Dalla banlieue all'aviaria
Prima le banlieues in fiamme. Assai rapidamente si è passati a un interesse smodato per la influenza aviaria, dimenticando le macchine bruciate, i destini dei ragazzi disoccupati da troppo tempo, le condizioni sociali spesso incredibili. Poi, con la stessa rapidità di due mesi prima, si è imposto il movimento anti-CPE, e anche i volatili se ne sono fatta una ragione e hanno smesso di preoccupare, tant'è che per Pasqua pare ci sia stato un enorme aumento della vendita delle uova, e non solo di quelle di cioccolato. Va detto però che né le banlieues né gli uccelli né i giovani in cerca di lavoro hanno visto una soluzione per i loro problemi. Ora giornali e telegiornali quasi quotidianamente ci informano dei sondaggi per le elezioni presidenziali che si svolgeranno fra un anno. Ma chi sono i candidati?
La sinistra in novembre farà le primarie per scegliere il suo candidato, e chi vuole partecipare può iscriversi al partito socialista che, per l'occasione, propone dei saldi: 20 euro per tesserarsi e poter votare in novembre. Vari media poco prima di Natale hanno detto che la candidata ideale della sinistra è Ségolène Royal; la signora, colta anche un po' di sorpresa dall'improvviso interesse generale, è stata impacciata per alcune settimane, ora inizia a lasciarsi andare un po', a essere più sicura di sé davanti alle telecamere. All'interno del suo partito non tutti sono d'accordo: il segretario, nonché suo compagno di vita, non si esprime; alcuni auspicano il ritorno di Jospin; ma le migliori per me sono le centoquarantatre donne che si opporranno a Ségolène perché non è giusto che ci sia un'unica donna candidata, si candideranno tutte e 143 alle primarie. Invidia femminile, semplice idiozia o acume politico che sfugge a una normale come me?
La destra, reduce dalle lotte intestine dovute al CPE, è ora al centro di una storia allucinante di menzogne e tradimenti, e tutti dicono che probabilmente segnerà un gradino in più per il declino politico di Villepin. E, di conseguenza, una specie di ascensore verso il successo per il suo acerrimo avversario Sarkozy, odiato anche da Chirac. Quindi anche a destra non si sa chi sarà il candidato per l'Eliseo.
E' lecito chiedere quindi: “Ma perché fate i sondaggi fra vari candidati se ancora non si sa chi saranno né conosciamo i loro programmi?”
Mentre le signore della sinistra si contano e Villepin cerca di mettere i bastoni fra le ruote al suo avversario ministro degli Interni, martedì 2 maggio Sarkozy ha aperto le danze per la discussione del suo progetto di legge sull'immigrazione, testo che si annuncia ancor più duro di quello del 2003. Senza mezzi termini, si parla di “immigrati scelti” e “immigrati subiti”. E per lo straniero non contento o in difficoltà in Francia, lo slogan è “non ti resta che andartene”. Queste tre formulette magiche oggi si ascoltano in televisione, alle otto di sera, quando anche i bambini sono svegli e si mangia. La gente storce la bocca, però lo lascia parlare e in tanti con tristezza ammettono che almeno lui fa qualcosa. Per la prima volta, in questo paese laico, la Chiesa e rappresentanti di altre confessioni hanno alzato la voce. La sinistra fa vera opposizione.
Queste tre idee erano le linee guida della campagna presidenziale di Le Pen nel 2002. Però se 'ste schifezze le dice Le Pen tutti gridano allo scandalo, pericolo fascista, attenzione citoyens, dobbiamo tenere alti i valori della République, siamo o non siamo il paese dei Droits de l'Homme?! Se le dice Sarkozy, lo si lascia parlare, e lo si lascia salire nei sondaggi.
Involontariamente, mi ritrovo dentro un'élite, perché sicuramente io sarei “un'immigrata scelta”. Non c'è niente di più disgustoso e fastidioso che sentirsi accettati, tollerati, scelti. Ed è proprio l'idea di élite l'unico grande ostacolo che mi impedisce di amare la Francia senza riserve. Ora mi ritrovo dentro un'élite, io che imposto la mia vita per eliminare, indebolire il sistema élitario che incancrenisce questo Paese, dal primo anno di scuola materna in poi. Sinceramente, è paradossale e triste.
So fare un po' di cose e, se voglio, imparo rapidamente; se qualcuno può aiutarmi a tornarmene in patria per un po' me lo faccia sapere. Risponderò e allegherò il mio curriculum nella risposta.