondo. La chiassosità di quegli antenati è stata mitigata dal carattere chiuso e silenzioso di Liguri e Garalditani e da un modo più europeo di intendere i rapporti sociali nel quale le esplosioni di allegria devono essere incanalate in una ritualità comunitaria e non devono mai ledere i diritti altrui.
L’attuale e solo apparente mestizia dei popoli padani deriva semmai dalla loro condizione di assoggettamento culturale, economico e politico, e somiglia molto alla tristezza che popoli vivacissimi, come quello ungherese, mostravano sotto il giogo comunista.
Con la ritrovata libertà, questa terra tornerà a essere il paese dei gioiosi convivi, dei cori e delle bande, del carnevale e delle altre feste più antiche, il paese dei bardi, dei menestrelli, tre trovatori e dei mille colori in cui torneranno a convivere più armoniosamente serietà e allegria."
Come dire, se sono incazzati è colpa di tutti sti terroni che li opprimono..ah ah..:-P
vabbe evidentemente mi ero perso qualcosa su Pagliarini.
rimango comunque dell'idea che politici come il Bossi prima maniera, lo stesso Maroni prima maniera, siano da salvare rispetto ad altri personaggi che hanno infestato le nostre camere in questi decenni.
meglio idee balzane che fedina penale sporca, mettiamola così.
poi si sono completamente sputtanati, non lo nego, l'ho detto anche nel primo post. fino al '99, diciamo, la Lega poteva ancora considerarsi un partito coerente (benchè composto al 90% da imbecilli totali: coerenti nell'idiozia).
sì Salvatore...
è proprio lui...
la lega, quando uscì, raccolse i favori di tutta una parte della popolazione, che si trovava di fronte a situazioni che non capiva e che non sapeva come affrontare...
fù un movimento che diede a spizzichi e bocconi motivo di cambiamento nella politica...,
purtroppo...,
invece di modificarsi e divenire un partito degno di tale nome...,
si pose come ragion d'essere quella di dividere l'Italia...,
venne preso d'assalto da una marea di persone stufe di una situazione "complicata" e che di fronte all'incapacità della politica seria di affrontare alla radice le difficoltà e le diversità, non trovarono di meglio che divenire parte di un movimento "razzista"...
è facile del resto scaricare i problemi dell'Italia sugli immigrati e affini..., molto più che porre rimedio ai veri problemi sociali e politico/culturali..., non vi pare...???
ps. con questo, non dico che legati all'immigrazione vi siano enormi problemi..., ma non è certo per questo che siamo allo sbando...
:-DDD che coglione :-DDD già il "diritto all'autodeterminazione del popolo veneto" era da urlo!!! Occupazione straniera? Apartheid? Dittatura eterodiretta? Applicazione nel rifiutare il ricovero a donne e bimbi stranieri? Ma già solo, volendo, il "popolo veneto"? Eppure questa è sesquipedale!!! Le supera tutte!!! Bravo Salvatore!!! Fra l'altro due idiozie: il Cattolicesimo al Sud potrà avere forme che Pagliarini non capisce, ma ... allora: per dire della Sicilia. Tradizioni prese dall'Islam e va bene: puoi trovarti un cimitero come se niente fosse in mezzo a un bosco o sopra il promontorio della tua spiaggia. Come se niente fosse. Ed è lugubre? Maddai... Vuol dire anzi che la morte è parte dell'esistenza e che non c'è da farsi menate. Poi: origini orientali in genere?
http://www.fotoartearchitettura.it/Multimedia/Sicilia/eventi/pasqua.html
Pagliarini è un coglione razzista e ignorante!!!
Carolina
Maroni è molto più moderato nei toni.
Di Bossi ricordo un'intervista recente in cui mi ha fatto anche un pò pena.
Raccontò di quando, in seguito all'ictus, fu ricoverato per un lungo periodo in Svizzera.
Disse che a seguito di quell'esperienza capì la sofferenza che provano le tante persone che sono costrette ad emigrare ed a vivere lontane da casa.
Proprio vero che bisogna proprio viverle sulla propria pelle certe sensazioni per poterle comprendere.
In ogni caso, il comportamento che i leghisti mantengono nei confronti degli extracomunitari, le parole che usano, le "manifestazioni", le azioni di rappresaglia (sia a parole che con i fatti) dovrebbero essere ritenute indegne e dovrebbero essere condannate fermamente da tutto il mondo politico.
Ovviamente ciò non avviene.
Questi altri due punti sono divertenti:
15
Per l’ordine e la sicurezza
La malavita (grande e spicciola, organizzata e non) che opera in Padania è quasi completamente di importazione italiana o extracomunitaria. La percentuale dei condannati e dei galeotti nati in Padania è minoritaria e riguarda nella grande maggioranza dei casi i reati meno violenti e più tipici delle società post-moderne. L’incidenza diminuisce ulteriormente se si sottraggono anche gli immigrati di seconda generazione che le statistiche annoverano fra i Padani. Si può affermare che la gestione della giustizia in Padania sia un fatto reso del tutto estraneo alla nostra gente: poliziotti, magistrati, funzionari di Tribunale, avvocati e guardie carcerarie sono in larghissima parte meridionali e i reati sono commessi in misura molto preponderante da foresti e da stranieri extracomunitari. I Padani sono presenti nelle statistiche quasi solo in qualità di vittime.
Oltre che dalla grande criminalità organizzata, la Padania è oggi impestata da uno stillicidio di reati commessi da un esercito di balordi, sbandati, drogati, piccoli delinquenti e mascalzoni abituali che rendono insicure le nostre strade e anche le nostre stesse case. Si tratta di misfatti che sono particolarmente odiosi perché sono commessi contro la gente comune, contro i più deboli, contro tutti i cittadini che non sono difesi e a cui è impedito di difendersi da uno Stato inefficiente, spesso corrotto e a volte in aperta combutta con la criminalità. A volte il lassismo italiano è frutto di precise scelte politiche, come nel caso della accettazione degli immigrati clandestini e degli zingari cui vengono concessi la più totale immunità e addirittura congrui sussidi economici. Solo la presenza di una magistratura e di una polizia locale, con leggi fatte da una Padania indipendente potranno ridare sicurezza e serenità a popoli tornati padroni a casa loro e liberi di vivere secondo le proprie usanze costruite sull’abitudine al lavoro, sull’onestà e sul rispetto scrupoloso della legalità.
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Per una giustizia migliore
Il termine di “giustizia” ha perso in Italia il suo più vero significato. Oggi ottenere giustizia è difficile ed è quasi impossibile farlo entro limiti di tempo civili. Le cause normali arrivano a durare decenni e solo quelle dei potenti hanno qualche possibilità di concludersi in tempi ragionevoli, a meno che i loro avvocati non decidano di puntare alla assoluzione tramite lo strumento della prescrizione e decidano di operare scientificamente per ottenere questo obiettivo. Le sentenze hanno l’aspetto di declamazioni iniziatiche, di trucchi procedurali e non c’è fiducia nella giustizia pubblica. La nostra gente si sente (ed è) vittima di cavilli, di legulei verbosi e inconcludenti, di formule ermetiche che non capisce e che sicuramente non rispondono alle sue esigenze e alle necessità di ogni società civile. Il diritto romano, che aveva già il vizio di origine di favorire non già la ricerca della verità ma l’abilità dialettica e procedurale, si è ulteriormente degradato in una visione bizantina e borbonica della giustizia che ha perso di vista da tempo il suo vero scopo primario che è quello di scandire sulla base della “amministrazione della giustizia” i ritmi della vita comunitaria. La nostra gente si sente avviluppata da un sistema truffaldino di parole e inganni, che è forse adatto a certa italica assuefazione all’imbroglio o alla mediterranea tolleranza per le pulsioni a delinquere, ma che si scontra con la mentalità europea dei Padani cui meglio si adatterebbero sia le consuetudini giuridiche longobarde che quelle più moderne anglosassoni fatte di pragmatismo, chiarezza e certezza delle sentenze.
Con l’indipendenza, la Padania avrebbe l’occasione di darsi poche leggi semplici e chiare, di cancellare il macchinoso apparato legislativo italiano (fatto di oltre 200mila leggi e leggine) e di ridare alle proprie genti una giustizia efficiente e credibile.
Bello soprattutto il punto 16..."a meno che i loro avvocati non decidano di puntare alla assoluzione tramite lo strumento della prescrizione e decidano di operare scientificamente per ottenere questo obiettivo."
:-)
certo. e il milanès di quel tipo, di cabotaggio variabile, rompeva i coglioni a Dalla Chiesa in quanto "non milanès" per poi andare giù a zerbino tipo con il giudice Di Maggio perché giudice. I soldi, altro che le origini, coglione. Fior di magistrati del mondo non importa l'origine 'sti tizi li ingabbierebbero seduta stante, loro lo sanno benissimo, e per questo tirano fuori pure le baggianate "etniche" pur di screditare la magistratura.
Assuefazione de che? Consuetudini de che?
E' razzismo!
Carolina
Carolina, ed il punto in cui cita il diritto romano? :-)
Almeno sapeva di cosa stava parlando secondo te?
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Per avere una informazione più libera
Oggi l’informazione è nelle mani di pochi potentati economici e di gruppi politici. La televisione di Stato è uno strumento di propaganda del regime catto-comunista e le televisioni private non danno il minimo spazio a serie discussioni sui concetti di autonomia e libertà, nè a istanze che non siano strettamente italianiste. Lo stesso vale per i grandi quotidiani che sono asserviti a lobbies industriali o partitiche. Lo Stato italiano non ha mai saputo rinunciare alla tentazione di affermare l’esistenza di una identità nazionale inventata anche e soprattutto con l’impiego perverso degli strumenti di comunicazione senza fare distinzioni fra fazioni politiche e imprenditori sani o compromessi, purchè sia assicurata un’opera continua di italianità e – soprattutto – di italianizzazione dei lettori e dei telespettatori padani. A questo obiettivo principale ha sacrificato ogni regola civile e democratica e non ha mai voluto darsi delle regole chiare e funzionanti per impedire la formazione di pericolosi monopoli. Così oggi ogni dissenso vero viene privato di voci che non siano flebilissime, non ha alcuno spazio sui mezzi di informazione pubblici e anche quelli privati vengono efficacemente “dissuasi” dal concedere visibilità alle istanze di autonomia e libertà.
La Padania indipendente sarà uno Stato confederale, non avrà la necessità di costruire un consenso forzoso attorno a un progetto impopolare (come è oggi l’unità), non avrà poteri politici forti e centralizzati e - soprattutto - sarà in grado di esprimere il vero liberismo attraverso la difesa della pluralità dell’informazione, garantita da una sana libera concorrenza."
Libertà dell'informazione...., ok, allora appena l'unione voterà una bella legge antitrust per la pluralità dell'informazione la lega voterà compatta a favore no? :-))
Ah, santa incoerenza, quasi quasi se non avessero idea...:-))
Ci sono altri punti in cui attaccano, l'evasione fiscale (ovviamente tutta terrona), i condoni (idem), i "potentati economici" ed i "monopoli", ed ancora parole a difesa della "libertà religiosa"...., ah però..., ecco perchè D'Alema diceva che erano una costola della sinistra..:-D
:-) non sa che cosa sia il diritto in genere e anche 'sto punto è un orrore. d'accordo con te in tutto :-DDD
Carolina
il dilemma è: ci sono o ci fanno ?
Octopus, secondo me tutte e due.
non e' che l'ottimo bidussa sta tirando la volata a massimino il truce?
sono antitetici salvatore.
Berjia faresti meglio a seguire un po' di più, eviteresti di dire cose inverosimili.