«Questa è la prepotenza dei finanzieri del calcio»
di Massimo Franchi
PAROLA DI GIANNI RIVERA l’uomo da molti indicato per prendere il posto di Franco Carraro al vertice della Federcalcio e soccorrere così il mondo del pallone ridotto sull’orlo del fallimento. «Io presidente federale? Non ci sono le condizioni, quando mi fu chiesto la Juventus e il Milan si opposero... »
«La cultura mafiosa di Moggi non c’entra niente con il calcio. Speriamo solo che sia veramente lui a capo di tutto, sennò...».
Gianni Rivera, si aspettava che le proporzioni dello scandalo fossero così impressionanti?
«Non pensavo che si estendesse così a macchia d’olio. Anche ai miei tempi si parlava di favoritismi arbitrali alla Juve. Nel 1971 fui squalificato 2 mesi perché dissi che c’era un’organizzazione che partiva dal designatore arbitrale. Ora da quello che si legge la situazione è largamente peggiore... La differenza è che per gli Agnelli il calcio era un passsatempo, il fiore all’occhiello. Si arrivava alla sudditanza psicologica per vincere gli scudetti, ora si corrompe per guadagnare soldi».
Di chi sono le responsabilità?
«Ci sono interessi grandissimi attorno al calcio e c’è molta più gente che si aggrappa alle mammelle della mucca del calcio. Una mucca che fa gola a politici, imprenditori, affaristi, finanzieri che non sono abituati a guardare in faccia a nessuno».
Ora si parla anche di giocatori della Nazionale coinvolti nelle scommesse...
«Se fosse vero sarebbe ancora più preoccupante. E anche strano perché i calciatori sono ricchissimi e non vedo perché dovrebbero rischiare la carriera per guadagnare qualcosa in più con le scommesse».
Pensa che Moggi potesse avere un potere tale da tirare da solo le fila di tutto il sistema?
«Per certi versi spero di sì. Perché diversamente saremmo davanti a qualcosa di incalcolabile che potrebbe distruggere l’intera credibilità del calcio».
La Federcalcio cerca di difendersi dicendo che, non potendo fare intercettazioni, non poteva sapere. È una difesa credibile?
«Non sta in piedi. Perché i conflitti di interesse che stanno alla base di tutta la vicenda Moggi si conoscevano da anni. Che la Gea fosse in mano ad Alessandro che trattava con suo padre Luciano ed entrambi avevano lo stesso cognome era risaputo, non si trattava di omonimia... La responsabilità ce l’ha tutto l’ambiente del calcio, dalla Federazione in giù. Ci sono fior fior di procuratori che denunciavano, inascoltati, questa situazione».
Molti non esitano a definirlo un sistema mafioso...
«Se le inchieste confermeranno ciò che si legge sui giornali il termine mafioso ci sta tutto. Saremmo davanti ad una cultura mafiosa, che organizza le cose per avere dei vantaggi. È la cultura dei finanzieri che ha sostituito la cultura sportiva. Moggi e Giraudo sono ritenuti grandi manager che usano lo sport solo come strumento per fare profitti per le loro società».
In questo quadro gli arbitri diventerebbero l’anello debole della catena...
«Gli arbitri sono coinvolti perché facilmente condizionabili. Non dovrebbero avere alcun rapporto con i club. Ma così non è mai stato. In questo senso è bene che si stacchino dalla Figc costruendo una federazione degli arbitri come esiste quella dei cronometristi oppure creando all’interno della Federcalcio una sorta di Consiglio superiore della magistratura che li renda totalmente autonomi».
Parla già da presidente federale? In molti in questi giorni hanno invocato il suo nome...
«Il mio nome viene fuori, ma all’interno del mondo del calcio e della Figc non ci sono le condizioni perché io possa entrarci. Abete me lo chiese quando lottò con Nizzola ma Juve e Milan si opposero. È finita lì».
Non crede che, se lo scandalo sommergerà il sistema, tutto dovrà cambiare?
«Non credo. Carraro ha dato le dimissioni solo perché gliele respingessero. Avevate dei dubbi? La maggioranza del Consiglio federale è legata alla cultura vigente, alla prepotenza finanziaria. Il ricambio può arrivare da un intervento esterno, ma dubito che il Coni si impunti. Speriamo nel nuovo governo».
Insisto. Ma se lo scandalo sommergesse tutti?
«A quel punto non so se ci sarebbe più la Federcalcio... Se devo indicare un nome per il rinnovamento dico Sergio Campana dell’Assocalciatori. Loro e gli allenatori sono i soli ad amare il calcio. Campana è uomo per bene, capace, esperto».
È lei?
«Io sono troppo antisistema».
era ora, cade un mito, la signora del calcio però lava subito i panni sporchi in casa propria e lo fa silenziosamente ma rapidamente e senza clamori.
c'è da chiedersi perchè, come mai nessun dubbio è venuto all'azionista della squadra, la famiglia Agnelli, John Elkann è intervenuto rapidamente, ma non sapeva niente ?
eppure ormai annosa è la denuncia dello stravolgimento operato nel mondo del calcio da giganteschi interessi economici, mal gestiti da amministratori delegati forse incompetenti ma sicuramente impotenti e peggio sanzionati da una giustizia sportiva priva di denti.
c'è voluto, al solito, l'attività di supplenza della vituperata magistratura penale per attivare un processo di catarsi, che ci si augura efficace.
da tifoso dell'Inter da tantissimi anni, da un po' non me frega niente dei destini di una squadra che schiera in capo undici stranieri su undici giocatori.
attivare un processo di catarsi,
Stiamo a vedere come finisce tutto questo turbillon (dove arriva e prima di chi si ferma); in ogni caso le catarsi (che non sono mai catarsi, ma sostituzione di vecchi poteri con nuovi poteri) non competono alla magistratura, che deve applicare la legge e lì finisce.
Quanto agli stranieri dell'Inter, beh, non ti sapevo leghista.
Io, invece, che sono juventino, prima di tifare la nazionale conto i bianconeri schierati. Meno di tre sono molto tiepido.
Di fatto non sono nazionalista.
La fogna in cui sguazzano i ragazzotti miliardari della pedata ogni tanto si rompe e lascia uscire qualche rivolo del suo contenuto puzzolente
Sul contenuto si può discutere, caro Alberto, ma detesto questo tuo linguaggio fascistoide e giustizialista (dai l'impressione di rosicare).
Volete sapere come andra' a finire? moggi e giraudo fuori da gioco, juve penalizzata di un po' di punti per il prossimo campionato e la giostra rinizia, come se non fosse successo nulla. Le squadre di calcio di serie A e B sono scoperte con le banche per circa 1 miliardo di euro in tot, mentre allo stato devono dare circa 500-600 milioni di euro in 10 anni. Il sistema politico e quello finanziario lasciavano fare a Moggi, perchè lui faceva girare i soldi e così permetteva a tutti di sopravvivere e di adempiere al pagamento dei debiti. Dei tifosi alle banche non frega niente, iniziando da Capitalia che detiene la maggior parte dei crediti verso Roma, Lazio, Perugia, Parma e altre squadre di serie A e B, fino alla banca di Carraro, che ha prestato i soldi al Napoli. Insomma se crolla il calcio, chi paga i debiti?
Io ripeto ciò che avevo già scritto in un'altra occasione.
Oligarchie.
Questo è il male dell'Italia, tutti i sistemi economici sono controllati da poche persone, sempre le stesse, che fanno il bello ed il cattivo tempo, lavorano senza concorrenza, muovono il mercato a loro piacimento.
Nel calcio è la stessa cosa, così come nei media, nelle telecomunicazioni, nelle infrastrutture, nell'energia..etc..etc..
Se avessero il minimo senso del pudore dovrebbero restituire tutti gli scudetti e le coppe vinte dal 1995 ad oggi.
E' come la storia di tangentopoli. Sapevano tutti che si rubava ma nessuno indagava. Nel calcio sono anni che noi tifosi andiamo dicendo che cìè qualcosa che non va. La Gea era di fronte a tutti. non era mica una società segreta.
Tutti sanno che è di tipi come Moggi e Geronzi. Tutti sanno che tiene in mano la maggior parte delle procure dei giocatori italiani e non. Tutti sanno che alcune squadre sono dei "feudi" della Gea. Tutti hanno visto come alcuni arbitri sono sempre stati gentili (statistiche alla mano) con la Juve. Tutti hanno anche visto come i feudi Gea perdevano regolarmente con la squadra di Moggi padre. Il minimo secondo me è la B..
1. Da tifoso interista dico che se trovassimo 11 tibetani bravi a correre e calciare la palla, sarei felice di averli in squadra.
2. La Juve in B è un sogno...se non altro resteremmo l'unica squadra italiana che non ha mai toccato il fondo.
3. Il nostro presidente è l'unico pirla/gentiluomo che si ostina a spendere fior di quattrini per calciatori invece che investire negli arbitri, come tutti (o quasi) facevano.
4. A me Moggi è quasi simpatico. Ha fatto quello che ha fatto perchè qualcuno glielo ha concesso. Il concetto del "non poteva non sapere" si può applicare benissimo anche alla proprietà della Juve. I bilanci delle società quotate in borsa vengono certificati, le spese devono essere giustificate al millesimo e se si rimaneggiano i bilanci non è un fatto che può essere fatto dall'omino in amministrazione. Occorre che più di un alto responsabile all'interno della società sia al corrente del rimaneggiamento.
Ergo: Juve in B.
E se ciò accade significa che esiste un Dio.
sottoscrivo i punti 1 e 2.
quanto al punto 3, non so. il nostro caro presidente sarà gentiluomo nei modi, ma nei fatti pare che cercasse di strappare moggi alla juve da anni.
dunque in fondo in fondo non sarebbe dispiaciuto nemmeno a lui vincere grazie alle manovre del Grande Vecchio.
inoltre ha sempre spalleggiato il binomio milan-juve in ogni porcheria, compresa l'indegna spartizione dei diritti TV che assegna alla Triade bianco-rosso-nerazzurra 100 volte tanto quel che da alle altre società (e non venite fuori con la banfata che hanno più tifosi, più prestigio, o che altro, il campionato si fa in 20, i proventi si dividono in 20. la differenza la devono fare il conto in banca dei presidenti e degli sponsor)
dedalus, dai del fascistoide ad Alberto !
Questa è tutta da ridere.
E se ciò accade significa che esiste un Dio.
Appunto.
Fortunatamente è notorio che non esiste.
no, di teologia non parlo.
"E' come la storia di tangentopoli. Sapevano tutti che si rubava ma nessuno indagava."
Postato da Ellroy Venerdì 12 Maggio 2006 alle 10:30
Dio mio NO!!, se finisce come tangentopoli tra un paio di anni avremo "san Luciano Moggi perseguitato politico morto esule" con tanto di targhe commemorative e suo figlio Alessandro "presidente operaio" della lega calcio!! ORRORE!!!
Senza parlare della statua fatta da qualche politico.. Cmq quando iniziano a fare il mucchione alla fine sono innocenti tutti..
ragazzi, mi sa che stavolta va diversamente.
da molto tempo non vado allo stadio. Già con lo scudetto di capello, mi era passata la volgia perchè avevo capito che per vincere non bastava uno come Zeman, ma un' amico degli amici, cioè Don Fabio.
Hanno distrutto uno sport, questo è quello che meritano a norma di legge:
1) Quando sconteranno le pene club e dirigenti?
I club in questo campionato (se la sanzione dovesse arrivare entro la data di formazione dei nuovi calendari). Si va dalla penalizzazione di punti fino alla retrocessione (con in più penalizzazione per la stagione successiva) eventualmente con revoca dello scudetto. Per i dirigenti, la squalifica è a tempo e decorre dal momento dell’irrogazione.
2) Cosa rischiano le squadre il cui mercato è stato gestito da Moggi?
Sanzioni pecuniarie e punti di penalizzazione (da 1 a 5): una società non può avvalersi del d.s. altrui. E il d.s. rischia una pesante squalifica, o anche la radiazione, perché viola il dovere di fedeltà ed esclusività.
3) E i dirigenti?
Se è «mancata lealtà», da 6 mesi a 1 anno. Se illecito tentato 3 anni, se consumato 5 anni.
Ragazzi, sapere non basta per mandare la gente in tribunale: ci vogliono prove, o si rischia la querela.
Io pure so un sacco di cose, ma non ho le prove, ergo...
Non per difendere Moggi (ma, tutto sommato, agiva a fin di bene: la vittoria della juve) ma mi pare che le intercettazioni siano state fornite dalle procura di Torino che le ha ritenute penalmente non rilevanti (archiviando il caso).
risolto tutto ! quel volpone di prodi vuole mettere letta al posto di carraro...alcune informazioni sul personaggio:
Il Cavalier Bellachioma, quando vuole, sa essere meraviglioso. Ieri, per esempio, lo era. Dopo l'elezione di Giorgio Napoletano al Quirinale, s'è molto rammaricato perché «avevamo proposto un uomo super partes, ma la sinistra ha preferito un comunista». A questo punto qualche curioso si domanderà chi fosse l'uomo super partes individuato dal premier uscente e quasi uscito per la più alta carica dello Stato. E lui, meravigliosamente, ne ha fatto il nome: «Gianni Letta, che anche molti protagonisti della sinistra ci avevano detto riservatamente di ritenere il candidato migliore». Ma poi, si sa, è intervenuto il Comintern e non c'è stato nulla da fare.
Ora, per carità, tutto è relativo: visti gli uomini che circondano Bellachioma, fra un Dell'Utri che frequentava boss mafiosi e un Previti che corrompeva giudici, Gianni Letta si staglia come un Cavour redivivo. Ma, se si esce dal museo degli orrori di Arcore, l'idea che costui possa essere super partes è decisamente da camicia di forza. Basti pensare che, prima di seguire il capo a Palazzo Chigi, Letta era vicepresidente della Fininvest. E,come tale, nel '90 aveva accompagnato amorevolmente nei corridoi del Parlamento il cammino della legge Mammì e il relativo piano delle frequenze (elaborato da un giovane assistente del ministro omonimo poi divenuto consulente della stessa Fininvest). E, come tale, nel '93 era stato indagato per corruzione dalla Procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l'arresto al gip Augusta Iannini, consorte di Bruno Vespa, la quale si era spogliata del caso perché «amica di famiglia» di Letta (l'insetto infatti aveva iniziato la sua luminosa carriera al «Tempo» di Angiolillo, esattamente come Letta). L'inchiesta era stata poi archiviata, con motivazioni non proprio esaltanti.
Un'altra inchiesta, invece, era stata scippata anni prima alla Procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell'Iri, nella quale l'allora direttore del «Tempo» Gianni Letta aveva allegramente ammesso nel dicembre 1984 di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall'ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in «Razza padrona», era «in vendita ogni giorno, ma non solamente in edicola».
Letta-Letta, come lo chiamava Sergio Saviane, passò poi alla corte del Cavaliere nella doppia veste di gran ciambellano nei palazzi della politica e di conduttore tv su Canale5: le sue interviste ai boss democristiani e socialisti sotto la sigla «Italia domanda», rimasero per anni un capolavoro di sviolinate ineguagliato. Fino all'arrivo di «Porta a Porta» e «Telecamere», si capisce.
Solo in un paese di bocca buona e stomaco forte come il nostro, uno così potrebbe passare, anche a sinistra, come un «uomo delle istituzioni», una «figura super partes», il simbolo della «destra buona con cui si può dialogare». Ma il solo fatto che questa brillantina dal volto umano non si metta le dita nel naso e si pettini più volte al giorno, vista la compagnia lombrosiana che affianca Bellachioma, ne ha fatto uno statista di fama mondiale e ha indotto parecchi leader uliveschi a trascorrere intense serate nella sua casa alla Camilluccia, per stipulare patti della crostata e della Bicamerale poi regolarmente violati dall'azionista di maggioranza di Letta-Letta.
Ecco, se si ha presente il concetto che Bellachioma ha dell'espressione «super partes», si comprende meglio perché Napolitano non può andargli bene. Per lui i super partes sono quattro o cinque, non di più: Letta, Galliani, Confalonieri, Dell'Utri, Previti (finalmente restituito all'affetto dei suoi cari grazie all'apposita ex Cirielli) e Licio Gelli. Prima c'era anche Vittorio Mangano, ma poi purtroppo ci ha prematuramente lasciati.
Il suo posto è rimasto a lungo vacante, ma ora sta per arrivare il sostituto: l'ha scovato, dopo lunghe e severe selezioni, l'ottimo Nando Adornato, del quale alcuni giorni fa avevamo segnalato allarmati la scomparsa. Bene, siamo felici di comunicare ai lettori che Nando è tornato, giusto per rilasciare questa dichiarazione alla Stampa: «Noi di Forza Italia siamo garantisti. Giraudo, Bettega e Moggi non si toccano. Anzi, se Moggi è l'Andreotti del calcio potrà concorrere alla prossima presidenza del Senato».
Resta da sistemare Vanna Marchi, ma per ora sconta il suo peccato di ingenuità: se usi la televisione per truffare poche migliaia di italiani, il minimo è la galera; se invece la usi per truffarne 20 milioni, la pena massima è la presidenza del Consiglio.
M.Travaglio
PRODI IPOTIZZA GIANNI LETTA COMMISSARIO FIGC
Gianni Letta commissario della Figc: lo ipotizza il leader dell'Unione Romano Prodi parlando con i cronisti dello scandalo nel mondo del calcio.
Cominciamo bene..
dedalus disinformato, è stata aperta una nuova indagine a carico di moggi dalla procura di Napoli, basata NON sulle intercettazioni di luglio-settembre 2004 (quelle di Torino) ma su altre intercettazione relative all'intera stagione 2004-05 e non ancora rese pubbliche.
delle intercettazioni torinesi, penalmente non rilevanti, si sta peraltro occupando la giustizia sportiva.
prodi ha parato il culo al milan.
e questo potrebbe essere solo l'inizio, conflitto d'interessi ? me viè da ride...
Ieri sera c'è stata una partita pulita, tra due squadre che negli ultimi anni, per incapacità costitutiva a farsi conivolgere in queste trame, si sono fatte fottere tutto e di più. E' stato bello vederla. E' stato bello vedere i tifosi romanisti cantare fino al 90°. In culo a sto schifo che sta venendo fuori.
sempre a pensar male voialtri! la cdl si lamenta di essere stata esclusa da tutte le alte cariche dello Stato, e il buon prodi gliene offre una sul piatto d'argento: la presidenza della FIGC!
:)
Frasi di spessore sul tema....proferite da gente di altrettanto spessore...
Galliani difende il calcio: "macchie? no solo pissi pissi bau bau".
Sto ancora riflettendo sulla profondità del concetto...
Concordo con Davide. Prodi è un vero burlone! Letta: da Presidente della Repubblica a Commissario della FIGC...
Non so se mi fa ridere di più questa o il sentito rigraziamento a Tremaglia per il voto degli italiani all'estero nel discorso di insediamento di Franco/Franceso Marini.....
Ieri sera c'è stata una partita pulita, tra due squadre che negli ultimi anni, per incapacità costitutiva a farsi conivolgere in queste trame, si sono fatte fottere tutto e di più
Ma x carità! L'Inter va male mica x mancanza di trame, ma perchè ha un presidente subnormale (ricordati qquando Lippi se ne è andato sbattendo la porta). La Roma, poi, gioca alla grande proletaria martirizzata dal sistema; immemore dei rolex che sensi regalava agli arbitri. O dei grandi debiti che la Banca di Roma non riscuote da anni.
Figlioli: il più pulito ha la rogna (almeno da quelle parti)
dedalus, oltre che radicale, sei anche juventino. Con questo ho detto tutto.
faccio una domanda a tutti:
come andrà a finire ?
a tarallucci e vino ?
octopus, no, secondo me, questa volta no. E' andato oltre. Ricordi Craxi fuori dal Raphael?
altrochè se ricordo !
di tutta questa vicenda ne esce sconfitto solo il calcio inteso come sport....e chissà quanti altri sport sono truccati e ingannevoli.
come mai gli scudetti li vincono sempre milan e jeve?guarda caso solo nell'anno del giubileo l'hanno vinto roma e lazio...è un caso?
commilan sapeva?galliani presidente di lega,vice del milan,berlusca premier,leader nella televisione e nella comunicazione,mah...comunque la juve resta in A...juventino a vita.